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MONTE NA (m 708)
Il modestissimo Monte Na di sicuro non appartiene alla lista delle cime più gettonate della fascia insubrica; nonostante ciò vi presentiamo un’escursione ad anello che comprende questa modesta elevazione offrendo parecchi motivi di grande interesse. Si bordeggia la “Riserva Naturale della Valle del Freddo”, un’area protetta dalle incredibili peculiarità; in coda alla descrizione vi narriamo il perché. Il percorso offre uno spettacolare paesaggio, in coincidenza del Santuario di San Defendente, sul settore settentrionale del Lago d’Iseo. Altro indiscutibile pregio è la possibilità di percorrere il sentiero già nel mese di marzo quando la neve e il ghiaccio normalmente sono già scomparsi o comunque sono di breve durata. Sono solo alcune delle ragioni che giustificano più che ampiamente una conoscenza approfondita di una zona ancora non così conosciuta dagli escursionisti. L’escursione in breve: Ingresso Riserva Regionale Valle del Freddo (m 330) – sentiero 565 – Esmate (Via Santa Lucia – m 580) – innesto sentiero 565a – Monte Na (m 708) – Canalone dei Cani – Chiesa di San Rocco (m 618) - Santuario di San Defendente (m 676) – Esmate (m 577) – a ritroso sino alla partenza. Dati tecnici: Partenza dall’ingresso Riserva Regionale della Valle del Freddo (m 330): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 378. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: Si può accedere alla partenza da Bergamo risalendo la SS 42 in direzione di Lovere. Superati i due laghi di Endine e Gaiano, dopo poche centinaia di metri, si lascia la statale per volgere a destra su brevissima sterrata che porta ad un piccolo parcheggio dove lasciare l’auto. La deviazione è segnalata da un cartello. Chi proviene da nord seguirà la statale 42 che evita di transitare nel centro di Lovere grazie ad un lungo tunnel. Nel proseguo la strada si allontana dal lago d’Iseo per muovere in direzione dei laghi di Endine e Gaiano. La deviazione per l’ingresso della Riserva Regionale Valle del Freddo si trova in questo caso a sinistra poco dopo che la strada a scorrimento veloce diviene normale, circa 1 km prima del paese di Piangaiano. Descrizione del percorso: Il nostro percorso tiene la sinistra lambendo una costruzione e proseguendo lungo lo sterrato immerso nel bosco rado. In breve siamo alla radura attrezzata con tavoli e panche in legno per un eventuale picnic (m 370). Passiamo sul sentiero didattico che si separa a destra calando in moderata discesa verso l’ingresso della dolina principale della Riserva Valle del Freddo. Il sentiero aggira in senso orario la grande dolina in fondo alla quale sono presenti bocche naturali che emettono aria estremamente fredda anche nella stagione estiva. Il risultato è la presenza, sul fondo del valloncello, di una straordinaria flora microterma d’alta quota presente in questo caso ad un’altitudine incredibilmente bassa. In coda alla descrizione trovate un ampio paragrafo relativo a questo fenomeno per certi versi unico. Da notare che la zona perimetrata non è visitabile senza guida. Ad ogni modo il nostro sentiero non entra in alcun punto all’interno dell’area ad accesso limitato; restiamo piuttosto lungo il suo bordo, in parte delimitato dalla staccionata in legno. In diagonale ascendente aggiriamo il versante orientale del biotopo protetto arrampicandoci lungo le pendici del Monte Na. Scorgiamo tra le frasche il Lago di Gaiano quindi lasciamo definitivamente, alle nostre spalle, la Riserva Naturale Valle del Freddo. In pendenza moderata saliamo nel bosco sino a guadagnare una più ampia carrareccia che seguiamo verso destra. Transitiamo in prossimità dei ripetitori RAI quindi guadagniamo le prime case della frazione di Esmate. Non entriamo nella parte centrale del paese in quanto incontriamo quasi subito un importante bivio (m 580). Volgiamo sullo stradello a sinistra con il segnavia 565A ben visibile sul grande muro di cemento armato. Superiamo in moderata salita alcune abitazioni con splendida vista a