Il Balzone

IL BALZONE (m 1836)

La salita al Balzone costituisce un’alternativa meno nota al fin troppo conosciuto Monte Cimone. Siamo nell’area della più alta elevazione dell’Emilia e dell’intero Appennino Settentrionale. Questo non significa che le altre cime, tra cui Il Balzone stesso, non siano degne di nota e non offrano splendidi panorami. Siamo infatti a descriverne la salita certi che apprezzerete la ricca flora e la possibilità di salire in quota senza alcuna fatica per un itinerario nel complesso breve. Consigliamo d’eseguire la camminata a fine primavera (seconda parte di maggio) quando i residui nevosi dell’inverno renderanno il panorama ancora più suggestivo. Chi desidera un itinerario più lungo potrà prolungare la marcia raggiungendo il Cimone o addirittura proseguendo lungo il crinale che conduce al Monte Lagoni. 

L’escursione in breve:

Lago della Ninfa (m 1503) – Rifugio Forestale Ninfa (m 1535) - stazione a monte seggiovia Lago della Ninfa (Chiosco Irish Good Bye – m 1662) – Lago del Pianone (m 1745) – Pian Cavallaro – Il Balzone (m 1836) – Rifugio Bar Ristorante Pian Cavallaro (m 1871) – Fontana Bedini (m 1632) – Lago della Ninfa (m 1503) 

Dati tecnici: Dal Lago della Ninfa - m 1503): Difficoltà: E (T la frazione compresa tra il Rifugio Pian Cavallaro e il Lago della Ninfa) (Vai alla scala delle difficoltà). Dislivello assoluto: m 368. Segnaletica: totale sino al chiosco Irish Good Bye quindi assente ma su ampia sterrata senza possibilità d’errore sino al Pian Cavallaro e al Balzone. Itinerario su strada asfaltata anche la discesa dal Pian Cavallaro alla partenza passando per la Fontana Bedini. Acqua sul percorso: presso il Rifugio Forestale Ninfa e alla Fontana Bedini.

Accesso:

Si accede alla partenza salendo da Sestola su strada asfaltata. Si transita per il paese di Pian del Falco quindi si procede in direzione degli impianti sciistici di Passo del Lupo. A meno di un km dal valico troviamo il bivio a sinistra che conduce in breve al Lago della Ninfa (m 1503), punto molto adatto nella stagione estiva ai pic-nic grazie ai bei prati presenti attorno allo specchio d’acqua.

Descrizione del percorso:

Parcheggiata l’automobile negli spazi presso il Lago della Ninfa vale la pena d’effettuare il periplo del piccolo specchio d’acqua. Nella stagione estiva l’area è molto frequentata grazie alla pratica della pesca sportiva e alla presenza di un paio di buoni ristoranti. All’estremità nordoccidentale del laghetto un ripido ma breve sentiero permette di guadagnare in qualche minuto il Rifugio Forestale Ninfa (m 1535), immerso nel fresco del bosco.Si prosegue oltre la struttura nella selva di faggi e abeti guidati dai segnavia bianco-azzurri sino a portarsi in mezz’ora dalla partenza al Chiosco Irish Good Bye (m 1662) presso il quale troviamo la stazione a monte della seggiovia che parte presso il Lago della Ninfa. Nel pieno della stagione estiva l’impianto è talvolta aperto permettendo eventualmente il taglio dei primi 30 minuti di salita.

Proseguiamo senza segnavia sull’ampia ed evidente sterrata chiusa al traffico che sale a destra tra le conifere. Salendo d’altitudine l’alberatura va rarefacendosi sino a lasciare spazio alla prateria tipica delle zone appenniniche di crinale. Decresce la pendenza sino a lambire, a sinistra della forestale, la bella conca occupata dal Lago del Pianone (m 1745). Si tratta di un invaso di piccole dimensioni, pittoresco soprattutto ad inizio stagione quando le pendici ancora innevate del Monte Cimone si specchiano sulla sua superficie. Procediamo di nuovo in salita lungo la dorsale erbosa con lo stradello che segue grosso modo il tracciato dell’evidente impianto di risalita. In breve raggiungiamo l’estremità orientale del Pian Cavallaro (ore 1,20 dalla partenza). Si tratta di un vasto altipiano prativo dominato dall’evidente piramide del Monte Cimone. Verso occidente spicca, all’altra estremità dell’altipiano, il modesto spuntone del Monte Balzone, obiettivo della nostra breve camminata.

Possiamo muovere in sua direzione senza via obbligata seguendo le deboli ondulazioni prative della distesa. É comunque presente un’ampia mulattiera che attraversa per intero il Pian Cavallaro facilitando il cammino e rivelandosi un ottimo punto di riferimento. In alternativa è possibile seguire intuitivamente il dosso poco rilevato che chiude il bordo settentrionale del Pian Cavallaro affacciandosi in direzione di Montecreto e Riolunato. Seppure in assenza di una traccia non vi sono anche in questo caso difficoltà d’orientamento se la giornata presenta buona visibilità. Si tratta inoltre di un privilegiato belvedere sul Monte Cimone. Anche scegliendo questa opportunità si dovrà infine lasciare il modesto crinaletto per muovere verso sinistra nell’altipiano andando ad innestarsi nell’evidente mulattiera. La seguiamo verso ovest riprendendo debolmente quota e restando a poche decine di metri dalla base della cuspide sommitale del Cimone. In breve guadagniamo l’ampio dosso che chiude ad occidente la distesa del Pian Cavallaro. La vista alle spalle sul piano erboso appare completa mentre deviando a destra su terreno spellato dai forti venti muoviamo in direzione dell’ormai prossima cima del Balzone. In breve siamo sul punto più alto dove troviamo un malconcio paletto incastrato tra alcuni affioramenti arenacei (m 1836 – ore 1,50 dalla partenza).

