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MONTE SPARAVERO (m 1516) PUNTA DI NAOLE (m 1659) CIMA DI COSTABELLA (m 2053)
La Cima di Costabella è la prima elevazione del Monte Baldo, per chi proviene da sud, a varcare il limite dei 2000 metri di quota. La salita da meridione è facile quanto rimunerativa in quanto segue in sostanza la bella Cresta di Naole in ambiente per lo più prativo con panoramiche aperte dapprima sulla Valle dell’Adige quindi sulle acque del Lago di Garda. E’ un’esperienza consigliabilissima soprattutto in tarda primavera, immediatamente dopo il disgelo, quando le pendici del Monte Baldo divengono un magnifico giardino spontaneo nel quale non mancano fioriture di piante rare. Altrettanto adatto alla camminata è il periodo autunnale mentre il caldo e l’umidità rendono la stagione estiva meno adatta all’impresa in quanto esposta in gran parte al sole di mezzogiorno. L’escursione in breve: Località Due Pozze (m 1282) - Dosso dei Cavalli - presso Malga Zocchi (m 1282) - sentiero 662 - Monte Sparavero (m 1516) - Punta di Naole (m 1659) - Ex Forte di Naole (m 1675) - Bocchetta di Naole (m 1648) - Costabella - Rifugio Fiori del Baldo (m 1815) - Rifugio Chierego (m 1911) - Cima di Costabella (m 2053) Dati tecnici: Partenza dalla Località Due Pozze (m 1282): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: primo tratto su ampia mulattiera quindi su sentiero segnato sino al Rifugio Chierego; senza segnaletica ma con evidente sentierino il tratto compreso tra il Rifugio Chierego e la Cima di Costabella. Dislivello assoluto: m 771. Acqua sul percorso: assente ma con la possibilità di rifornirsi ai rifugi Fiori del Baldo e Chierego (informarsi sul periodo di apertura). Accesso alla partenza: Seguendo l’autostrada A22 del Brennero l’uscita migliore è senza dubbio quella di Affi, si seguono quindi le indicazioni per San Zeno di Montagna. Raggiunto il paese si procede oltre, in direzione della piccola frazione di Prada. Poco prima di raggiungere l’abitato abbandoniamo la strada principale per seguire la stretta stradina asfaltata che si separa a destra raggiungendo in circa 5 km il suo termine in località Due Pozze (m 1282) dove troviamo un ampio parcheggio. Descrizione del percorso: La partenza in località Due Pozze offre già un magnifico ambiente nel quale effettuare una breve sosta per godere del paesaggio. E’ presente un piccolo specchio d’acqua immediatamente ai piedi della modesta Cima Mandra. Nei giorni tersi, verso nord, possiamo scorgere le lontane Dolomiti di Brenta, spesso innevate sino ad inizio estate, mentre più ravvicinata appare a nordest la Cima di Costabella, obiettivo del nostro trekking. E’ quindi tempo di dare inizio alla nostra escursione: per poche decine di metri arretriamo a piedi lungo la carreggiata sino a passare a sinistra sull’evidente sterrata chiusa al traffico. Non vi sono cartelli indicatori ma l’errore è impossibile: la mulattiera è ampia ed appariscente e traversa con scarsi dislivelli in direzione sudest. Ne seguiamo il comodo tracciato alternando brevi settori prativi ad altri alberati. Assecondando i deboli avvallamenti del percorso raggiungiamo una splendida apertura presso Malga Zocchi (m 1282), posta nel prato immediatamente alla nostra destra. Possiamo godere della prima bella vista in direzione del settore meridionale del Lago di Garda; la sponda bresciana appare sovrastata dall’inconfondibile profilo del Monte Pizzocolo mentre più a nord scorgiamo addirittura le cime del Gruppo dell’Adamello. Riprendiamo la comoda mulattiera nella boscaglia sino a raggiungere l’estremità meridionale del nostro percorso. La sterrata volge quindi a sinistra per poi tornare verso nordest in direzione della Malga Colonei di Pesina. Non raggiungiamo la struttura, tuttavia la costruzione è già visibile quando identifichiamo alla nostra sinistra il sentiero 662 con indicazioni per “Naole” su una roccia (ore 0,30 dalla partenza). Abbandoniamo