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MONTE DELLA SCINDARELLA (m 2233) MONTE SAN GREGORIO DI PAGANICA (m 2076)
Salendo in automobile verso l’Albergo Campo Imperatore è inevitabile essere attratti, sulla destra, dalla grandiosa parete dall’aspetto dolomitico del Corno Grande; si tratta di una fama meritata trattandosi della vetta più alta dell’Italia peninsulare con forme che ricordano da vicino quelle di molte cime delle Alpi. In contrasto pochi escursionisti saranno attratti dalla cresta posizionata in direzione opposta ovvero a sinistra della strada. Fu così anche nel nostro caso finché in una bella giornata di fine giugno ne decidemmo comunque la traversata scoprendo un ambiente di sorprendente quanto inattesa bellezza. Il crinale che unisce il Monte della Scindarella al Monte San Gregorio di Paganica è un vero e proprio terrazzo dal quale osservare, quasi nella sua interezza, il grande altopiano di Campo Imperatore. La posizione offre poi un grandioso scorcio, ancora una volta, sul Corno Grande. Si tratta di un itinerario estremamente panoramico lungo una cresta percorsa assai raramente forse per l’assenza della segnaletica e per la vicinanza con vette di maggior notorietà. Gli escursionisti più estrosi, amanti del silenzio e della solitudine, troveranno in questo itinerario una dimensione della montagna difficilmente riscontrabile negli altri itinerari ben più noti nelle vicinanze dell’Albergo Campo Imperatore. Non si affronta alcuna difficoltà; l’unica raccomandazione è quella di scegliere una giornata con tempo stabile. L’assenza della segnaletica e il percorso in pieno crinale richiedono buona visibilità evitando il rischio di un temporale che si rivelerebbe pericoloso trovandosi sul filo di uno spartiacque. Per evitare eventuali resti nevosi è bene percorrere questo itinerario non prima di giugno potendo comunque eseguirlo sino a tutto ottobre. L’escursione in breve: Albergo Campo Imperatore (m 2130) – punto basso (m 2085) – Monte della Scindarella (m 2233) – anticima est (m 2180) – elevazione senza nome (m 2093) – Monte San Gregorio di Paganica (m 2076) Dati tecnici: Partenza dall’Albergo Campo Imperatore (m 2130): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale sino ai piedi del Monte Scindarella poi assente su tracce intuitive con buona visibilità. Dislivello assoluto: m 154. Si tratta tuttavia di un valore poco significativo trattandosi di un itinerario di crinale con parecchi saliscendi. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: Usando l’autostrada A24 Roma – L’Aquila si consiglia l’uscita di Assergi per poi seguire la segnaletica indicante Campo Imperatore. Si attraversa la bella località di Fonte Cerreto quindi si prosegue lungo la SS 17 bis guadagnando in salita la grande distesa di Campo Imperatore. Al bivio nell’altipiano, indicato dai cartelli, volgiamo a sinistra salendo verso i 2130 metri dell’Albergo Campo Imperatore. Il percorso stradale sfiora il laghetto Pietranzoni dal quale godiamo di un primo paesaggio mozzafiato sul Corno Grande. In coincidenza dell’Albergo Campo Imperatore il tratto transitabile ha termine (25 km da Assergi). Troviamo un comodo ed ampio parcheggio, un ristorante e l’arrivo della funivia che sale da Fonte Cerreto. Quest’ultima può essere utilizzata, come alternativa, per non salire in auto sino alla partenza. Descrizione del percorso: Dal parcheggio a termine della strada muoviamo verso meridione aggirando a sinistra l’Albergo Campo Imperatore per procedere in discesa al di là della costruzione. In qualche minuto raggiungiamo il punto più basso della camminata (m 2085) dopodiché rimontiamo per un breve tratto l’ampia cresta prativa che si impenna di fronte a noi (paletti