Pala della Falculotta (La Pala)

PALA DELLA FALCULOTTA (LA PALA - m 2520)

Vi è mai capitato di raggiungere una meta imprevista per un improvviso cambio di circostanze? A noi capitò quando pianificammo la salita al Monte Ritort. Giunti al Passo della Falculotta, complice una di quelle giornate un po’ storte in cui non si è troppo in forma, non ci sentimmo in condizione di risalirne le ripidissime pendici forse spaventati dalle pendenze eccessive e dal fondo instabile. Per non sprecare la giornata ci voltammo cominciando a rimontare le pendici opposte. Fu così che ci trovammo a salire una vetta più alta ma per assurdo quasi sconosciuta: la Pala della Falculotta. Resta il dilemma se in realtà non ci siamo complicati la vita. La montagna in questione probabilmente non è più semplice della salita al Ritort. Una lunga frazione non segnata unitamente ad una cresta sommitale con passaggi di 1° grado costringono a mantenere alta l’attenzione sforzandosi di non perdere l’orientamento. Alla fine ci siamo trovati in vetta ad ascoltare il meraviglioso suono del silenzio. Il paesaggio è memorabile con in vista il sottostante Lago Ritorto, uno dei più belli del circondario. L’orizzonte è altrettanto nobile chiuso ad oriente dalle Dolomiti di Brenta e a ad occidente dalle cime del Gruppo Adamello – Presanella. Cosa desiderare di più? La raccomandazione è quella di eseguire l’impresa con ottima visibilità, fondamentale nel tratto non segnato e, possibilmente, di salire in piena estate. Altrettanto importante è, per una questione di sicurezza, salire almeno in due o meglio ancora in gruppo: mentre il Lago Ritorto è frequentatissimo, nel tratto sommitale è assai probabile vi ritroverete del tutto soli. Un’esperienza nella zona di Madonna di Campiglio tutt’altro che frequente ma che può divenire un pregio per chi cerca la montagna vera e non contaminata.

L’escursione in breve:

Stazione a monte funivia Cinque Laghi (m 2059) – Lago Ritorto (m 2051) – Passo della Falculotta (m 2295) – Pala della Falculotta (m 2520)

Dati tecnici:

Partenza dalla Stazione a monte della funivia dei Cinque Laghi (m 2059): Difficoltà: EE. Sino al Lago Ritorto T quindi E nel tratto successivo sino al Passo della Falculotta; EE dal Passo della Falculotta sino in cima per la totale assenza di segnaletica con scarsi punti di riferimento; nel tratto sommitale sono presenti passaggi di 1° grado su terreno un po’ esposto (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale sino al Passo della Falculotta, del tutto assente nel tratto successivo con scarsi punti di riferimento. Dislivello assoluto: m 469. Acqua potabile sul percorso: assente.

Accesso:

Si accede alla partenza da Madonna di Campiglio. In paese troviamo la stazione a valle della Cabinovia dei Cinque Laghi che ci permette in breve di salire alla quota di 2059 metri dove la nostra escursione ha inizio.

Descrizione del percorso:

Presso la stazione a monte della telecabina (m 2059) troviamo i cartelli indicanti il Lago Ritorto. Il sentiero si sviluppa ampio e facile verso occidente tra bosco rado di conifere e grandi prati d’altitudine. Una fascia rocciosa più scoscesa è superata senza alcuna difficoltà grazie alla presenza di una fune d’acciaio come comodo corrimano ad eliminare ogni timore. Si tratta di una frazione di sentiero molto frequentata dai villeggianti di Madonna di Campiglio grazie alla possibilità di raggiungere in breve ad un lago; da rilevare l’eccellente paesaggio alle spalle esteso ad un ampio settore delle Dolomiti di Brenta. In breve e senza fatica accediamo all’estremità orientale della conca che accoglie il magnifico specchio d’acqua (m 2051 – ore 0,20 dalla partenza). Con una lunghezza di 500 metri, una larghezza di 240 e una profondità massima di 24,5 metri, il Lago Ritorto è uno dei più notevoli del circondario. Prendetevi tutto il tempo necessario per ammirarne l’armonia e le splendide colorazioni offerte dal fondale caratterizzato da acque limpidissime. In un giorno sereno si tratta di un punto d’attrazione rinomato e a giusta ragione.

