Poggio alle Porche

POGGIO ALLE PORCHE (DIACCIO AL BOSCO - m 1872)

I dintorni dell’Abetone sono ben noti sia in inverno agli amanti degli sport invernali che in estate grazie alle innumerevoli possibilità escursionistiche. Cime come Monte Gomito, Alpe delle Tre Potenze e Libro Aperto sono mete ben note e apprezzate grazie alla loro posizione sul crinale principale dell’Appennino Tosco Emiliano. Meno conosciute sono le cime poste lungo il crinale che divide la Garfagnana dalla valle del Torrente Lima. Si tratta di una cresta secondaria che si dirama dallo spartiacque verso meridione innalzandosi nel poco conosciuto Poggio alle Porche. L’escursione che conduce su questa vetta, per altro non toccata dai sentieri segnati, è il pretesto per una visita all’interessante Lago Nero. Con una profondità massima di 2,5 metri e un’estensione di 0,08 kmq è un piccolo specchio d’acqua d’altitudine le cui sponde sono ricche di una flora di grande interesse includendo specie rare per l’area appenninica.

Nel complesso si tratta di un’escursione non troppo lunga, senz’altro consigliabile nei mesi estivi sfruttando la seggiovia posta in Val di Luce che permette di salire senza fatica sino in prossimità del Passo di Annibale. Il percorso non presenta grosse difficoltà è tuttavia presente una breve frazione esposta nel tratto in discesa dal Poggio alle Porche verso la Foce di Campolino per altro evitabile rientrando a ritroso dal punto più alto. Escursionisti con il piede fermo non avranno difficoltà nel seguire integralmente il percorso descritto con la possibilità di prolungarlo per chi vuole riempire al meglio la giornata salendo altre vette circostanti quale l’Alpe delle Tre Potenze o il Monte Femminamorta. Resta necessaria la raccomandazione di scegliere una giornata dal tempo stabile. Nebbie e vento forte colpiscono spesso la fascia di crinale tosco emiliana rendendo pericolose eventuali traversate in quota.

L’escursione in breve:

Stazione a monte seggiovia (m 1807) – Lago Piatto (m 1823) – Passo della Vecchia (Foce del Piatto - m 1775) – Lago Nero (m 1720) – Bivacco Lago Nero (m 1735) – Foce del Ribellino (Posto dei Mori – m 1735) – Poggio alle Porche (Diaccio al Bosco – m 1872) – Foce di Campolino (m 1780) – Bivacco Lago Nero (m 1735) – a ritroso sino alla stazione a monte della seggiovia.

Dati tecnici:

Partenza dalla stazione a monte della seggiovia per il Passo di Annibale (m 1807): Difficoltà: EE; in pravalenza E ma con tratto esposto e non segnato tra il Poggio alle Porche e la Foce di Campolino che richiede piede fermo e assenza di vertigini (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale sino alla Foce del Ribellino, assente nel tratto che segue sino alla Foce di Campolino passando per la vetta del Poggio alle Porche. Di nuovo totale nel tratto successivo tra la Foce di Campolino e il Lago Nero. Dislivello assoluto: m 616. Acqua sul percorso: una fonte tra il Poggio alle Porche e la Foce di Campolino (trovata asciutta nella siccitosa estate 2022)

Accesso:

Chi proviene dalla Toscana raggiunge, con la SS 12, il Passo dell’Abetone quindi procede scendendo nel versante emiliano. Dopo circa 3 km, in località Faidello, abbandoniamo la statale volgendo a sinistra con indicazioni per la Val di Luce. La strada è cieca e la si percorre per 5 km circa fino al suo termine in coincidenza del quale troviamo due funivie solitamente aperte nel periodo estivo. A sinistra abbiamo la seggiovia quadriposto che sale al Monte Gomito mentre a destra abbiamo la seggiovia per il Passo di Annibale. Scegliamo quest’ultima possibilità raggiungendo la stazione a monte dell’impianto a 1807 metri di quota dove ha inizio il nostro cammino. Consigliamo naturalmente di informarsi in anticipo su giorni e orari di apertura dell’impianto. Chi proviene da nord sale da Pievepelago in direzione del Passo Abetone con la SS 12. In questo caso non si raggiunge il valico. Si volge a destra in coincidenza di Faidello quindi la strada procede come indicato sopra.

Descrizione del percorso:

Sin dalla stazione a monte della seggiovia (m 1807) possiamo godere di un eccellente panorama. Guardando verso occidente osserviamo, a breve distanza, il Passo di Annibale mentre in direzione opposta notiamo il Monte Gomito con, alla sua sinistra, il Monte Cimone, massima cima dell’Appennino Tosco Emiliano. Verso settentrione si estende la Val di Luce. Il nostro cammino ha inizio muovendo verso oriente. Il sentiero 519 si sviluppa in direzione del Passo della Vecchia. In debole saliscendi tra i prati di crinale guadagniamo in 10 – 15 minuti la sponda del piccolo Lago Piatto (m 1823). Le dimensioni del laghetto sono contenute ma le acque appaiono limpidissime ed invitano ad una sosta. È consigliabile eseguire il periplo dello specchio d’acqua con un’aggiunta di tempo davvero minima.