segnavia in legno). Non raggiungiamo tuttavia la sommità del dorso che ci sovrasta, la segnaletica volge infatti a sinistra sfruttando un bel sentierino che traversa il pendio quasi in piano. Da rilevare la vista alle spalle con in evidenza l’Albergo Campo Imperatore sovrastato dal crinale culminante nel Monte Portella mentre più a sinistra si osserva l’elegante piramide rocciosa del Pizzo Cefalone. Sulla destra cominciamo a scorgere il Corno Grande, massima elevazione del sistema appenninico. Seguendo il sentiero si effettua un traverso affacciato a sinistra sugli ultimi lembi dell’altopiano di Campo Imperatore. Il paesaggio è di grande bellezza se si eccettua la visione, in questo primo tratto, degli impianti di risalita per gli sport invernali presenti sul fianco del Monte della Scindarella. La traccia, per un breve tratto, perde quota diagonalmente guadagnando l’impluvio di una modesta vallecola. Possiamo ora procedere in ambiente ampio e prativo rallegrato ad inizio estate da variopinte fioriture. Di assoluto rilievo appare la visione delle quinte quasi dolomitiche del non distante Corno Grande. Il sentiero lascia spazio ad un ampio tratturo scavato nel manto erboso che aggira a destra il culmine sul quale è posto l’arrivo di un impianto sciistico. Il paesaggio si apre ad occidente verso la conca che ospita la città di L’Aquila. E’ possibile scegliere se puntare alla stazione a monte dello skylift, appare tuttavia conveniente evitare la salita diretta muovendo piuttosto verso la selletta posta a destra rispetto all’arrivo dell’impianto di risalita. Si sale in questa direzione abbandonando il tratturo e i segnavia per intraprendere una lunga frazione in diagonale ascendente priva di indicazioni ma su fondo prativo nel complesso comodo e non troppo ripido. Il raggiungimento del crinale soprastante rivela un paesaggio di grandiosa e superba bellezza. L’immensa distesa di Campo Imperatore si apre ai nostri piedi delimitata dal magnifico crinale culminante nei monti Brancastello e Prena. Il paesaggio in direzione del Corno Grande e della dorsale di Monte Aquila è uno dei più avvincenti del circondario. La vetta del Monte della Scindarella appare ormai non lontana. Per raggiungerla ricalchiamo quasi fedelmente il filo del crinale che discende dalla cima assecondando alcuni saliscendi su percorso sempre semplice e facile da identificare con buona visibilità. Alle spalle osserviamo per l’ultima volta la stazione a monte degli impianti della Scindarella: nel proseguo dell’escursione l’ambiente appare in condizioni integre, senza traccia d’intervento umano e senza modifiche grazie all’assenza di un sentiero vero e proprio. Con pendenza decrescente siamo infine sul punto più alto (m 2233 – ore 1 dalla partenza) caratterizzato da un ometto di pietre. D’assoluta rilevanza il panorama. Il Monte della Scindarella appare come un magnifico balcone in direzione della dorsale culminante nel Pizzo Cefalone, Monte Portella e Monte Aquila mentre alle loro spalle appare grandiosa la sommità del Corno Grande. Verso nordest la cima del Monte Scindarella domina il pendio ricadente sulla distesa erbosa di Campo Imperatore mentre verso oriente si osserva l’ampia cresta progressivamente più bassa che sarà teatro del proseguo della nostra escursione. Riprendiamo il cammino in questa direzione: proseguiremo per circa 3 km sino a guadagnare la poco marcata cima del Monte San Gregorio di Paganica seguendo senza sentiero il filo del crinale. Nel primo tratto eseguiamo un ampio semicerchio per aggirare dall’alto una conca caratterizzata nella parte superiore da rupi strapiombanti mentre inferiormente prevalgono ghiaioni e detriti. Eseguito questo ampio semicerchio è possibile