|
|
MONTE BIAENA (m 1617)
Sovrastato dal ben più noto monte Stivo, il Biaena è una cima appartata in ambiente tranquillo e in generale poco noto. Sebbene non raggiunga quote così elevate il Biaena ha comunque le sue particolarità. Innanzi tutto è la montagna di casa per gli abitanti di Rovereto: la parete orientale precipita infatti direttamente sulla Val d’Adige per quasi 1400 metri rendendolo a suo modo imponente nonostante l’altitudine contenuta. In secondo luogo il panorama che offre è molto interessante nonostante le vicine cime del Baldo siano più alte. Dal Biaena si osserva un settore del Lago di Garda e soprattutto diversi gruppi montuosi del Trentino e del Veneto tra cui i Lessini con Cima Carega, il Bondone e il Lagorai. La sua salita offre una mini escursione adatta a chi vuole camminare per mezza giornata; al tempo stesso l’ascensione, così come descritta, offre l’emozione di un breve tratto esposto a rendere più frizzante la salita. Nel nostro caso abbiamo salito il Biaena d’autunno, in un ambiente affascinante per il mare di nebbia che giaceva nel fondo della Val d’Adige e con lo sfolgorante colore giallo dei larici che svettavano nell’azzurro del cielo. Vi auguriamo una giornata analoga per gustare la meraviglia dell’autunno anche se il Biaena è naturalmente conquistabile anche in tarda primavera e in estate. Dati tecnici: Dal Ristorante La Baita (m 1180): Difficoltà: EEA (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 437. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: Utilizzando l’autostrada del Brennero l’uscita più comoda è “Rovereto Sud – Lago di Garda nord”. Passati su strada normale si percorre la statale in direzione di Torbole; raggiunto il paese di Loppio troviamo sulla destra le indicazioni e la strada per la Val di Gresta. La seguiamo passando per i paesi di Valle S.Felice, Varano, Pannone e Ronzo – Chienis. Subito oltre quest’ultimo paese saliamo brevemente verso il Passo Bordala che però non raggiungeremo: ci fermiamo infatti presso l’ampio parcheggio del Ristorante La Baita (m 1180) presso il quale un cartello indicatore segnala l’inizio della mulattiera per il Biaena. Descrizione del percorso: Abbandonata l’automobile iniziamo, come detto, a percorrere l’ampia mulattiera cementata che si separa sulla destra. Sebbene siamo solo all’inizio dell’avventura il panorama è già interessante con i prati dominati a nordovest dalle pareti rocciose dello Stivo. Poco più avanti un magnifico scorcio verso settentrione permette inoltre la visione del Bondone, la grande montagna che sovrasta Trento; nello specifico osserviamo la cima del Cornetto e, appena visibile, la vetta del Doss d’Abramo. Procediamo brevemente sino al bivio segnalato a destra per il Biaena: scegliamo tuttavia di ignorare l’indicazione mantenendo la sinistra. Per la salita evitiamo infatti la via normale optando invece per il bel sentiero attrezzato Somator. In altre parole percorreremo la via normale nella discesa, completando un anello. Procediamo come detto a sinistra, sempre su mulattiera, sino ad intercettare uno stradello asfaltato. Scegliamo a questo punto la destra mantenendo per un tratto la carrozzabile. Magnifici scorci tra i larici permettono di cogliere all’orizzonte nord orientale alcuni massicci dolomitici mentre sotto di noi giace la Valle dell’Adige. Proseguendo nella percorrenza della strada bordeggiamo il bosco posto a destra per raggiungere infine Malga Somator (m 1310), ottimo punto d’appoggio che fornisce servizio di ristorante in tutte le stagioni. Possiamo apprezzare come, il rifugio in questione, occupi un magnifico terrazzo aperto sulla Val d’Adige: un luogo stupendo dal quale osservare, a sinistra della strada, una grande veduta del basso Trentino. A destra della carrozzabile è invece presente una seconda costruzione adibita a rifugio, posta immediatamente ai piedi del fianco orientale interamente boscato del Biaena. Sempre a destra, un attimo prima del rifugio, notiamo le indicazioni per proseguire la nostra avventura: i cartelli segnalano il punto in cui si abbandona lo stradello asfaltato per volgere in sensibile salita su sentiero nel sottobosco. E’ inoltre indicato che si affronterà un percorso per esperti: si tratta infatti del sentiero attrezzato Somator il quale, pur non presentando le difficoltà proprie di una via ferrata, richiede comunque, in un breve tratto, piede fermo e assenza di vertigini. Ad ogni modo la prima frazione si articola su facile fondo battuto con staccionata laterale e panorama che si allarga progressivamente mentre guadagniamo quota. Con un tornante volgiamo a destra sino ad un magnifico terrazzo con panchine