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MONTE MARIO (m 469)
Un’umile collina che domina la città di Sasso Marconi (Bologna), così potremmo definire il modesto Monte Mario, posto nella fascia preappenninica immediatamente a sud di Bologna. Quale interesse può esserci nella percorrenza di un itinerario come questo? In realtà molta più di quanto si potrebbe supporre: le verdeggianti ondulazioni collinari che caratterizzano questa zona poco nota agli escursionisti offrono a fine inverno – inizio primavera un suggestivo e riposante panorama, in attesa ovviamente che il disgelo apra la possibilità di portarsi sulla montagna vera. Anche la flora presenta elementi d’interesse offrendo la possibilità, a chi abita nella sottostante pianura bolognese, di osservare il dischiudersi primaverile di piante e fiori a quattro passi da casa. E’ la classica camminata per tutti, siamo comunque in zona di parco ed è bene prestare il massimo rispetto per l’ambiente evitando di danneggiare una zona che sorprendentemente si è mantenuta appartata e allo stato naturale nonostante gli insediamenti della sottostante Valle del Reno. Da evitarsi tutto il periodo estivo nel quale le temperature sono estremamente alte a causa della quota ridottissima; è in compenso un itinerario percorribile con cautela anche con la neve sebbene rimarchiamo che il periodo più bello è senza ombra di dubbio l’inizio della primavera. Dati tecnici: Da Mugnano di Sopra (m 248): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: solo parziale e discontinua; la lettura della sottostante descrizione del percorso dovrebbe comunque annullare la possibilità d’errore. Dislivello assoluto: m 221; il dislivello reale è superiore per la presenza di saliscendi. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: Da Sasso Marconi si segue la provinciale per Pianoro. Usciamo dal paese e, seguendo i cartelli, sottopassiamo l’autostrada. Subito oltre procediamo in rettilineo per un chilometro circa poi risalire un tratto di strada attraverso due caratteristiche pareti d’arenaria. Raggiungiamo un culmine e caliamo per pochi metri sull’altro versante sino a trovare il bivio a destra per i “Prati di Mugnano”. Abbandoniamo la provinciale risalendo la ripidissima strada aperta al traffico; transitiamo presso casa “Mugnano di Sotto” e raggiungiamo infine il culmine di Mugnano di Sopra (m 248) ove è presente una casa colonica e una trattoria aperta tutto l’anno. Subito oltre il locale il tratto aperto al traffico termina con un ampio parcheggio ghiaiato dove abbandoniamo l’auto. Descrizione del percorso: Procediamo a piedi oltre la sbarra che proibisce il proseguo del transito. Siamo in una magnifica zona per lo più prativa sfruttata come parco dai bolognesi nei fine settimana della stagione calda; a questo riguardo notiamo a sinistra dell’ampia carrareccia alcuni punti adatti al pic-nic attrezzati con griglie. Procediamo lungo la strada bianca che in ultimo diviene ripida e permette l’accesso al bel poggio ove è presente, subito a destra, una grande casa di campagna. Siamo in località Piazza (m 289 – ore 0,15 dalla partenza) ed è notevole da questa posizione l’ampia vista verso nord andando a cogliere la periferia di Bologna e un settore della pianura Padana. Il nostro percorso prosegue verso est, dietro la casa, traversando in piano il pendio al limitare del bosco. Notiamo il bel prato in discesa alla nostra sinistra e alcuni segnavia bianco-rossi a fare da riferimento sugli alberi. Volgiamo verso destra entrando nel folto del bosco con un punto spesso un po’ fangoso (Fosso Bagolino). Questa posizione è molto suggestiva nella seconda metà di marzo in quanto il sottobosco si colora dei fiori gialli delle primule, di moltissime viole e soprattutto di un fiore protetto in Emilia Romagna: il bellissimo Dente di Cane (Erythronium dens-canis) appartenente alla famiglia delle Liliaceae. Notiamo anche diversi esemplari di Erbà Trinità (Hepatica nobilis), bel