UOMO MORTO (PUNTONE DI MEZZO AL PRATO - m 1677)

Una splendida cresta che ricorda il volto di un uomo sdraiato si estende dalla Foce del Puntone sino alla Pania Secca. Noto localmente come Omo Morto è un singolare crinale posto proprio nel bel mezzo delle Panie ma in genere poco considerato dagli escursionisti per l’assenza di un sentiero segnato che ne guadagni le posizioni più elevate. In realtà, la frazione priva d’indicazioni si riduce ad una mezz’ora in tutto di cammino su fondo a tratti stretto e un po’ scivoloso ma non troppo impegnativo per un escursionista di livello medio. Dicevamo del curiosissimo toponimo: da una certa distanza, con un po’ di fantasia, è possibile riconoscere in uno sperone di roccia ed erba il sopracciglio; un ulteriore rialzo costituisce gli occhi mentre il punto più elevato, noto anche come “Puntone di Mezzo al Prato” ricorda il naso. Si prosegue con la bocca e l’ampio dorso del mento. Una piccola faggeta osservabile dal versante settentrionale sembra essere addirittura un ciuffo di capelli. Interessante il contrasto tra i prati del versante nord, dove si sviluppa la salita passando per il Rifugio Rossi, con l’enorme strapiombo che precipita invece sul lato meridionale, precipitando sulla frazione di Fornovolasco. Consigliamo la salita solo da maggio in poi per la presenza della neve che spesso resta nei dintorni del Rifugio Rossi sino a primavera avanzata. Il panorama è grandioso, grazie ad una posizione privilegiata e strategica nel mezzo dei giganti delle Alpi Apuane. 

L’escursione in breve:

Piglionico (m 1120) – Pianaccette (m 1190) – Rifugio E. Rossi (m 1609) – Uomo Morto (m 1677)

Dati tecnici:

Partenza da Piglionico (m 1120): Difficoltà: EE (E sino al Rifugio Rossi, EE nel tratto successivo). (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale sino al Rifugio Rossi, del tutto assente nel tratto successivo ma su traccia abbastanza evidente. Dislivello assoluto: m 557. Acqua sul percorso: una fonte lungo il sentiero subito al di sotto del Rifugio Rossi.

Accesso alla partenza:

L’accesso avviene dalla Garfagnana: in prossimità di Castelnuovo di Garfagnana troviamo il bivio che conduce in direzione di Sassi ed Eglio. Dagli abitati di Sassi ed Eglio seguiamo la rotabile con indicazioni per il Rif. Rossi, sino alla fine della strada presso la cappellina in località Piglionico (m 1150) dove parcheggiamo l'automobile.

Descrizione del percorso:

Il nostro itinerario prosegue oltre la cappellina su ampio e facile tracciato (segnavia n°7). Bordeggiamo un costone roccioso posto a sinistra del percorso. Poco oltre siamo ad un bivio: ignoriamo il sentiero 127 che cala a destra in direzione di Mosceta - Rif. Del Freo mantenendo il segnavia 7 ed entrando nell’ombrosa e fresca faggeta. Passiamo presso i ruderi delle Pianaccette (m 1190) quindi il sentiero diviene più ripido sviluppandosi sempre nel fitto bosco. Su percorso ben tracciato e segnalato raggiungiamo, in un’ora circa di cammino, l’uscita dalla faggeta proseguendo tra verdeggianti prati e osservando, sulla sinistra, l’impressionante e tozza cima rocciosa della Pania Secca. Poco oltre troviamo, segnalata da un piccolo cartello, la deviazione a sinistra per la vetta che si può, avendo tempo a sufficienza, aggiungere al percorso nel ritorno seguendo il sentiero scavato nell’erba. Procediamo volgendo a destra: siamo sovrastati dal “naso” dell’Uomo Morto che avremo modo di salire nel proseguo: appare inconfondibile la marcata calotta sommitale. Bordeggiamo una bella fonte quando siamo ormai in vista del soprastante Rifugio Emilio Rossi (m 1609) che raggiungiamo infine in ore 1,40 dalla partenza. Il paesaggio attorno alla struttura è già spettacolare con le rocciose cime circostanti a rendere quasi “dolomitico” l’ambiente. Ad oriente notiamo l’elegante sagoma della Pania Secca mentre verso ovest siamo sovrastati dall’imponente, tozza struttura della Pania della Croce; volgendo con lo sguardo a nord ovest spicca l’appuntita piramide del Pizzo delle Saette.

