Ziolera

MONTE ZIOLERA (m 2478)

Il Gruppo del Lagorai costituisce un’area ancora poco antropizzata e in generale non troppo conosciuta dagli escursionisti. Tra le pochissime eccezioni vi è il Monte Ziolera grazie alla sua vicinanza ad un importante valico transitabile in automobile, il Passo Manghen. E’ una meta giustamente frequentata in virtù di un magnifico panorama sommitale agevolato da un sentiero che affronta un dislivello nel complesso contenuto. Potrete godere di uno splendido colpo d’occhio sulla parte centrale del Lagorai oltre alla presenza, sulla via di ritorno, del Lago delle Buse ad impreziosire ulteriormente il settore. Inutile dire che si tratta di un’avventura consigliabile tra luglio e ottobre, in assenza di neve sulle pendici della montagna.

L’escursione in breve:

Passo Manghen (m 2047) – Forcella del Frate (m 2228) - Monte Ziolera (m 2478) - Forcella del Frate (m 2228) – Forcella Ziolera (m 2250) - Lago delle Buse (m 2066) - punto basso (m 1960) - Bar Ristorante Manghen Hütte - Passo Manghen (m 2047)

Dati tecnici:

Partenza dal Passo Manghen (m 2047): Difficoltà: E (Breve tratto EE presso la Forcella Ziolera con la presenza di funi metalliche fisse) (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale tranne nella frazione compresa tra la Forcella del Frate e la vetta del Monte Ziolera; la traccia appare tuttavia ben evidente non creando alcun problema di orientamento. Dislivello assoluto: m 518. Acqua sul percorso: una fonte nel tratto finale compreso tra il Lago delle Buse e il Passo Manghen.

Accesso alla partenza:

L’escursione ha inizio in coincidenza del Passo Manghen, importante valico rotabile posto sul crinale della catena del Lagorai. Si sale al valico da Borgo Valsugana rimontando la Val di Calamento. Chi proviene da nord raggiunge invece Molina di Fiemme quindi risale la lunga Val Cadino sino ad accedere al passo (17 km da Molina).

Descrizione del percorso:

Abbandonata l’automobile in coincidenza del valico seguiamo il segnavia 322 con cartello indicante le forcelle Ziolera e Montalon. Siamo oltre i 2000 metri di conseguenza l’alberatura è già molto ridotta. Si cammina tra prati d’altitudine e massi rotolati dalle pareti che ci sovrastano con panorama esteso alle vette circostanti. Notiamo il proseguo del nostro sentiero che, con un ampio semicerchio, traversa sotto le pendici occidentali del Monte Ziolera. E’ una frazione quasi senza dislivello e quindi facile e non faticosa. Raggiunto il fianco della vicina Cima di Valsolero cambiano le caratteristiche del tracciato. L’ascensione si fa assai ripida e con alcuni faticosi tornanti guadagniamo infine la Forcella del Frate (m 2228), marcato intaglio compreso tra la Cima di Valsolero a destra e il Monte Ziolera a sinistra. Andiamo ora a salire proprio il Ziolera con la via normale abbandonando il sentiero segnato per volgere a sinistra. Il percorso appare già ben visibile ricalcando in pratica la lunga cresta discendente dal punto più elevato.

Il lungo crinale che ascende al Monte Ziolera presenta due volti distinti. Appare precipite il lato sinistro con una profonda scarpata a tratti strapiombante mentre il lato rivolto a destra è caratterizzato da prati inclinati con pendenze mai eccessive. Il sentiero resta appena scostato dal filo di crinale lungo quest’ultimo versante e l’ascesa, per quanto ripida, non offre nessuna reale difficoltà. Si sprecano gli scorci panoramici osservando verso occidente il Passo Manghen dove abbiamo abbandonato l’automobile mentre alle spalle finiamo con il sovrastare la Cima di Valsolero che assume progressivamente un aspetto mite pur mantenendo il suo profilo a forma di becco roccioso. Alle sue spalle andiamo ad osservare le cime che caratterizzano l’estremità occidentale del Gruppo del Lagorai mentre al di là del Passo Manghen arriviamo a scorgere la testata della Val Cadino e le montagne che ne fanno da quinte. Da rilevare, lungo il sentiero, il pietrisco di colore rossastro a tradire l’origine porfirica delle rocce che contraddistinguono la catena del Lagorai. La pendenza resta marcata e costante per tutta la salita. In ultimo la traccia di sentiero aggira sulla destra un breve tratto più impervio portandosi infine sul piccolo pianoro che caratterizza la cima (m 2478 – ore 1,30 dalla partenza).

