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MONTE PRADO (m 2054)
Il Prado è la più alta montagna dell’Appennino Settentrionale ad essere posta sul crinale principale nonché l’unica a superare i 2000 metri. Qualcuno obietterà sicuramente che vi sono altre 4 cime più alte in questo settore appenninico; l’osservazione è corretta tuttavia nessuna di queste 4 vette è posta sul crinale: si trovano tutte quante spostate più a nord e quindi completamente in territorio emiliano. Si tratta del Cimone (m 2165), del Cusna (m 2121), del Cimoncino (m 2118) e del Monte La Piella (m 2071). Altre due vette nell’ambito dell’Appennino Settentrionale varcano la soglia dei 2000 metri, ma ancora una volta sono poste a nord del crinale e quindi fuori dalla linea di displuviale, sono l’Alpe di Succiso (m 2018) e il Sasso del Morto (m 2010). Il Prado è di conseguenza l’unico “2000” sul crinale, attraversato naturalmente dal confine tra Emilia e Toscana nonché la più alta sommità toscana e, come spiegato, la quinta cima emiliana. Passando all’aspetto naturalistico è una montagna caratterizzata da grandi praterie fin quasi in vetta con una straordinaria flora a carattere alpino che comprende alcune piante endemiche e altre molto rare in Italia; è il caso dell’Aquilegia alpina, della Primula appenninica (cresce unicamente sul crinale tosco emiliano interessando le province di Reggio Emilia, Parma e Lucca) e della Crotonella Alpina (“Silene suecica” o anche “Lychnis alpina”) molto rara in Italia e presente solo in Emilia, Piemonte e Valle d’Aosta. Non è un caso se Monte Prado è compreso nell’ambito del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. La salita al Prado è una bella escursione adatta a tutti quanti su facile sentiero che richiede unicamente un briciolo di resistenza al cammino; tutte le vie di salita alla cima sono infatti assai lunghe ad eccezione di quella che andiamo a suggerirvi che richiede meno di 3 ore per guadagnare la vetta e che non presenta alcuna difficoltà tecnica. Suggeriamo di salire non prima di maggio in quanto il Reggiano costituisce nella fascia di crinale una zona estremamente nevosa; nel periodo estivo le temperature possono invece essere assai elevate complice l’assenza di alberatura nella parte superiore dell’ascensione, sarebbe quindi bene compiere questa bella escursione nei mesi di maggio, giugno oppure settembre, ottobre. Dati tecnici: Dal Ponte di Rio Lama (m 1510): Difficoltà: E. (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello: m 544. Acqua sul percorso: abbondante fonte presso il Rifugio Battisti dopo un’ora abbondante di salita. Accesso alla partenza: Provenendo da Felina - Villa Minozzo si raggiunge il paese di Civago. In paese troviamo a destra il bivio per le Case Cattalini quindi proseguiamo lungo la strada che diviene sterrata seguendo le indicazioni per il Rifugio Battisti. Il fondo è sconnesso ma ugualmente percorribile in automobile e permette di raggiungere in 8 km circa il ponte sul Rio Lama. In coincidenza del ponte una sbarra impedisce di proseguire in auto anche perché ci troviamo proprio sul confine del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. Lasciamo la macchina nel piccolo parcheggio a sinistra subito prima del ponte quindi arretriamo pochi metri sino all’inizio del nostro sentiero sul lato opposto della strada rispetto al parcheggio. Descrizione dell’itinerario: La prima ora di cammino si sviluppa nel fresco della faggeta: seguiamo il sentiero con scarsi dislivelli (segnavia n° 631) portandoci nel folto subito a destra del Rio Lite. Il tracciato scavalca le limpide acque del torrente nel punto più conveniente con qualche difficoltà nei periodi di massima portata. Superato il corso d’acqua la salita si fa più decisa ed erta permanendo all’interno del bosco e sempre senza alcuna