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Nome scientifico: Calluna vulgaris (L.) Hull. (Sinonimi: Calluna alpestris Gandoger (1884) – Calluna atlantica Seemen (1866) – Calluna beleziana Rouy (1895) – Calluna brumalis Gandoger (1884) – Calluna erica DC. – Calluna olbiensis Albert (1883) – Calluna oviformis Gandoger (1875) – Calluna pirenaica Gandoger (1884) – Calluna sagittifolia Gray (1821) – Calluna sancta Gandoger (1884)) Famiglia: Ericaceae Altri nomi comuni: Erica selvatica – Erica – Falsa erica - Grecchia – Porcelli - Scopetta Habitat naturale: Brughiere, sottobosco sia di latifoglie (ad esempio castagno) che di conifere, ambienti silicei e torbosi sia in pieno sole che all’ombra da 0 a 2500 metri. Presente in Italia in tutto il nord, in Toscana, Marche, Umbria e Lazio. Periodo di fioritura: Da luglio a novembre. La fioritura è autunnale alle quote inferiori. Descrizione della pianta: Arbusto erbaceo sempreverde perenne, a portamento prostrato, alto 20 – 50 cm con fusto legnoso molto ramificato ed intrecciato. Le foglie sono aghiformi (lanceolato - squamiformi), opposte, sessili con due piccole orecchiette alla base, alterne a coppia, densamente embricate in 4 file longitudinali a sezione triangolare; sono lunghe 2 – 3 mm e larghe circa 0,7 mm. L’infiorescenza è raccolta in un racemo unilaterale lungo 20 – 30 cm con brattee alternate ai fiori. Il calice ha lunghezza superiore alla corolla ed è formato da 4 lobi lunghi 4 – 6 mm aventi lo stesso colore dei petali. La corolla presenta diametro di 2 – 3 mm; è campanulata e fuoriesce solo parzialmente dal calice. I petali sono rosati, lunghi la metà dei sepali e sono saldati per due terzi. Sono presenti 8 stami con antere acuminate e due appendici riflesse. Lo stilo esce vistosamente dal fiore. Note: E’ una pianta resistente alla siccità ed è in grado di riprendersi rapidamente dopo piccoli incendi colonizzando rapidamente ampie aree. L’impollinazione avviene ad opera di farfalle anche notturne, delle api e del vento (impollinazione anemofila). La pianta è spesso visitata dalle api che producono con essa un miele aromatico molto scuro, leggermente amaro assai raro in Italia. Il miele ottenuto dal brugo è “tissotropico”, ossia si presenta in forma di gel ma se agitato diviene fluido; lasciato a riposo riprende la sua consistenza gelatinosa. Calluna vulgaris presenta proprietà farmaceutiche astringenti, antinfiammatorie, antireumatiche e vasocostrittrici. Tra le sostanze presenti nella pianta ricordiamo il glucoside arbutina, tannini, acido fumario, varie sostanze amare, idrochinone arbutasi, leucodelfidina, ericina ed eucaliptolo. Con i rami legnosi e flessibili si producono scope mentre il resto della pianta è utilizzato per produrre coloranti e tannini. L’uso ornamentale della pianta ha portato alla formazione di diversi cultivar. Calluna vulgaris è molto simile ad Erica carnea. Quest’ultima presenta fiori dello stesso colore ma pentameri. Le foglie sono inoltre più lunghe (4 – 13 mm) e Il calice è lungo la metà della corolla. Dove l’abbiamo osservata: La prima fotografia sono state realizzate lungo la via normale al Pizzo Tornello tra Cascinetti e il Lago di Varro (circa m 1800 – Alpi Orobie); le altre fotografie sono state realizzate sulle pendici del Monte Bello (Schönberg - circa m 1900 – Alpi Aurine).
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