Ripreso il sentiero 519 procediamo, sempre con dislivelli minimi, sino a guadagnare in breve il Passo della Vecchia (Foce del Piatto - m 1775) in pieno spartiacque. Siamo ad un importante crocevia di sentieri. Alla nostra sinistra il crinale principale torna ad impennarsi negli impegnativi Denti della Vecchia mentre verso destra sale in moderata pendenza il sentiero che conduce alla vetta dell’Alpe delle Tre Potenze. Di fronte a noi cala il segnavia 100 in direzione del Lago Nero. Scegliamo quest’ultima opportunità seguendo la traccia che inizialmente perde quota tra la prateria d’altitudine. Da rilevare lo splendido paesaggio: siamo sovrastati dalle stratificazioni di arenaria che caratterizzano le pendici dell’Alpe delle Tre Potenze mentre alle spalle spicca l’ardita vetta del Monte Fariola oltre ai prima citati Denti della Vecchia. Il sentiero dopo la prima frazione in discesa traversa sotto l’Alpe delle Tre Potenze sino a portarsi in prossimità del Lago Nero presso le cui sponde sorge l’omonimo rifugio. É consigliabile la breve digressione a sinistra che permette di calare al modesto ma pittoresco specchio d’acqua circondato da prati che ospitano un’interessante flora d’alta montagna (m 1720 – ore 0,40 dalla partenza). Si procede dopo aver toccato il Bivacco Lago Nero (m 1735) con cartelli indicanti la Foce di Campolino. Ignoriamo la deviazione a sinistra (sentiero 104) mantenendo il segnavia n° 100 con il tracciato che per un breve tratto diviene scomodo essendo scavato nel pendio tra vegetazione decisamente ingombrante. Subito oltre decresce la difficoltà sino a guadagnare il crinale in coincidenza della Foce del Ribellino (m 1735) talvolta indicata nelle mappe come “Posto dei Mori”.

Da rilevare la presenza presso il valico di una nutrita stazione impiantata artificialmente di pino mugo, arbusto frequente in area alpina ma piuttosto raro ed insolito nel contesto dell’Appennino Settentrionale. Molto interessante appare inoltre il paesaggio in coincidenza della sella, andiamo infatti ad affacciarci nella Garfagnana con la vista che si estende alle Alpi Apuane e anche più lontano nei giorni sereni sino a scorgere un tratto del litorale versiliese. L’escursione prevede, nel proseguo, la salita al poco conosciuto Poggio alle Porche. Abbandoniamo il segnavia n° 100 che procederebbe lasciando la sella per traversare sotto crinale sino a raggiungere la Foce di Campolino (nel proseguo torneremo da questa direzione). Scegliamo invece di salire lungo la linea di cresta che a destra della forcella sale all’Alpe delle Tre Potenze mentre verso sinistra conduce alla nostra meta.

Sebbene non vi sia segnaletica il crinale appare ampio e rassicurante. In moderata pendenza guadagniamo quota lungo balze prative e affioramenti arenacei con il paesaggio che resta molto ampio trattandosi di una frazione in piena cresta. La vista del Mar Ligure verso occidente contrasta con le circostanti cime dell’abetonese osservando alle nostre spalle la bella conca del Lago Nero sovrastata dall’Alpe delle Tre Potenze. Nel proseguo il sentiero procede ben evidente e viene da chiedersi perché non venga segnato e indicato da cartelli segnalatori. Raggiungiamo un’anticima caratterizzata da un palo di ferro a seguito della quale la pendenza decresce vistosamente. Il breve tratto che segue è quasi piano e conduce alla vetta del Poggio alle Porche, talvolta indicato nelle mappe come “Diaccio al Bosco” (m 1872 – ore 1,20 dalla partenza). Sorprende l’ampiezza della cima che appare come un vasto tavolato prativo. Si ripete l’ampio panorama in direzione delle Alpi Apuane e del litorale toscano. Si osserva inoltre la vetta del Monte Cimone, massima elevazione dell’Emilia Romagna e dell’Appennino Settentrionale.

