Galero - Fuetto

MONTE FUETTO (m 1532)

MONTE GALERO (m 1708)

Situato sullo spartiacque principale, il Monte Galero è la prima vetta delle Alpi Liguri, per chi proviene da oriente, a varcare i 1700 metri di quota. Amministrativamente la vetta è divisa tra Piemonte e Liguria (province di Cuneo e Savona) ed è per il savonese la massima elevazione. Unitamente ai vicini Monte Dubasso, Monte Armetta e Monte della Guardia forma il piccolo massiccio Armetta – Galero, importante nodo orografico tra il bacino del Neva, la Valle Arroscia e l’alta Val Tanaro. Dal punto di vista escursionistico la montagna offre una magnifica ascensione su comodo sentiero segnato che, neve permettendo, è di solito eseguibile a partire dalla fine del mese di aprile sino a ottobre - novembre. Il paesaggio di vetta appare vastissimo con in evidenza le principali vette delle Alpi Liguri nonché un vasto tratto del Mar Ligure sino a scorgere le cime della Corsica. Di notevole interesse la flora in quando include parecchie specie endemiche alle quali faremo riferimento in coda alla descrizione.

L’escursione in breve:

Colle San Bernardo (m 968) – Bocchino delle Meraviglie (m 1212) – Passo delle Caranche (m 1395) – Monte Fuetto (m 1532) – Monte Galero (m 1708)

 Dati tecnici:

Partenza dal Colle San Bernardo (m 968): Difficoltà: E (T sino al Bocchino delle Meraviglie quindi E per tutta la frazione successiva) (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 740. Acqua sul percorso: alla Fontana delle Meraviglie.

Accesso alla partenza:

1)      Utilizzando l’autostrada dei Fiori Genova – Ventimiglia (A10) usciamo ad Albenga. Seguiamo la SP 582 superando i paesi di Cisano sul Neva, Zuccarello ed Erli. La strada prosegue in salita raggiungendo in 30 km da Albenga il Colle San Bernardo (m 968 – bar ristorante e parcheggio). Il valico è posto in provincia di Cuneo (comune di Garessio) a breve distanza dal confine con la Liguria. E’ posizionato sullo spartiacque tra il Tanaro tributario del Mar Adriatico e il Torrente Neva tributario del Mar Ligure. Possiamo parcheggiare in coincidenza del valico o nell’ampia spianata ai piedi della pala eolica vicino alla centrale di corrente.

2)      Usando la A6 si esce a Ceva e si risale la Val Tanaro superando i paesi di Bagnasco e Priola per raggiungere Garessio. In paese troviamo le indicazioni per Albenga: seguiamo la SP 582 salendo sino al Colle San Bernardo (Km 28 dall’uscita autostradale).

Descrizione del percorso:

Sin dal Colle San Benardo (m 968) il panorama appare splendido con in bella vista il Monte Antoroto e alla sua destra i monti Grosso e Berlino: un magnifico terrazzo sulle Alpi Liguri. L’escursione ha inizio sull’ampia carrareccia che si separa dalla provinciale sviluppandosi verso occidente e transitando presso la grande ed appariscente pala eolica; in pendenza molto moderata ne seguiamo il comodo tracciato che si sviluppa in prevalenza nel bosco. Alcuni scorci verso meridione permettono di notare tra le frasche un tratto del Mar Ligure e addirittura le lontanissime cime della Corsica; osserviamo inoltre il nostro obiettivo finale: il Monte Galero, facilmente riconoscibile in quanto presenta la sommità erbosa battuta dai venti in quanto priva di alberatura a differenza delle altre cime del circondario quasi tutte boscate. Il lungo traverso permette di aggirare sulla sinistra le pendici del modesto Monte Pennino quindi, sempre in debole pendenza, muoviamo in direzione del Bocchino delle Meraviglie, marcata sella ai piedi e a destra del Galero che raggiungiamo in 50 minuti circa dalla partenza (m 1212). Dal Bocchino delle Meraviglie una breve digressione di qualche minuto permette, a chi lo desidera o ne ha necessità, di calare a destra sino alla Fontana delle Meraviglie (m 1191), unica sorgente a concedere un rifornimento d’acqua lungo il tracciato descritto in assenza di rifugi e punti d’appoggio.

Da rilevare come l’intera frazione fin qui percorsa sia indicata in alcuni siti internet come percorribile in automobile. In realtà il fondo a tratti fangoso e molto sconnesso rende la carrareccia adatta unicamente al cammino a meno che non si possieda un mezzo 4x4. Considerando il valore naturalistico del settore sarebbe consigliabile chiudere definitivamente il passaggio ai mezzi motorizzati. La salita al Galero resta anche in questo caso tranquillamente eseguibile in una giornata trattandosi di un’ascensione che impegna per meno di 6 ore tra andata e ritorno.

La nostra avventura procede oltre il Bocchino delle Meraviglie volgendo a sinistra con la segnaletica che indica il Passo delle Caranche a 50 minuti di cammino e il Monte Galero a 2 ore di marcia. Per un breve tratto siamo ancora su ampia strada bianca che descrive un marcato tornante verso destra. Subito oltre ha termine la comoda frazione su carrareccia: troviamo a sinistra, chiaramente indicato dai cartelli, il sentierino che conduce alla meta. Il tracciato, evidente e sempre ben segnato, si sviluppa nel folto della faggeta in salita ora più decisa. Ancora una volta l’alberatura impedisce una vasta visione panoramica tuttavia, in coincidenza di alcune schiarite, possiamo scorgere alle nostre spalle addirittura le lontanissime Alpi Centrali. Il cammino prosegue sino ad un evidente bivio segnalato dalla sempre puntuale segnaletica.

