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CORNO BUCO (m 966) BRONZONE (m 1334) PUNTA ALTA (m 953)
Poste appena ad occidente del Lago d’Iseo, queste tre cime possono essere raggiunte in una stessa escursione eseguendo un ampio percorso circolare al quale si aggiunge la digressione per guadagnare il culmine del monte Bronzone. A dispetto della quota contenuta sono tre elevazioni straordinarie per il panorama vasto ed avvincente che regalano nei giorni tersi. Corno Buco e Punta Alta sono cime poste in posizione molto prominente sul lago d’Iseo e permettono splendide vedute sulle sottostanti acque; il Bronzone è leggermente più arretrato, tuttavia la quota più alta e soprattutto l’assenza di cime più elevate negli immediati dintorni, permette una vista ad ampio respiro estesa sino alle Alpi Orobie e all’Adamello a nord mentre verso meridione si abbraccia un ampio settore della Pianura Padana sino al lontano Appennino Tosco Emiliano. Nel complesso un’escursione appagante che richiede un certo allenamento per il dislivello rilevante; in compenso è possibile ridurre a due cime il percorso omettendo la digressione al Bronzone o addirittura si può scegliere di salire unicamente il Corno Buco o la sola Punta Alta. Chi potrà farà bene a considerare la possibilità di percorrere integralmente l’itinerario descritto: ribadiamo la spettacolarità del panorama di vetta del Bronzone. Importante è la scelta del periodo di percorrenza che dovrebbe avvenire preferibilmente in primavera (aprile – maggio) quando la neve, presente sui monti circostanti, renderà indimenticabile la vista. Avvincente è inoltre la salita in autunno quando i boschi si tingono dei mille colori che precedono l’inverno. La stagione fredda può essere presa in considerazione per il Corno Buco e la Punta Alta evitando i periodi successivi alle nevicate mentre sul Bronzone, decisamente più alto, potrebbero aversi difficoltà. Troppo caldo è il periodo estivo, tra giugno e settembre, considerando che la partenza avviene in pratica presso la sponda dell’Iseo appena a 200 metri di quota. Dati tecnici: Da Predore (m 187): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: molto frammentaria e a tratti assente nella salita al Corno Buco; totale nel tratto successivo anche se in alcuni punti l’aggiunta di qualche cartello renderebbe il percorso più chiaro. Dislivello assoluto: m 1147; dislivello reale superiore per via dei saliscendi di crinale (almeno m 1500 complessivi). Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: L’uscita autostradale più adatta per raggiungere la partenza è quella di Palazzolo sull’Oglio. Abbandonata l’autostrada A4 seguiamo le indicazioni che in pochi km permettono di raggiungere il paese di Sarnico, posto all’estremità occidentale del Lago d’Iseo. Proseguiamo risalendo la sponda bergamasca del grande specchio d’acqua raggiungendo in appena 7 km da Sarnico il paese di Predore, punto di partenza della nostra escursione. Descrizione dell’itinerario: L’itinerario ha inizio, come anticipato, in coincidenza del paese di Predore salendo a piedi per le strette viuzze asfaltate dell’abitato in direzione della soprastante Chiesetta di S.Gregorio. E’ possibile eventualmente portarsi più in alto con l’automobile prestando attenzione ai ripidissimi ed angusti vicoli. Un piccolo parcheggio con pochi posti auto è posizionato davanti allo stabile dell’acquedotto: è bene non procedere oltre con l’automobile in quanto l’asfalto lascia spazio ad una ripidissima carreggiata con pendenze affrontabili solo da fuoristrada o macchine a trazione 4x4. Questo tratto sarà pertanto risalito a piedi con cartello in legno posto sullo stabile dell’acquedotto indicante i vari segnavia tra i quali notiamo il 708 per la vetta del Corno Buco. Seguiamo la ripidissima stradina asfaltata con bel colpo d’occhio alle spalle