Cima Vallaccia (Flatschspitze)

CIMA VALLACCIA (FLATSCHSPITZE - m 2566)

Una dorsale poco conosciuta divide la Valle dell’Isarco dalla Valle di Vizze. Nonostante la scarsissima notorietà è caratterizzata da vette tutt’altro che irrilevanti tra le quali spiccano la Spina del Lupo e Cima Rolle con altitudini intorno ai 2700 – 2800 metri. Altre elevazioni di poco inferiori sono alla portata degli escursionisti. È il caso della Cima Vallaccia, meta dell’escursione che andiamo a descrivervi, la quale offre un ambiente tranquillo, prevalentemente prativo, caratterizzato da ampi spazi in una solitudine ormai rara nelle montagne dell’Alto Adige. L’intera zona è infatti assai trascurata ma proprio per questo affascinante nei suoi silenzi e in quella meravigliosa sensazione di trovarsi immersi in una natura che può ancora dirsi incontaminata. In assenza di qualsiasi difficoltà nell’eseguire la salita, l’unica accortezza di cui tenere conto è legata al tempo meteorologico. Siamo nella zona del Brennero e di Vipiteno a ridosso dello spartiacque principale delle Alpi. In estate è un’area caratterizzata da una forte instabilità soprattutto pomeridiana e i temporali possono risultare molto intensi. Consigliamo pertanto un ascolto accurato delle previsioni del tempo scegliendo per la salita una giornata stabile e senza nebbie nel periodo compreso tra fine giugno e settembre.

L’escursione in breve:

Rifugio Genziana (Enzianhütte – m 1894) – Passo della Chiave (Schlüsseljoch – m 2212) – Cima Vallaccia (Flatschspitze – m 2566)

Dati tecnici:

Partenza dal Rifugio Genziana (Enzianhütte - m 1894): Difficoltà: E. Sino al Passo della Chiave T, quindi E nel tratto successivo (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: sino al Passo della Chiave il sentiero ricalca un’ampia sterrata e sebbene non vi siano molte indicazioni la segnaletica è comunque superflua. Dal passo alla cima la segnaletica è totale. Dislivello assoluto: m 672. Acqua potabile sul percorso: fonte alla partenza presso il Rifugio Genziana.

Accesso:

Si accede alla partenza dalla SS 12 del Brennero. Chi proviene da Vipiteno supera Colle Isarco sino a trovare, circa 1,5 km prima delle Terme del Brennero, l’indicazione a destra per il Rifugio Genziana. Abbandoniamo la statale risalendo la stradina che sottopassa l’autostrada A22 per inerpicarsi sulle boscose pendici poste sulla sinistra orografica della valle. La stretta carreggiata appare dapprima asfaltata quindi sterrata risalendo il fitto bosco di conifere. Il piano stradale appare a tratti estremamente sconnesso tuttavia anche un’utilitaria, prestando la debita attenzione, può salire con molta cautela raggiungendo dapprima la Malga Zirago (Zirogalm – m 1762). La forestale procede oltre la malga e superati un paio di tornanti volge verso settentrione traversando quasi in piano nel grande vallone per lo più prativo dominato sulla destra dalle quinte rocciose della Punta del Tasso. L’ultimo tratto di strada bianca offre splendidi scorci verso il Tribulaun e sulla sottostante Malga Zirago. In ultimo  guadagniamo il Rifugio Genziana (Enzianhütte – m 1894), ottimo punto d’appoggio aperto nella bella stagione. Lasciamo l’automobile nel parcheggio antistante la costruzione.

