L'Om de l'Amola

L’OM DE L’AMOLA (m 2300)

Un’escursione dove a farla da padrona è l’acqua. No, non siamo al mare. Tutt’altro: siamo nel Parco Naturale Adamello Brenta. Nello specifico ci troviamo nel gruppo della Presanella, ricco di grandiose cime e vedrette, punteggiato da moltissimi laghi d’alta quota per lo più d’origine glaciale. L’avventura che andiamo a suggerire ne tocca diversi tra cui il Lago di Vedretta, nettamente il più grande tra tutti quelli del circondario. Rimarrete affascinati dalle magnifiche colorazioni offerte dall’acqua nei giorni più tersi. La cima poco conosciuta dell’Om de l’Amola vi permetterà inoltre la percorrenza di un bel crinale con magnifico panorama esteso sino alla vetta della Presanella. Per gustare appieno l’ambiente selvaggio ed isolato è necessaria attenzione e cautela nella scelta della giornata giusta. L’intero settore è spesso avvolto nei pomeriggi estivi nelle nubi che si formano per la risalita delle masse d’aria calda dalla non distante pianura. La prudenza suggerisce di mettersi in marcia presto concentrando gran parte del cammino alla mattina quando il tempo è in genere più stabile. In alternativa si può valutare d’eseguire l’ascensione a fine stagione (settembre), quando le giornate terse sono più frequenti e il silenzio torna ad appropriarsi dell’ambiente circostante.

L’escursione in breve:

Parcheggio (m 2070) – Lago di Cornisello Inferiore (m 2086) – Lago di Cornisello Superiore (m 2118) – Malga Cornisello (m 2139) – sentiero 239 – Lago di Vedretta (m 2605) – a ritroso sino a Malga Cornisello – innesto sentiero 216 – Lago Nero (m 2233) – Bocchetta dell’Om (m 2350) – L’Om de l’Amola (m 2300) – Bocchetta dell’Om (m 2350) – Rifugio Cornisello (m 2120) – parcheggio (m 2070)

Dati tecnici:

Dal parcheggio a valle dei laghi di Cornisello (m 2070): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Dislivello assoluto: m 550. Dislivello realmente coperto: circa m 800. Segnaletica: totale. Acqua sul percorso: torrente in salita verso il Lago di Vedretta.

Accesso:

Risalendo la Val Rendena si raggiungono i centri turistici di Pinzolo e Carisolo quindi si prosegue ripidamente in direzione di Madonna di Campiglio. Poco prima di Sant’Antonio di Mavignola abbandoniamo la SS 239 volgendo a sinistra con indicazioni per la Val Nambrone. Si risale per ben 12 km il selvaggio solco vallivo con strada a tratti molto stretta ma comunque asfaltata transitando per il Rifugio Nambrone. Da notare, presso il rifugio, le incredibili colorazioni del Torrente Sarca di Nambrone. In ripida salita si prosegue oltre la struttura sino a raggiungere il termine del tratto transitabile in coincidenza del parcheggio posto appena a valle del Rifugio Cornisello (m 2070). Da rilevare, il bellissimo panorama in direzione delle Dolomiti di Brenta.

Descrizione del percorso:

Tralasciamo il breve tratto di strada che sale a sinistra al Rifugio Cornisello procedendo in piano sulla forestale chiusa al traffico. In breve guadagniamo l’estremità orientale del Lago di Cornisello Inferiore (m 2086). Con una lunghezza di 280 metri, una larghezza di 150 e una profondità che raggiunge i 5 metri il Lago di Cornisello Inferiore (m 2086) è uno specchio d’acqua di ragguardevoli dimensioni. A colpire è senza dubbio l’incredibile limpidezza e la colorazione delle acque. La forestale ricalca in pratica tutta la sponda settentrionale del lago quindi si scavalca il costone che permette l’accesso al Lago di Cornisello Superiore (m 2118). Rispetto al precedente risulta ancora più esteso: la lunghezza raggiunge i 370 metri, la larghezza tocca i 210 metri mentre la profondità massima è di circa 21 metri. Il nostro percorso, sempre su forestale, ne ricalca, come per il lago precedente, la sponda destra. Ignoriamo il sentiero 216 che si separa dalla strada con cartello indicante il passo e lago Scarpacò. Manteniamo lo stradello chiuso al traffico raggiungendo il lato occidentale del grande specchio d’acqua. Andiamo a lambire Malga Cornisello (m 2139) quindi, appena oltre, abbandoniamo definitivamente la forestale per salire a destra sul ripido sentiero 239 con indicazioni per il Lago Vedretta.