sul paese di Predore e sul lago. Guadagniamo quota con alcuni tornanti ignorando la deviazione a destra che risale, con lunghissima scalinata, verso la Chiesetta di S.Gregorio. Procediamo su fondo che diviene cementato sino a raggiungere il pianetto ove è presente la Cappella del Crocifisso (località Dessi). Il percorso, ora quasi pianeggiante, raggiunge un evidente bivio dove abbandoniamo la strada piana per salire ripidamente a sinistra su mulattiera. Sarebbe raccomandabile, in coincidenza di questo bivio, l’aggiunta di un cartello indicatore; al momento del nostro passaggio (aprile 2012) vi era soltanto una malconcia indicazione riportante “Bronzone” sulla piletta in cemento a sinistra della mulattiera. Si risale la boscosa Valle di Predore ed è sorprendente trovare, lungo la carrareccia, alcune costruzioni in posizione isolata. I rari segnavia purtroppo non aiutano; in compenso il percorso ampio ed evidente elimina le ambiguità e porta all’evidente Cascina Castagna Grande. Si procede oltre con frazioni a fondo naturale che si alternano ad altre cementate. La fitta boscaglia si attenua lasciando spazio, più in alto, ad ampi appezzamenti prativi; il panorama finalmente si apre verso nordest permettendo di scorgere l’ampia mole del Monte Guglielmo, spesso coperta di neve sino a primavera inoltrata. Siamo inoltre sovrastati dall’ampia mole del Bronzone che raggiungeremo nel proseguo della camminata. Un breve tratto in salita conduce infine a pochi passi dal Colle di Oregia (m 820 – ore 1,45 dalla partenza) dove confluiamo in una più ampia carrareccia sterrata. Ancora una volta non vi è segnaletica a chiarire l’orientamento. Scegliamo comunque di volgere a sinistra: si tratta di una breve, raccomandabile digressione, che conduce, in 10 minuti appena, sino alla sommità del Corno Buco. In moderata salita seguiamo l’ampia sterrata che, appena sotto crinale, raggiunge una casa isolata. Pochi metri prima della costruzione si sale a destra, tra i bellissimi prati sommitali, raggiungendo in pochi istanti la grande croce metallica osservabile anche dalla sponda del Lago d’Iseo. Il punto più alto del Corno Buco è spostato tuttavia poco più a occidente e si raggiunge in qualche minuto tra prati e splendide fioriture che ne colorano l’ampia sommità nei mesi primaverili (m 966 – ore 2 dalla partenza). Da rilevare l’insospettabile panorama che si gode dalla grande croce metallica posta sull’anticima: si tratta di una posizione particolarmente esposta verso la pianura con una vista eccezionale sul settore meridionale del Lago d’Iseo. All’estremità inferiore del Sebino notiamo i paesi di Sarnico e Paratico sovrastati a sinistra dal rilievo boscoso del Monte Alto, mentre di fronte a noi osserviamo il paese di Iseo e le Torbiere del Sebino. A destra del lago notiamo, in primo piano, la sommità erbosa del Colle Camblino a coprire in parte il paese di Villongo mentre in direzione opposta, verso nordest, ammiriamo la grande cupola sommitale del Monte Guglielmo. Altrettanto straordinaria appare la vista salendo tra i prati sino al punto più alto. Dalla sommità apprezziamo come la vista del lago sia curiosamente divisa in tre frazioni: la sottostante anticima separa in due parti il Sebino con, a sinistra, la lunga dorsale boscata culminante nella Punta Alta ad impedire la visione della parte centrale dello specchio d’acqua; più a sinistra si scorge tuttavia un’ulteriore piccolissima frazione del Sebino subito sotto la verticale del Monte Guglielmo. A settentrione troneggia il Monte Bronzone, prossimo obiettivo della nostra escursione. Alla sua destra sfilano in lontananza le vette del Gruppo dell’Adamello oltre all’inconfondibile parete rocciosa della Presolana, già nelle Alpi Orobie. Un panorama che meraviglia e sorprende nelle giornate più terse per la sua vastità nonostante la quota non