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TOEL (m 387) LUPPIA (m 416) ARE (m 379) BRE’ (m 303)
Una sequenza di basse colline culminanti nel Monte Luppia domina a meridione la grande insenatura di Garda. Si tratta dell’estremità meridionale del Gruppo del Monte Baldo; sono lontane le grandiose cime della parte centrale della catena tuttavia, anche queste modeste elevazioni collinari presentano il loro interesse grazie ad un ambiente verdeggiante caratterizzato dalla flora mediterranea tipica del Lago di Garda. E’ un itinerario consigliabile tra ottobre ed aprile quando le temperature del settore non sono troppo alte. La neve appare infatti sporadicamente e di solito si scioglie piuttosto in fretta permettendo la percorrenza dell’escursione anche in inverno. E’ comunque bene scegliere con attenzione una limpida e tersa giornata per poter godere della vista verso la parte meridionale del Lago Garda. Le nebbie della Val Padana risalgono spesso verso nord investendo la zona soprattutto nel pomeriggio per cui l’ideale sarebbe scegliere un giorno con forte vento settentrionale che renda l’atmosfera molto tersa. Siamo certi apprezzerete questo percorso che impegna per meno di mezza giornata e che nella sua brevità meraviglia per gli insospettabili paesaggi sul Garda e sulle catene montuose circostanti. L’escursione in breve: Parcheggio presso Punta S.Vigilio (m 94) – Sentiero delle incisioni rupestri – Cà Bianca (m 297) – Località La Sorte – Monte Toél (m 387) – Monte Luppia (m 416) – Monte Are (m 379) – Monte Bré (m 303) – Parcheggio presso Punta S.Vigilio (m 94). Dati tecnici: Parcheggio presso Punta San Vigilio (m 94): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: in gran parte assente o molto frammentaria con vecchi segnavia quasi cancellati. Dislivello assoluto: m 322. Acqua: assente Accesso: L’escursione ha inizio lungo la strada regionale Gardesana Orientale circa 3 km a nord di Garda e appena 500 metri prima di Punta S.Vigilio. Sulla destra si stacca lo stradello sterrato (segnavia 41) che segna l’inizio della nostra escursione (appena m 94). E’ possibile parcheggiare poche decine di metri prima dell’inizio del segnavia sfruttando la piccola piazzola a sinistra. Descrizione del percorso: Come anticipato la prima frazione ricalca il percorso della stradina sterrata che sale moderatamente tra la vegetazione a carattere mediterraneo (olivi, lecci, cipressi e oleandri). Aggiriamo a sinistra il rilievo soprastante guadagnando in breve un magnifico terrazzo panoramico con splendida vista sul Lago di Garda e sulla sottostante Punta San Vigilio. In particolare notiamo a distanza l’istmo di Sirmione, le splendide falesie della Rocca di Manerba e l’insenatura di Salò sovrastata dalla caratteristica mole del Pizzocolo. Un ulteriore breve tratto conduce infine alla selletta pianeggiante (m 176 – ore 0,20 dalla partenza) compresa tra il modesto cocuzzolo del Monte Pomo a sinistra e il Monte Bré sulla destra. Siamo ad un importante crocevia: abbandoniamo il sentiero 41 del “Pellegrino” che cala a sinistra proseguendo invece più a destra lungo il “Sentiero delle Incisioni rupestri”. In breve risaliamo sino ai cosiddetti “Liscioni” delle Griselle e dei Cavalieri, ovvero una serie di placconate calcaree sulle quali troviamo parecchie incisioni rupestri di epoca preistorica (m 246 – ore 0,40 dalla partenza). Purtroppo i soliti stupidi hanno parzialmente rovinato queste preziose testimonianze lasciate migliaia d’anni fa dagli antenati. La nostra escursione prosegue a monte degli affioramenti rocciosi sino a guadagnare la strada sterrata proveniente da Albisano in prossimità della Cà Bianca (m 297 – ore 0,55 dalla partenza). Seguiamo verso sinistra l’ampia carrareccia che prosegue comoda e facile tra cipressi ed uliveti concedendo alcuni scorci sulle soprastanti cime del Monte Baldo. Senza alcuna fatica grazie ai deboli dislivelli raggiungiamo infine la località La Sorte (m 315 – ore 1,20 dalla partenza), a breve distanza dal paese di Albisano, con il percorso che in ultimo diviene asfaltato. Affrontiamo ora la parte più bella della nostra avventura: si tratta di seguire il percorso che ricalca in pratica il lungo crinale culminante nel Monte Luppia. Il percorso concederà magnifiche visioni del paese di Garda e del lago. Con un brusco cambio di direzione volgiamo infatti verso sud seguendo la mulattiera ghiaiosa chiusa al traffico dal cartello indicante il divieto di transito. Gli iniziali splendidi scorci del Lago di Garda lasciano subito spazio ad una fitta e densa vegetazione che per il momento non permette di gustare pienamente il paesaggio. Saliamo moderatamente lungo il buon sentiero passando non distanti dalla sommità del Monte Toel. Transitiamo subito a destra di una vecchia costruzione diroccata quindi saliamo guadagnando l’ampio crinale in coincidenza di alcuni prati. Da notare nell’erba la presenza della rara Pulsatilla montana, di solito in fioritura nel mese di marzo e caratterizzata da grandi petali violacei. Procediamo nel cammino riportandoci nel folto: ad un evidente bivio trascuriamo l’ampia carrareccia che prosegue piana a destra passando sul ripido sentiero che rimonta a sinistra il pendio. Purtroppo la segnaletica è quasi inesistente e sarà così fino al termine, tuttavia non c’è rischio d’errore: con un ultimo sforzo usciamo dal bosco e guadagniamo