fiore blu che annuncia la fine dell’inverno, e di Polmonaria (Polmonaria officinalis L.) con le sue caratteristiche infiorescenze bi-colori (rosse e blu). Usciamo dal folto seguendo la mulattiera in salita verso sinistra raggiungendo così un bel pianetto con panca in legno per riposare. Il tracciato prosegue a destra in salita su fondo terroso aprendosi alle spalle in una bella veduta sulla lontana pianura bolognese; la pendenza decresce raggiungendo un tratto dominato a destra da un ripido pendio prativo mentre a sinistra è presente un bel bosco in pendenza con siepi di pungitopo all’ombra dell’alberatura. Poco oltre siamo per una breve frazione di nuovo nel bosco per lo più a castagno quindi ignoriamo poco sopra il bivio a sinistra con segnavia indicante la traversata Bologna-Firenze. Manteniamo la destra e raggiungiamo in pochi istanti uno splendido poggio con panchine in legno. Da notare come riferimento i cartelli segnavia a destra e il bel panorama che si pare verso sudest in direzione del curioso rilievo della Rocca di Badolo con la sua caratteristica parete meridionale sfruttata dal CAI di Bologna come palestra per l’arrampicata. In ambiente aperto e luminoso proseguiamo in moderata salita sino ad un punto caratterizzato da un bel piano prativo a sinistra con griglie per i pic-nic e panche in legno; siamo in località Commenda (m 418) che invita ad una bella sosta in posizione verdeggiante e silenziosa. Da notare l’esile traccia a destra che sale in qualche minuto al soprastante culmine (m 439). Questa breve deviazione al prato sommitale permette una bella vista sulla sottostante Valle del Torrente Setta; andiamo inoltre a scorgere, all’orizzonte meridionale, le più alte cime del crinale appenninico bolognese e modenese con la vetta del Corno alle Scale in bella vista con le sue pendici innevate da novembre a inizio maggio. Verso sudest notiamo non solo la Rocca di Badolo, ma anche, più a sinistra e più distante, il curioso rilievo di Monte Adone (m 652), la più alta elevazione nell’ambito del comune di Sasso Marconi. Rientriamo in breve al piano prativo della Commenda (m 418) per poi procedere a destra lungo la mulattiera che cala ripida nel bosco. Guadagnamo in breve un importante quadrivio (m 399): a destra la carrareccia cala nuovamente verso Piazza mentre a sinistra procede in piano sotto le pendici di Monte Mario; ancora più a sinistra un’esile traccia meno appariscente ma resa visibile dai segnavia sugli alberi costituisce il proseguo della nostra escursione. Ben guidati, in questo tratto, dalla segnaletica, proseguiamo in salita nel bosco sino a raggiungere un impressionante salto con vista sul sottostante paese di Battedizzo e sul corso del Fiume Setta. Prestando attenzione a questo tratto un po’ esposto (attenzione in caso di pioggia o fondo umido), caliamo poi, di nuovo facilmente, sino a riprendere la sottostante ampia carrareccia. La seguiamo verso sinistra (cartello segnalatore) per pochi passi, quindi al successivo bivio anche in questo caso ben segnalato, passiamo al sentierino che sale ripidamente a sinistra abbandonando la mulattiera. La pendenza accentuata e il fondo a tratti sabbioso rende particolarmente faticoso questo tratto; bordeggiamo alcune roccette arenacee che sporgono sul salto a sinistra quindi procediamo sulla sottile traccia nell’erba con interessanti scorci verso sudest. In breve siamo al culmine del trekking in coincidenza della cima di Monte Mario (m 469 – ore 1,30 dalla partenza). Da notare, appesa ad un albero, la cassetta della posta che contiene niente meno che… il libro di vetta! (nonostante la contenutissima quota!). Il nostro percorso procede continuando a seguire il segnavia in discesa sull’altro versante; bordeggiamo alcuni affioramenti rocciosi per poi calare con più decisione nel bosco a tratti molto umido e ombroso. La discesa conduce alla marcata Sella di Battedizzo (m 325) sovrastata a occidente da un ripido rilievo roccioso e dalla