difficoltà d’orientamento grazie all’ottima segnaletica. Più in alto intercettiamo i tornanti della larga carrareccia chiusa al traffico che dal Ponte di Rio Lama conduce al Passo di Lama Lite. Il sentiero, più ripido ma più diretto, permette di tagliare alcune curve della gipponabile per poi riportarsi per un breve tratto nel folto. L’uscita all’aperto è improvvisa e molto bella: l’alberatura lascia spazio ad una magnifica prateria per lo più a mirtillo con splendida vista di fronte a noi sui Monti Prado e Cipolla; a destra sono visibili le pendici dei Monti Piella e Cusna. Poco oltre siamo nuovamente sulla carrareccia che sale dal Ponte di Rio Lama e che seguiamo nell’ultimo breve tratto prima di accedere all’ampia sella del Passo di Lama Lite (m 1751 – ore 1 dalla partenza). N.B Tutto il tratto di sentiero fin qui descritto è naturalmente evitabile mantenendo sin dalla partenza la carrareccia. In questo caso si cammina, sempre partendo dal parcheggio, oltre la sbarra che chiude il traffico. Scavalchiamo il ponte sul Rio Lite quindi risaliamo in qualche minuto al soprastante bivio; ignoriamo la possibilità di sinistra che condurrebbe al Rifugio Segheria dell’Abetina Reale mantenendo invece la destra e procedendo lungamente sulla strada bianca sino al passo di Lama Lite. I tempi di salita sono di poco più lunghi, il tracciato semplicissimo anche se più monotono. Consigliamo ora una breve digressione a destra che conduce in 5 – 10 minuti al Rifugio Battisti. Lo possiamo raggiungere sia con bella e ampia mulattiera che con sentierino che rimonta un piccolo costone erboso (bandiera sulla sommità) per poi calare direttamente alla costruzione, ben nascosta in posizione riparata tra la vegetazione. Il Rifugio Battisti (m 1759 – ore 1,10 dalla partenza) costituisce un ottimo punto d’appoggio sempre aperto nella bella stagione con possibilità di pernottamento e servizio di ristorantino. Sull’esterno del rifugio una bella fonte garantisce un’abbondante scorta d’acqua anche nei periodi di chiusura. Ritorniamo a questo punto sui nostri passi sino al Passo di Lama Lite (m 1781) per volgere poi con decisione sulla destra. Un’ampia e comoda strada bianca traversa in debole discesa lungo il fianco settentrionale di Monte Cipolla. Procediamo in falsopiano, sempre sovrastati da vaste pietraie mobili, sino al bivio sulla sinistra indicato da un paletto di legno e dal segnavia su una roccia. Un ulteriore cartello in legno segnala il proseguo sulla carrareccia per il Rifugio Bargetana, scegliamo tuttavia di abbandonare questa direzione per volgere, come detto, sul sentierino che sale ripido a sinistra. In pochi minuti raggiungiamo la sommità del costone prativo che trattiene il bel Lago della Bargetana (m 1777 – ore 1,40 dalla partenza), uno dei più alti nell’Appennino Settentrionale e nelle cui acque si specchia Monte Prado. Splendida la posizione del laghetto: un grande anfiteatro racchiuso a sud e a est dalle cime del crinale; una grande conca con tutta probabilità modellata migliaia di anni or sono da un grande ghiacciaio oggi scomparso. Osservando il crinale fatichiamo a distinguere il Monte Prado in quanto non svetta in modo deciso sul resto del crinale che in queste zone presenta una quota media piuttosto elevata (il Reggiano e il Modenese presentano il settore più alto dell’Appennino Settentrionale). Il nostro percorso prosegue aggirando a occidente il Lago della Bargetana. Superiamo un ponticello in legno quindi il segnavia punta verso sud, in direzione del crinale, affrontando il tratto più ripido dell’escursione. Ancora una volta le balze prative a tratti sassose che vengono risalite, nonostante la pendenza, non offrono alcuna difficoltà e permettono di ammirare alle spalle il lago appena lasciato in una visione particolarmente suggestiva. Guadagniamo il