risalire all’anticima orientale del Monte della Scindarella (m 2180) oppure, in alternativa, si aggira a destra la sommità per riprendere subito oltre il filo di cresta. Come anticipato non vi è un sentiero ben delineato se non per brevi tratti ed in ogni caso in assenza di segnaletica. Il percorso appare tuttavia intuitivo con buona visibilità seguendo di fatto lo spartiacque e anche il fondo non offre alcuna asperità essendo per lo più comodo e prativo in discesa debole e costante. In un paesaggio di rara ampiezza seguiamo esili e sfuggenti tracce di tratturo mentre di fronte a noi svettano imponenti le cime del Monte Prena e del Monte Camicia all’estremità orientale della catena del Gran Sasso d’Italia. E’ bene non farsi ingannare da un’esile traccia di sentiero che obliqua poco oltre sulla destra scostandosi in modo evidente dal filo di cresta per aggirare un’ulteriore modesta elevazione. Procedendo in questa direzione ci si abbassa eccessivamente di quota fino a perdere la traccia tra le balze prative. Conviene invece mantenere il crinale su percorso solo apparentemente faticoso ma in realtà più logico e privo di difficoltà senza perdere il riferimento della cresta. Guadagniamo una modesta elevazione erbosa contraddistinta da un ometto di pietre (m 2093) al di là della quale resta l’ultima breve frazione di cammino. L’ampia spalla erbosa si abbassa in qualche minuto ad una modesta sella quindi risaliamo brevemente l’ampio dorso rotondeggiante del Monte San Gregorio di Paganica (m 2076 – ore 1,10 dal Monte della Scindarella) anch’esso contraddistinto, sulla sommità, da un evidente ometto di pietre. La nostra escursione può terminare in coincidenza di questa cima: procedendo il crinale si abbasserebbe infatti bruscamente precipitando nella sottostante piana di Campo Imperatore. Il panorama di vetta offre, ancora una volta, una delle visioni più ampie nell’ambito del gruppo del Gran Sasso. Il Corno Grande si è ora defilato verso nordovest e spunta subito al di là del crinale che unisce il marcato valico del Vado di Corno con la vetta di Monte Aquila. A sinistra del Monte Aquila notiamo l’omonima sella con, alle sue spalle, la cima del Pizzo d’Intermesoli oltre naturalmente alle cime del Monte Portella e del Pizzo Cefalone, queste ultime già osservate in precedenza. La visione a distanza dell’Albergo Campo Imperatore permette di apprezzare la lunghezza del percorso coperto a piedi. Siamo inoltre proprio di fronte al lungo spartiacque culminante nel Monte Brancastello e nelle Torri di Casanova sino a raggiungere la prima citata vetta del Monte Prena. Il rientro avviene a ritroso per un totale complessivo di circa 4 ore di marcia. Cenni sulla flora:
L’intera escursione si articola all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Si tratta di un’area giustamente tutelata per il suo straordinario valore naturalistico. Si suppone ad esempio che a livello europeo sia il Parco Nazionale con la massima biodiversità botanica. Si parla addirittura di oltre 1200 specie diverse in un’area nel complesso limitata. Da rilevare la presenza di parecchie piante endemiche o rare meritevoli di rispetto. Segue una lista delle specie più appariscenti osservate in occasione della nostra salita avvenuta nel mese di giugno, il periodo dell’anno che offre nell’Appennino Centrale le fioriture più belle. Piante endemiche: 1) Viola di Eugenia (Viola eugeniae); endemica dell’Italia peninsulare dalla Romagna sino al Molise e alla Campania, è assai frequente lungo l’intero percorso compresa la fascia sommitale. 2) Vedovella appenninica (Globularia meridionalis); endemismo dell’Italia peninsulare, presente dalle Marche alla Calabria osservabile ad esempio presso la partenza. 