Cima Moravacciera - Testa dell'Adrech

TESTA DELL’ADRECH (m 2475)

TESTE DE LAS PLANAS (m 2331)

TESTA GIAS DEL CIAVAL (m 2329)

CIMA MORAVACCIERA OVEST (m 2420)

 

Se qualcuno ventilasse la possibilità di camminare sul crinale delle Alpi su comodo sentiero siamo sicuri che gran parte degli escursionisti sarebbero riluttanti nel credere che ciò sia realizzabile. Nell’immaginario comune la cresta alpina spartiacque è inaccessibile ai camminatori, un terreno adatto solo agli alpinisti esperti. In realtà esistono alcune felici eccezioni. Esistono frazioni di cresta ampie e dolci in grado di trasmettere l’emozione di una bella avventura in quota senza l’ansia di un ambiente pieno di pericoli. A questo riguardo vi proponiamo un’escursione nelle Alpi Marittime che non soltanto si sviluppa per intero oltre i 2300 metri, ma soprattutto non richiede nemmeno troppa fatica. Tutto ciò è possibile grazie alla possibilità di raggiungere in auto i 2350 metri del Colle della Lombarda, al confine tra Italia e Francia. Partendo dal valico si segue lo spartiacque verso occidente tra resti di trincee risalenti al primo conflitto mondiale senza nessuna apprezzabile difficoltà. Il percorso si presta a chiunque, anche con poca esperienza, voglia conoscere il meraviglioso mondo dell’alta montagna. L’unico reale impedimento può essere dato dalla presenza della neve che di solito scompare nel mese di giugno lasciando il percorso libero almeno sino a tutto ottobre. Scontata l’avvertenza di scegliere una giornata dal tempo stabile; il percorso è molto semplice ma con il maltempo e gli sbalzi di temperatura tipici delle creste battute dai venti anche il più semplice dei sentieri può presentare rischi, non ultimo quello determinato dai fulmini.

Il tracciato vi sembra troppo breve? Potete sempre prolungarlo raggiungendo il Santuario di Sant’Anna oppure potete aggiungere, partendo ancora una volta dal Colle della Lombarda, la salita alla Cima della Lombarda al fine di riempire al meglio un’intera giornata in montagna. Si tratta in questo caso di un’ascensione più impegnativa che richiede piede fermo per l’attraversamento di pietraie instabili.

L’escursione in breve:

Colle della Lombarda (m 2350) – Testa dell’Adrech (m 2475) – Teste de las Planas (Crête de la Lausette - m 2331) – Testa Gias del Ciaval (m 2329) – Cima Moravacciera Ovest (m 2420)

Dati tecnici:

Partenza dal Colle della Lombarda (m 2350): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 185; valore tuttavia poco significativo trattandosi di un percorso di crinale. Acqua sul percorso: assente.

Accesso:

Si accede alla partenza da Cuneo risalendo la prima parte della Valle Stura superando i paesi di Demonte e Vinadio. Subito oltre Vinadio abbandoniamo il proseguo della statale in direzione del Colle della Maddalena per volgere a sinistra, su stretta strada asfaltata, con indicazioni per il Colle della Lombarda. La strada risale il ripido e profondo Vallone di Sant’Anna. Nel settore superiore, a circa 1850 metri di quota, siamo ad un importante bivio: tralasciamo la deviazione a destra per il Santuario di Sant’Anna di Vinadio procedendo a sinistra su tracciato a tratti stretto ma sempre ben asfaltato. La salita ha termine dopo alcuni km in coincidenza del Colle della Lombarda al confine di stato tra Italia e Francia. La strada procederebbe in territorio francese calando verso Isola 2000. Nel nostro caso abbandoniamo l’automobile proprio al valico a breve distanza dal quale è presente, in territorio italiano, un rifugio aperto nella stagione estiva.

Descrizione del percorso:

Salendo dal versante italiano, il valico del Colle della Lombarda appare sovrastato, a sinistra, dalla grande Cima della Lombarda mentre a destra il crinale si innalza nel tozzo profilo della Testa dell’Adrech. Rimontiamo facilmente quest’ultima cima grazie ad un’evidente traccia di sentiero ben scavata tra la rada vegetazione erbosa d’altitudine. Tralasciamo pertanto l’ampia mulattiera che traversa verso occidente trovando il sentierino che rimonta, appena più a sinistra, il soprastante rilievo. Non vi sono segnavia ma la traccia appare ben evidente offrendo uno splendido paesaggio su entrambi i versanti: quello italiano osservando il grande vallone rimontato in precedenza con la strada asfaltata e il versante francese con ottimo scorcio in direzione di Isola 2000. Verso oriente notiamo la grande Cima della Lombarda a sovrastare il sottostante, omonimo valico. In breve guadagniamo la soprastante ampia sommità della Testa dell’Adrech (m 2475 – ore 0,15 dalla partenza).