destra sul bel piano che accoglie il centro di Esmate. Da rilevare la visione ad oriente della grande ed imponente struttura del Monte Guglielmo e più a destra verso le tre inconfondibili cime del Monte Trentapassi. In breve lo stradello diviene un buon sentiero che rimonta senza troppa fatica il pendio parzialmente alberato. In coincidenza di alcune aperture possiamo scorgere la sagoma quasi dolomitica della Presolana parzialmente occultata dal crinale che sovrasta la sinistra orografica della Val Borlezza. Alle spalle notiamo un ottimo scorcio sul Lago Gaiano e, più distante, verso l’estremità orientale del Lago di Endine. In moderata salita raggiungiamo la sommità del Monte Na (m 708), punto più alto della nostra escursione. L’erbosa spianata sommitale, pur in presenza di una parziale alberatura, concede una bella visione verso nord in direzione delle Alpi Orobie. L’escursione prosegue oltre la cima del Monte Na perdendo rapidamente quota nella densa vegetazione per sfiorare il profondo Canalone dei Cani che precipita alla nostra sinistra. Il sentiero finisce con l’immettersi in un’ampia strada a fondo naturale che conduce a sinistra verso il Monte Clemo e a destra in direzione di Esmate e della Chiesa di San Rocco. Scegliamo la seconda possibilità calando nel folto del bosco con magnifiche fioriture, nel mese di marzo, di primula e di erba trinità. In ultimo la pendenza decresce e il bosco lascia spazio a magnifici appezzamenti prativi. La carrareccia a fondo naturale finisce con il confluire in un’ampia strada asfaltata comunque a basso traffico che seguiamo per un breve tratto volgendo verso sinistra. In breve siamo alla Chiesa di San Rocco (m 618), presso la quale si separa, sulla destra, la mulattiera che conduce al Santuario di San Defendente. Abbandoniamo pertanto la strada asfaltata per seguire il bel tracciato nel bosco rado con magnifici scorci verso il prospiciente Monte Clemo e il più distante massiccio della Presolana nonché in direzione della Val Camonica scorgendo l’estremità settentrionale del Lago d’Iseo. In moderata pendenza raggiungiamo un modesto culmine oltre il quale perdiamo quota per pochi metri sino a confluire in un’ampia carrareccia. La seguiamo verso sinistra in veloce salita raggiungendo in poche decine di metri il magnifico culmine ove è posto il Santuario di San Defendente (m 676). Si tratta del migliore punto panoramico dell’intera escursione nonché uno dei più rinomati terrazzi naturali sul sottostante Lago d’Iseo. Panchine e griglie invitano alla sosta potendosi prendere il tempo per cogliere la bellezza e l’ampiezza del paesaggio. La posizione è particolarmente favorevole verso oriente permettendo uno dei migliori panorami sul monte Guglielmo, spesso ammantato di neve sino a primavera inoltrata. Ancora più vicino è il Monte Corna Trentapassi caratterizzato da 3 elevazioni ravvicinate e le cui pendici precipitano per oltre 1000 metri nelle acque del Lago d’Iseo. Volgendo a settentrione notiamo la testata del lago ed in lontananza una serie di cime appartenenti al Gruppo dell’Adamello. Più a sinistra si osservano, lungo la sponda occidentale del grande specchio d’acqua, i paesi di Lovere e Castro separati da un marcato promontorio proteso verso oriente. Si ripete la vista della calotta boscosa del Monte Clemo mentre a sudovest notiamo i paesi di Solto Collina ed Esmate. Dopo la meritata sosta torniamo sui nostri passi per poche decine di metri sino al bivio dove caliamo a sinistra sull’ampio stradello a fondo sassoso sino ad incrociare Via degli Apostoli. Manteniamo la destra con il percorso che, seguendo la comunale, riporta in direzione del paese di Esmate. I cartelli indicanti la Valle del Freddo escludono qualsiasi errore. Attraversiamo il modesto centro abitato prestando attenzione, sulla destra, al punto in cui si separa Via Santa Lucia. Ne seguiamo brevemente il percorso sino a chiudere il tracciato ad anello in coincidenza del bivio che a destra riporterebbe sul Monte Na. Ignoriamo la biforcazione procedendo lungo lo stradello con il tracciato