Proprio in coincidenza del punto in cui arriviamo all’estremità dello specchio d’acqua siamo anche ad un importante crocevia di sentieri ben indicati dalla segnaletica presente in loco. Muoviamo verso sinistra superando su un ponticello l’emissario del lago trovando ulteriori cartelli escursionistici. Ignoriamo il segnavia 277 per Pozza dai Garzon scegliendo di procedere verso destra con indicazioni per il Passo della Falculotta sul sentiero 278. Per un tratto seguiamo il bordo meridionale del Lago Ritorto con nuovi entusiasmanti scorci quindi cominciamo a risalire il lungo pendio caratterizzato da vegetazione cespugliosa, radi larici e ampi spazi erbosi. Superato uno sbalzo cominciamo ad osservare il Monte Ritort caratterizzato da pendici per lo più rocciose quindi, proseguendo, notiamo a destra della vetta il Passo della Falculotta verso il quale siamo diretti. Il sentiero procede facile e ben scavato nel manto erboso; raggiungiamo un paio di piccoli stagni quindi, guadagnando ulteriormente altitudine, ricompare il Lago Ritorto davvero notevole sia per le dimensioni che per il colore. Tra i prati siamo ad un terzo stagno coperto in parte dalla vegetazione acquatica. Siamo ormai in prossimità del Passo della Falculotta che guadagniamo con un’ultima breve frazione in salita (m 2295 – ore 0,50 dal Lago Ritorto – ore 1,10 dalla partenza).

Siamo sovrastati a sinistra dai fianchi incombenti del Monte Ritort mentre a destra sale una china erbosa ripida ma più bonaria della precedente. L’ampia cresta in questione sarà teatro della nostra salita e si impenna in un crinale che volge dapprima verso nordovest quindi verso settentrione sino a raggiungere il culmine del marcato Monte Nambrone. Prima di intraprendere la salita vale la pena di proseguire poche decine di metri oltre il valico osservando il Carè Alto e il Corno di Cavento con le vedrette che ne caratterizzano la fascia sommitale oltre a scorgere un tratto della Val Rendena sovrastata dalle cime delle Dolomiti di Brenta. Siamo ora a descrivere il settore più impegnativo della nostra ascensione. Abbandoniamo il sentiero segnato per rimontare le balze erbose non difficili che rimontano l’ampio dorso a ovest del valico. Inizialmente nonostante l’assenza di un tracciato evidente non vi sono particolari difficoltà. La via non è obbligata ma saliamo seguendo grosso modo il dorso prativo ascendente. Di fronte a noi osserviamo una prima elevazione abbastanza marcata che funge in questa prima parte da riferimento mentre sulla destra spicca il Monte Nambrone. Le due vette sono unite da un crinale articolato che trova un suo culmine nella Pala di Falculotta, da questa inclinazione poco evidente e rilevata (ed in ogni caso inferiore al Monte Nambrone). Da rilevare la vista alle spalle sempre più avvincente in direzione del Monte Ritort e del sottostante lago.

Nella salita troviamo a sorpresa, come riferimento, un grande ometto di pietre quasi in linea con la prima marcata elevazione. Siamo ora in vista, di fronte a noi, della vetta della Presanella. Raggiunto l’ometto di pietre proviamo ad intuire il proseguo della salita. Si tratta di abbandonare la via di salita in direzione della prima elevazione che quindi non raggiungeremo traversando verso destra sotto di essa procedendo parallelamente al soprastante crinale in direzione del Monte Nambrone. Con intuito e senso dell’orientamento procediamo in debole salita tra balze in gran parte erbose ma frammiste ad affioramenti rocciosi. Non vi sono tracce di passaggio recenti e l’ambiente si fa estremamente solitario e selvaggio. Con buona visibilità siamo confortati da una vista ampia e spettacolare in direzione del Brenta con le sue guglie oltre al Monte Ritort che infine viene sopravanzato e dominato dalla nostra salita. Ci spostiamo verso sinistra accostando il soprastante crinale. Un’esile selletta posta a sinistra della poco marcata Pala della Falculotta diviene il nostro nuovo riferimento. A destra della cima il crinale procede articolato, roccioso e poco invitante sino ad elevarsi nel Monte Nambrone. Con intuito muoviamo in direzione della selletta puntando pertanto alla cresta in salita che diviene più decisa. L’assenza di segnavia non deve impensierire: con cautela si procede per lo più tra facili balze. Brevi pendii detritici con sfaticcio instabile sono in linea di massima superabili aggirando lateralmente i punti di massima pendenza trovando un terreno abbastanza gradinato da permettere ad un escursionista esperto di salire senza troppe difficoltà. In ultimo siamo in piena cresta che appare sottile e ardita con il paesaggio che si apre nuovamente verso ovest in direzione della Presanella.