soprastante crinale in coincidenza della Sella di Monte Prado con il panorama che si apre nel versante toscano (m 1920 – ore 2,15 dalla partenza). La salita al Prado volge ora verso sinistra. Le possibilità di salita sono due: la più comoda deborda in modo evidente sul versante toscano. Si traversa in diagonale ascendente aggirando a destra il crinale con pendenza moderata ma costante con grande panorama verso le Alpi Apuane. Nel settore superiore guadagniamo nuovamente il filo del crinale. La seconda possibilità affronta direttamente il crinale mantenendosi a ridosso del suo filo con salita più diretta e logica ma più ripida e dirupata anche se mai difficile ed esposta. L’ultimo tratto dell’ascensione è comune ai due sentieri che si ricongiungono per poi proseguire direttamente sullo spartiacque. Molto bello, ancora una volta, il colpo d’occhio sull’anfiteatro occupato in parte dal Lago della Bargetana. Sullo sfondo si osserva la grande mole del Cusna a chiudere l’orizzonte settentrionale. Verso meridione osserviamo la Garfagnana sovrastata dalle Alpi Apuane. Il sentiero di crinale supera alcune piccole anticime sino a raggiungere il punto più elevato (m 2054 – ore 2,40 dalla partenza – toponimo e quota indicati su un piccolo pilastro). Il rientro avviene a ritroso. N.B. Chi lo desidera può eseguire un'escursione ad anello proseguendo oltre il Prado sino a raggiungere i monti Vecchio e Cella. CLICCA QUI per leggere la relazione dettagliata di questa possibilità. Cenni sulla flora:
Tra i motivi d’interesse legati a questa escursione vi è indubbiamente la presenza, lungo il percorso, di un numero notevole di specie floreali alcune delle quali rare o molto rare. Prendendo in considerazione l’intero crinale appenninico Tosco Emiliano troviamo, nella zona del Monte Prado, la massima concentrazione di piante tipiche d’alta montagna. Alcuni sono veri e propri relitti che raggiunsero questo settore di crinale nel periodo delle glaciazioni. Da allora in poi, il progressivo riscaldamento del clima ha finito con l’isolare alcune di queste specie in poche stazioni posizionate sui crinali più alti. L’eccezionale concentrazione di queste specie relitte nella zona del Prado è spiegabile con il particolare clima che caratterizza questo settore dell’Appennino. Si tratta in effetti di un’area ad innevamento molto prolungato, soprattutto nel versante emiliano che, rivolto verso settentrione, presenta manto nevoso persistente sino a maggio con singoli nevai che resistono talvolta fino a luglio. In questo contesto d’alta montagna con particolari condizioni paragonabili a parità di quota con quelle alpine, non è un caso la presenza di numerose piante tipicamente d’alta montagna. Elenchiamo le principali specie osservabili dal normale escursionista ricordando che si tratta solo di una lista parziale rispetto alle specie realmente presenti. Endemismi: 1) Primula appenninica (Primula apennina Widmer); si tratta dell’unica primula di colore rosso presente nell’Appennino Tosco Emiliano. E’ un raro endemismo presente sul crinale reggiano e parmense osservabile per lo più sulle rupi d’arenaria ad esposizione settentrionale. Nella nostra escursione è presente lungo il crinale del Prado; tuttavia il punto di più facile osservazione è dato dal tratto di sentiero che dal Passo di Lama Lite cala dolcemente verso il Rifugio Bargetana. Nei prati e e nelle rupi presenti a sinistra del largo sentiero sono presenti numerosi esemplari. 2) Erba cornacchia di Zanoni (Murbeckiella zanonii (Ball) Gay); è un endemismo tosco emiliano romagnolo presente soprattutto nel forlivese. Il suo areale si allunga verso occidente, rarefacendosi progressivamente ed interessando il bolognese, il modenese e infine il reggiano. La stazione presente nella zona del Prado è posta al limite occidentale di diffusione della specie. Nella nostra escursione, potete osservarla nel tratto di sentiero che dal Passo di Lama Lite cala dolcemente verso il Rifugio Bargetana. Il tracciato in questo tratto è delimitato a sinistra da un lungo muretto sul quale è presente un piccolo cespuglio della suddetta pianta. Altre segnalazioni provengono dal Monte Vecchio. 