Il paesaggio si estende in direzione delle cime dell’Abetonese mentre la sagoma del Cimone appare particolarmente ripida ed elegante con l’immancabile osservatorio meteorologico posizionato proprio in coincidenza della vetta. Verso settentrione la vista si perde tra file di colline sino a perdersi nella lontana Pianura Padana. Possiamo proseguire il nostro cammino rientrando nella distesa erbosa del ben visibile Pian Cavallaro. Mantenendo la mulattiera non vi è alcuna difficoltà d’orientamento con il tracciato per lo più pianeggiante che si articola tra i prati e il vaccinieto che caratterizza le quote maggiori dell’Appennino Settentrionale. É un cammino semplice e non faticoso in grado di donare, nelle più calde giornate estive, qualche ora di refrigerio agli abitanti delle non lontane città emiliane e toscane di pianura. In ultimo risaliamo il breve pendio che permette di toccare l’altra estremità, quella orientale, del Pian Cavallaro in coincidenza della quale è posto il Rifugio Bar Ristorante Pian Cavallaro (m 1871 – ore 2,25 dalla partenza). Si tratta di una struttura sempre aperta nella stagione sciistica mentre per il periodo estivo è bene informarsi preventivamente sulla sua fruibilità.

Passiamo sull’ampia strada militare asfaltata ma chiusa al traffico che dal Pian Cavallaro scende al Lago della Ninfa. Nella prima parte si domina dall’alto la conca occupata dal Lago del Pianone quindi procediamo poco a destra delle rocce che caratterizzano il cosiddetto Salto della Capra. Proseguiamo in veloce discesa con la strada che cala lungo il pendio con una sequenza di tornanti. Il paesaggio si apre in direzione del bolognese offrendo un ottimo scorcio in direzione del Corno alle Scale e della dorsale dei Monti della Riva. Andiamo a toccare l’abbondante Fonte Bedini (m 1632) quindi la strada si riporta nel folto del bosco di conifere sino a raggiungere la sbarra che ne impedisce la percorrenza in automobile. L’ultima breve frazione riporta al parcheggio presso il Lago della Ninfa andando a chiudere il nostro itinerario ad anello (m 1503 – circa ore 3,30 dalla partenza).

 Cenni sulla flora:

Ad inizio stagione, specie in giugno, appare particolarmente ricca la flora. Sono presenti specie d’alta montagna che trovano rifugio in quest’area piuttosto simile al vicino crinale principale dell’Appennino Tosco Emiliano. Segue un estratto delle principali specie osservate in occasione della nostra salita avvenuta nel mese di giugno.

1)    Lino capitato (Linum capitatum subsp. serrulatum). Presente in Italia sulla catena appenninica, è una pianta presente in quota su substrato calcareo; la fioritura presenta splendide corolle gialle. Le stazioni presenti sull’Appennino Emiliano al Monte Cimone e nel gruppo del Cusna sono le più settentrionali d’Italia. Lungo il percorso descritto è osservabile all’estremità settentrionale del Pian Cavallaro.

2) Erba cornacchia di Zanoni (Murbeckiella zanonii). È una specie endemica molto importante con centro di distribuzione nell’Appennino Tosco Romagnolo; l’areale di presenza della specie si estende comunque verso occidente sino al modenese e al reggiano. Lungo l’itinerario descritto è presente sui muri a lato della strada poco a monte della Fontana Bedini

3)    Semprevivo montano (Sempervivum montanum)

4)    Giglio martagone (Lilium martagon)

5)    Piede di gatto (Antennaria dioica)

6)    Trifoglio alpino (Trifolium alpinum)

7)    Primula maggiore (Primula elatior)

8)    Cariofillata montana (Geum montanum)

9)    Carlina segnatempo (Carlina acaulis)

10)  Genziana di Koch (Gentiana acaulis)

11)  Genzianella (Gentiana verna)

12)  Listera maggiore (Listera ovata) presente tra Fontana Bedini e il Lago della Ninfa.

13)  Calta (Caltha palustris) presente presso la Fontana Bedini

14)  Polmonaria maggiore (Pulmonaria officinalis)

15)  Croco (Crocus vernus)

16)  Orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina)

17)  Orchide macchiata (Dactylorhiza maculata)

18)  Orchide maschia (Orchis mascula)

19)  Anemone alpino (Pulsatilla alpina)

20)  Tossillaggine alpina (Homogyne alpina)

21)  Sferracavallo comune (Hippocrepis comosa)

22)  Viola con sperone (Viola calcarata)

23)  Mirtillo nero (Vaccinium myrtillus)

24)  Scilla bifoglia (Scilla bifolia)

25)  Farfaro (Tussilago farfara)

26)  Anemone bianca (Anemone nemorosa)

27)  Anemone gialla (Anemone ranuncoloides)

28)  Acetosella (Oxalis acetosella)

29)  Fragolina di bosco (Fragaria vesca)

30)  Bugola (Ajuga reptans)

31)  Doronico di colonna (Doronicum columnae)

32)  Stellina a tubo allungato (Asperula aristata)

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