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PUNTA DI MOIS (m 1371)
Negli anni abbiamo imparato ad apprezzare quelle cime che sono considerate “secondarie”, ma siamo sicuri che questa sia una definizione corretta? Tutte le montagne hanno una loro caratteristica peculiare che le rende uniche. Verrebbe da dire che ogni rilievo, anche il più modesto, abbia una sua naturale dignità legata non all’altitudine raggiunta quanto piuttosto all’ambiente naturale e ricco di meraviglie nascoste che ne caratterizzano le pendici. Appartiene a questa categoria la quasi sconosciuta Punta di Mois. È una vetta dimenticata; tutti si affollano nel salire il prospiciente Monte Carone, senz’altro più elevato e massiccio. Eppure la Punta di Mois meriterebbe maggiore attenzione. Il suo profilo appuntito e affilato proteso verso meridione gli attribuisce una spiccata individualità. Notevoli sono le pareti rocciose strapiombanti che ne caratterizzano le pendici sommitali. Dalla vetta la vista sul Lago di Garda è di quelle che non si dimenticano. Caratteristica dell’escursione descritta è la sua facilità. Il dislivello coperto è molto contenuto grazie alla partenza presso Passo Nota che riduce di molto lo sforzo necessario per guadagnarne la sommità. Con poca fatica si guadagna una bella cima e soprattutto si ammira un paesaggio incomparabile, specie in primavera quando la neve ricopre ancora le vette più elevate o in autunno godendo degli ultimi tepori della stagione. Da evitarsi è invece la stagione estiva per le temperature elevate e la forte umidità relativa. La stagione invernale può essere presa in considerazione negli anni più aridi, in assenza di neve e ghiaccio grazie alla favorevole esposizione verso sud. L’escursione in breve: Rifugio degli Alpini (m 1208) – Passo Nota (m 1206) – Passo Bestana (m 1270) – bivio per Cima Traversole (m 1243) – Casa della Lepre – Bocca dei Fortini (m 1243) – Casa Carlotta – Baita Segala (m 1268) – innesto sentiero 105 (m 1234) – Bocchetta Mois (m 1343) – Punta di Mois (m 1371) – sentiero 114 – Passo di Guil (m 1211) – Baita Segala (m 1268) – a ritroso sino alla partenza. Dati tecnici: Partenza dal Rifugio degli Alpini (m 1208): Difficoltà: complessivamente E (T sino all’innesto con il sentiero 105; E nel tratto successivo sino a Passo Guil quindi di nuovo T sino al termine dell’escursione) (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale tranne nel brevissimo tratto compresso tra la Bocchetta Mois e la cima su traccia comunque abbastanza evidente. Dislivello assoluto: m 196. Acqua sul percorso: assente. Accesso: L’escursione ha inizio in coincidenza del Rifugio degli Alpinia breve distanza dal Passo Nota che si raggiunge su strada stretta ma asfaltata che sale dal paese di Vesio. Chi proviene da nord accede alla partenza da Limone sul Garda. Si abbandona la SS 45 bis “Gardesana Occidentale” volgendo sulla SP 115 in direzione di Tremosine. Si superano una serie di piccole frazioni: Bassanega, Ustecchio, Voltino e infine Vesio. Arrivando da sud si segue la Gardesana Occidentale superando Salò, Gardone Riviera, Toscolano Maderno, Gargnano e Campione sul Garda. Un paio di km dopo il bivio per Campione si raggiunge la deviazione, a sinistra, per Pieve di Tremosine. La strada risale spettacolarmente la stretta Forra di Brasa sino all’altopiano ove è posto il paese di Pieve. Volgiamo a destra con la provinciale che da Pieve raggiunge senza difficoltà la frazione di Vesio. Sia che si provenga da nord o da sud, una volta raggiunto il paese di Vesio si seguono le indicazioni per Passo Nota risalendo la valle di Bondo. La strada è stretta ma asfaltata e ben tenuta. Con una lunga serie di tornanti si guadagna