3) Vedovella delle Apuane (Globularia incanescens Viv.); endemismo apuano – appenninico dalle caratteristiche infiorescenze a globo di colore blu. Pur non avendola osservata è segnalata sporadicamente nelle stratificazioni di arenaria del Prado. 4) Spillone traslucido (Armeria marginata (Levier) Bianchini); endemico dell'Appennino Tosco Emiliano, è presente ad esempio tra il Passo di Lama Lite e il Lago della Bargetana. E' inconfondibile per via dei suoi capolini globosi di colore rosa. 5) Pinguicola di Cristina (Pinguicula christinae Peruzzi & Gestri). Una delle poche piante carnivore presenti in Italia; le sue foglie appiccicose sono una trappola per gli insetti più piccoli; la pianta produce poi enzimi atti a digerire le prede. Le entità presenti sul crinale tosco emiliano, precedentemente attribuite a Pinguicula vulgaris, sono state inquadrate in questa specie descritta di recente ed endemica in senso stretto dei rilievi emiliani e toscani. La specie è osservabile con discreta abbondanza lungo il torrente in uscita dal Lago della Bargetana. 6) Cardo di Bertoloni (Cirsium bertolonii); endemico dell'Appennino Tosco Emiliano, è inconfondibile per le sue spine acuminate e per la sua infiorescenza gialla. E' osservabile lungo la forestale che dal Ponte di Rio Lama sale al Passo di Lama Lite a breve distanza dal valico. Piante rare o molto rare per l’Appennino Settentrionale: 1) Licnide alpina (Silene suecica (Lodd.) Greuter & Burdet); pianta tipica delle gelide zone della Scandinavia. In Italia è presente solo in Valle d’Aosta, Piemonte e in rare stazioni della Lombardia sempre oltre i 1800 metri. La sua presenza in Emilia è da ritenersi eccezionale tanto più che risulta presente in appena due minuscoli areali: uno presso Monte Ragola nel piacentino a forte rischio d’estinzione e appunto nella zona del Prado. Potrete osservare i magnifici fiori violetti della Crotonella lungo il sentiero che dal Lago della Bargetana sale alla Sella di Monte Prado a pochissima distanza dal valico; un'altra splendida stazione è presente in coincidenza della Bocca di Massa con altri singoli esemplari lungo il crinale che unisce il Prado al Monte Vecchio 2) Senecio biancheggiante (Senecio incanus L.); pianta frequente sulle Alpi ma estremamente rara nell’Appennino Settentrionale. La stazione di Monte Prado è la più meridionale d’Italia. Noterete parecchi esemplari in pieno crinale salendo dalla Sella di Monte Prado alla vetta del Prado. 3) Aquilegia alpina (Aquilegia alpina L.); a livello mondiale interessa solamente le Alpi Occidentali e l’Appennino Settentrionale. In Emilia è presente con poche stazioni nella fascia di crinale. Lungo il nostro percorso è osservabile nelle rupi a sinistra del sentiero che dal Passo di Lama Lite conduce al Lago della Bargetana. 4) Semprevivo montano (Sempervivum montanum L.); comune sulle Alpi è invece raro sull’Appennino Tosco Emiliano interessando alcuni settori di crinale. Lungo il nostro percorso lo abbiamo notato nel tratto compreso tra il Lago della Bargetana e la Sella di Monte Prado in coincidenza di alcune fessure delle rocce. Può essere facilmente scambiato con Sempervivum arachnoideum L. 5) Sassifraga muschiata (Saxifraga moschata Wulfen) anch’essa osservabile nel tratto compreso tra il Lago della Bargetana e la Sella di Monte Prado. 