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CIMA DELLA LOMBARDA (m 2801)
Tra le vette più alte delle Alpi Marittime proponiamo senz’altro la salita alla Cima della Lombarda in quanto gode di un avvicinamento favorevole grazie alla possibilità di raggiungere in auto i 2350 metri del Colle della Lombarda. Restano quindi meno di 500 metri di dislivello per guadagnare una cima dalla quale godere di un eccellente panorama esteso nelle giornate più limpide fino ai monti della Valle d’Aosta (Gran Paradiso e Monte Rosa). Si tratta di un’importante elevazione posizionata sul crinale principale e quindi attraversata dal confine tra Italia e Francia. L’ascensione richiede una certa dimestichezza nel muoversi su terreno instabile in quanto viene risalita una fastidiosa pietraia; nel settore sommitale non vi è quindi un sentiero ben marcato tuttavia la segnaletica guida tra i massi indicando il percorso migliore. Soprattutto non vi sono passaggi esposti o tecnicamente difficili, si tratta pertanto di un itinerario per escursionisti di media esperienza in grado di destreggiarsi su fondo scomodo e non sempre evidente. La quota significativa rende percorribile il tracciato tra luglio e ottobre per non trovarsi ad attraversare eventuali resti di neve o ghiaccio che spesso persistono per buona parte del mese di giugno. L’escursione in breve: Colle della Lombarda (m 2350) – Cima della Lombarda (m 2801) Dati tecnici: Partenza dal Colle della Lombarda (m 2350): Difficoltà: EE (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 451. Acqua sul percorso: assente. Accesso: Si accede alla partenza da Cuneo risalendo la prima parte della Valle Stura superando i paesi di Demonte e Vinadio. Subito oltre Vinadio abbandoniamo il proseguo della statale in direzione del Colle della Maddalena per volgere a sinistra, su stretta strada asfaltata, con indicazioni per il Colle della Lombarda. La strada risale il ripido e profondo Vallone di Sant’Anna. Nel settore superiore, a circa 1850 metri di quota, siamo ad un importante bivio: tralasciamo la deviazione a destra per il Santuario di Sant’Anna di Vinadio procedendo a sinistra su tracciato a tratti stretto ma sempre ben asfaltato. La salita ha termine dopo alcuni km in coincidenza del Colle della Lombarda al confine di stato tra Italia e Francia. La strada procederebbe in territorio francese calando verso Isola 2000. Nel nostro caso abbandoniamo l’automobile proprio al valico a breve distanza dal quale è presente, in territorio italiano, un rifugio aperto nella stagione estiva. Descrizione del percorso: Sin dal Colle della Lombarda (m 2350) ammiriamo, verso oriente, l’omonima cima. Nella prima frazione seguiamo l’ampia carrareccia che passa immediatamente a sinistra di alcune costruzioni ormai diroccate. Subito oltre il percorso diviene un buon sentiero che si articola, semplice e ben marcato, tra cespugli di rododendro con pendenza che resta moderata. La segnaletica gialla permette di guadagnare quota con la traccia che resta in questa prima parte a sinistra del crinale discendente dalla vetta. Da rilevare la vista alle spalle in direzione della partenza nonché sul versante francese scorgendo Isola 2000 e le antiestetiche piste da sci che ne circondano il centro abitato. In territorio italiano notiamo il piccolo specchio del Lago della Lombarda, noto anche come Lago d’Orgials superiore. I prati e i cespugli lasciano progressivamente spazio a grandi pietraie instabili con il percorso segnato che volge ripidissimo verso destra rimontando il costone sino a guadagnare il crinale discendente dalla cima. Scompare a questo punto il sentiero: osservando il pendio che conduce a sinistra verso il punto più alto notiamo un’immensa e caotica pietraia a primo acchito difficile da superare sia per l’instabilità del fondo che per la marcata