Peccato per l’ambiente rovinato, nel versante francese, dagli impianti per lo sci. Per il resto la vista è notevolissima nonostante l’impegno per guadagnare la sommità sia contenuto. Si può decidere di rientrare a ritroso riportandosi al Colle della Lombarda per proseguire lungo l’ampia mulattiera che aggira nel versante italiano la Testa dell’Adrech. L’altra alternativa consiste nel proseguire lungo la linea spartiacque su terreno erboso libero andando poco oltre a confluire, in ogni caso, nella mulattiera che dal Colle della Lombarda muove verso occidente.

Il rientro a ritroso è di pochi minuti più lungo ma permette diversi spunti d’interesse per gli amanti della flora. Seguendo dal Colle della Lombarda la mulattiera (indicazioni per Cima Moravacciera e Santuario di Sant’Anna) siamo infatti sovrastati, a sinistra, da alcuni salti rocciosi. Piante magnifiche, quali la Sassifraga retusa e la Primula impolverata, trovano il loro habitat in questi affioramenti. La mulattiera, in questo primo tratto molto ampia e quindi a tutti gli effetti una sterrata, si sviluppa pressoché piana in una frazione dove i nevai tendono a persistere sino alla prima parte dell’estate. Da notare il bel pendio rivestito, tra giugno e luglio, dalla bellissima fioritura del rododendro. Si prosegue l’aggiramento della Testa dell’Adrech quindi il terreno spiana guadagnando lo spartiacque, in questo tratto ampio ed erboso, offrendo splendidi panorami su entrambi i versanti. Possiamo ora osservare il proseguo della nostra avventura. La sterrata procede assecondando le deboli pendenze del crinale. La cresta appare erbosa concedendo una visione vasta ed appagante. Pochi spauriti larici risalgono il pendio sul versante italiano ma non raggiungono lo spartiacque che resta pertanto libero da ostacoli. Il settore è stato interessato, durante la seconda guerra mondiale, dalla linea del fronte come appare evidente dalla presenza di alcuni reperti oggi abbandonati e da tratti di trincea in una sorta di museo a cielo aperto. La sterrata va riducendosi sempre più sino a trasformarsi in un bel sentiero che aggira nel versante italiano alcuni modesti dossi (Teste de las Planas- m 2331).

Attraversiamo uno splendido settore erboso in ambiente idilliaco e riposante. La particolare angolazione permette uno scorcio che nei giorni limpidi raggiunge la lontana sommità del Monte Viso, inconfondibile per la sua sagoma granitica. Proseguiamo perdendo debolmente quota ad aggirare sulla sinistra una sorta di conca detritica. Si stagliano, poco lontano, la cima della Testa Gias del Ciaval e, più a sinistra, la Cima di Moravacciera che appare da questa posizione bifida. Il sentiero, a tratti sostenuto da muretti in pietra visibilmente artefatti, lascia spazio ad una breve risalita tra i prati guadagnando un modesto dosso posto a sinistra della Testa Gias del Ciaval (m 2329). Quest’ultima cima può essere guadagnata con una breve digressione su facile terreno erboso sino a toccare i resti, posti in vetta, di un fortino di guerra abbandonato.

Ripreso il sentiero segnato aggiriamo a destra la più bassa della coppia di elevazioni che costituiscono la Cima Moravacciera. Ne aggiriamo le pendici detritiche sino a guadagnare il pulpito al di là del quale il sentiero precipita in direzione della grande conca che accoglie il Santuario di Sant’Anna. Un occhio attento potrà scorgere a distanza l’omonimo piccolo lago. Nelle immediate vicinanze, alla nostra sinistra, si staglia la piramide sassosa ed instabile che caratterizza la più alta delle elevazioni che costituiscono Cima Moravacciera. 

Per guadagnarne la sommità abbandoniamo il sentiero segnato volgendo a sinistra su traccia non segnata ma con percorso breve ed intuitivo. Muoviamo in direzione dell’esile selletta che divide Cima Moravacciera Ovest (la più alta) dalla Cima Centrale di Moravacciera raggiungendola in pochi minuti. Da notare il profondo salto che precipita nel versante francese. Dalla sella (m 2340) possiamo guadagnare entrambe le sommità. Per raggiungere la principale seguiamo l’esile traccia di sentiero che rimonta verso destra la piramide sommitale ricalcando di fatto l’esile filo di cresta che discende direttamente dalla cima. E’ un’ascesa breve e molto piacevole con eccellente visione alle spalle della Cima Centrale di Moravacciera. In ultimo siamo sull’esile pulpito sommitale (m 2420 – ore 1,30 dalla partenza).