così rilevante. A concludere il tutto spicca, all’orizzonte meridionale, la lunga catena appenninica immediatamente oltre la Val Padana. Riprende la nostra escursione rientrando a ritroso, in una decina di minuti, sino al Colle d’Oregia (m 820). Proseguiamo con scarsi dislivelli lungo la carrareccia di crinale passando vicino ad una postazione di caccia con piccola pozza d’acqua; incontriamo come ulteriore riferimento un cartello indicante Monte Bronzone. In debole salita incrociamo il sentiero che verso destra condurrebbe alla Punta Alta (non vi sono cartelli indicatori); lo ignoriamo proseguendo di fronte a noi e incrociando subito oltre un’ampia carraia. Ignoriamo anch’essa raggiungendo, in breve ma ripida risalita, l’erboso Colle La Rola (m 939). Da notare lo scorcio verso il paese di Vigolo con lo sfondo del Monte Guglielmo oltre che sul retrostante Corno Buco. Per un breve tratto passiamo a destra del crinaletto traversando su evidente traccia scavata nel manto erboso; raggiungiamo in breve la sella posta alla base del crinale che ascende alla vetta del Bronzone. Le indicazioni e i segnavia (n°701), finalmente chiari, indicano l’ampia carraia sterrata che sale verso sinistra. La seguiamo, in moderata pendenza, raggiungendo una casa isolata per poi procedere su sentiero nel bosco. Il percorso, ora ben segnato, ascende lungamente verso sinistra nel bosco di latifoglie. Più in alto, in coincidenza di un bivio, eseguiamo un improvviso cambio di direzione: torniamo senza difficoltà verso destra con un lungo settore in falso piano che si articola tra bosco rado e affioramenti rocciosi. Qualche scorcio tra la vegetazione permette di intravedere la parte meridionale del Sebino e la sommità erbosa del Corno Buco. Il lungo traverso riporta infine all’ampia cresta meridionale del Bronzone: la risaliamo a sinistra, in sensibile pendenza, con il bosco che lascia rapidamente spazio alle ampie praterie sommitali. A poca distanza dalla sommità compare per la prima volta, sulla destra, il settore centrale del Lago d’Iseo con Monte Isola in bella vista sovrastato dal Monte Guglielmo. Un ultimo sforzo tra i vasti prati di vetta e siamo infine all’ampia radura sommitale (m 1334 – ore 3,20 dalla partenza). Indimenticabile il panorama, aperto in tutte le direzioni grazie alla posizione isolata della montagna. Nello specifico si apre il panorama verso settentrione con in bella vista le Alpi Orobie e l’inconfondibile parete rocciosa della Presolana. Più a destra notiamo la Val Camonica e, in primo piano, le cime poste a occidente del Sebino con, in particolare evidenza, il Monte Mandolino e il Monte Seresao a sovrastare il paese di Vigolo. A breve distanza da noi notiamo la dorsale boscata che culmina nella Punta Alta sovrastare il Lago d’Iseo e Monte Isola. Sulla sponda orientale del Sebino spicca la ripida parete della Corna Trentapassi e l’inconfondibile calotta del Guglielmo. Verso meridione notiamo il Corno Buco, precedentemente salito, e il settore meridionale del Lago d’Iseo con le omonime torbiere. Naturalmente è possibile rientrare alla partenza a ritroso; molto più interessante è la possibilità d’eseguire uno splendido itinerario circolare che aggiunge una terza cima panoramica all’escursione. In questo caso si torna al Colle la Rola, si interseca un’ampia carraia e, pochi metri oltre, si trova un sentiero che si separa a sinistra (segnavia 701). Da notare l’assenza di segnaletica in coincidenza del bivio, si osservano tuttavia i segnavia sugli alberi lungo il sentiero. Abbandoniamo pertanto il proseguo verso il Colle d’Oregia per volgere a sinistra e guadagnare in breve un poggio erboso. Proseguiamo in debole discesa rientrando nel bosco e traversando sotto cresta sul versante meridionale. Dopo una lunga frazione nel folto ci riportiamo in piena cresta in coincidenza dei magnifici