pertanto la mulattiera che raggiungerebbe in pochi minuti la malga per passare su sentiero vero e proprio che sale in moderata pendenza tra prati e frazioni boschive. L’alberatura si fa decisamente più rada sino a raggiungere un modesto valloncello erboso immediatamente a sinistra del Monte Sparavero. La cima ci sovrasta per poche decine di metri ed è raggiungibile comodamente, senza via obbligata, rimontando il facile pendio prativo. L’arrivo sul punto più alto (m 1516) regala una vista insospettabile dal basso aperta ad ovest sulle Prealpi Bresciane, a nordovest sull’Adamello e verso sud sul Lago di Garda. Bello lo scorcio, grazie alla particolare angolazione, verso la parte centrale del Gruppo del Monte Baldo parzialmente coperto dalla Cima di Costabella. Torniamo a ritroso, in pochi minuti, sino a riprendere il sentiero segnato; lo seguiamo verso destra, in salita molto moderata, uscendo definitivamente dal bosco. Avanziamo su morbido fondo prativo con rari affioramenti calcarei. L’ambiente appare ampio e riposante con il sentiero che asseconda le dolci ondulazioni del terreno. Il percorso si sviluppa all’interno di un solco racchiuso tra due creste erbose appaiate. Possiamo ora abbandonare il segnavia per rimontare il pendio a destra, su terreno libero e senza via obbligata, raggiungendo in pochi minuti il crinale erboso che si affaccia sulla Valle dell’Adige. E’ una deviazione vivamente consigliata in quanto consente di gettare lo sguardo verso oriente sino ad abbracciare i non lontani Monti Lessini. Il bordo del crinale appare curiosamente definito da un lungo muro a secco che in pratica può essere seguito come riferimento anche in assenza di un vero e proprio sentiero segnato. Di grande bellezza appare il paesaggio, particolarmente verso nord ovest grazie alla visione dei ghiacciai che rivestono le cime del Gruppo Adamello – Presanella. Procediamo verso nord raggiungendo il culmine della Punta di Naole (m 1659) riconoscibile in quanto si tratta dell’elevazione erbosa che precede l’arrivo presso l’appariscente e purtroppo deturpante costruzione dell’Ex Forte di Naole. Da rilevare il colpo d’occhio verso la Cima di Costabella con ben visibile, sulle sue pendici, il Rifugio Chierego. Alla nostra sinistra notiamo un modesto stagno che presumiamo possa seccarsi a stagione inoltrata. Discendiamo con deboli dislivelli, sempre senza via obbligata, all’Ex Forte di Naole (m 1675) in evidente stato di abbandono; abbiamo così percorso integralmente il crinale erboso che sovrasta il valloncello nel quale si sviluppa il sentiero 662. Si tratta ora di rientrare sul percorso segnato che raggiungiamo traversando dal Forte alla Bocchetta di Naole (m 1648). In coincidenza della sella, facilmente riconoscibile in quanto sovrastata da alcuni antiestetici tralicci, siamo ad un importante crocevia di sentieri. Lasciamo alle nostre spalle la lunga Cresta di Naole per passare sul sentiero 658 affrontando la frazione più bella, paesaggisticamente parlando, della nostra avventura. Per un breve tratto il sentiero si sviluppa leggermente sotto cresta affacciandosi verso oriente sui pascoli sottostanti presenti lungo la strada che da Ferrara di Monte Baldo sale alla Bocca di Navene. In pochi minuti siamo quindi sullo spartiacque dove il paesaggio si apre improvvisamente verso ovest offrendo una favolosa vista sul Lago di Garda. E’ una visione che in pratica ci accompagnerà fino in cima. Il bel sentiero, scavato nel manto erboso, ricalca ora fedelmente il filo di cresta. Alla nostra sinistra, lievemente sotto crinale, si sviluppa una mulattiera più ampia e comoda tuttavia è preferibile il sentiero in quanto segue la sinuosa cresta offrendo splendide visioni su entrambi i versanti. Da notare che si tratta di una frazione del tutto esposta alle intemperie per cui dev’essere affrontata con tempo stabile evitando le nebbie e i temporali che talvolta, nell’area del Lago di Garda, sono di sorprendente