Possiamo ora salire i due punti più marcati della cresta dell’Uomo Morto, ovvero il “mento” e il “naso”. Il “mento” è proprio il punto finale del crinale in questione e le tracce per risalirlo iniziano subito dietro al rifugio. Saliamo faticosamente lungo il ripidissimo canale erboso seguendo un esile e stretto sentierino che punta per linea diretta al soprastante crinale. Puntiamo alla sella che divide la cupola sommitale del “naso” posizionata alla nostra sinistra, dal “mento”, posto più a destra, che appare da questa angolazione come un tavolato roccioso poco marcato. Nella salita ignoriamo un’esile traccia, non molto visibile, che si separa a sinistra e che utilizzeremo successivamente per salire al “naso”. Da notare inoltre lo scorcio verso la Pania Secca. Raggiunta la sella soprastante ammiriamo un grandioso paesaggio: siamo sul crinale e nell’altro versante precipita un ripidissimo pendio erboso esposto. A sinistra il “naso” si eleva con una parete strapiombante invalicabile, mentre a destra, lungo il sinuoso filo del crinale, si sviluppa il nostro sentierino che seguiamo guadagnando in ultimo la cima del “mento” (ore 0,15 dal Rifugio Rossi). Il paesaggio è affascinante con splendida vista, in primo piano, della Pania della Croce e sulla sottostante Foce del Puntone. Alle spalle osserviamo un inusuale scorcio con il “naso” che si sovrappone parzialmente alla grande sagoma della Pania Secca.

Con cautela torniamo a ritroso fino alla selletta posta quasi sotto la verticale del “naso”. Per guadagnare quest’ultima elevazione appare impossibile l’accesso diretto per cresta in quanto le roccette ricadenti verso di noi sono del tutto strapiombanti. Occorre pertanto procedere ricalcando a ritroso il percorso d’andata calando pertanto verso il sottostante Rifugio Rossi. A pochi minuti dalla struttura passiamo sulla traccia identificata all’andata che traversa, verso destra, sviluppandosi parallelamente al crinale dell’Uomo Morto. Con cautela, per via del tracciato stretto e poco evidente, aggiriamo per intero la base del “naso” prestando particolare attenzione al “paléo”, la tenace ma scivolosissima erba che caratterizza le cime delle Alpi Apuane. Raggiungiamo così il crinale dell’Uomo Morto il quale, rimontato ripidamente verso destra, conduce infine al punto più elevato del naso, noto anche come Puntone di Mezzo al Prato (m 1677 – ore 0,15 dal “mento” – ore 2,10 complessive).

Questa volta la vista più attraente è data dall’elegante e a tratti affilato crinale che si estende sino alla Pania Secca. In direzione opposta le nude rocce della Pania della Croce contrastano invece con il dorso verdeggiante del “mento” che, seppure più basso, copre parzialmente la montagna. Verso nordovest godiamo della splendida visione del Pizzo delle Saette. Il rientro avviene a ritroso prestando ancora una volta cautela al tratto che ci separa dal Rifugio Rossi (ore 3,40 complessive per rientrare a Piglionico).

Cenni sulla flora:

La salita all’Uomo Morto, al pari delle ascensioni alle Panie, avviene in ambiente nel complesso ancora integro, con notevoli emergenze botaniche che includono un buon numero di endemismi. Ricordiamo di seguito alcune delle fioriture più belle.

Piante endemiche:

1) Silene delle Apuane (Silene pichiana). Endemismo in senso stretto delle Alpi Apuane che predilige fondi detritici aridi. E’ ben osservabile lungo il crinale che sale al “mento” dell’Uomo Morto.

