Punta Tre Chiosis - Monte le Conce 

MONTE LE CONCE (m 2429)

PUNTA TRE CHIOSIS (m 3080)

Posta interamente all’interno del territorio comunale di Pontechianale, la Punta Tre Chiosis tre il suo nome dalle testate dei valloni Chiosis, Tiuri e Savarech che la cima chiude a ponente. La cresta che si eleva nella Punta Tre Chiosis si dirama dal crinale alpino principale in coincidenza del Monte Losetta. Si scende al Passo della Losetta per poi rimontare dapprima alla Punta Seras quindi alla nostra vetta. D’assoluta rilevanza è il panorama trattandosi di uno stupendo balcone sul vicino Monviso. La presenza della seggiovia di Pontechianale permette di ridurre in modo considerevole lo sforzo necessario per raggiungere quello che in ogni caso è uno dei “3000” più facili del circondario. Nella salita si tocca la cima secondaria del Monte Le Conce godendo inoltre di una ricchezza botanica eccezionale come visibile nel paragrafo in coda alla descrizione. Inutile dire che consigliamo l’ascensione nei mesi estivi, specialmente in luglio per godere delle meravigliose fioriture d’alta quota.

L’escursione in breve:

Rifugio Helios (stazione a monte seggiovia di Pontechianale – m 2340) – Monte Le Conce (m 2429) – Costa Savaresch – Punta Tre Chiosis (m 3080)

Dati tecnici:

Partenza dal Rifugio Helios (m 2340): Difficoltà: E  (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 740. Acqua sul percorso: assente

Accesso:

L'accesso avviene risalendo la Valle Varaita su comoda strada provinciale, Attraversiamo diversi paesi tra i quali ricordiamo Sampeyre e Casteldelfino. Raggiungiamo Pontechianale. In centro al paese ha inizio la seggiovia che ci permetterà di raggiungere senz difficoltà il Rifugio Helios. L'impianto permette di ammirare nella salita il Lago di Pontechianale noto anche come Lago di Castello.

Descrizione del percorso:

Dalla stazione a monte della seggiovia (Rifugio Helios – m 2340) muoviamo verso destra seguendo l’ampio sentiero che taglia la parte inferiore dei cosiddetti Pascoli della Grangia. L’ambiente aperto e privo di alberatura garantisce sin dalla partenza un panorama ampio sulle montagne circostanti e sulla sottostante valle con in evidenza Pontechianale e il suo lago. La salita, nel complesso moderata, conduce ad un colletto posto sulla lunghissima spalla erbosa che scende dalla Punta Tre Chosis. Raggiunto lo spallone il panorama si estende all’impressionante mole del Monviso. Una breve digressione verso destra permette di guadagnare, in pochi minuti e senza difficoltà, il culmine del Monte Le Conce (m 2429 – ore 0,30 dalla partenza) caratterizzato sulla cima da un grande ometto di pietre. Da rilevare la vista non solo sul Monviso ma anche in direzione della Valle Varaita.