3) Violaciocca appenninica (Erysimum pseudorhaeticum); endemica dell’Appennino Centro Settentrionale colora, con le sue infiorescenze gialle, i prati aridi. 4) Lingua di cane della Majella (Cynoglossum magellensis). Pianta endemica dell’Appennino Centrale e Meridionale presente dalla Marche alla Calabria. E’ osservabile nei prati e nei ghiaioni. 5) Sassifraga porosa (Saxifraga porophylla). E’ uno splendido endemismo delle rocce calcaree presente dai Monti Sibillini alla Calabria. I primi esemplari sono osservabili presso la partenza nei ghiaioni poco a monte dell’Albergo Campo Imperatore. 6) Caglio della Majella (Galium magellense); endemismo dell’Appennino Centrale presente in grande quantità subito a monte dell’Albergo Campo Imperatore inconfondibile per il suo aspetto prostrato. 7) Papavero delle Alpi Giulie (Papaver julicum); splendido endemismo dai grandi fiori bianchi con areale diviso in due parti. E’ presente principalmente su Alpi e Prealpi Giulie mentre un secondo areale interessa proprio l’Appennino Centrale. E’ osservabile nei ghiaioni presso la partenza in prossimità dell’Albergo Campo Imperatore. 8) Nigritella di Widder (Nigritella widderi). Rara e molto bella, quest’inconfondibile orchidea dall’appariscente colorazione bianco – rosata è presente solo ad alta quota dai Monti Sibillini sino ai Monti della Meta. Si tratta di un subendemismo è infatti nota una stazione disgiunta nel bellunese (Moiazza). Lungo il percorso descritto abbiamo osservato la specie in pochi esemplari scendendo lungo il fianco orientale del Monte della Scindarella E’ l’unica entità del genere Nigritella ad essere presente negli Appennini se si eccettua la presenza nel piacentino (Monte Lesima) di Nigritella nigra 9) Genzianella di colonna (Gentiana columnae). Endemismo dell’Appennino Centro Meridionale segnalato dalle Marche alla Calabria nei pascoli d’altitudine dai 1500 ai 2300 metri. Sono presenti diversi esemplari lungo gran parte del percorso. 10) Sassifraga del Gran Sasso (Saxifraga exarata subsp. ampullacea). A livello di sottospecie è un endemismo presente in prevalenza sulle cime dell’Appennino Centrale. Specie rare con areale non endemico: 1) Androsace appenninica (Androsace villosa); sebbene diffusa in diverse regioni resta ugualmente una pianta rara. Caratteristico è il suo aspetto a cuscinetto e la presenza, nei mesi di giugno e luglio, di moltissimi fiorellini con fauci di diverso colore sulla stessa pianta. Lungo questo percorso è presente con insolita abbondanza. 2) Genziana appenninica (Gentiana dinarica), dagli splendidi fiori di colore blu intenso. 3) Pedicolare di Re Federico Augusto (Pedicularis friderici-augusti). Presente, a tratti abbondante, lungo tutto il settore di crinale tra il Monte della Scindarella e il Monte San Gregorio di Paganica. Altre specie osservate: 1) Astro alpino (Aster alpinus) 2) Genzianella (Gentiana verna) 3) Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata) 4) Sassifraga meridionale (Saxifraga lingulata) 5) Celoglosso (Coeloglossum viride) 6) Draba gialla (Draba aizoides) 7) Anemone alpino (Pulsatilla alpina) 8) Acino alpino (Acinos alpinus) 9) Semprevivo ragnateloso (Sempervivum arachnoideum) 10) Sassifraga a foglie opposte (Saxifraga oppositifolia subsp. latina) 11) Pedicolare a foglie verticillate (Pedicularis verticillata) 12) Anemone narcissino (Anemone narcissiflora) 13) Orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina) 14) Falsa ortica meridionale (Lamium garganicum) 15) Minuartia primaverile (Minuartia verna) 16) Sassifraga granulosa (Saxifraga granulata) 17) Fiordaliso di Trionfetti (Cyanus triumfettii) 18) Camedrio alpino (Dryas octopetala)
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