l’ampia sommità prativa del Monte Luppia (m 416 – ore 1,50 dalla partenza), punto più elevato dell’escursione. Da notare lo scorcio alle spalle sulle propaggini meridionali del Monte Baldo mentre verso occidente osserviamo il Lago di Garda parzialmente occultato dalla fitta alberatura. Proseguiamo lungo il facile sentiero di cresta osservando i primi scorci in direzione dell’insenatura di Garda. Il sentiero perde poi quota calando nel folto della boscaglia. Il tracciato resta poche decine di metri a destra del filo del crinale ricadente verso meridione. L’abbondante alberatura impedisce di godere del panorama, ma basta scostarsi intuitivamente verso il filo di cresta per trovare diversi sensazionali punti panoramici. Possiamo fare questo in coincidenza di alcune brevi schiarite della boscaglia andando ad apprezzare lo strapiombante salto esposto a sud. Il percorso prosegue lambendo il Monte Are (m 379) per poi calare ripidamente nella vegetazione mediterranea; numerose biforcazioni non segnalate creano non poca confusione senza contare che i segnavia sono rari e contradditori. Si incontrano segni di vernice rossa, azzurra e verde. Per non trasformare le rocce in una confusa tavolozza colorata sarebbe senz’altro consigliabile un rifacimento totale delle indicazioni. Nella speranza che ciò avvenga è bene nel frattempo evitare errori mantenendo in linea di principio il percorso più a sinistra e quindi maggiormente prossimo al filo del crinale. Il bosco concede un fugace scorcio verso oriente sino a cogliere in lontananza l’istmo di Sirmione. Al di sotto ancora una volta ci scostiamo intuitivamente a sinistra andando ad osservare una vista indimenticabile. Alcune rocce prominenti concedono una visione spettacolare del paese di Garda sovrastato dal curioso rilievo tabulare della Rocca di Garda. Cominciamo a scorgere il pronunciato promontorio della Punta S.Vigilio mentre sulla lontana sponda bresciana del Garda osserviamo l’alta falesia della Rocca di Manerba. Nel bosco rasentiamo la cima del Monte Bré (m 303 – ore 2,20 dalla partenza) lasciandola appena alla nostra destra. Subito oltre raggiungiamo un bellissimo terrazzo con ometto di pietre spalancato nel più ampio paesaggio dell’escursione sul Garda. Sotto la nostra verticale siamo attratti dal verde degli uliveti a creare un magnifico contrasto con il blu intenso del lago. La vista sulla Punta San Vigilio è la migliore possibile in un paesaggio che ricorda molto più il mare che non la fascia prealpina. Alle spalle notiamo il salto roccioso che dalla vetta del Monte Are cala sino alla bellissima insenatura di Garda. L’ultimo ripido tratto di discesa è di nuovo nel folto e riporta infine alla selletta compresa tra il Monte Brè e il Monte Pomo (m 176 – ore 2,45 dalla partenza) chiudendo il nostro itinerario circolare. L’ultima breve frazione di percorso è comune all’andata: seguiamo verso sinistra la carrareccia a fondo naturale riportandoci al parcheggio sulla Gardesana Orientale (ore 3 complessive). Cenni sulla flora:
Pur trattandosi di un itinerario di bassissima quota in un contesto quasi mediterraneo non mancano, lungo il percorso, alcune emergenze floristiche d’assoluto interesse. Abbastanza sorprendente è la presenza della Pulsatilla montana (Pulsatilla montana), bellissimo fiore dai grandi petali di colore viola scuro. E’ una specie per vasti settori assai rara ma presente con buona frequenza sul Monte Baldo; nella zona compresa tra i monti Toel e Luppia diversi esemplari scendono ad una quota assai bassa permettendone una comoda osservazione a stagione molto anticipata. Complice il clima molto mite del Lago di Garda l’antesi si verifica già in marzo mentre nei settori sommitali del Baldo il fiore compare a maggio. Nei prati attraversati dal nostro percorso è rilevante la presenza delle orchidee selvatiche. Tra quelle osservabili è bene ricordare l’Orchide omiciattolo (Orchis simia), Orchidea screziata (Neotinea tridentata) e il Giglio caprino (Anacamptis morio). Di particolare interesse e valore è inoltre la presenza di orchidee che mimano le sembianze di alcuni insetti. I maschi sono ingannati dalla somiglianza dei fiori con le femmine della rispettiva specie e nel tentativo d’accoppiarsi si imbrattano di polline che sarà poi trasportato dall’insetto su altri fiori della stessa specie favorendone la fecondazione. Fra tutte ricordiamo il Fior d’ape (Ophrys apifera) e l’Ofride insettivora (Ophrys insectifera). E’ infine doverosa una nota in relazione alla Gipsofila papillosa (Gypsophila papillosa). Questa specie non è stata osservata lungo il percorso, ma le stazioni collocate sulla sinistra orografica della Val Volpara e presso Villa Canossa distano poche centinaia di metri dai monti Luppia, Are e Brè. L’accenno è meritato in quanto si tratta di una pianta straordinariamente rara, endemica di un settore ristrettissimo, appena 2,5 kmq, nella zona di Garda, Marciaga e Costermano. Gravemente minacciata dai progetti d’espansione turistica è una delle piante ad areale più stretto del nostro paese. Preferiamo non rivelare l’esatta posizione in cui l’abbiamo rilevata per non metterne ulteriormente a repentaglio la sopravvivenza. Fortunatamente il fiore non è così appariscente e compare a stagione inoltrata (da agosto ad ottobre), per cui non viene notato facilmente.
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