Descrizione del percorso:

Subito dietro al Rifugio Genziana troviamo un cartello in legno con indicazioni per il Schlüsseljoch (Passo della Chiave). Seguiamo la bella mulattiera in moderata pendenza salendo in un ambiente pastorale pacifico e solitario caratterizzato da grandi estensioni prative. La vista alle spalle si estende abbracciando diverse cime delle Alpi Breonie di Ponente. A dominare il paesaggio è, alla nostra destra, la Punta del Tasso caratterizzata nella frazione sommitale da affioramenti rocciosi che contrastano con i prati sottostanti. Ad un bivio volgiamo bruscamente verso sinistra seguendo ancora una volta l’indicazione per il Schlüsseljoch e ignorando il sentiero che, davanti a noi, condurrebbe altrimenti ad un maso posto nell’ampio vallone. L’ascesa, nell’insieme molto facile e comoda, prosegue trasformandosi più in alto in un sentiero vero e proprio in un ambiente caratterizzato, tra giugno e luglio, dalle magnifiche fioriture del rododendro. Una serie di ampi tornanti permettono di vincere il pendio con facilità quindi la mulattiera volge in modo più deciso verso sudest. Si aprono nuovi orizzonti: a sinistra della Punta del Tasso osserviamo la struttura più bassa della Cima della Stanga. Nonostante sia inferiore alle cime circostanti presenta un settore sommitale roccioso inconfondibile. Da rilevare inoltre lo scorcio verso la più distante Punta Rolle che con i suoi 2800 metri d’altitudine costituisce il punto culminante della dorsale che ci sovrasta. Sempre più ampia appare la vista alle spalle verso le Alpi di confine. La salita lascia spazio ad un breve traverso che permette di doppiare un costone caratterizzato da affioramenti di roccia stratificata. Subito oltre si volge verso sinistra accedendo pressoché in piano al marcato Passo della Chiave (Schlüsseljoch – m 2212 – ore 1 dalla partenza).

Il paesaggio si apre in una visione magnifica nel versante della Val di Vizze. Possiamo osservarne la testata con in evidenza Cima Grava, il Gran Pilastro, e addirittura il più distante Mesule, tutte vette nell’ambito della vicina catena delle Alpi Aurine. Siamo inoltre ad un importante crocevia di sentieri; sulla destra se ne separano due: quello più basso riporta alla Zirogalm mentre quello che sale in cresta è diretto alla Cima della Stanga (Kalkwandstange). Verso la Val di Vizze cala il sentiero 4 con cartello indicante Caminata mentre sulla sinistra sale il segnavia n° 3 in direzione di Cima Vallaccia (Flatschspitze). Scegliamo quest'ultima opzione seguendo il buon sentiero che rimonta il pendio prativo. Il paesaggio si fa subito interessante offrendo alle spalle una bella vista della rocciosa Cima della Stanga sovrastata alle spalle dalla Cima Rolle. Nonostante l’ambiente solitario il tracciato appare facile e ben battuto. Aggiriamo a sinistra un modesto risalto caratterizzato da rocce affioranti quindi proseguiamo tra i prati sino a riportarsi lungo il filo del crinale affacciandosi ancora una volta sulla profonda Val di Vizze. Nel proseguo la salita ricalca grosso modo la cresta ascendente scostandosi a sinistra in coincidenza dei pochi spuntoni rocciosi che ne interrompono la continuità. Un grosso ometto di pietre funge da riferimento a metà pendio quindi incontriamo una breve frazione in cui il sentiero si scosta per una volta nel versante orientale con grandiosa visione della Val di Vizze. I ghiacciai posti alla testata della valle sono ben in vista con in evidenza, ancora una volta, le più alte cime delle Alpi Aurine. Più ravvicinata cominciamo a scorgere la vetta della Spina del Lupo con gli antiestetici paravalanghe che ne caratterizzano la cresta ricadente verso destra. Verso occidente sfilano all’orizzonte le cime delle Alpi Breonie di Ponente (Stubaier Alpen), al confine tra Italia e Austria.

Guadagnando quota comincia ad attenuarsi la pendenza: il pendio prativo diviene più dolce e cominciamo a scorgere sia i ripetitori radio posti sulla cresta sommitale che la cima vera e propria osservabile immediatamente alla loro destra. La salita conduce ad un’anticima erbosa caratterizzata da un crinale stretto ed elegante solo in apparenza esposto. Il sentiero ne ricalca fedelmente il filo senza alcuna difficoltà quindi perde quota calando per pochi metri alla sottostante selletta. Resta ora la salita finale che permette in pochi minuti di raggiungere tra i prati il punto più alto (m 2566 – ore 1,15 dal Passo della Chiave - ore 2,15 dalla partenza).