pendenza. Si tratta in effetti di una frazione assai faticosa ma in realtà priva di tratti esposti, infatti i segnavia in vernice gialla guidano, grosso modo, lungo il filo di cresta, scostandosene alla destra nei tratti più impegnativi. Attenzione dev'essere prestata in ogni caso alla solidità degli appoggi: le numerose fessure e gli spazi tra una roccia e l’altra possono divenire pericolosi se non si saggia con attenzione l’equilibrio sui massi rischiando di scivolare. Con cautela rimontiamo l’immensa pietraia con il paesaggio che si apre a destra estendendosi alla prospiciente Cima di Vermeil e alla più distante Testa del Malinvern. Tra enormi blocchi di granito superiamo il tratto in massima pendenza sfiorando in più punti la linea di spartiacque con scorci verso nord in direzione del Monte della Valletta. La progressione è garantita dai segnavia e dagli ometti di pietre: soltanto in un tratto in diagonale ascendente verso la nostra destra non si incontrano, per alcune decine di metri, indicazioni. E’ possibile che le frane determinate dalle nevi invernali abbiano in parte eliminato la segnaletica. Con cautela si ritrovano, poco più in alto, i segnavia quindi la pendenza decresce e infine i massi lasciano spazio a brevi frazioni di sentierino a termine della frazione più impegnativa della pietraia. Nel settore superiore si ritrova, a sorpresa, una frazione erbosa, davvero insospettabile dal basso, dopo essersi a lungo destreggiati tra macigni e detriti instabili. Il crinale si allarga divenendo ampio e ben percorribile, in ambiente ora d’alta quota. La vista si estende ampia in direzione del Vallone di Sant’Anna oltre al già citato Lago della Lombarda posto in linea d’aria a breve distanza. Siamo ormai in vista del punto più alto. Raggiungiamo il crinale sommitale: aggiriamo a sinistra alcuni ruderi e infine guadagniamo la sommità (m 2801 – ore 1,40 dalla partenza). Grandioso il panorama di vetta, aperto sia sul versante italiano che in quello francese essendo la Cima della Lombarda posizionata sul crinale principale delle Alpi Marittime. Il ritorno avviene a ritroso. Cenni sulla flora:
Sebbene la salita affronti per gran parte una pietraia quasi del tutto priva di vegetazione avrete ugualmente modo d’osservare lungo il percorso alcune specie d’alta montagna d’assoluta rilevanza. Non mancano alcuni rari endemismi. Segue una lista delle principali entità osservate in occasione della nostra salita avvenuta all’inizio del mese di luglio. 1) Sassifraga piemontese (Saxifraga pedemontana); la sottospecie nominale è endemica del Piemonte ed è inconfondibile per i grandi fiori bianchi. 2) Viola delle Alpi Marittime (Viola argenteria). Splendido endemismo delle Alpi Marittime con areale disgiunto sui monti della Corsica. E’ presente con alcuni esemplari proprio presso la vetta. Inconfondibili le corolle per la loro delicata tonalità azzurra. 3) Eritrichio nano (Eritrichium nanum); bellissima pianta endemica delle Alpi che predilige gli sfasciumi e le rupi ad alta quota. Inconfondibile per le sue foglie ricoperte da una fitta peluria e per i fiori azzurri che ricordano quello del più comune Nontiscordardime. Sono presenti alcuni esemplari nelle rocce sommitali. 4) Sassifraga retusa (Saxifraga retusa) presente in Italia solamente in Piemonte e in Valle d’Aosta. 5) Iberidella grassa (Thlaspi rotundifolium), endemica delle Alpi, è facilmente reperibile nei ghaioni mobili. 6) Silene a cuscinetto (Silene acaulis) 7) Tossillaggine alpina (Homogyne alpina) 8) Sassifraga solcata (Saxifraga exarata) 9) Semprevivo ragnateloso (Sempervivum arachnoideum) 10) Minuartia sedoide (Minuartia sedoides) 11) Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum) 12) Genzianella (Gentiana verna) 13) Borracina verde scura (Sedum atratum)
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