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Cima delle Pozzette (m 2132) - Cima Val Finestra (m 2056) - Cima Valdritta (m 2218) Cornetto (m 2180) - Doss d'Abramo (m 2140) - Cima Verde (m 2103) Toel (m 387) - Luppia (m 416) - Are (m 379) - Brè (m 303) Punta Pettorina (m 2192) - Punta Telegrafo (m 2200) - Cima Valdritta (m 2218) Punta Telegrafo (m 2200) - Vetta delle Buse (m 2155) - Coal Santo (m 2072) - Cima di Costabella (m 2053) Sparavero (m 1516) - Punta di Naole (m 1659) - Cima di Costabella (m 2053) Abbiamo raccolto insieme questi gruppi montuosi (Baldo - Bondone - Stivo) che occupano, a partire dal confine di provincia fra Trento e Bolzano, la destra orografica della Valle dell’Adige scendendo verso la pianura Padana dove l’ultimo gruppo, quello di Monte Baldo, si spegne in direzione di Verona. Partendo dalla zona di Trento abbiamo dapprima il Gruppo del Bondone con le sue cime (la più elevata è il Cornetto – m 2180) che lascia spazio ad una lunga dorsale sino a raggiungere l’ultima cima rilevante nella vetta di Monte Stivo (m 2059). Dopo questa cima il crinale scende bruscamente nel Passo di S:Giovanni (appena 239 metri di quota!!) attraversato dalla statale che unisce Rovereto a Torbole, per poi impennarsi nuovamente nel grande gruppo di Monte Baldo. Dapprima si rimonta l’ampia sagoma di Monte Altissimo di Nago quindi, dopo una pronunciata sella, ecco la lunga sequenza di cime che caratterizzano la parte principale del gruppo culminante nella Cima Valdritta (m 2218). Sorpassata la Cima Telegrafo e ancora alcune sommità oltre i 2000 metri di quota, il crinale digrada progressivamente, come detto, sino a perdersi nella pianura in direzione di Verona. Nel complesso, sia il Gruppo del Bondone - Stivo che quello di Monte Baldo si assestano su quote di poco superiori ai 2000 metri con cime spesso prative sebbene non manchino alcune notevoli pareti rocciose (fra tutte citiamo la parete orientale del Palon di Monte Bondone e la sommità del Doss d’Abramo). Sono montagne che non raggiungono le quote e le difficoltà delle Dolomiti e che, proprio per questa ragione, fungono da equilibrio rispetto ai più impegnativi massicci dell’Alto Adige. Naturalmente, stanti le quote non eccessive, sono meta di magnifiche escursioni anche in maggio e giugno quando gli itinerari dolomitici sono ancora impraticabili per neve. Una nota interessante è quella delle emergenze botaniche che rivestono le pendici di questi gruppi: talvolta le escursioni avvengono ad inizio estate in un meraviglioso giardino di fiori alpini a rallegrare le già meritevoli escursioni. Interessante è inoltre, sulle pendici del Baldo, l’incontro tra vegetazione mediterranea presente attorno al sottostante Lago di Garda e la vegetazione tipicamente alpina delle sommità più elevate. Per quanto riguarda le condizioni meteorologiche, sebbene i temporali non manchino nella stagione estiva, il tempo appare comunque migliore se paragonato alle instabili condizioni che caratterizzano il confine di stato italo-austriaco. Occorre comunque prestare attenzione ai famigerati temporali che spesso si formano con l’incentivo delle calde correnti cariche d’umidità ascendenti dal Lago di Garda e dalla pianura. In queste condizioni le Prealpi diventano improvvisamente teatro di manifestazioni temporalesche molto violente e improvvise che richiedono prontezza nell’abbandonare i crinali più elevati. La rete dei sentieri appare più che sufficiente e una particolarità di queste montagne è il fatto che presentano in vetta alcuni ottimi rifugi. E’ il caso del Rifugio Telegrafo sull’omonima cima, del rifugio Damiano Chiesa sul Monte Altissimo di Nago e del rifugio Marchetti sul Monte Stivo.
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