Doss Piemp - Punta Retello - Cima Mughera

DOSS PIEMP (m 1207)

CIMA CARBONERE (m 1164)

PUNTA RETELLO (m 1342)

CIMA MUGHERA (m 1334)

Molte aree nell’ambito del Parco Alto Garda Bresciano si presentano ancora, per gran parte, isolate e sistematicamente ignorate dagli escursionisti. E’ il caso della dorsale culminante nella Punta Retello e nella Cima Mughera dove le poche tracce di presenza umana si limitano alle trincee e ai camminamenti che risalgono al primo conflitto mondiale. Il sentiero che andiamo a suggerire è comunque del tutto segnato ma raramente preso in considerazione dagli escursionisti. Un’eccezione è data dalla prima frazione, su strada battuta, che dal Rifugio Dosso Piemp porta al Passo d’Ere. Soprattutto gli amanti della mountain bike percorrono con frequenza questo tratto mentre la frazione di sentiero che segue le creste gode di una meravigliosa solitudine e di splendidi scorci panoramici. Consigliamo la percorrenza di questo itinerario nelle mezze stagioni evitando il caldo estivo e l’innevamento invernale e di inizio primavera.  

L’escursione in breve:

Rifugio Dosso Piemp (m 1151) - Dosso Piemp (m 1207) - Roccolo Traval (m 1089) - Cima Carbonere (m 1164) - Passo d'Ere (m 1131) - Punta Retello (m 1342) – Cima Mughera (m 1334) – Passo Scarpapé (m 1242)

Dati tecnici:

Partenza dal Rifugio Dosso Piemp (m 1151): Difficoltà: E (T dalla partenza al Passo d’Ere; E nel tratto successivo) (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 253. Acqua sul percorso: assente.

Accesso alla partenza:

Salendo verso nord lungo la sponda bresciana del Garda si incontra, pochi km dopo Gargnano, il bivio a sinistra per Tignale. Risaliamo lungo la provinciale che si innalza rapidamente concedendo splendidi scorci sul sottostante lago. Raggiungiamo le frazioni di Oldesio, Gardola e Olzano; in coincidenza di quest’ultimo paese abbandoniamo il proseguo della strada per Vesio e Tremosine passando dapprima a sinistra per entrare nel piccolo centro abitato, quindi volgiamo a destra per salire su strettissima stradina asfaltata in direzione del Rifugio Cima Piemp. La carreggiata è per lo più cementata tuttavia occorre per alcuni km molta attenzione, specie se si incrociano eventuali mezzi in senso opposto. Il tratto percorribile in auto ha termine proprio in coincidenza del rifugio dove troviamo numerose possibilità di parcheggio.

Descrizione del percorso:

L’escursione ha inizio lungo la strada sterrata che prosegue oltre il Rifugio Dosso Piemp in direzione del Passo d’Ere. Dopo pochi minuti di cammino abbiamo già la possibilità di salire una prima vetta. A destra della sterrata si separa infatti una mulattiera (segnavia 256) con splendidi scorci tra le conifere sul Monte Baldo. La seguiamo pressoché in piano per poche decine di metri fino ad identificare l’esile traccia non segnata che risale a sinistra verso il Dosso Piemp. Il sentierino aggira una piccola scarpata franosa sino a raggiungere il crinaletto soprastante. Il punto più alto è già visibile: in ambiente meraviglioso grazie alla visione delle acque del sottostante Lago di Garda, seguiamo il tracciato che ricalca fedelmente la cresta sino a raggiungere l’esile pulpito della cima (m 1207 – ore 0,15 dalla partenza).

Il panorama offerto dal Dosso Piemp è il più bello dell’escursione per quanto riguarda la visione del Garda. Tutta la parte meridionale e centrale del lago è ben visibile grazie alla posizione molto prominente della vetta in direzione del bacino lacustre. Inutile dire che siamo attratti dalle pendici innevate sino a primavera inoltrata del Monte Baldo a chiudere l’orizzonte orientale. Verso nord e nordovest ammiriamo tutte le più alte cime del Parco Alto Garda Bresciano con specifico riferimento ai monti Tombea, Caplone e Tremalzo.

Dopo una meritevole sosta torniamo a ritroso sino a riprendere la sterrata Rifugio Dosso Piemp – Passo d’Ere; la seguiamo verso destra, in direzione del passo, con tracciato molto lungo ma con dislivelli davvero minimi. La carrareccia si sviluppa appena sotto crinale sul versante occidentale con percorso un po’ noioso anche per la mancanza di veri e propri punti panoramici per via della densa alberatura circostante. Passiamo poco sotto il Roccolo Traval quindi, sempre nel bosco, rasentiamo la Cima Carbonere (m 1164) con qualche raro scorcio alle spalle, tra la vegetazione, in direzione del Monte Baldo. La sterrata guadagna brevemente quota sino ad un culmine al di là del quale scendiamo rapidamente in direzione del Passo d’Ere. Non raggiungiamo tuttavia l’ampia sella: poco prima troviamo infatti, sulla destra, il sentiero segnato che risale in cresta abbandonando la strada per affrontare la frazione più spiccatamente escursionistica del percorso (ore 1,30 dalla partenza). Una specie di cancello con segnavia permette, pure in assenza di cartelli, di scorgere senza difficoltà la poco appariscente biforcazione.