prati del Colle del Giogo (m 811 – ore 0,45 dal Colle La Rola – ore 4,45 complessive). E’ presente una piccola chiesetta e il panorama concede un’apertura verso il Lago d’Iseo. Osserviamo la cresta boscosa culminante nella Punta Alta che andremo ora a risalire. Ancora una volta l’assenza di segnaletica crea alcune difficoltà: un segnavia apposto su un albero sembra indicare una traccia che abbandona il crinale calando nella boscaglia a destra. E’ bene ignorare questa possibilità mantenendo, in modo più logico, l’ampia cresta erbosa avendo come riferimento un bel casolare che domina il pendio. Raggiunta la costruzione passiamo alle sue spalle ritrovando il segnavia nel bosco sovrastante. Riprende in debole risalita il tracciato nel bosco mantenendo in linea di massima lo spartiacque per poi obliquare alla sua sinistra restando comunque in prossimità della dorsale. Il tracciato nel folto impedisce l’osservazione del panorama circostante sino ad accedere in ultimo alla sommità della Punta Alta (m 953 – ore 0,45 dal Colle del Giogo – ore 5,30 complessive). Proprio in vetta scompare l’alberatura e rimaniamo stupiti dall’improvviso quanto avvincente panorama. La particolare posizione di questa cima, molto prominente in direzione del Lago d’Iseo, concede infatti una vista che, a parità di quota, ha pochi eguali nei dintorni del Sebino. Una tabella è stata aggiunta in vetta a rappresentare l’orizzonte con le principali cime osservabili. La vista più attraente è senza dubbio quella del vicino Monte Isola, massima isola lacustre italiana, sulle cui pendici osserviamo, da destra verso sinistra, i paesi di Menzino e Siviano. Appena a sud di Monte Isola scorgiamo il piccolo isolotto di San Paolo mentre a sovrastare la sponda bresciana del lago sfila una lunga sequenza di cime prealpine fra le quali spicca, ancora una volta, il grande e tozzo rilievo arrotondato del Monte Guglielmo. Ancora più distante si scorge a fatica la lunga sequenza di cime che costituiscono il Monte Baldo. La sottostante sponda bergamasca del lago appare in prevalenza boscosa ed impervia. Verso nord osserviamo una parte del settore settentrionale del Lago d’Iseo con il paese di Lovere e, sulla sponda orientale, l’inconfondibile profilo del Monte Corna Trentapassi. L’orizzonte settentrionale è chiuso dalla lunga sequenza di cime delle Alpi Orobie con, in particolare evidenza, le grandi pareti dall’aspetto dolomitico della Presolana. Appena più a destra notiamo Pizzo Camino Camuno e una parte del Gruppo dell’Adamello. Verso ovest sudovest apprezziamo la grande mole precedentemente risalita del Monte Bronzone e il vicino Corno Buco mentre sullo sfondo, nei giorni più limpidi, l’orizzonte è chiuso dalle lontane Alpi piemontesi. Non resta ora che discendere ripidamente alla partenza: caliamo dalla cima sul segnavia 734 seguendo l’ampia spalla boscata che dalla Punta Alta cala verso sudest. Nonostante la discesa particolarmente ripida e qualche roccetta affiorante non vi sono, ancora una volta, apprezzabili difficoltà. Raggiungiamo un’ampia radura con immenso panorama ancora una volta esteso al Lago di Sebino con il sottostante paese di Predore mentre a sudovest spicca in modo evidente il profilo boscato del Corno Buco con la sua caratteristica sommità erbosa. Il percorso segnato cambia ora direzione volgendo bruscamente a destra per scendere nel bosco di latifoglie. Nel folto guadagniamo uno stretto ed ombroso valloncello con torrente e risorgiva naturale. Sulla sinistra intravediamo uno spazio prativo con casa di campagna (località Varasca Alta – m 580). Procediamo su buon sentiero che cala con numerose svolte sino a confluire nella sottostante carrareccia cementata; la seguiamo verso destra passando tra belle case, prati ed uliveti. Siamo ormai in vista del fondovalle: raggiungiamo la sommità della lunga scalinata che, passando per la Chiesetta di S.Gregorio conduce con 288 gradini sino alla strada asfaltata che sale da Predore verso Dessi. Dalla scala il panorama è particolarmente suggestivo: osserviamo il sottostante paese di Predore nonché gran parte del settore meridionale del lago d’Iseo in direzione di Sarnico. In fondo alla scalinata si conclude il nostro percorso ad anello: l’ultimo tratto di strada è comune all’andata e riporta rapidamente a Predore (m 187 – ore 7 complessive). Cenni sulla flora:
Abbiamo eseguito l’escursione descritta alla fine del mese di aprile rilevando un numero consistente di specie floreali che faranno la felicità degli appassionati. Tra le piante di maggior pregio ricordiamo senz’altro: 1) Peonia selvatica (Paeonia officinalis) dagli appariscenti fiori fucsia. Questa pianta, piuttosto rara per ampi tratti delle Alpi e degli Appennini, è presente su questo itinerario con sorprendente abbondanza. I primi esemplari si incontrano presso l’anticima del Corno Buco, affacciandosi verso meridione; molti altri sono osservabili salendo al Bronzone e nel lungo crinale che passando per il Colle del Giogo conduce alla Punta Alta, presso la cui vetta troviamo gli ultimi esemplari. 2) Orchide pallida (Orchis pallens) dalle bellissime infiorescenze gialle. E’ presente nel bosco rado a poco distanza dalla cima del Bronzone. 3) Primula orecchia d’orso (Primula auricula), dalle caratteristiche foglie farinose. Alcuni esemplari sono presenti lungo le roccette affioranti a lato del sentiero che sale al Bronzone a circa 1100 – 1200 metri di quota. 4) Orchide omiciattolo (Orchis simia) nei prati presso la partenza, poco a valle della località Dessi. 5) Fior di ragno (Ophrys sphegodes) nei prati presso la partenza, poco a valle della località Dessi. 6) Narciso selvatico (Narcissus poeticus) presente con particolare abbondanza nei prati subito a valle del Colle d’Oregia. 7) Carice del Monte Baldo (Carex baldensis); endemismo insubrico con areale esteso dalle Grigne ai Monti Lessini, inconfondibile per le sue spighe di colore bianco. Moltissime altre specie rallegrano con i loro variopinti colori la salita. Ricordiamo alcune fra le più appariscenti: 1) Acetosella (Oxalis acetosella) 2) Bosso strisciante (Polygala chamaebuxus) 3) Cicerchia primaticcia (Lathyrus vernus) 4) Elleboro verde (Helleborus viridis) 5) Vedovella alpina (Globularia nudicaulis) nel bosco rado poco sotto la cima del Bronzone. 6) Erica carnea (Erica carnea) nei prati sommitali del Bronzone. 7) Pero corvino (Amelanchier ovalis) 8) Primula (Primula vulgaris) 9) Primula odorosa (Primula veris) 10) Erba trinità (Hepatica nobilis) 11) Genzianella (Gentiana verna) nelle praterie sommitali del Monte Bronzone. 12) Genziana di Koch (Gentiana acaulis) sui prati di vetta del Corno Buco. 13) Bugola (Ajuga reptans) 14) Vulneraria (Anthyllis vulneraria) 15) Saponaria rossa (Saponaria ocymoides) 16) Mughetto (Convallaria majalis) 17) Dente di cane (Erythronium dens-canis) 18) Ciclamino delle Alpi (Cyclamen purpurascens) 19) Consolida maggiore (Symphytum officinale) 20) Biscutella montanina (Biscutella leavigata) 21) Polmonaria maggiore (Pulmonaria officinalis) 22) Carice minore (Carex humilis) Un accenno speciale lo merita la presenza dello Zafferano selvatico (Crocus biflorus) nei prati presso Varasca Alta e in prossimità del Santuario della Madonna della neve; diffuso in molte regioni d’Italia, Crocus biflorus è molto simile ma nettamente più raro del comune Croco (Crocus vernus). Le due specie sono facilmente distinguibili in quanto Crocus biflorus presenta da tre a cinque evidenti strie longitudinali di colore viola scuro sull’esterno delle lacinie. Rispetto a tutte le piante elencate sopra è nettamente più precoce in quanto fiorisce in febbraio – marzo.
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