Lasciamo alle nostre spalle il Lago di Cornisello Superiore che possiamo comunque continuare ad osservare per un breve tratto. Il sentiero sale deciso alternando frazioni prative con altre che si sviluppano tra caotiche pietraie. Andiamo a toccare un modesto corso d’acqua mentre alle spalle l’orizzonte va estendendosi raggiungendo le Dolomiti di Brenta. Guadagnando ulteriore altitudine andiamo ad osservare il Lago Nero mentre torna a comparire il Lago di Cornisello Superiore. Diviene faticosa l’ascesa con la traccia che serpeggia tra grandi blocchi di roccia salendo a tratti molto ripidamente. Verso occidente a dominare la scena è l’evidente spuntone della Cima di Cornisello. Più in alto decresce la pendenza sino ad una frazione quasi pianeggiante a termine del tratto più faticoso. Segue un tratto con la segnaletica che permette di destreggiarsi tra i grandi macigni che caratterizzano le ondulazioni circostanti. Un breve sbalzo richiede cautela con il tracciato che cala pochi metri su un liscio affioramento granitico molto inclinato. É un breve passaggio a seguito del quale riprende il tracciato facile ed evidente sino a guadagnare l’estremità orientale del grande Lago di Vedretta (m 2605 – ore 2 dalla partenza).

Con un’estensione di 87000 mq, una lunghezza di 700 metri, una larghezza di 275 m e una profondità che raggiunge i 26 metri, è nettamente il lago più vasto del circondario. D’evidente origine glaciale, riflette le splendide cime circostanti in un paesaggio alpino di grande suggestione. Complice la quota appare quasi inesistente la vegetazione; i dossi circostanti presentano solo isolati lembi prativi mentre a prevalere sono le instabili pietraie. Consigliamo di spostarsi sulla destra superando la briglia artificiale costruita in coincidenza dell’emissario del lago. Si raggiunge in questo modo la sponda settentrionale dello specchio d’acqua con nuovi interessanti scorci sul vasto bacino. Un cenno lo merita l’aspetto lattiginoso delle acque derivante con tutta probabilità dal limo in sospensione. Dopo una meritata sosta l’escursione procede prevedendo inizialmente il rientro a ritroso sul segnavia 239 sino a riportarsi in discesa presso il Lago di Cornisello Superiore. Rientriamo in questo modo sull’ampia sterrata in prossimità della Malga Cornisello (m 2138). Il nostro cammino procede verso meridione con la forestale che si riduce lasciando spazio ad un’ampia mulattiera. Il tracciato si innalza rispetto alla sponda del lago offrendo ottimi scorci sull’invaso sino ad osservare, poco più distante, il Lago di Cornisello Inferiore. In breve guadagniamo il bivio segnalato dai cartelli dove abbandoniamo il proseguo della mulattiera in direzione del Rifugio Cornisello per salire a destra sul segnavia 216 (ore 1,30 dal Lago di Vedretta – ore 3,30 complessive).

Il sentiero prende quota nelle soprastanti balze erbose su percorso ben tracciato ed evidente. Splendido appare lo scorcio in direzione della Cima Giner posta a settentrione dei due laghi di Cornisello. In ambiente desolato siamo in breve ad un ulteriore bivio segnato. Eseguiamo una veloce digressione abbandonando il sentiero 216 per volgere a sinistra sul segnavia 238. É una deviazione molto consigliata in quanto permette di guadagnare in pochi minuti il bellissimo Lago Nero di Cornisello (m 2233), l’ultimo specchio d’acqua della nostra escursione. Sebbene minore dei precedenti, offre una vista grandiosa in quanto si specchiano nelle sue acque le vette delle Dolomiti di Brenta. Lungo 200 metri, largo 160 e profondo ben 33 metri è un’altra meta irrinunciabile nella scoperta di questo settore alpino. Rientrati a ritroso sul segnavia 216 riprendiamo la salita muovendo verso sud in direzione del soprastante crinale. Dopo un tratto ripido andiamo a traversare verso destra sino a guadagnare il crinaletto in coincidenza della marcata Bocchetta dell’Om (Bocchetta dell’Uomo - m 2350 – ore 4 dalla partenza). La sella appare sovrastata da un ardito rilievo di roccia chiara.