Il panorama di vetta offre a nord un magnifico colpo d’occhio sulle montagne della Val di Fiemme e sulle cime che sovrastano la Val Cadino mentre quasi sotto la verticale si osserva un eccellente panorama sul Lago delle Buse. Rientriamo a ritroso sino alla Forcella del Frate andando a riprendere il segnavia 322 (ore 0,20 dalla cima – ore 1,50 dalla partenza). Lo seguiamo verso sinistra andando a tagliare il ripido pendio che il Monte Ziolera presenta verso meridione. Alterniamo frazioni prative con altre caratterizzate da magre zolle e colate di detrito mobile. Aggirato, in contenuta pendenza, tutto il fianco del Monte Ziolera siamo nuovamente sul crinale ancora una volta protesi verso il sottostante Lago delle Buse. Possiamo inoltre osservare il precipite fianco settentrionale dello Ziolera che appare decisamente roccioso ed impervio.

Siamo ora alla frazione più spettacolare del nostro percorso. Il tracciato procede lungo una magnifica cengia quasi senza pendenza che si sviluppa a sinistra della linea di crinale. Si tratta di un ardito percorso di origine militare che fu realizzato a scopo bellico durante la prima guerra mondiale. Davanti a noi osserviamo il Montalon con la marcata vetta della Pala del Becco. In un punto torniamo a lambire la linea di crinale per poi scostarcene sempre a sinistra su percorso mirabilmente scavato lungo la parete di roccia affiorante. Possiamo solo immaginare quanto lavoro deve aver comportato lo scavo di queste frazioni ricavate lungo la roccia viva e strapiombante. Subito oltre siamo all’unico punto del cammino a richiedere attenzione. La cengia affronta un breve salto in discesa piuttosto esposto ma ben attrezzato con fune metallica fissa. Le attrezzature annullano di fatto tutte le difficoltà, quanto meno per un escursionista di media esperienza. Subito oltre siamo in prossimità della Forcella Ziolera (m 2250 – ore 0,20 dalla Forcella del Frate – ore 2,10 dalla partenza). Abbandoniamo il segnavia 322 per calare a sinistra sul sentiero 361 (cartelli indicanti il Lago delle Buse) in un ambiente caratterizzato da bizzarre formazioni rocciose in parte calcaree.

La discesa è rapida e priva di ulteriori difficoltà; avviene tra prati inclinati e qualche affioramento roccioso. Il Lago delle Buse è sempre di riferimento essendo progressivamente più vicino. Decresce la pendenza con il sentiero che lascia spazio ad una bella mulattiera che a tornanti raggiunge infine l’allacciamento con il segnavia 322A. Siamo ad un importante crocevia di sentieri. I cartelli indicano, verso sinistra, la nostra direzione con il lago segnalato a 20 minuti di cammino e il Passo Manghen ad un’ora di marcia.

Il tracciato diviene pressoché piano con lo specchio d’acqua che resta alla nostra destra e con la possibilità di raggiungerlo senza via obbligata tra comode ondulazioni prative. Presso l’estremità occidentale del lago siamo ad un nuovo crocevia ben segnalato dai cartelli (m 2054 – ore 0,30 dalla Forcella Ziolera – ore 2,40 complessive). Ignoriamo il sentiero 361 che procederebbe in direzione della Malga Cadinello Alta per volgere a sinistra mantenendo il 322A con il Passo Manghen indicato a 40 minuti di cammino. Ricompare la vegetazione a conifere e perdiamo quota sino a toccare il punto più basso del nostro cammino (m 1960). In un punto una bella sorgente, l’unica del percorso, permette di ripristinare, seppure tardivamente, la scorta d’acqua. Il sentiero riprende debolmente quota guadagnando infine il Bar Ristorante Manghen Hütte, dove intercettiamo la strada asfaltata che sale attraverso la Val Cadino sino al Passo Manghen. Il valico del Passo Manghen è poco sopra il rifugio e lo raggiungiamo in qualche minuto a termine di un magnifico itinerario ad anello (ore 3,30 complessive).

Cenni sulla flora:

Tutto il Lagorai, trattandosi di una catena relativamente isolata e poco considerata dagli escursionisti, offre una grande ricchezza di specie alcune delle quali rare o endemiche. Segue una selezione delle più importanti osservate in occasione della nostra salita avvenuta nella seconda metà del mese di luglio.

