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MONTE GEVOLI (MONTE GEGOLI - m 951)
Esistono le Alpi Apuane fatte di cime grandiose e pareti strapiombanti mentre vi sono quelle meno aspre ma non meno selvagge che interessano il boscoso settore meridionale. É in questa zona che sorge il modesto Monte Gevoli, elevazione che vive di un anonimato pressoché totale ma che permette, soprattutto in primavera e in autunno, un’avventura nel verde facile quanto affascinante. Apprezzerete una natura rigogliosa e soprattutto splendidi scorci in direzione del litorale toscano. Sono da evitare i mesi estivi per le temperature molto elevate mentre la stagione invernale può essere, in assenza di neve, presa in considerazione. Merita un cenno la flora osservabile soprattutto nella prima parte dell’escursione in quanto include endemismi e orchidee selvatiche di grande interesse; in coda alla descrizione trovate ulteriori particolari in merito. L’escursione in breve: Albergo Alto Matanna (m 1034) – Foce del Pallone (m 1092) – Toggiano (m 934) – Foce di Grattaculo (m 855) – Agriturismo Il Paesaggio – Foce di San Rocchino (m 803) – Monte Gevoli (Monte Gegoli – m 951) – Monte Gabberi (m 1108) Dati tecnici: Partenza dall’Albergo Alto Matanna (m 1034): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Dislivello assoluto: m 289.Segnaletica: totale tranne nella breve deviazione che conduce in vetta al Monte Gevoli. Acqua sul percorso: due fonti presso Toggiano. Accesso: Si accede alla partenza dalla bassa Garfagnana. Si abbandona il fondovalle del Serchio risalendo lo stretto solco vallivo del torrente Turrite Cava. Superiamo i paesi di Fabbriche di Vallico e Gragliana raggiungendo Mulini di Palagnana. Volgiamo a sinistra e saliamo per strada ripida e stretta ma asfaltata sino a raggiungere il parcheggio presso l'ex albergo Alto Matanna (m 1034). Descrizione del percorso: L’ambiente di partenza, circostante l’Albergo Alto Matanna, appare molto suggestivo: siamo tra bosco rado e spazi prativi ben curati. La struttura funge da rifugio nella bella stagione permettendo d’approvvigionarsi di cibo e acqua. Il nostro percorso si articola verso sinistra (segnavia n°3); superato un piccolo cancello bordeggiamo il minuscolo laghetto denominato Bozzone. In debole salita raggiungiamo rapidamente un poggio dal quale appare, davanti a noi, la struttura piramidale del Monte Piglione. Procediamo praticamente in piano, su percorso ampio e facile con, alle spalle, le rocciose vette della Pania della Croce e della Pania Secca. Pochi minuti e guadagniamo l’importante valico della Foce del Pallone (m 1092). Si tratta di un punto panoramico straordinario: ad occidente si apre alla vista la costa versiliese con visibili, nei giorni tersi, le isole Gorgona, Capraia ed Elba oltre alla Corsica proprio all’orizzonte. Nelle immediate vicinanze notiamo, verso nordovest, il Monte Gabberi in posizione molto prominente sulla costa oltre al vicino Matanna la cui via normale ha inizio proprio dalla nostra sella. Verso meridione scorgiamo il vicino Monte Prana. Procediamo abbandonando il proseguo diretto alla Foce del Termine per volgere verso destra mantenendo il sentiero n°3. Cominciamo a perdere quota in lunga diagonale discendente aggirando il versante meridionale del Monte Matanna. Siamo lungo la frazione più interessante della nostra camminata; il paesaggio è assai vasto offrendo la vista di una lunga frazione della costa toscana. Verso sud possiamo osservare il Lago di Massaciuccoli parzialmente occultato dalla sagoma del Monte Prana. Il sentiero si sviluppa tra la gariga potendo osservare