Il panorama di vetta sorprende ed entusiasma nonostante l’elevazione sia ignorata dalla maggior parte degli escursionisti che in genere concentrano tutta la loro attenzione alle Dolomiti e alla Val Pusteria. La posizione della Cima Vallaccia, posta a breve distanza dal crinale alpino spartiacque, offre una visione estesa non solo al versante alto atesino ma anche a quello estero. Nello specifico notiamo verso settentrione e quindi in territorio austriaco la valle scavata dal fiume Sill che scende dal Brennero sino a Innsbruck. La vetta della Spina del Lupo è di fronte a noi con la sommità piramidale caratterizzata da affioramenti rocciosi. Verso oriente procede lo spartiacque con le cime delle Alpi Breonie di Levante che si susseguono sino al Passo di Vizze dove si raccordano con le Alpi Aurine. La particolare angolazione permette la visione del Mesule e del Gran Pilastro, grandiose cime che superano i 3400 metri. Il paesaggio prosegue volgendo verso oriente offrendo la visione della sinistra orografica della Val di Vizze mentre verso meridione abbiamo la vista parzialmente ostacolata dalla prospicente Cima Rolle e dalla Cima Gallina, quest’ultima ben distinguibile per i ripetitori posti presso la vetta. Il giro d’orizzonte si conclude ad occidente con le vette delle Alpi dello Stubai a dominare la Valle dell’Isarco. Splendido il colpo d’occhio sui sottostanti pascoli che ospitano la Malga Zirago (Zirogalm).  Il rientro più veloce a valle avviene a ritroso per complessive ore 3,40 di marcia al netto delle inevitabili soste per godere del magnifico paesaggio.

Cenni sulla flora:

Tutta l’area circostante il Passo della Chiave presenta una ricchezza floristica straordinaria. Tra giugno ed agosto le fioriture si susseguono l’una all’altra offrendo sempre nuovi spunti e nuove scoperte anche per chi conosce già la flora della zona. Sarebbe impossibile elencare tutte le specie; segue in ogni caso una selezione delle principali osservate, nel nostro caso, alla metà del mese di luglio. 

Specie rare e/o endemiche:

1)    Pedicolare dei ghaioni (Pedicularis aspleniifolia). Raro endemismo segnalato unicamente in Trentino Alto Adige con segnalazioni incerte anche per il Veneto. Lungo il percorso descritto è osservabile presso il Passo della Chiave.

2)    Pedicolare di Oeder (Pedicularis oederi). In Italia è una specie molto rara segnalata soltanto in Piemonte, Trentino Alto Adige oltre ad una sola stazione in Lombardia (Monte Caplone). Lungo il percorso descritto è presente presso il Passo della Chiave.

3)    Genziana a dieci punte (Gentiana prostrata), presente in Italia in pochissime stazioni d’altitudine nelle Alpi Orientali. La specie è presente presso il Passo della Chiave; la difficoltà sta nel vederla in quanto il fiore è davvero piccolissimo. La corolla è estremamente sensibile alla luce solare aprendosi o chiudendosi rapidamente a seconda della sua presenza.

4)    Garofano glaciale (Dianthus glacialis); rara specie d’alta quota presente lungo la salita immediatamente prima del Passo della Chiave.

5)    Primula vischiosa (Primula glutinosa); bellissimo endemismo del nordest dai fiori violetti raccolti in piccoli grappoli. Colonizza i macereti d’altitudine e le rupi.

6)    Primula nana (Primula minima); magnifico endemismo delle Alpi Orientali dai petali rosati.

7)    Androsace gelsomino (Androsace obtusifolia) presso il Passo della Chiave.