6) Soldanella alpina (Soldanella alpina L.); comunissima sulle Alpi è invece piuttosto rara nell’Appennino Emiliano dove è segnalata nel parmense e nel piacentino. Le pubblicazioni in nostro possesso non la segnalano nel reggiano. L’abbiamo tuttavia osservata nel tratto di sentiero che dal Passo di Lama Lite cala dolcemente verso il Rifugio Bargetana. Il tracciato, in questo tratto, è delimitato a sinistra da un lungo muretto che termina in coincidenza di un punto nel quale la neve di valanga si accumula sino ad inizio estate. Attorno ai nevai abbiamo trovato diversi esemplari. 7) Soldanella della silice (Soldanella pusilla Baumg.); in Emilia è ancora più rara della precedente con due soli areali accertati: quello del Prado e un altro presso la vetta di Monte Cimone. Non l’abbiamo notata in occasione della nostra escursione ma la stazione del Prado è certa. Da notare la sovrapposizione d’areale con Soldanella alpina L. La zona del Prado è l’unica in Emilia dove le due piante si sovrappongono permettendo l’osservazione di entrambe. 8) Anemone narcissino (Anemone narcissiflora L.); comune sulle Alpi, più raro nella fascia appenninica. In Emilia interessa la fascia di crinale dal bolognese al reggiano. E’ ben osservabile nei pendii prativi subito a sinistra del sentiero che dal Passo di Lama Lite conduce al Lago della Bargetana. Altre piante di montagna facilmente osservabili: 1) Giglio martagone (Lilium martagon L.) nei dintorni del Rifugio Battisti. 2) Lino alpino (Linum alpinum Jacq.) presso il Passo di Lama Lite e nei prati lungo il sentiero che porta alla Bargetana. 3) Orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina L.) nei prati presso il Passo di Lama Lite 4) Orchidea macchiata (Orchis maculata (L.) Soò) nel sottobosco presso il Ponte di Rio Lama. 5) Trifoglio alpino (Trifolium alpinum L.) presente in grande abbondanza presso la Sella di Monte Prado e salendo sul Prado. 6) Silene a cuscinetto (Silene acaulis L.) presente lungo il crinale, con particolare abbondanza tra la Sella di Monte Prado e il Prado. 7) Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata Miller) presente negli affioramenti rocciosi del crinale. 8) Rosa pendulina (Rosa pendulina L.) nella zona del Passo di Lama Lite. 9) Erba di San Giovanni Belleval (Hypericum richeri) nella zona del Passo di Lama Lite 10) Genzianella (Gentiana verna L.) particolarmente abbondante nei prati a sinistra del sentiero che dal Passo di Lama Lite porta alla Bargetana. 11) Borracina alpestre (Sedum alpestre Vill.) nelle fessure delle rocce tra il Lago della Bargetana e la Sella di Monte Prado 12) Calta (Caltha palustris L.) presente con le sue belle infiorescenze gialle lungo il torrente emissario del Lago della Bargetana 13) Cariofillata dei rivi (Geum rivale L.) nella piccola palude pochi metri prima del Passo di Lama Lite salendo dal Ponte di Rio Lama 14) Caglio odoroso (Galium odoratum (L.) Scop.) nelle faggete tra il Ponte di Rio Lama e il Passo di Lama Lite 15) Sassifraga a foglie rotonde (Saxifraga rotundifolia Linné) nelle faggete tra il Ponte di Rio Lama e il Passo di Lama Lite 16) Viola con sperone (Viola calcarata L.) 17) Croco (Crocus vernus (L.) Hill.) 18) Dafne laurella (Daphne laureola L.) 19) Bugola (Ajuga reptans L.) 20) Tossillaggine alpina (Homogyne alpina (L.) Cass.) 21) Anemone alpino (Pulsatilla alpina (L.) Delabre) 22) Cariofillata montana (Geum montanum L.) 23) Anemone bianca (Anemone nemorosa L.) 24) Genziana di Koch (Gentiana acaulis L.) 25) Mirtillo nero (Vaccinium myrtillus L.) 26) Finocchio montano (Meum athamanticum Jacq.) 27) Primula maggiore (Primula elatior (L.) Hill.) osservata presso il Passo di Lama Lite. 28) Giunco delle creste (Juncus trifidus L.) presente con particolare abbondanza nella fascia sommitale del Monte Prado. 29) Ranuncolo a foglie di platano (Ranunculus platanifolius L.) osservabile tra il Passo di Lama Lite e il bivio per il Lago Bargetana.
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