quota sino a raggiungere il termine del tratto aperto al traffico. Ignoriamo il proseguo proibito ai mezzi motorizzati per il Passo di Tremalzo volgendo a destra per soli 200 metri sino al parcheggio presso il Rifugio degli Alpini dove si lascia l’automezzo. Descrizione del percorso: Lasciata l’automobile presso il Rifugio degli Alpini proseguiamo a piedi lungo la sterrata (segnavia 421) tra splendidi prati fioriti guadagnando in qualche minuto l’evidente bivio in coincidenza del Passo di Nota (m 1206). Ignoriamo la forestale che procede in direzione della Val di Ledro volgendo a destra con la sterrata che prende quota aggirando l’estremità del prato. Saliamo tra gli alberi sino alla marcata sella del Passo Bestana (m 1270 – ore 0,15 dalla partenza – cartello con toponimo). La forestale procede perdendo quota nel versante opposto con pannello escursionistico indicante la Bocca dei Fortini. Osserviamo di fronte a noi la grande sagoma del Monte Airone caratterizzato nella fascia sommitale da alcuni affioramenti rocciosi. Dopo una breve discesa affrontiamo un lungo tratto in facile saliscendi con il percorso che si sviluppa prevalentemente nel bosco. Ignoriamo poco oltre la deviazione a destra, segnalata dal cartello (m 1243), per il Monte Traversole. La sterrata procede aggirando alla base alcune rupi calcaree. La vegetazione si dirada permettendo magnifici scorci in direzione del Monte Baldo con in evidenza la Colma di Malcesine e la vetta del Monte Altissimo di Nago. Osserviamo inoltre un piccolo tratto del Lago di Garda nonché il paese di Malcesine posto sulla sponda veronese. La sterrata volge verso nordest rasentando la Casa della Lepre in pratica senza affrontare alcun dislivello. Da rilevare la visione della Punta di Mois, nettamente più bassa del Monte Carone ma comunque molto evidente per via del suo profilo roccioso e appuntito proteso verso meridione. Alternando ancora una volta scorci sul Lago di Garda e tratti alberati guadagniamo in breve la Bocca dei Fortini (m 1243 - ore 0,40 dalla partenza), importante sella posta sul confine tra Lombardia e Trentino. Tra le frasche possiamo intravedere le cime delle Alpi Giudicarie. Tralasciamo la deviazione segnalata per la Val di Ledro mantenendo l’ampia forestale con indicazioni per la Baita Segala e il Passo Guil. Superata una breve frazione il percorso, in coincidenza di una pronunciata curva verso sinistra, guadagna un magnifico pulpito con panchina in legno proteso verso la parte mediana del Lago di Garda. Impossibile non eseguire una sosta per godere del magnifico paesaggio. Verso occidente si scorgono tra le frasche le cime del Corno della Marogna e del Monte Tremalzo, le maggiori elevazioni nell’ambito del Parco dell’Alto Garda Bresciano. Subito oltre il pulpito panoramico notiamo sulla sinistra il sentiero Toni Agostino per il Monte Carone (segnavia 105) presso Casa Carlotta. Ignoriamo la deviazione mantenendo la carrareccia a fondo naturale sino a guadagnare la Baita Segala (m 1268), struttura aperta nella bella stagione. Davanti alla costruzione sono presenti panche in legno per un eventuale picnic oltre a godere ancora una volta del panorama sul sottostante lago. La vista diviene ancora più ampia e spettacolare nel successivo tratto di percorso grazie al diradarsi della vegetazione. Siamo in vista della Punta di Mois, ora proprio davanti a noi con la sua inconfondibile parete rocciosa strapiombante. Per guadagnarne la cima, solo apparentemente irraggiungibile, abbandoniamo la forestale volgendo a sinistra sul segnavia 105 con cartello indicante il Monte Carone (m 1234 – ore 1 dalla partenza). Il tracciato rimonta il ripido pendio permettendo con una serie di tornanti