2) Caglio delle Apuane (Galium palaeoitalicum). Bellissimo endemismo apuano con piccole stazioni disgiunte in Campania e in Calabria che forma densi cuscinetti in grado di insinuarsi tra le pietraie e le fessure delle rocce. I fiori sono bianchi, molto piccoli e numerosi. Salendo alla forcella che divide il “naso” dal “mento” si raggiungono le rocce basali strapiombanti del naso. Qui si sono insediati alcuni esemplari della pianta in oggetto.

3) Vedovella delle Apuane (Globularia incanescens), il cui areale si estende non solo alle Alpi Apuane ma anche al vicino crinale dell’Appennino Tosco Emiliano e all’Appennino Lucchese. Trae il suo nome dai caratteristici capolini sferici di colore azzurro che tuttavia incanutiscono all’epoca della sfioritura. La denominazione “incanescens” ricorda proprio questa curiosa caratteristica. Come nel caso della precedente è osservabile salendo alla forcella che divide il “naso” dal “mento” quindi si raggiungono le rocce basali strapiombanti del naso dove sono presenti numerosi esemplari. E’ inoltre avvistabile ancor più facilmente presso la partenza, nel costone roccioso a sinistra del sentiero, tra la chiesetta di Piglionico e il bivio con il sentiero per il Rifugio Del Freo.

4) Pinguicola delle Apuane (Pinguicula apuana), endemica in senso stretto delle Alpi Apuane è presente presso la fonte poco sotto il Rifugio Rossi, subito a monte del bivio per la Pania Secca.

5) Aquilegia di Bertoloni (Aquilegia bertolonii). Endemismo stretto delle Alpi Apuane dagli appariscenti, grandi fiori di colore blu; è una pianta frequente soltanto nella zona del Monte Sagro, tra la Foce di Pianza e la Foce della Faggiola. Nelle altre zone delle Alpi Apuane è presente ma in modo più sporadico è tuttavia presente sul “naso” e sul “mento” dell’Uomo Morto con alcuni splendidi esemplari.

Altre piante di montagna facilmente osservabili:

1) Giglio di San Giovanni (Lilium bulbiferum), osservato nei prati presso la partenza, tra Piglionico e Pianaccette.

2) Sassifraga meridionale (Saxifraga lingulata), Nelle Alpi Apuane è il tipo di sassifraga più diffusa, al tempo stesso è quella che presenta le fioriture più spettacolari. Subito oltre la cappellina di Piglionico ha colonizzato le rocce a sinistra del sentiero prima di volgere a sinistra per salire al Rifugio Rossi. Al tempo dell’antesi, dalle rocce pendono centinaia di steli fioriti che offrono uno spettacolare panorama. (Nelle stesse rocce è presente anche l’endemica Globularia incanescens).

3) Dafne spatolata (Daphne oleoides) Presente lungo le rocce dell’altopiano della Vetricia, è facilmente osservabile a lato del sentiero che sale al Rifugio Rossi presso l’uscita dalla faggeta. Forma caratteristiche siepi trapuntate di fiori bianchi.

4) Primula orecchia d’orso (Primula auricula)

5) Sassifraga alpina (Saxifraga alpina) dalle foglie carnose con evidenti secrezioni calcaree lungo il bordo. E’ presente già alla partenza nelle rocce presso Piglionico.

6) Iberide sempreverde (Iberis semprevirens)

7) Camedrio alpino (Dryas octopetala)

8) Vincetossico comune (Vincetoxicum hirundinaria)

9) Sassifraga a foglie rotonde (Saxifraga rotundifolia) presente in buona quantità nella faggeta compresa tra le Pianaccette e il Rifugio Rossi.

10) Viola gialla (Viola biflora L.) poco a valle del Rifugio Rossi nelle zone umide.

11) Sassifraga solcata (Saxifraga exarata)

12) Moehringia muscosa (Moehringia muscosa)

13) Coclearia delle rupi (Kernera saxatilis)

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