8)    Canapicchia norvegese (Omalotheca norvegica) osservabile nei prati presso il Rifugio Genzia

Altre specie osservate:

1)    Botton d’oro (Trollius europaeus)

2)    Anemone alpino (Pulsatilla alpina)

3)    Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata)

4)    Sassifraga rossa (Saxifraga oppositifolia)

5)    Sassifraga androsacea (Saxifraga androsacea)

6)    Sassifraga gialla (Saxifraga aizoides)

7)    Sassifraga zolfina (Saxifraga bryoides)

8)    Sassifraga verde azzurro (Saxifraga caesia) osservata presso il Passo della Chiave.

9)    Primula farinosa (Primula farinosa)

10)  Sulla alpina (Hedysarum hedysaroides)

11)  Astro alpino (Aster alpinus) osservato presso il Passo della Chiave.

12)  Ranuncolo di Kuepfer (Ranunculus kuepferi)

13)  Spillone alpino (Armeria alpina) osservata presso il Passo della Chiave.

14)  Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum)

15)  Genziana punteggiata (Gentiana punctata)

16)  Genziana di Koch (Gentiana acaulis)

17)  Genziana bavarese (Gentiana bavarica)

18)  Linaiola d’alpe (Linaria alpina)

19)  Poligono viviparo (Polygonum viviparum)

20)  Garofanino maggiore (Epilobium angustifolium) presso il Rifugio Genziana.

21)  Stella alpina (Leontopodium alpinum) osservato presso il Passo della Chiave.

22)  Campanula barbata (Campanula barbata)

23)  Campanula di monte (Campanula scheuchzeri)

24)  Campanula dei ghiaioni (Campanula cochleariifolia)

25)  Gipsofila strisciante (Gypsophila repens)

26)  Silene a cuscinetto (Silene acaulis)

27)  Tossillaggine alpina (Homogyne alpina)

28)  Iberidella alpina (Hornungia alpina)

29)  Trifoglio alpino (Trifolium alpinum)

30)  Trifoglio bruno (Trifolium badium)

31)  Orchide candida (Pseudorchis albida)

32)  Nigritella comune (Nigritella nigra)

33)  Azalea alpina (Loiseleuria procumbens)

34)  Soldanella alpina (Soldanella alpina)

35)  Soldanella della silice (Soldanella pusilla)

36)  Bartsia alpina (Bartsia alpina)

37)  Cicerbita alpina (Cicerbita alpina)

38)  Pigamo colombino (Thalictrum aquilegifolium)

39)  Pedicolare zolfina (Pedicularis tuberosa) tra il Rifugio Genziana e il Passo della Chiave.

40)  Camedrio alpino (Dryas octopetala)

41)  Minuartia sedoide (Minuartia sedoides)

42)  Cariofillata dei rivi (Geum rivale)

43)  Biscutella montanina (Biscutella leavigata)

44)  Anemone del Monte Baldo (Anemone baldensis)

45)  Arabetta alpina (Arabis alpina)

46)  Crepide dorata (Crepis aurea)

47)  Bugola piramidale (Ajuga pyramidalis)

48)  Mirtillo rosso (Vaccinium vitis-idaea)

49)  Geranio selvatico (Geranium sylvaticum)

50)  Cavolaccio alpino (Adenostyles allariae)

51)  Graminia di Parnasso (Parnassia palustris)

52)  Gramignola alpina (Chamorchis alpina)

53)  Ranuncolo alpestre (Ranunculus alpestris)

54)  Piede di gatto (Antennaria dioica)

55)  Genzianella peduncolata (Gentiana tenella)

56)  Genziana nivale (Gentiana nivalis)

57)  Pinguicola alpina (Pinguicula alpina). Una delle poche piante carnivore presenti in Italia; le sue foglie appiccicose sono una trappola per gli insetti più piccoli; la pianta produce poi enzimi atti a digerire le prede.

58)  Semprevivo montano (Sempervivum montanum)

59)  Canapicchia glaciale (Omalotheca supina)

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