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MONTE ARIO (m 1755) MONTE CAMPELLO (m 1642)
Posto sulla dorsale che divide la Val Trompia dalla Val Sabbia, il Monte Ario è una pronunciata piramide erbosa facilmente raggiungibile dagli escursionisti. Vi raccontiamo la via di salita più rapida, certamente la più bella in quanto offre un bellissimo tratto su esile crinale tra prati e caratteristici pinnacoli rocciosi. Sebbene non spicchi per la sua quota, il Monte Ario offre ugualmente un ottimo panorama grazie alla posizione avanzata in direzione della testata della Val Trompia con splendido scorcio sulle due cime più alte del circondario: il Dosso Alto e la Corna Blacca. E’ possibile prendere in considerazione la salita sin da aprile nonostante la nevosità della fascia prealpina grazie alla favorevole esposizione della via, per gran parte rivolta a meridione. Il periodo primaverile resta il migliore specie quando le pendici sommitali riprendono vita rivestendosi dei fiori e dei profumi della bella stagione. L’escursione in breve: Vaghezza (m 1168) - Passo delle Piazze (m 1222) – Pian del Bene (m 1515) - Monte Campello (m 1642) – Monte Ario (m 1755) Dati tecnici: Partenza presso Vaghezza (m 1168): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 587. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: Si può salire alla partenza da Brescia risalendo la Val Trompia. Si superano i paesi di Gardone Val Trompia e Marcheno raggiungendo Tavernole sul Mella. In paese troviamo il bivio sulla destra che permette di abbandonare l’importante arteria del fondo valle per salire a destra sulla provinciale che conduce a Marmentino. Raggiungiamo il paese in una decina di km quindi volgiamo a sinistra seguendo le indicazioni per Vaghezza. Dopo poche centinaia di metri siamo ad un ulteriore incrocio, sempre ben segnalato dai cartelli: abbandoniamo il proseguo per la frazione di Irma salendo a destra nel fitto bosco. Dopo circa 3 km da Marmentino usciamo dall’abetaia raggiungendo il bellissimo piano con ampio parcheggio a sinistra e bar punto di ristoro di fronte a noi. La strada proseguirebbe brevemente a destra per poche centinaia di metri sino alla piccola frazione di Vaghezza. Conviene tuttavia lasciare l’auto nell’ampio parcheggio (m 1168) in quanto la segnaletica escursionistica indica la stradina che sale a sinistra al Monte Ario. E’ naturalmente possibile raggiungere la partenza anche dalla Val Sabbia. In questo caso si abbandona il fondo valle in coincidenza del paese di Nozza salendo ripidamente a Pertica Alta su carrozzabile curvosa e a tratti molto stretta. Si prosegue quindi sino a Marmentino dove troviamo il bivio per Vaghezza questa volta sulla destra. Il seguito ricalca l’avvicinamento descritto sopra. Descrizione del percorso: Sin dalla partenza ammiriamo un riposante ambiente tra verdeggianti prati e boschi di conifere. Nel primo brevissimo tratto seguiamo la stradina asfaltata che sale a sinistra con cartello di divieto di transito al traffico automobilistico. Poco oltre il segnavia bianco azzurro del sentiero 3V si separa a sinistra rimontando una breve scarpata nel bosco. E’ altrettanto possibile mantenere la strada in quanto le due possibilità si ricongiungono poco a monte nei pressi di una casa nel bosco. Proseguiamo quasi in piano su comoda carrareccia sterrata che penetra nel lussureggiante bosco di conifere. Poco oltre siamo nuovamente all’aperto tra splendidi prati guadagnando in breve l’ampia sella denominata Passo delle Piazze (m 1222). Siamo ad un importante crocevia: a destra si cala in Val Sabbia mentre in direzione opposta si traversa in direzione della Valle dei Peri; tra i due percorsi troviamo una terza possibilità: un bel sentiero che sale ripidamente nel bosco con evidente cartello indicante “Monte Ario”. Scegliamo quest’ultimo percorso risalendo nel folto con rari scorci panoramici in direzione della lontana Pianura Padana. Il tracciato, facile e ben tracciato, rimonta il pendio in pendenza moderata ma costante permanendo a lungo nel fresco del bosco. Siamo infine all’uscita dal folto in coincidenza di una vasta distesa prativa dominata, davanti a noi, dal profilo del Monte Campello e dalla cresta sommitale che prosegue verso Monte Ario. In ambiente idilliaco camminiamo tra i prati, in pendenza ora molto lieve, con scorcio sul lontano settore meridionale del Lago di Garda e sul Monte Baldo, mentre alle spalle spicca l’evidente tozza sommità del Monte Guglielmo. Siamo al Pian del Bene (m 1515 – ore 0,45 dalla partenza) e in coincidenza d’esso intersechiamo un’ampia sterrata che conduce a destra sino alla già visibile Malga Pian del Bene di Sopra. Il nostro sentiero procede invece molto ripido verso il soprastante Monte Campello senza lasciarsi fuorviare dall’intersezione con la sterrata. Un cartello segnaletico e il piolo in legno con il segnavia bianco azzurro del sentiero 3V indicano in modo inequivocabile la giusta direzione. Rimontiamo il pendio erboso con pendenza crescente e soprattutto con splendido paesaggio grazie all’alberatura che si limita a poche isolate conifere. Osserviamo le vette più alte della Val Trompia mentre alle spalle si distende lontana la pianura e, nei giorni più tersi, la lunga catena appenninica. La salita conduce lungo la bella cresta culminante nel Monte Campello. Non lontana appare la cima