Vale la pena di abbandonare la sella per rimontare la cresta verso oriente su terreno facile e con traccia inizialmente ben visibile. Non si tratta di un sentiero segnato tuttavia il percorso segue senza difficoltà la cresta inizialmente ampia toccando in pochi minuti due modesti risalti, il primo dei quali sormontato da un ometto di pietre. É una deviazione senz’altro consigliabile da un punto di vista panoramico in quanto dominiamo dall’alto dapprima il Lago di Cornisello Superiore quindi il Lago Nero. Di fronte a noi si ergono le grandiose guglie che caratterizzano le Dolomiti di Brenta mentre alle spalle diviene visibile la Cima della Presanella inizialmente occultata dal modesto sperone roccioso che sormonta la Bocchetta dell’Om e infine libera da ostacoli. La percorrenza della cresta può proseguire con maggiori difficoltà sino alla sommità del modesto rilievo denominato Om de l’Amola (m 2300 – ore 0,15 dalla Bocchetta dell’Om – ore 4,15 complessive). Si tratta di una frazione più impegnativa che affronta un settore roccioso sconnesso ed affilato. Nei tratti più esposti e pericolosi conviene lasciare il filo di cresta traversando più in basso sino a risalire alla vetta posta sulla verticale del Lago Nero.

Il proseguo dell’escursione prevede il rientro a ritroso dapprima alla Bocchetta dell’Om (m 2350) quindi in veloce discesa sul segnavia 216 sino a riportarsi sulla mulattiera che percorre il versante meridionale del Lago di Cornisello Superiore (ore 0,35 dalla cima dell’Om de l’Amola – ore 4,50 complessive). Per concludere la nostra avventura seguiamo l’evidente mulattiera che prosegue verso est restando alta rispetto al sottostante specchio d’acqua. Il tracciato si restringe ulteriormente divenendo un buon sentiero che tra la vegetazione raggiunge il terrazzo ghiaioso in coincidenza del quale si erge il Rifugio Cornisello (m 2120). Restano gli ultimi 10 minuti di marcia seguendo in rapida discesa la strada di servizio al rifugio sino a rientrare al parcheggio dove avevamo lasciato l’auto (m 2070 – ore 5,20 complessive).

Cenni sulla flora:

Abbiamo eseguito questa magnifica escursione in settembre, al termine della stagione estiva, riuscendo ugualmente a riconoscere diverse specie botaniche. Indichiamo di seguito le principali che abbiamo potuto riconoscere.

1)    Primula vischiosa (Primula glutinosa); bellissimo endemismo del nordest dai fiori violetti raccolti in piccoli grappoli. Colonizza i macereti d’altitudine e le rupi.

2)    Primula di Val Daone (Primula daonensis); splendido endemismo dei terreni silicei con areale centrato prevalentemente nei gruppi dell’Adamello e dell’Ortles – Cevedale con sconfinamenti nei gruppi circostanti.

3)    Ranuncolo dei ghiacciai (Ranunculus glacialis)

4)    Garofanino maggiore (Epilobium angustifolium)

5)    Azalea alpina (Loiseleuria procumbens); caratterizzata da intricati e compatti pulvini trapuntati da numerosi, piccoli fiori rosa.

6)    Piumino rotondo (Eriophorum scheuchzeri)

7)    Mirtillo nero (Vaccinium myrtillus)

8)    Canapicchia glaciale (Omalotheca supina)

9)    Pedicolare di Kerner (Pedicularis kerneri)

10)  Stella alpina (Leontopodium alpinum)

11)  Campanula barbata (Campanula barbata)

12)  Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum)

13)  Genziana punteggiata (Gentiana punctata)

14)  Sassifraga gialla (Saxifraga aizoides)

15)  Sassifraga stellata (Saxifraga stellaris)

16)  Carlina segnatempo (Carlina acaulis)

17)  Brugo (Calluna vulgaris)

18)  Epilobio a foglie di rosmarino (Epilobium dodonaei)

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