Rientrati dalla breve digressione andiamo ora ad affrontare la lunga ascesa alla Punta Tre Chiosis che si sviluppa a ridosso della cresta Savaresch. Lasciamo alla nostra destra il sentiero U12 che scende nel Vallone di Vallanta in direzione dell’omonimo rifugio. Saliamo sulla traccia che ricalca inizialmente il crinaletto su fondo per lo più prativo e con qualche affioramento roccioso. La salita si articola in pendenza moderata con panorama sempre dominato dalla sagoma del Monviso mentre alle spalle torna a comparire il Lago di Castello e la stazione a monte della seggiovia. Il tracciato appare piuttosto uniforme e continuo, l’ascesa è comunque allietata dalle magnifiche fioriture d’alta montagna. In alcuni punti il sentiero abbandona il crinale scostandosi alla sua sinistra per evitare alcune roccette più impegnative. Andiamo a toccare l’arrivo di uno skilift naturalmente inutilizzato nella stagione estiva. Il segnavia procede oltre traversando ulteriormente a sinistra e con il paesaggio che si estende verso occidente in direzione dello spartiacque principale. Superiamo una sorta di valloncello tra il pendio a destra e alcune roccette a sinistra quindi il sentiero comincia a volgere con decisione verso destra sino ad inquadrare, per la prima volta, la Punta Tre Chiosis. L’aspetto è quello di un grande trapezio roccioso e nonostante le apparenze il punto più elevato è quello a destra. Procediamo con il percorso che dopo aver aggirato sulla sinistra un tratto impraticabile della Costa Savarech torna a toccarne il filo affacciandosi nuovamente sul Vallone di Vallanta e sulla cima del Monviso. Un occhio attento noterà senz’altro il Lago Bealera Founsa e il Rifugio Vallanta sulla sua sponda occidentale. Il tracciato procede ben evidente restando in prossimità del filo di cresta o appena alla sua sinistra per evitare di affacciarsi sul profondo salto sottostante. Ci portiamo alla base del salto terminale e poiché non è possibile salire direttamente in vetta il percorso obliqua puntando a sinistra del punto più alto. La frazione risulta ripidissima ma breve e priva di difficoltà sviluppandosi tra macereti d’altitudine. In ultimo siamo in pieno crinale sommitale con il paesaggio che si apre verso settentrione. Per guadagnare il punto più alto muoviamo verso destra tra resti di neve che tendono a persistere anche in estate inoltrata fino a toccare l’ampio pianoro che caratterizza la cima (m 3080 – ore 2,40 dalla partenza). Notevolissimo il panorama osservando non solo il Monviso ma anche il crinale di confine in direzione del Colle dell’Agnello. Il rientro avviene a ritroso ed impegna per 2 ore circa per un totale complessivo di ore 4,40 di cammino.

Cenni sulla flora:

 

La salita alla Punta Tre Chiosis è di grande interesse per gli amanti della flora d’alta montagna. Sono osservabili parecchie specie parecchie delle quali rare o endemiche. La parte centrale del mese di luglio è certamente il periodo ideale per osservare le fioriture più belle. Segue un estratto delle principali specie osservate in occasione della nostra ascensione.

Endemismi:

1)    Campanula occidentale (Campanula alpestris); splendida entità endemica presente nelle Alpi Occidentali con una curiosa presenza disgiunta sui Monti Sibillini e quindi nell’Appennino Centrale. La colorazione azzurro intenso e la grande dimensione della corolla la rendono facilmente distinguibile dalle congeneri.

2)    Primula impolverata (Primula marginata). Magnifico endemismo delle Alpi Occidentali che presenta stazioni disgiunte nelle Alpi Liguri nella zona del Monte Carmo e nell’Appennino Ligure (monti Ciapa Liscia e Roncalla) tra le province di Genova e Piacenza. Sono inconfondibili sia le infiorescenze violette che le foglie caratterizzate da secrezioni calcaree così come suggerito dal nome comune della pianta. Lungo il percorso descritto è presente proprio in cima alla Punta Tre Chiosis.

3)    Garofano pavonio (Dianthus pavonius), endemico delle Alpi Occidentali, è segnalato in Liguria e in Piemonte.

4)    Nigritella occidentale (Nigritella corneliana). É una splendida orchidea endemica delle Alpi sud-occidentali inconfondibile per l’attraente colorazione rosata.

5)    Androsace carnicina (Androsace adfinis). Tipico endemismo delle Alpi Occidentali segnalato in Piemonte, Valle d’Aosta e nelle aree contigue in territorio francese. Androsace adfinis è specie che necessita d’ulteriori studi ed approfondimenti sono infatti note almeno tre diverse sottospecie (brigantiaca, puberula e carnea) con areali parzialmente sovrapposti e con numerose forme intermedie a rendere ancora più difficoltosa la determinazione.

6)    Veronica di Allioni (Veronica allionii), endemica delle Alpi Occidentali.

7)    Achillea nana (Achillea nana). É una specie endemica delle Alpi Occidentali e Centrali ricoperta da un inconfondibile tomento lanoso bianco argenteo.

8)    Genepì dei ghiacciai (Artemisia glacialis), endemica delle Alpi Occidentali.

9)    Genepì maschio (Artemisia genipi); endemismo dell’arco alpino che purtroppo si sta pericolosamente rarefacendo in quanto è stato in passato raccolto indiscriminatamente per produrre amari.

10)  Caglio del Col di Tenda (Galium tendae); endemismo delle rupi silicee segnalato nelle Alpi Marittime, Cozie e Graie.