Da notare come, verso occidente, la vetta precipiti in una dirupo ai cui piedi occhieggia il Lago Colle di Sant’Anna. Sulla sinistra osserviamo la Testa Auta del Lausfer mentre alla destra osserviamo il Santuario di S.Anna e l’omonimo vallone. I giorni più tersi concedono uno scorcio sui lontanissimi ghiacciai delle Alpi Centrali. Alle spalle possiamo osservare, in una bella visione d’insieme, gran parte del percorso coperto dal Colle della Lombarda sino alla vetta.

Il rientro avviene a ritroso con la possibilità naturalmente di salire anche la Cima Centrale di Moravacciera tornando alla selletta sottostante e risalendo in direzione opposta il crinale tra sfasciumi e detriti sino al punto più alto (m 2407). In tutto l’escursione impegna, tra andata e ritorno, per circa 3 ore.

Cenni sulla flora:

Alpi Liguri e Alpi Marittime sono ben note, tra i botanici, per la loro grande ricchezza di specie, parecchie delle quali endemiche ed esclusive del settore. Sono aree che furono risparmiate dalle glaciazioni funzionando come isola di rifugio per numerose specie ancora oggi mute testimoni di una lontana epoca, quando il clima era ben più rigido di quello attuale.

Di seguito trovate una lista delle entità più interessanti riconosciute nel corso della nostra escursione avvenuta nella seconda parte del mese di giugno.

1)     Sassifraga piemontese (Saxifraga pedemontana); la sottospecie nominale è endemica del Piemonte ed è inconfondibile per i grandi fiori bianchi.

2)     Sassifraga retusa (Saxifraga retusa) è un subendemismo presente in Italia solamente in Piemonte e in Valle d’Aosta. E’ una pianta da ritenersi nel complesso molto rara osservabile tuttavia con relativa facilità lungo questo percorso essendo presente tra la partenza in coincidenza del Colle della Lombarda e la Testa dell’Adrech. La fioritura è anticipata avvenendo in presenza degli ultimi nevai della stagione; solo raramente la fioritura si prolunga sino alla prima parte del mese di luglio.

3)     Primula impolverata (Primula marginata). Magnifico endemismo delle Alpi Occidentali che presenta stazioni disgiunte nelle Alpi Liguri nella zona del Monte Carmo e nell’Appennino Ligure (monti Ciapa Liscia e Roncalla) tra le province di Genova e Piacenza. Sono inconfondibili sia le infiorescenze violette che le foglie caratterizzate da secrezioni calcaree così come suggerito dal nome comune della pianta. Alcuni esemplari sono osservabili sulle rocce calcaree della Testa dell’Adrech.

4)     Androsace carnicina (Androsace adfinis). Tipico endemismo delle Alpi Occidentali segnalato in Piemonte, Valle d’Aosta e nelle aree contigue in territorio francese. Androsace adfinis è specie che necessita d’ulteriori studi ed approfondimenti sono infatti note almeno tre diverse sottospecie (brigantiaca, puberula e carnea) con areali parzialmente sovrapposti e con numerose forme intermedie a rendere ancora più difficoltosa la determinazione. Alcuni esemplari sono presenti nei prati tra la Testa dell’Adrech e la Teste de las Planas.

5)  Minuartia sedoide (Minuartia sedoides) salendo alla Testa dell’Adrech.

6)     Ranuncolo di Kuepfer (Ranunculus kuepferi)

7)     Falangio alpino (Lloydia serotina)

8)     Genzianella (Gentiana verna)

9)     Genziana di Koch (Gentiana acaulis)

10)  Sassifraga solcata (Saxifraga exarata)

11) Semprevivo ragnateloso (Sempervivum arachnoideum)

12)  Semprevivo montano (Sempervivum montanum)

13)  Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum)

14)  Orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina)

15)  Bugola (Ajuga pyramidalis)

16)  Biscutella montanina (Biscutella leavigata)

17)  Silene a cuscinetto (Silene acaulis)

18)  Clematide alpina (Clematis alpina)

19)  Soldanella alpina (Soldanella alpina)

20)  Spillone alpino (Armeria alpina)

21)  Astro alpino (Aster alpinus)

22)  Piede di gatto (Antennaria dioica)

23)  Trifoglio alpino (Trifolium alpinum)

24)  Mirtillo nero (Vaccinium myrtillus)

25)  Nontiscordardime (Myosotis alpestris)

26)  Botrichio (Botrychium lunaria)

                 VISUALIZZA QUI SOTTO LA PHOTOGALLERY DEL TREKKING

                                                        Cookie