quale osserviamo la Rupe del Sasso e le sottostanti strutture dell’acquedotto. Siamo inoltre ad un importante crocevia di sentieri; intersechiamo il tracciato che cala a sinistra verso Battedizzo mentre a destra conduce a Sasso Marconi. Ancora più destra troviamo il proseguo della nostra escursione: una mulattiera sassosa e sconnessa che riprende quota senza cartelli né segnavia ad indicare il tracciato. Seguiamo il percorso boschivo descrivendo un ampio semicerchio attorno al Monte Mario. L’assenza di segnavia non costituisce un problema grazie all’evidente tracciato spesso utilizzato dagli amanti della mountain bike. Torniamo a transitare presso le precedenti deviazioni per il sentiero che conduce alla cima mantenendo questa volta la più facile e comoda mulattiera sino a rientrare al quadrivio citato in precedenza posto a breve distanza da Commenda (m 399). Il rientro a valle prevede ora che manteniamo l’ampia mulattiera che prosegue a sinistra nel bosco. Ad inizio primavera possiamo osservare in questa frazione la presenza di piante davvero pregevoli quali il Dente di Cane (Erythronium dens-canis) e la scilla bifoglia (Scilla bifolia) qui presente ad una quota insolitamente bassa (normalmente è pianta comune a quote di bassa e media montagna, talvolta sino a 2000 metri). Il tracciato perde d’improvviso quota: transita presso una grotta parzialmente invasa dall’acqua che si apre nel costone alla destra. Transitiamo presso un valloncello molto umido oltre il quale notiamo, sulla sinistra, alcuni bellissimi esemplari di Campanellino (Leucojum vernum L), pianta davvero rara in Emilia e che deve assolutamente essere protetta. Nel proseguo la mulattiera si riporta all’aperto transitando, ora piana, attraverso rimboschimenti di conifere. Riprende improvvisa la discesa con la mulattiera che permane ampia e con fondo morbido e prativo. Notiamo nel fondo valle la città di Sasso Marconi quindi volgiamo verso destra con vista che si apre ulteriormente offrendo una magnifica panoramica della bassa valle del Reno sino alla pianura. Sulla destra notiamo chiaramente il seguito del nostro tracciato: bordeggiamo dall’alto il bel pendio prativo sino a rientrare in discesa alla casa colonica Piazza (m 289). Il rientro ricalca a questo punto a ritroso il sentiero dell’andata su strada bianca chiusa al traffico sino a riportarci al parcheggio presso Mugnano di Sopra (m 248) dove abbiamo lasciato l’automobile. L’escursione non richiede in tutto più di 3 ore complessive. Cenni sulla flora:
Come accennato nella descrizione del percorso si tratta di un itinerario che nel mese di marzo – inizio aprile permette la visione di un rilevante numero di specie floreali nonostante la vicinanza alla pianura. Rammentiamo le tre specie osservabili più rare e di rilevante valore botanico: il Dente di Cane (Erythronium dens-canis), la Scilla bifoglia (Scilla bifolia L.) e il Campanellino (Leucojum vernum L). Oltre a queste abbiamo notato diversi esemplari di Erba trinità (Hepatica nobilis), Polmonaria (Pulmonaria officinalis L.), Primula comune (Primula vulgaris), Anemone stellato (Anemone hortensis), Elleboro verde (Helleborus viridis), Dafne laurella (Daphne laureola L.), Anemone dei boschi (Anemone nemorosa L.) e, con minor frequenza, Anemone giallo (Anemone ranuncoloides L.). Con piccole deviazioni dal sentiero descritto, siamo stati in grado di trovare due tipi d'orchidea del genere Ophrys: il Fior di ragno (Ophrys sphegodes Miller) nei mesi di marzo - aprile e l'Ofride dei fuchi (Ophrys holosericea) nel mese d'aprile. A stagione più avanzata (maggio – giugno) compaiono altre belle specie di orchidee fra le quali ricordiamo l’Orchide macchiata (Orchis maculata), Orchide maggiore (Orchis purpurea Hudson), Orchidea cimicina (Anacamptis coriophora), Elleborina bianca (Cephalanthera longifolia (L.) Fritsch) e la splendida Orchidea screziata (Neotinea tridentata Scopoli).
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