11)  Tlaspi di Leresche (Thlaspi lereschianum); endemismo delle Alpi Occidentali e Centrali segnalato in Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia.

12)  Astragalo elvetico (Oxytropis helvetica). Pianta endemica delle Alpi Occidentali segnalata in Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria nonché nelle valli contigue in territorio francese.

13)  Sassifraga retusa (Saxifraga retusa) è un subendemismo presente in Italia solamente in Piemonte e in Valle d’Aosta. É una pianta da ritenersi nel complesso molto rara osservabile lungo questo percorso nel tratto sommitale della salita tra i 2700 e i 3000 metri.

14)  Violaciocca piemontese (Erysimum jugicola). È un subendemismo presente in Italia nelle Alpi Occidentali interessando Liguria, Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta.

15)  Alisso alpestre (Alyssum alpestris). Endemismo delle Alpi Occidentali presente in Italia soltanto in Piemonte. Lungo la Cresta Savaresch è localmente abbondante.

Entità non endemiche ma rare:

1)    Androsace vitaliana (Androsace vitaliana subsp. cinerea); bellissima pianta a portamento strisciante caratterizzata da fiori di colore giallo intenso.

2)    Erniaria alpina (Herniaria alpina). In Italia è specie nel complesso molto rara segnalata unicamente in Piemonte, Valle d’Aosta e in poche stazioni in Alto Adige (Val d’Isarco, Monti di Fundres). Lungo il percorso descritto è osservabile lungo la Cresta Savaresch sin dal colletto presso il Monte Le Conce in più punti fin quasi in vetta. Incredibile la piccolissima dimensione dei fiori (da ammirare con più facilità avendo una lente).

3)    Petrocallide dei Pirenei (Petrocallis pyrenaica). Splendida pianta, piuttosto rara in ampi settori delle Alpi, che forma cuscinetti trapuntati da numerosi, piccoli fiori rosa.

4)    Androsace pubescente (Androsace pubescens). Specie molto rara presente in Italia soltanto nelle Alpi Cozie, Graie e Pennine. Pochi esemplari sono presenti nelle roccette sommitali della Punta Tre Chiosis. Molto difficile da scorgere per via delle limitate dimensioni. Non teme il vento e il clima artico che caratterizza le vette oltre i 3000 metri.

Altre specie osservabili:

1)    Sassifraga solcata (Saxifraga exarata)

2)    Sassifraga a foglie opposte (Saxifraga oppositifolia)

3)    Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata)

4)    Semprevivo ragnateloso (Sempervivum arachnoideum)

5)    Semprevivo montano (Sempervivum montanum)

6)    Stella alpina (Leontopodium alpinum)

7)    Linaiola d’alpe (Linaria alpina)

8)    Genepì femmina (Artemisia umbelliformis)

9)    Genziana nivale (Gentiana nivalis)

10)  Ranuncolo dei ghiacciai (Ranunculus glacialis)

11)  Astro alpino (Aster alpinus)

12)  Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum)

13)  Silene a cuscinetto (Silene acaulis)

14)  Minuartia sedoide (Minuartia sedoides)

15)  Camedrio alpino (Dryas octopetala)

16)  Margherita alpina (Leucanthemopsis alpina)

17)  Spillone alpino (Armeria alpina)

18)  Botrichio (Botrychium lunaria)

19)  Bartsia alpina (Bartsia alpina)

20)  Draba gialla (Draba aizoides)

21)  Piede di gatto (Antennaria dioica)

22)  Poligono bistorta (Polygonum bistorta)

23)  Poligono viviparo (Polygonum viviparum)

24)  Primula odorosa (Primula veris)

25)  Ambretta strisciante (Geum reptans)

26)  Anemone alpino (Pulsatilla alpina)

27)  Doronico dei macereti (Doronicum grandiflorum)

28)  Celoglosso (Coeloglossum viride), resente nei prati tra il Rifugio Helios e il Monte Le Conce.

29)  Genziana di Koch (Gentiana acaulis)

30)  Trifoglio alpino (Trifolium alpinum)

31)  Iberidella alpina (Hornungia alpina)

32)  Pedicolare di Kerner (Pedicularis kerneri)

33)  Borracina verde scura (Sedum atratum)

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