intensità. In tarda primavera, quando gli ultimi nevai sono in avanzato stato di fusione, la zona è costellata di migliaia di fiori a rendere il tutto ancora più suggestivo; nello specifico è bene ricordare la presenza del bellissimo Calliantemo di Kerner (Callianthemum kerneranum), pianta endemica in senso stretto del Gruppo del Monte Baldo, tipica delle creste erbose battute dal vento. Il sentiero abbandona per un breve tratto lo spartiacque aggirando sul lato gardesano un risalto della cresta particolarmente erto per poi riportarsi sul crinale in coincidenza del Rifugio Fiori del Baldo (m 1815 – ore 3 dalla partenza) aperto e gestito nella bella stagione. Il nome della struttura è charamente emblematico della ricchezza botanica della zona. Dalla struttura osserviamo chiaramente, 100 metri più in alto, il Rifugio Chierego (m 1911). Lo raggiungiamo salendo senza difficoltà lungo l’ampio ed erboso crinale con splendido panorama, alle spalle, sul Lago di Garda e sulla Cresta di Naole precedentemente percorsa. La Cima di Costabella, obiettivo finale della nostra escursione, è ormai alla nostra portata. Restano meno di 200 metri di dislivello da coprire seguendo un facile e panoramico crinale. Abbandoniamo pertanto il segnavia in quanto si scosta dallo spartiacque aggirando a sinistra il settore sommitale della montagna. Seguiamo invece la traccia che mantiene il filo del crinale ascendendo su fondo ancora una volta prativo. Non sono presenti segnalazioni ma il sentierino è facile ed evidente. Abbiamo già accennato al panorama sul Garda posto alla nostra sinistra; sulla destra, in una vista di crescente imponenza, notiamo inoltre le pendici del Coal Santo e della Cima delle Buse, vette posizionate nella parte centrale del Monte Baldo. Gli ultimi passi prima della cima sono di indescrivibile bellezza, particolarmente in tarda primavera quando le montagne circostanti sono ancora parzialmente innevate. In ultimo raggiungiamo il piccolo osservatorio in cemento e pietra che contraddistingue la sommità (m 2053 – ore 3,40 dalla partenza). Inutile sottolineare che il panorama di vetta è il più vasto e completo dell’intera gita. Il settore meridionale del Lago di Garda ha accompagnato lungamente i nostri passi, ma dalla Cima di Costabella possiamo scorgerne anche la parte centrale nonché le principali cime del Parco Alto Garda Bresciano. Un occhio attento noterà, alle spalle della Cima delle Buse, il profilo in parte roccioso del Monte Telegrafo, forse la più nota anche se non la più alta elevazione del Monte Baldo. Ad oriente lo sguardo si perde nelle pendici fittamente boscate che scendono verso la Val Lagarina. Non è raro dalla Cima di Costabella scorgere branchi di camosci che da tempo hanno trovato nelle creste del Baldo l’habitat ideale in cui vivere. RIENTRO ALLA PARTENZA Il rientro alla partenza può essere notevolmente abbreviato evitando di ripercorrere a ritroso il lungo tratto di sentiero presso la Cresta di Naole. Si tratta pertanto di arretrare transitando di nuovo per i rifugi Chierego e Fiori del Baldo. Procediamo quindi lungo il segnavia in direzione della Bocchetta di Naole fino al punto in cui il sentiero abbandona lo spartiacque per volgere a sinistra in direzione della sella ormai vicinissima. Per abbreviare il rientro tralasciamo il sentiero volgendo invece a destra per calare liberamente nel prato sino a guadagnare, in appena qualche minuto, la sottostante larga carrareccia. Seguiamo la strada bianca verso meridione potendo ancora gustare, alle nostre spalle, un bellissimo colpo d’occhio sulla Cima di Costabella. Il tracciato della gipponabile è lungo e in debole pendenza ma non manca, soprattutto nella prima parte, di offrire ulteriori splendidi scorci verso il Lago di Garda. Perdendo quota compare l’alberatura che diviene progressivamente più densa precludendo il panorama circostante. Senza lasciarci sviare da alcun bivio manteniamo la strada bianca rientrando direttamente al parcheggio in località Due Pozze (m 1282 – ore 6,30 complessive) Cenni sulla flora:
Abbiamo anticipato nell’introduzione alla grande ricchezza floreale dell’intero massiccio del Monte Baldo. In tarda primavera è possibile riconoscere, sulle sue pendici, molte specie tipicamente alpine. Non risultano osservabili endemismi ad areale molto ristretto (l’unica eccezione è data dal Calliantemo di Kerner), tuttavia questo nulla toglie alla straordinaria varietà floreale offerta dai pascoli calcarei attraversati dal sentiero sopra descritto. Elenchiamo alcune delle specie più belle ed appariscenti osservate in occasione della nostra salita avvenuta nell’ultima decade del mese di maggio. Endemismo: Calliantemo o Ranuncolo di Kerner (Callianthemum kerneranum). Come anticipato si tratta dell’unico endemismo esclusivo del Monte Baldo fra le piante elencate di seguito; si tratta pertanto dell’entità più preziosa, “baldense” per eccellenza. Può essere confusa dal profano con i più comuni anemoni o con il fiore del Camedrio, l’osservazione della particolarissima foglia elimina tuttavia ogni ambiguità. Tipico fiore della zona di cresta, lo abbiamo trovato in abbondanza a partire dai 1700 metri circa immediatamente a valle del Rifugio Fiori del Baldo. E’ quindi presente con moltissimi esemplari sino in vetta alla Cima di Costabella. Naturalmente è presente anche in altri settori del crinale baldense, resta comunque un fiore nel complesso molto raro e quindi meritevole di rispetto. Altre piante osservabili: 1) Peonia selvatica (Paeonia officinalis) presente nel sottobosco del tratto iniziale e nel tratto compreso tra Malga Zocchi e Monte Sparavero. E’ uno dei fiori più spettacolari osservabili sul Monte Baldo per via dei grandi ed appariscenti fiori fucsia. 2) Orchidea militare (Orchis militaris). Forse la più bella tra le orchidee spontanee presenti lungo il percorso. Alcuni esemplari crescono a monte della carrareccia subito oltre la Malga Zocchi. 3) Primula orecchia d’orso (Primula auricula), dalle inconfondibili foglie farinose. E’ presente in abbondanza nelle rupi verticali ricadenti verso oriente nel tratto compreso tra la Bocchetta di Naole e il Rifugio Fiori del Baldo. 4) Pulsatilla montana (Pulsatilla montana), bellissimo fiore dai grandi petali di colore viola scuro. E’ una specie per vasti settori assai rara ma presente con buona frequenza sul Monte Baldo. Parecchi esemplari sono presenti nella zona di Monte Sparavero e lunga la Cresta di Naole. 5) Camedrio (Dryas octopetala) sulle rocce del settore sommitale. 6) Draba gialla (Draba aizoides) 7) Orchide maschia (Orchis mascula) 8) Orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina) 9) Pedicolare chiomosa (Pedicularis comosa) 10) Anemone alpino (Pulsatilla alpina) 11) Genziana di Clusius (Gentiana clusii) 12) Genzianella (Gentiana verna) 13) Vedovella celeste (Globularia cordifolia) 14) Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata) 15) Erba trinità (Hepatica nobilis) 16) Biscutella montanina (Biscutella leavigata) 17) Bosso strisciante (Polygala chamaebuxus) 18) Dafne odorosa (Daphne cneorum) 19) Erica carnea (Erica carnea) 20) Botton d’oro (Trollius europaeus) 21) Primula odorosa (Primula veris) 22) Fragolina di bosco (Fragaria vesca) 23) Carice minore (Carex humilis) 24) Narciso selvatico (Narcissus poeticus) 25) Tossillaggine alpina (Homogyne alpina) 26) Soldanella alpina (Soldanella alpina) 27) Croco (Crocus vernus) 28) Cicerchia primaticcia (Lathyrus vernus) 29) Clematide alpina (Clematis alpina) 30) Bugola (Ajuga reptans) 31) Scilla bifoglia (Scilla bifolia) 32) Farfaro (Tussilago farfara) 33) Arabetta alpina (Arabis alpina) 34) Anemone gialla (Anemone ranuncoloides) 35) Carlina segnatempo (Carlina acaulis) 36) Latte di gallina (Ornithogalum umbellatum) 37) Dentaria a nove foglie (Cardamine enneaphyllos) 38) Bugola piramidale (Ajuga pyramidalis)
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