Specie endemiche:

1)     Saponaria minore (Saponaria pumila). Raro endemismo delle Alpi Orientali presente in Italia con poche stazioni concentrate per lo più in Trentino Alto Adige e in Veneto. Presenta una vistosa fioritura di colore rosa. Lungo l’itinerario descritto sono presenti parecchi pulvini sin dalla partenza presso il Passo Manghen. Molti altri pulvini sono nei dintorni della Forcella del Frate e da qui lungo la via normale al Monte Ziolera.

2)     Sassifraga della Val di Fassa (Saxifraga depressa). Raro endemismo con areale molto ristretto limitato alla catena del Lagorai – Cima d’Asta e ad un piccolo settore delle Dolomiti Occidentali. La fioritura avviene di consueto in luglio - agosto ed è caratterizzata da piccoli fiorellini a petalo bianco. Lungo il percorso descritto è osservabile nelle rocce presso la Forcella Ziolera con alcuni esemplari nel tratto discendente verso il Lago delle Buse.

3)     Androsace dei ghiacciai (Androsace alpina). Endemica delle Alpi, colonizza i macereti alle quote superiori. E’ osservabile lungo il tratto di sentiero compreso tra la Forcella Ziolera e il Lago delle Buse.

4)     Senecio della Carnia (Senecio incanus subsp. carniolicum), endemico delle Alpi Orientali.

5)     Iberidella grassa (Thlaspi rotundifolium), endemica delle Alpi, è facilmente reperibile nel tratto di sentiero compreso tra la Forcella Ziolera e il Lago delle Buse.

6)     Bupleuro stellato (Bupleurum stellatum) endemico delle Alpi e della Corsica.

7)     Peverina dei ghiaioni (Cerastium uniflorum), endemica dell’intero arco alpino. 

Altre specie osservabili:

1)     Sassifraga muschiata (Saxifraga moschata)

2)     Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata)

3)     Sassifraga zolfina (Saxifraga bryoides)

4)     Sassifraga stellata (Saxifraga stellaris)

5)     Sassifraga androsacea (Saxifraga androsacea) tra la Forcella Ziolera e il Lago delle Buse.

6)     Paradisia (Paradisea liliastrum); specie nel complesso piuttosto rara osservabile nei prati presso la partenza.

7)     Linaiola d’alpe (Linaria alpina)

8)     Billeri pennato (Cardamine resedifolia)

9)     Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum)

10)  Camedrio alpino (Dryas octopetala) calando verso il Lago delle Buse.

11)  Botton d’oro (Trollius europaeus) tra il Lago delle Buse e il Passo Manghen.

12)  Clematide alpina (Clematis alpina) tra il Lago delle Buse e il Passo Manghen.

13)  Erba unta comune (Pinguicula vulgaris). Una delle poche piante carnivore presenti in Italia; le sue foglie appiccicose sono una trappola per gli insetti più piccoli; la pianta produce poi enzimi atti a digerire le prede. Lungo il percorso descritto è osservabile presso il Lago delle Buse.

14)  Ranuncolo dei ghiacciai (Ranunculus glacialis)

15)  Orchide candida (Pseudorchis albida)

16)  Nontiscordardime (Myosotis alpestris)

17)  Geranio selvatico (Geranium sylvaticum)

18)  Piede di gatto (Antennaria dioica)

19)  Sempiterni dei Carpazi (Antennaria carpathica)

20)  Semprevivo montano (Sempervivum montanum)

21)  Genziana di Koch (Gentiana acaulis)

22)  Genzianella (Gentiana verna)

23)  Biscutella montanina (Biscutella leavigata)

24)  Rodiola rosea (Rodiola rosea)

25)  Viola gialla (Viola biflora)

26)  Tossillaggine alpina (Homogyne alpina)

27)  Bartsia alpina (Bartsia alpina)

28)  Papavero alpino retico (Papaver alpinum subsp.rhaeticum)

29)  Iberidella alpina (Hornungia alpina)

30)  Campanula di monte (Campanula scheuchzeri)

31)  Campanula barbata (Campanula barbata)

32)  Nigritella comune (Nigritella nigra)

33)  Cavolaccio alpino (Adenostyle allariae)

34)  Arabetta alpina (Arabis alpina)

35)  Achillea moscata (Achillea moschata)

36)  Cariofillata dei rivi (Geum rivale)

37)  Silene rupestre (Atocion rupestre)

38)  Minuartia ricurva (Minuartia recurva)

39)  Ranuncolo a foglie di platano (Ranunculus platanifolius)

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