La Pala della Falculotta è ora vicina, raggiungibile risalendo il crinale verso destra. Non vi sono più difficoltà d’orientamento in quanto si segue di fatto la linea di cresta; aumentano tuttavia i passaggi su roccia, alcuni dei quali un po’ esposti a richiedere piede fermo e assenza di vertigini. La difficoltà non varca mai il 1° grado tuttavia è necessaria particolare attenzione in alcuni passaggi su detrito e su erba che appare assai scivolosa. Qualche punto più impegnativo è aggirato spostandosi leggermente a destra, nel versante rivolto verso il Lago Ritorto riprendendo poi la linea di cresta sino a guadagnare infine il punto più alto (m 2520 – ore 0,50 dal Passo di Falculotta – ore 2 dalla partenza)

La cima, contraddistinta da un piccolo ometto di pietre in posizione esposta, appare assai esile ed aerea, caratterizzata da grandi massi di granito accatastati in modo caotico. Per quanto sia sconosciuta la cima offre un paesaggio di grandiosa, selvaggia ed arcaica bellezza. Notiamo il repulsivo proseguo del crinale, stretto ed affilato sino a salire sulla vetta del prospiciente Monte Nambrone che dall’alto dei suoi 2625 metri chiude l’orizzonte settentrionale. Ad oriente le Dolomiti di Brenta sono protagoniste assolute dominando dall’alto la Val Rendena mentre sotto la nostra verticale il Lago Ritorto offre il suo migliore colpo d’occhio. Si ripete la grandiosa visione ad ovest e a sudovest del Gruppo Adamello Presanella con in evidenza il Carè Alto e le vedrette che ne ammantano la cima. Un occhio attento riuscirà a scorgere altre vette nonché i Laghi di Cornisello. Più a meridione la vista si estende verso cime inferiori sino a perdersi nei giorni più limpidi in direzione della pianura. Il rientro avviene a ritroso e mai come in questo caso si consiglia cautela al fine del ritrovare la via migliore per rientrare al Passo della Falculotta. É senz’altro bene crearsi in salita alcuni riferimenti da utilizzare al ritorno e al riguardo sarà senz’altro d’aiuto eseguire l’impresa in compagnia di altri esperti escursionisti così da valutare collettivamente la via migliore. Rientrati al passo non resta che il facile sentiero segnato che ci riporta a ritroso dapprima al Lago Ritorto quindi alla stazione a monte della telecabina a termine della nostra piccola impresa (ore 3,30 / 4 complessive a seconda dell’abilità nel percorrere la frazione non segnata).

Cenni sulla flora:

Abbiamo percorso l’itinerario descritto alla metà del mese di luglio rilevando la presenza di un nutrito numero di specie d’alta quota. Segue un estratto delle principali osservate.

1)    Primula vischiosa (Primula glutinosa); bellissimo endemismo del nordest dai fiori violetti raccolti in piccoli grappoli. Colonizza i macereti d’altitudine e le rupi.

2)    Raponzolo rupestre (Phyteuma hedraianthifolium) endemico della Lombardia e del Trentino Alto Adige.

3)    Giglio martagone (Lilium martagon) nei prati circostanti la stazione a monte della cabinovia.

4)    Bupleuro stellato (Bupleurum stellatum) endemico delle Alpi e della Corsica.

5)    Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata)

6)    Poligono viviparo (Polygonum viviparum)

7)    Brugo (Calluna vulgaris)

8)    Senecio della Carnia (Senecio incanus subsp. carniolicum), endemico delle Alpi Orientali.

9)    Arnica (Arnica montana)

10)  Nigritella comune (Nigritella nigra) nei prati attorno al Passo della Falculotta.

11)  Orchidea delle zanzare (Gymnadenia conopsea)

12)  Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum)

13)  Trifoglio alpino (Trifolium alpinum)

14)  Rodiola rosea (Rodiola rosea)

15)  Verga d’oro (Solidago virgaurea)

16)  Cardo zampa d’orso (Cirsium erisithales)

17)  Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum)

18)  Silene rupestre (Atocion rupestre)

19)  Astranzia minore (Astrantia minor)

20)  Piede di gatto (Antennaria dioica)

21)  Piumino rotondo (Eriophorum scheuchzeri)

22)  Carice aterrima (Carex aterrima), poco a valle del Passo della Falculotta.

23)  Senecione di Fuchs (Senecio ovatus)

24)  Cavolaccio verde (Adenostyles alpina)

                 VISUALIZZA QUI SOTTO LA PHOTOGALLERY DEL TREKKING

                                             Cookie