che da qui in poi ricalca a ritroso il percorso d’andata. Passiamo pertando a destra della grande dolina principale della Riserva Naturale Valle del Freddo sino a rientrare, in moderata discesa, al parcheggio posto al’estremità dell’area protetta dove avevamo lasciato l’automezzo (ore 3,30 complessive). La Riserva Naturale Valle del Freddo: Siamo nel lontano 1939 quando il botanico Guido Isneghi camminando nel paese di Piangaiano nota una Stella alpina sul cappello di un cacciatore locale il quale sostiene d’averla rinvenuta nella zona oggi occupata dalla riserva. Convinto dell’impossibilità di trovare Stelle alpine ad appena 350 metri di quota, il botanico si reca ugualmente nell’area dove rileva la straordinaria presenza non solo della Stella alpina ma anche di parecchie altre specie tipiche delle alte quote. Nel 1962 Luigi Fenaroli stila una lista di 160 specie rilevate nell’area di cui 24 certamente d’alta quota. Oggi ne sono note ben più di 30. Dal 3 dicembre 1981 l’area è protetta come “biotopo” dalle regione Lombardia ed è estesa per 70 ettari in un’area altitudinale compresa fra 350 e 700 metri d’altitudine nel territorio del comune di Solto Collina. La forma dell’area è grosso modo ovale, lunga circa 800 metri e larga non più di 200 metri. Ciò che rende possibile l’incredibile presenza delle piante è l’esistenza di bocche nel terreno dalle quali fuoriesce aria molto fredda in tutte le stagioni. Le piante sono tutte posizionate nella zona in cui sono presenti queste fessurazioni. In inverno pioggia e neve penetrano nel sottosuolo ghiaioso congelando. Nella stagione estiva il detrito contribuisce a mantenere bassa la temperatura dell’aria al suo interno rendendola più pesante. La gravità e le brezze legate all’orografia locale fanno sì che l’aria gelida fuoriesca infine dalle bocche. Misurazioni effettuate in giornate con temperatura nella libera atmosfera compresa fra 29 e 32°C hanno permesso di rilevare valori di 6 – 8°C presso alcuni pulvini di Camedrio (Dryas octopetala) e addirittura 1,5 – 4°C all’uscita dalle bocche alitanti. Attualmente l’area è aperta a piccoli gruppi accompagnati da guide previa prenotazione nel periodo compreso tra maggio e luglio (informarsi in ogni caso su orario e reale apertura). L’accesso non è pertanto ammissibile senza guida e nel rispetto di queste importanti norme per la tutela di un ambiente straordinario l’escursione descritta lambisce gran parte dell’area passando proprio lungo il suo bordo senza penetrare nell’area interdetta. Tra le piante e gli alberi presenti ricordiamo 1) Vulneraria comune (Anthyllis vulneraria), 2) Arabetta alpina (Arabis alpina), 3) Arabetta stellata (Arabis bellidifolia), 4) Asplenio verde (Asplenium viride), 5) Margherita d'alpe (Aster bellidiastrum), 6) Bupleuro ranuncoloide (Bupleurum ranunculoides), 7) Campanula soldanella (Campanula rotundifolia), 8) Carice del Monte Baldo (Carex baldensis), 9) Carice rigido (Carex firma), 10) Fiordaliso retico (Centaurea rhaetica), 11) Peverina di Carinzia (Cerastium carinthiacum), 12) Camedrio alpino (Dryas octopetala), 13) Eufrasia di Salisburgo (Euphrasia salisburgensis), 14) Genzianella (Gentiana verna), 15) Vedovella celeste (Globularia cordifolia), 16) Ormino dei Pirenei (Horminum pyrenaicum), 17) Iberidella alpina (Hornungia alpina), 18) Coclearia delle rupi (Kernera saxatilis), 19) Larice comune (Larix decidua), 20) Stella alpina (Leontopodium alpinum), 21) Motellina lucida (Ligusticum lucidum), 22) Raponzolo di Scheuchzer (Phyteuma scheuchzeri subsp. scheuchzeri), 23) Abete rosso (Picea excelsa), 24) Pinguicola alpina (Pinguicola alpina), 25) Pino mugo (Pinus mugo), 26) Bosso strisciante (Polygala chamaebuxus), 27) Rododendro irsuto (Rhododendron hirsutum), 28) Romice scudato (Rumex scutatus), 29) Salice stipolato (Salix appendiculata), 30) Sassifraga di Host (Saxifraga hostii), 31) Sesleria comune (Sesleria caerulea), 32) Silene sassifraga (Silene saxifraga), 33) Valeriana trifogliata (Valeriana tripteris).
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