di guadagnare quota senza troppe difficoltà. Osserviamo la sottostante forestale apprezzando la quota guadagnata. In breve siamo alla Bocchetta Mois (m 1343 – ore 1,20 dalla partenza) con i cartelli che indicano a sinistra la salita per il Monte Carone mentre proseguendo senza deviare si manterrebbe il sentiero 114 in direzione della Malga Vil e della Val di Ledro. Ancora più a destra si osserva un’esile traccia non segnata che permette la salita verso la Punta di Mois. Muoviamo in questa direzione e nonostante l’assenza di segnaletica il percorso è abbastanza evidente e logico escludendo la possibilità di errore. Il breve sentiero di salita accosta il crinale ricadente verso sud offrendo un ulteriore scorcio sulla sottostante forestale nel tratto compreso tra la Baita Segala e il Passo Guil. Verso nord la vista include la vicina dorsale di Cima Nara e Cima Al Bal mentre alle spalle sono impressionanti le quinte rocciose calcaree del Monte Carone. La vetta della Punta di Mois, elegante ed esposta alla nostra destra, appare ormai prossima. Il sentiero evita ogni difficoltà scostandosi nell’inclinato versante che scivola dalla cima verso nord. Senza difficoltà e soprattutto senza esposizione si guadagna il punto più alto (m 1371 – ore 1,30 dalla partenza). Il panorama di vetta è la dimostrazione delle meraviglie che possono essere celate da un’elevazione umile e poco conosciuta. Il motivo dominante è dato senza alcun dubbio dal Lago di Garda osservabile senza ostacoli nella sua parte mediana e meridionale con la lunga catena del Monte Baldo a delimitare l’orizzonte orientale. Verso nordest sono in vista le lontane cime della Lessinia nonché le più vicine vette del monte Biaena, Monte Stivo e Monte Altissimo di Nago. Molto ravvicinata appare la distesa dei Prati di Guil proprio sulla stessa linea del Monte Altissimo di Nago. Il paesaggio è esteso verso occidente alle cime in territorio bresciano e trentino poste tra la Val Sabbia, le Valli Giudicarie e il Lago di Garda. Spiccano in modo evidente le vette del Monte Tremalzo, del Corno della Marogna nonché la coppia Monte Caplone, Monte Tombea. Solo il vicinissimo Monte Carone impedisce in piccola parte il panorama essendo incombente su di noi. Il proseguo della nostra escursione prevede il rientro a ritroso sino alla Bocchetta Mois in una decina di minuti circa. In coincidenza della sella volgiamo verso destra seguendo le indicazioni per Malga Vil (segnavia 114). Ignorata una bretella di collegamento a sinistra per il Monte Carone, scendiamo lungo il sentiero segnato calando nel bosco sino a raggiungere una sorta di valloncello che diviene prativo. Il sentiero finisce con il confluire nell’ampia mulattiera che sale dalla malga Vil al Passo Guil. Poco prima della confluenza una breve traccia scavata nel manto erboso permette di tagliare un breve tratto di discesa traversando più in alto sino a confluire nella mulattiera in vista dei bellissimi Prati di Guil (m 1175 – punto più basso dell’escursione). Risaliamo brevemente verso destra restando al margine inferiore dei prati in ambiente verde e riposante, soprattutto in primavera, sino a guadagnare il marcato Passo di Guil (m 1211 – ore 0,40 dalla Punta di Mois – ore 2,10 dalla partenza). In coincidenza del valico, posto sul confine tra Lombardia e Trentino, torniamo a confluire nella forestale che proviene dalla Baita Segala e che avevamo precedentemente abbandonato per salire alla Punta di Mois. Seguiamo la sterrata verso destra debordando in territorio lombardo con percorso privo di grandi dislivelli. La Punta di Mois appare questa volta sulla destra e incombe sulla forestale con le sue rocce affioranti. Non mancano ulteriori scorci alle spalle in direzione del Lago di Garda e del retrostante Monte Guil. Siamo infine al bivio con il sentiero 105 seguìto in precedenza per salire alla Bocchetta Mois. Il proseguo dell’escursione ricalca a ritroso il percorso di andata tornando a toccare, nell’ordine, Baita Segala, Bocca dei Fortini, Passo Bestana e Passo di Nota per un totale di ore 3,30 di cammino. Cenni sulla flora:
L’escursione si svolge in un’area molto ricca da un punto di vista botanico. Segue una rassegna delle principali specie osservate in occasione della nostra salita avvenuta nel mese di maggio. Endemismi: 1) Carice del Monte Baldo (Carex baldensis), inconfondibile per la sua curiosa infiorescenza a spiga di colore bianco. È un endemismo insubrico con areale esteso dalle Grigne ai Monti Lessini e con una presenza secondaria in Engadina. Lungo l’itinerario descritto è osservabile tra la Bocchetta Mois e la Punta di Mois. 2) Primula meravigliosa (Primula spectabilis). Caratterizzata da un’appariscente corolla con petali tra il rosso e il violetto, è un endemismo insubrico con areale esteso dalla Val Camonica sino ai monti del Grappa. Diversi esemplari sono osservabili presso il Passo Bestana. 3) Raponzolo chiomoso (Physoplexis comosa), senz’altro uno degli endemismi più spettacolari delle Alpi Orientali, con areale esteso dalle Grigne in Lombardia sino al Friuli Venezia Giulia e alla Carinzia. È un magnifico ornamento per le rupi calcaree strapiombanti. Lungo il nostro percorso è osservabile nei torrioni calcarei che sovrastano il sentiero tra Passo Bestana e Bocca Fortini. 4) Rododendro irsuto (Rhododendron hirsutum). Pianta endemica delle Alpi centro orientali molto simile al più diffuso Rododendro ferrugineo dal quale si distingue per l’evidente pelosità delle foglie. Cresce unicamente su substrato calcareo e non è pertanto un caso se risulta particolarmente diffuso sulle Dolomiti. Entità non endemica ma rara: Viola pennata (Viola pinnata); sebbene presente sull’intero arco alpino è una pianta molto rara, a fioritura precoce, spesso difficile da notare per via delle sue ridotte dimensioni. Nell’ambito del Parco Naturale dell’Alto Garda Bresciano è osservabile in buona quantità. Lungo il percorso descritto è osservabile, ad esempio, presso la Bocchetta Mois. Altre specie osservabili: 1) Rosa di Natale (Helleborus niger) 2) Erica carnea (Erica carnea) 3) Uva ursina (Arctostaphylos uva-ursi) presso la vetta di Punta Mois. 4) Croco (Crocus vernus) 5) Dente di cane (Erithronium dens-canis) 6) Erba trinità (Hepatica nobilis) 7) Primula odorosa (Primula veris) 8) Primula (Primula vulgaris) 9) Cicerchia primaticcia (Lathyrus vernus) 10) Citiso porporino (Cytisus purpureus) 11) Vedovella alpina (Globularia nudicaulis) 12) Dafne odorosa (Daphne cneorum) 13) Biscutella montanina (Biscutella leavigata) 14) Pero corvino (Amelanchier ovalis) 15) Genziana di Clusius (Gentiana clusii) 16) Genzianella (Gentiana verna) 17) Soldanella alpina (Soldanella alpina) 18) Ranuncolo erba-tora (Ranunculus thora) 19) Orchide maschia (Orchis mascula) 20) Potentilla caulescente (Potentilla caulescens) 21) Valeriana trifogliata (Valeriana tripteris) 22) Anemone bianca (Anemone nemorosa) 23) Anemone alpino (Pulsatilla alpina) 24) Bugola (Ajuga reptans) 25) Sigillo di Salomone (Polygonatum odoratum) 26) Fragolina di bosco (Fragaria vesca) 27) Ciclamino delle Alpi (Cyclamen purpurascens) 28) Pepe di montagna (Daphne mezereum) 29) Botton d'oro (Trollius europaeus) 30) Lino alpino (Linum alpinum) 31) Sferracavallo comune (Hippocrepis comosa) 32) Arabetta glauca (Arabis pauciflora) 33) Polmonaria sudalpina (Pulmonaria australis)
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