specie floreali molto interessanti. Abbondano le orchidee spontanee in fioritura normalmente tra maggio e giugno. Proseguendo nella discesa la gariga e il prato calcareo lasciano spazio ai primi alberi e infine al bosco di latifoglie. In località Toggiano troviamo alcune rovine di vecchie costruzioni nonché due fonti utili per un approvvigionamento d’acqua. Subito oltre l’alberatura lascia spazio ad un nuovo punto belvedere aperto in direzione del Mar Ligure. Il cammino prosegue superando un malconcio cancello sino ad accedere alla Foce di Grattaculo (m 855). Superata la sella ci riportiamo nel folto. Bordeggiamo una vecchia casa in stato di abbandono quindi passiamo a sinistra di una grande rupe calcarea. Subito oltre si apre, a lato del sentiero, una grotta quindi troviamo ulteriori rovine di antiche case ormai soffocate da una vegetazione che sta lentamente cancellando il ricordo di una scomparsa civiltà contadina. Il tratto nel folto del bosco cessa improvvisamente lasciando spazio ai prati che caratterizzano l’area circostante l’Agriturismo Il Paesaggio. Soprattutto in primavera è una zona suggestiva per la rigogliosa vegetazione potendo nel contempo osservare, ancora una volta, il litorale versiliese e il Lago di Massaciuccoli. Il sentiero procede per un breve tratto riportandosi nel bosco sino ad accedere alla Foce di San Rocchino (m 803 – cartelli escursionistici), importante quadrivio dove si separano numerosi sentieri. Ignoriamo la sterrata che scende a destra nonché il sentiero 106 che cala a sinistra scegliendo di mantenere grosso modo il crinale. Il tracciato, contrassegnato dal segnavia n°107, riprende quota ripidamente su percorso ben tracciato che permane nel bosco. É bene fare attenzione ad un brusco cambio di direzione: il sentiero, superata la frazione più ripida, volge con decisione verso destra ed è quindi necessario ignorare le tracce fuorvianti che calano in direzione opposta scendendo la scarpata. Subito oltre si traversa restando di poco sotto cresta. Andiamo a sfiorare l’elevazione poco pronunciata del Monte Gevoli. Non vi sono segnalazioni che permettano di salire la cima. Si tratta di lasciare il sentiero segnato per rimontare senza via obbligata il facile pendio sulla destra scegliendo per la salita l’unico breve tratto in cui il bosco si dirada lasciando spazio ad un prato inclinato. Tra balze non troppo faticose guadagniamo in pochi minuti l’anonima sommità del Gevoli (o anche Gegoli – m 951 – ore 2 dalla partenza). Nonostante la cima sia pressoché sconosciuta e ancor meno frequentata, il paesaggio che offre sorprende per bellezza e vastità. Non vi sono alberi a turbare una visione che si estende verso est, nordest ad alcune delle principali cime apuane con, in evidenza, il Monte Corchia, la Pania della Croce, la Pania Secca, i monti Procinto, Nona e Matanna, quindi, volgendo verso meridione, i monti Piglione e Prana. Si ripete la vista del Lago di Massaciuccoli nonché di un tratto del litorale versiliese. Soltanto verso occidente il panorama è parzialmente interrotto dalla verdeggiante mole del Monte Gabberi. Chi lo desidera può interrompere l’escursione discendendo le pendici erbose del Gegoli sino a riprendere il sentiero segnato nel bosco che, seguito verso sinistra, riporta a ritroso alla partenza per un totale di 4 ore di marcia. Chi invece desidera un itinerario più lungo può, una volta ripreso il sentiero, procedere verso destra muovendo in direzione del Monte Gabberi. In questo caso si procede nel bosco sino ad una radura erbosa dove troviamo una modesta costruzione. Si procede oltre su sentiero sempre ben segnato affrontando in ultimo un canalino che permette l’accesso alla vetta del Monte Gabberi (m 1108 – ore 2,45 dalla partenza). Anche in questo caso consigliamo di rientrare alla partenza tornando a ritroso per un totale di 5,30 ore di cammino. Ricordiamo che la salita al Monte Gabberi può essere eseguita in modo differente seguendo il sentiero n° 107 in salita dalla frazione denominata La Culla. Clicca qui per leggere la relativa descrizione di salita. Cenni sulla flora:
L’intero massiccio delle Alpi Apuane offre un’abbondanza floristica davvero notevole con un notevole contingente di entità endemiche. L’escursione appena descritta permette di osservarne diverse soprattutto nella frazione compresa tra la Foce del Pallone e Toggiano avendo l’accortezza di eseguire l’escursione tra maggio e giugno. Segue un estratto delle numerose specie che abbiamo potuto osservare percorrendo l’itinerario nell’ultima decade del mese di maggio. Specie endemiche: 1) Santolina apuana (Santolina pinnata); endemica in senso stretto delle Alpi Apuane, è osservabile nelle garighe tra Foce del Pallone e Toggiano. 2) Vedovella delle Apuane (Globularia incanescens); endemismo apuano – appenninico dalle caratteristiche infiorescenze a globo di colore blu. É osservabile ad esempio nella grande rupe calcarea che bordeggia il sentiero nel tratto compreso tra la Foce di Grattaculo e l’Agriturismo Il Paesaggio. 3) Erba perla rupestre (Moltkia suffruticosa). Splendido endemismo con areale diviso in due settori: uno gravitante nelle Prealpi Venete e l’altro che interessa le Alpi Apuane e l’Appennino Lucchese. Abbiamo osservato alcune piante a valle del sentiero che scende nelle garighe tra Foce del Pallone e Toggiano. Altre specie osservate: 1) Sassifraga a foglie rotonde (Saxifraga rotundifolia) 2) Sassifraga meridionale (Saxifraga lingulata) 3) Orchide macchiata (Dactylorhiza maculata) 4) Orchidea maschia (Orchis mascula) 5) Orchidea delle zanzare (Gymnadenia conopsea) 6) Elleborina bianca (Cephalanthera longifolia) 7) Orchidea screziata (Neotinea tridentata) nelle garighe tra Foce del Pallone e Toggiano. 8) Orchidea bruciacchiata (Neotinea ustulata) nelle garighe tra Foce del Pallone e Toggiano. 9) Neotinea x dietrichiana (Neotinea x dietrichiana) nelle garighe tra Foce del Pallone e Toggiano. È l’ibrido tra le due specie precedenti. 10) Giglio caprino (Anacamptis morio) 11) Nido d’uccello (Neottia nidus-avis) 12) Ballerina (Orchis antropophora), osservabile sia in vetta al Monte Gevoli che nel tratto compreso tra Foce del Pallone e Toggiano. 13) Fior di ragno (Ophrys sphegodes) 14) Serapide lingua (Serapias lingua), particolarmente abbondante nei prati presso l’Agriturismo Il Paesaggio. 15) Orchide gialla (Orchis pauciflora) 16) Asfodelo montano (Asphodelus albus) 17) Erba roberta (Geranium robertianum) 18) Alliaria comune (Alliaria petiolata) 19) Primula (Primula vulgaris) 20) Primula maggiore (Primula elatior) 21) Giacinto dal pennacchio (Muscari comosum) 22) Narciso selvatico (Narcissus poeticus) 23) Bugola (Ajuga reptans) 24) Elleboro verde (Helleborus viridis) 25) Erica arborea (Erica arborea) 26) Dafne laurella (Daphne laureola) 27) Fragolina di bosco (Fragaria vesca) 28) Sferracavallo comune (Hippocrepis comosa) 29) Sassifraga bulbifera (Saxifraga bulbifera) 30) Geranio sanguigno (Geranium sanguineum) 31) Vincetossico comune (Vincetoxicum hirundinaria) 32) Ginestrone (Ulex europaeus), nelle garighe tra Foce del Pallone e Toggiano. 33) Fior di Giove (Lychnis flos-jovis) 34) Vedovella dei prati (Globularia vulgaris)
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