L’itinerario prosegue lungo il crinale orientale della montagna andando ad affrontare la frazione più impegnativa dell’escursione. La traccia di sentiero, non segnata ma piuttosto evidente, cala molto ripida sfiorando il profondo salto sulla destra caratterizzato da stratificazioni arenacee strapiombanti. Un traverso di alcuni metri risulta piuttosto esposto richiedendo piede fermo. Subito oltre segue un tratto di crinale quasi piano con il tracciato che passa immediatamente a destra di un caratteristico sperone roccioso. Proprio in questo punto troviamo una fonte ma non siamo in grado di dire quanto sia affidabile. In occasione del nostro passaggio era del tutto asciutta anche se occorre dire che il periodo era caratterizzato da una prolungata siccità. Nel proseguo ci abbassiamo aggirando sulla sinistra il crinaletto fino a toccarlo nuovamente e a passare questa volta sul lato destro. In diagonale discendente tagliamo il ripido pendio prestando ancora una volta attenzione all’esposizione. Con piede fermo si accede alla marcata Foce di Campolino (m 1780 – ore 1,45 dalla partenza), importante crocevia di sentieri.

Volgiamo a sinistra sul segnavia n° 100 con cartello indicante il Lago Nero a 50 minuti di cammino. Ritroviamo i segnavia ad indicare in modo inequivocabile la giusta direzione calando nella verdeggiante prateria d’altitudine. Ignoriamo la deviazione a destra per la “Casetta dei Pastori” (segnavia 106A) mantenendo il sentiero 100 che subito oltre attraversa pressoché in piano un’ulteriore frazione erbosa.  Riprendiamo per un breve tratto quota evitando dall’alto un settore caratterizzato da affioramenti arenacei quindi scendiamo nuovamente nel successivo solco per poi traversare senza difficoltà nel pendio incontrando una piccola zona umida con un minuscolo laghetto. Ancora un breve tratto e chiudiamo un piccolo anello rientrando alla Foce del Ribellino (m 1735). Da questo punto in poi il rientro alla partenza ricalca a ritroso il percorso di andata toccando nuovamente il Lago Nero (ore 2,35 dalla partenza) e infine la stazione a monte della seggiovia per un totale di ore 3,15 di cammino.

 Cenni sulla flora:

L’intera area presenta una notevole ricchezza di specie floreali in diversi casi piuttosto rare nell’ambito del crinale appenninico tosco emiliano. Segue un estratto delle principali specie osservate in occasione della nostra salita avvenuta alla metà del mese di luglio.

    1)    Genziana purpurea (Gentiana purpurea). Bellissima genziana ad alto fusto presente in Italia sulle Alpi Occidentali e Centrali. L’areale si estende all’Appennino Settentrionale dove la distribuzione della specie è puntiforme interessando la fascia di crinale. Le stazioni nel bolognese, modenese e pistoiese sono le più meridionali del suo areale. Lungo il percorso descritto è osservabile con relativa facilità presso il Lago Nero, alla Foce di Campolino nonché nel tratto di cresta compreso tra la Foce del Ribellino e la cima del Poggio alle Porche.

2)    Betonica densiflora (Stachys pradica) presente presso il Lago Nero e nel tratto compreso tra il Poggio alle Porche e la Foce di Campolino.

3)    Giglio martagone (Lilium martagon) osservabile tra la Foce del Ribellino e il Poggio alle Porche.

4)    Semprevivo maggiore (Sempervivum tectorum) osservabile nel tratto compreso tra il Poggio alle Porche e la Foce di Campolino.

5)    Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata) osservabile nel tratto compreso tra il Poggio alle Porche e la Foce di Campolino.

6)    Erba cipollina (Allium schoenoprasum) presente nei prati circostanti il Lago Nero.

7)    Garofanino maggiore (Epilobium angustifolium) presente presso il Lago Nero.

8)    Graminia di Parnasso (Parnassia palustris) osservabile lungo il torrente tra la Foce di Campolino e il Lago Nero.

9)    Billeri rotondifoglio (Cardamine asarifolia) osservabile lungo il torrente tra la Foce di Campolino e il Lago Nero.

10)  Salvastrella maggiore (Sanguisorba officinalis) presente nei prati circostanti il Lago Nero.

11)  Lattuga montana (Prenanthes purpurea) osservabile nei prati a monte del Lago Nero.

12)  Canapicchia comune (Omalotheca sylvatica) osservabile nei pressi della stazione a monte della seggiovia del Passo di Annibale.

13)  Erba di San Giovanni Belleval (Hypericum richeri)

14)  Genziana di Koch (Gentiana acaulis)

15)  Scorzonera rosea (Scorzonera rosea)

16)  Piede di gatto (Antennaria dioica)

17)  Trifoglio alpino (Trifolium alpinum)

18)  Mirtillo nero (Vaccinium myrtillus)

19)  Orchide macchiata (Dactylorhiza maculata)

20)  Stellina a tubo allungato (Asperula aristata)

21)  Verga d’oro (Solidago virgaurea)

22)  Achillea moscata (Achillea moschata)

23)  Fiordaliso alpino (Centaurea nervosa)

24)  Caglio zolfino (Galium verum)

25)  Finocchiella maggiore (Seseli libanotis)

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