dove la vista si apre immensa verso Trento e le montagne della Valsugana. Il sentiero procede volgendo deciso a sinistra in direzione della lunga cresta che conduce direttamente al punto più alto: sovrastiamo la malga Somator posta tra splendidi prati. La continuità del percorso è interrotta da un ripido canale roccioso che risulta attrezzato con fune metallica fissa e un gradino artificiale: l’esposizione resta contenuta e il tratto è comunque molto ricco di appigli e appoggi. Ad ogni modo conduce direttamente al soprastante filo di cresta con il sentiero che ne segue ora quasi fedelmente il filo mantenendosi presso il salto precipite verso oriente. Un secondo breve tratto più affilato è nuovamente attrezzato con fune metallica fissa quindi proseguiamo in salita aggirando a destra un risalto roccioso inclinato. Immediatamente oltre raggiungiamo il punto più impegnativo della salita: il tracciato si riduce ad un’esile cengetta che per pochi metri traversa a sinistra della parete. L’esposizione è molto accentuata e la fune questa volta è davvero indispensabile; il traverso porta alla base di un verticale camino roccioso. Le attrezzature permettono ora di risalire lo stretto solco in arrampicata ancora una volta molto esposta ma facilitata dalla presenza di funi metalliche fisse con l’aggiunta di staffe in ferro nei punti dove gli appoggi risultano più evanescenti. Lo stretto solco attrezzato termina sulla soprastante cresta: si è così superata l’ultima difficoltà; il proseguo della nostra escursione non riserva infatti ulteriori sorprese. La cima appare inoltre non distante: il sentiero si sviluppa ora in tranquilla passeggiata tra bosco rado e prati con pendenza ora moderata sino a raggiungere i pascoli sommitali. Ignoriamo la deviazione segnata a destra che utilizzeremo per il rientro scegliendo invece di salire, in qualche minuto, sino al bellissimo ampio pianoro sommitale ove troviamo il più alto del Biaena (m 1617 – ore 1,45 dalla partenza). Il paesaggio, a dispetto della quota contenuta, comprende una splendida visione della sottostante città di Rovereto e della Val d’Adige. A sud, la grande montagna che si osserva in primo piano è il monte Altissimo di Nago mentre alla sua sinistra, sullo sfondo, notiamo il settore principale del gruppo di Monte Baldo con la sua massima elevazione di Cima Valdritta. Spostandosi ulteriormente a sudest e ad est il panorama è poi particolarmente attraente per la presenza dei grandi gruppi montuosi del Pasubio e dei Lessini con la massima elevazione di Cima Carega. Volgendo verso nord il panorama si dilata nei giorni limpidi verso le Dolomiti e il Lagorai offrendo un bel quadro d’insieme del settore meridionale del Trentino. Solo a settentrione e a nordovest il panorama è parzialmente occultato dalla grande mole del monte Stivo. Rientro a valle: Per rientrare a valle ritorniamo a ritroso per poche decine di metri sino al bivio ben segnalato da cartelli. Lasciamo alla destra il sentiero attrezzato Somator utilizzato per salire scegliendo invece di calare a sinistra nella faggeta raggiungendo in qualche minuto la bella Baita Biaena della S.A.T (m 1610). E’ un eccellente punto d’appoggio ma è aperto solamente nel periodo estivo risultando invece chiuso nelle mezze stagioni, come ad esempio in autunno, quando il Biaena affascina per i suoi mille colori. Il sentiero procede in discesa tra i faggi fino ad un ulteriore, importante bivio: a sinistra cala il tracciato per Ronzo Chienis mentre noi volgiamo a destra scegliendo il segnavia 671 che ci riporterà alla partenza. Non deve impensierire l’indicazione “sentiero per escursionisti esperti” riportata sotto il pannello indicante il bivio. In realtà la targa in questione è senz’altro un po’ eccessiva. La discesa è infatti un innocuo sentiero nel bosco. In coincidenza di alcuni punti non esposti è infatti stata aggiunta una fune metallica come corrimano che appare senz’altro eccessiva visto il tracciato ampio e semplice. Solamente in un tratto il sentiero taglia trasversalmente una vasta placconata rocciosa inclinata: in questa frazione la fune è utile in condizione di fondo umido rendendo più sicuro l’attraversamento di questa ripida fascia rocciosa (da notare la vista sul sottostante paese di Ronzo Chienis). Subito oltre siamo nuovamente nel bosco con il sentiero che, in località Faea (m 1400), lascia spazio ad un’innocua ampia carrareccia battuta. La facile discesa converge infine nell’ampia mulattiera utilizzata in salita. Volgiamo a sinistra rientrando in breve sino alla partenza presso il Ristorante La Baita (m 1180 – ore 3 complessive).
VISUALIZZA QUI SOTTO LA PHOTOGALLERY DEL TREKKING
|