del Monte Ario al culmine di un crinale caratterizzato dall’affioramento di alcune guglie calcaree. Restiamo dapprima a sinistra del crinale rasentando la cima del Campello (m 1642) quindi ne seguiamo il dorso nel complesso abbastanza ampio tra isolati esemplari di pino mugo e splendide fioriture variopinte. Ci affacciamo sul versante orientale con splendido scorcio verso le rocce della Corna Blacca e il pendio per lo più prativo del Dosso Alto. Il percorso, sempre scavato nel manto erboso, diviene più articolato aggirando alcuni caratteristici gendarmi rocciosi. Uno in particolare si erge alla nostra destra e domina un profondo salto strapiombante sulla sottostante vallata. Il sentiero supera poi uno stretto passaggio tra una guglia a destra e un roccione a sinistra al di là del quale perdiamo qualche metro. Il tracciato è in questo breve tratto più stretto e in lieve esposizione sul salto a destra ma si tratta di pochi istanti: subito oltre il percorso, quasi piano, traversa comodo nel prato raggiungendo la base della cuspide sommitale. Affrontiamo ora l’ultima frazione di salita: lasciamo alle spalle gli affioramenti calcarei per rimontare i facili prati di vetta. Il pendio concede splendidi scorci su entrambi i versanti; soprattutto scorgiamo verso nordovest le cime più alte delle non distanti Alpi Orobie. In ambiente ampio e luminoso rimontiamo senza difficoltà il pendio erboso sino a raggiungere l’ampio pianoro di vetta (m 1755 – ore 1,40 dalla partenza). Nonostante la quota non elevatissima il Monte Ario concede un eccellente panorama di vetta. Dominiamo la testata della Val Trompia con i suoi piccoli paesi sino ad innalzarci all’ampia sella del Passo della Maniva. Appena più a destra notiamo il Dosso Alto parzialmente coperto dal più vicino Monte Pezzeda. Volgendo verso oriente la scena è occupata dalle quinte rocciose della Corna Blacca quindi la vista si dilata raggiungendo la distante cresta del Monte Baldo. Più a meridione notiamo il settore meridionale del Lago di Garda con ben visibile il sottile istmo di Sirmione. Passando a sudovest la grande cupola del Monte Guglielmo spicca verdeggiante a dominare la parte inferiore della Val Trompia. Il rientro avviene a ritroso (ore 2,45 complessive per l’intero percorso). Cenni sulla flora:
Sebbene non ci troviamo in zona di parco, la salita ai monti Ario e Campello offre ugualmente una buona varietà di specie floreali che arricchiscono e rallegrano la salita sin dalla tarda primavera. Indichiamo brevemente, di seguito, le principali specie osservate in occasione della nostra ascensione, avvenuta nel mese di maggio. Endemismi: 1) Carice del Monte Baldo (Carex baldensis), inconfondibile per la sua curiosa infiorescenza a spiga di colore bianco. E’ un endemismo insubrico con areale esteso dalle Grigne ai Monti Lessini e con una presenza secondaria in Engadina. Risulta presente nei prati sommitali, specialmente nei pressi del Monte Campello. 2) Primula meravigliosa (Primula spectabilis). Caratterizzata da un’appariscente corolla con petali tra il rosso e il violetto, è un endemismo insubrico con areale esteso dalla Val Camonica sino ai monti del Grappa. Lungo questo itinerario è osservabile a monte del Pian del Bene sino presso la cima del Monte Ario. Ha colonizzato sia i prati che i pinnacoli calcarei di cresta insediandosi talvolta in posizioni strapiombati. 3) Rododendro irsuto (Rhododendron hirsutum); Endemico di un ampio areale centrato essenzialmente sulle Alpi Orientali, è facilmente riconoscibile dal più comune Rododendro ferrugineo per l’evidente pelosità che ne riveste le foglie. Alcuni esemplari sono presenti lungo il tratto di sentiero compreso tra il Passo delle Piazze e il Pian del Bene. Altre piante osservabili: 1) Orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina). Abbondante nei prati del Pian del Bene, è presente nelle due versioni di colore giallo oppure violaceo. 2) Anemone narcissino (Anemone narcissiflora), presente con alcuni esemplari al Pian del Bene. 3) Pinguicola alpina (Pinguicola alpina). Una delle poche piante carnivore presenti in Italia; le sue foglie appiccicose sono una trappola per gli insetti più piccoli; la pianta produce poi enzimi atti a digerire le prede. E’ presente nei macereti in cresta, presso il Monte Campello. 4) Scilla bifoglia (Scilla bifolia), al Pian del Bene 5) Vedovella alpina (Globularia nudicaulis) 6) Ranuncolo erba-tora (Ranunculus thora) 7) Genzianella (Gentiana verna) 8) Genziana di Clusius (Gentiana clusii) 9) Rosa di Natale (Helleborus niger) 10) Acetosella (Oxalis acetosella) 11) Pepe di monte (Daphne mezereum) 12) Latte di gallina (Ornithogalum umbellatum) 13) Primula comune (Primula vulgaris) 14) Erba trinità (Hepatica nobilis) 15) Biscutella montanina (Biscutella leavigata) 16) Bosso strisciante (Polygala chamaebuxus) 17) Erica carnea (Erica carnea) 18) Aquilegia scura (Aquilegia atrata) 19) Fragolina di bosco (Fragaria vesca) 20) Saponaria rossa (Saponaria ocymoides) 21) Uva ursina (Arctostaphylos uva-ursi) 22) Croco (Crocus vernus) 23) Consolida maggiore (Symphytum officinale) 24) Sigillo di Salomone (Polygonatum odoratum) 25) Bugola (Ajuga reptans) 26) Anemone bianca (Anemone nemorosa) 27) Anemone gialla (Anemone ranuncoloides) 28) Arabetta di Haller (Arabidopsis halleri)
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