Su fondo erboso saliamo moderatamente con scorcio in direzione del Monte Tombea. Il tracciato è segnato ed evidente, il denso manto erboso tradisce comunque una frequentazione piuttosto bassa di questa splendida frazione. Nonostante ciò il percorso è palesemente artefatto, scavato con ogni probabilità durante la guerra, tra la scarpata a sinistra e gli affioramenti calcarei sulla destra. Guadagniamo una caratteristica galleria artificiale scavata per superare una rupe altrimenti invalicabile. Al di là dell’arco roccioso resta un’ultima breve frazione di salita con scorcio alle spalle verso il Monte Baldo. Raggiunto il punto più alto oltre il quale il sentiero comincia a calare di quota possiamo effettuare una breve digressione per salire a destra sino alla sommità della Punta Retello (m 1342). Si tratta di una deviazione di qualche minuto su pendio erboso a tratti molto erto e scivoloso ma non difficile. Il percorso non è obbligato e non è segnato ma non c’è rischio di sbagliarsi trattandosi di un dislivello davvero minimo. Dalla cima il panorama è sorprendente per vastità e bellezza. Oltre agli imponenti monti Tombea e Caplone scorgiamo, più distanti, le cime delle Alpi Giudicarie mentre ad oriente ricompare, alla base del Monte Baldo, una breve frazione del Lago di Garda. Rientrati a ritroso sul sentiero segnato caliamo verso nord su cengia con paretina calcarea sulla destra. In ambiente molto solitario, tra fitti e lussureggianti boschi, proseguiamo in moderata discesa sino ad un punto caratteristico. Il sentiero taglia un‘erta e strapiombante rupe rocciosa con parapetto in legno un po’ malconcio. Siamo grosso modo sotto la verticale della Punta Mughera (m 1334). Prestata la debita attenzione a questa breve frazione un po’ stretta e lievemente esposta procediamo su tracciato nuovamente più facile con scorcio verso occidente in direzione di Cima Rest. La pendenza decresce progressivamente sino a guadagnare, senza difficoltà, il Passo Scarpapé (m 1242 – ore 2,30 dalla partenza) dove confluisce sia la carrareccia che risale la Val Tignalga che quella proveniente dal Passo d’Ere.

Il rientro può avvenire a ritroso oppure seguendo proprio la strada bianca per il Passo d’Ere. Scegliendo quest’ultima opportunità si traversa con minor sforzo alla base della Cima Mughera e di Punta Retello rientrando senza alcuna difficoltà al Passo d’Ere. Il rientro richiede poi la percorrenza a ritroso del tracciato Passo d’Ere – Rifugio Dosso Piemp in meno di 5 ore complessive di cammino.

Cenni sulla flora:

Di grande interesse appare la flora lungo il percorso descritto. Siamo nell’ambito del Parco dell’Alto Garda Bresciano, una zona giustamente protetta per l’abbondanza e la biodiversità sia in campo botanico che faunistico. Nel nostro caso abbiamo salito la vetta in primavera osservando un‘assortita rassegna di splendide piante. Segue un elenco delle più rappresentative osservabili dall’attento salitore.

Endemismi:

1)      Bonarota comune (Paederota bonarota). Specie rupicola per eccellenza, ama le pareti calcaree dolomitiche verticali. E’ un endemismo del nordest italiano caratterizzato in giugno e in luglio da belle infiorescenze di colore blu. E’ presente nelle rupi verticali che sovrastano il sentiero presso Cima Mughera.

2)      Raponzolo chiomoso (Physoplexis comosa), senz’altro uno degli endemismi più spettacolari delle Alpi Orientali, con areale esteso dalle Grigne in Lombardia sino al Friuli Venezia Giulia e alla Carinzia. E’ un magnifico ornamento per le rupi calcaree strapiombanti. Lungo il nostro percorso è osservabile, come la precedente, negli speroni calcarei presso Cima Mughera.

3)      Rododendro irsuto (Rhododendron hirsutum); Endemico di un ampio areale centrato essenzialmente sulle Alpi Orientali, è facilmente riconoscibile dal più comune Rododendro ferrugineo per l’evidente pelosità che ne riveste le foglie.

4)      Carice del Monte Baldo (Carex baldensis), inconfondibile per la sua curiosa infiorescenza a spiga di colore bianco. E’ un endemismo insubrico con areale esteso dalle Grigne ai Monti Lessini e con una presenza secondaria in Engadina.

5)      Primula meravigliosa (Primula spectabilis), caratterizzata da un’appariscente corolla con petali tra il rosso e il violetto. E’ un endemismo insubrico con areale esteso dalla Val Camonica sino ai monti del Grappa. Lungo questo itinerario è osservabile nell’intero tratto compreso tra Passo d’Ere e Passo Scarpapé.

Altre piante osservabili:

1)       Dafne odorosa (Daphne cneorum), dai profumatissimi fiori rosati.

2)       Viola pennata (Viola pinnata); sebbene presente sull’intero arco alpino è una pianta molto rara, a fioritura precoce, piuttosto difficile da notare per via delle sue ridotte dimensioni. Un occhio attento potrà scorgerla tra i detriti a lato della carrareccia che unisce il Rifugio Dosso Piemp al Passo d’Ere.

3)       Genziana di Clusius (Gentiana clusii)

4)       Biscutella montanina (Biscutella leavigata)

5)       Elleboro verde (Helleborus viridis)

6)       Pero corvino (Amelanchier ovalis)

7)       Orchide omiciattolo (Orchis simia)

8)       Bosso strisciante (Polygala chamaebuxus)

9)       Polmonaria maggiore (Pulmonaria officinalis)

10)       Dente di cane (Erithronium dens-canis)

11)       Vedovella alpina (Globularia nudicaulis)

12)       Vedovella celeste (Globularia cordifolia)

13)       Erba trinità (Hepatica nobilis)

14)       Erica carnea (Erica carnea)

15)       Pinguicola alpina (Pinguicola alpina)

16)   Ranuncolo erba-tora (Ranunculus thora)

17)   Carice minore (Carex humilis)

18)   Poligala comune (Polygala vulgaris)

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