A destra sale ripidissima la traccia che permette di raggiungere la vetta del Galero con il percorso più rapido e diretto. Consigliamo tuttavia di proseguire scartando questa opportunità. Guadagneremo la cima con tracciato di una mezz’ora più lungo ma ben più bello dal punto di vista panoramico transitando per il marcato Passo delle Caranche. Proseguiamo pertanto nel bosco muovendo verso sud e perdendo per un breve tratto quota. Aggiriamo lungamente le pendici del Monte Fuetto quindi raggiungiamo un marcato pulpito panoramico caratterizzato a destra da un’erta rupe calcarea nella quale, tra aprile e maggio, fiorisce l’endemica Primula impolverata (Primula marginata). Da notare come il paesaggio si apra vastissimo in direzione del Mar Ligure permettendo di scorgere addirittura la Riviera Ligure di Levante. Più vicino notiamo il Monte Carmo di Loano nonché la piana che ospita la città di Albenga. Verso nordest notiamo le pale eoliche che fanno da cornice al Colle San Bernardo permettendo di apprezzare il cammino fin qui percorso mentre l’orizzonte settentrionale è chiuso nelle giornate più terse dalle cime delle Alpi Centrali. Il nostro tracciato procede ancora brevemente sino al marcato Passo delle Caranche (m 1395 – ore 0,50 dal Bocchino delle Meraviglie – ore 1,40 dalla partenza), chiaramente identificato dal cartello in legno e posizionato al confine tra le province di Savona e Cuneo. Caratteristico appare il picco roccioso che sovrasta a meridione la sella.

Guidati dalla segnaletica cambiamo completamente direzione salendo verso nordovest su traccia inizialmente nel bosco con pendenza che diviene d’improvviso assai marcata. Molto faticosamente, su fondo reso scivoloso dalle foglie, rimontiamo il costone con gli amanti della flora che potranno rilevare, in questo tratto di sottobosco, la presenza del raro ed endemico Meleagride piemontese (Fritillaria involucrata). Con un ultimo sforzo siamo in pieno crinale con il bosco che finalmente cede il passo ai prati d’altitudine. Il sentiero diviene una striscia scavata nel manto prativo in ambiente aperto e luminoso con lo sguardo che raggiunge all’orizzonte occidentale le cime più alte delle Alpi Liguri. Più vicino appare il Monte Armetta mentre alle spalle occhieggiano le vette della Corsica al di là di un vasto tratto di mare. Il facile cammino, in salita che torna ad essere moderata, permette di sfiorare la sommità del modesto Monte Fuetto (m 1532), intensamente boscato nella scarpata che cala a destra, libero da alberatura sulla sinistra. Caliamo in breve ad una modesta forcelletta dove il sentiero si raccorda con la variante precedentemente trascurata che sale da destra permettendo l’accesso più diretto al Galero evitando il Passo delle Caranche. Proseguiamo mantenendo naturalmente il segnavia che ricalca l’ampio crinale aggirando a sinistra un modesto boschetto in parte a conifere sino a trovarsi di fronte alla grande piramide sommitale del Monte Galero. Gli ultimi 20 minuti di salita sono senz’altro i più emozionanti: osserviamo chiaramente il proseguo della traccia ricalcare la spalla sud-orientale della montagna. Su marcato tratturo nell’erba risaliamo con pendenza progressivamente più marcata, evitando i rari affioramenti rocciosi. Il paesaggio è aperto su entrambi i versanti infondendo una grandiosa sensazione di vastità potendo abbracciare contemporaneamente il Mar Ligure a meridione e le cime alpine ad occidente e a settentrione. L’ultima frazione è estremamente ripida, ma ancora una volta priva di difficoltà in assenza di innevamento, permettendo l’accesso diretto alla vetta del Monte Galero (m 1708 – ore 2,50 dalla partenza). Al di là della vetta si può guadagnare in qualche minuto di sentiero l’anticima occidentale del Galero indicata su alcune mappe come “Galerotto” (m 1703) e divisa dalla cima principale da una modesta insellatura (m 1686).

Ancora una volta gli amanti della flora potranno entusiasmarsi a cavallo tra aprile e maggio potendo assistere alla fioritura del raro Meleagride di Moggridgei (Fritillaria tubaeformis Gren. & Godr. subsp. moggridgei). Parecchie piante sono rilevabili proprio nella frazione prativa sommitale compresa tra il Galero e il Galerotto. Trattandosi di un raro endemismo ci raccomandiamo di non manomettere neppure una sola pianta o un solo fiore limitandosi a fotografarne gli splendidi petali di colore giallo. Passiamo ora alla descrizione del magnifico panorama di vetta. Il paesaggio appare particolarmente bello verso ovest, nord-ovest potendo ossevare agevolmente alcune tra le più importanti cime delle Alpi Liguri e Marittime. In particolare ricordiamo, da sinistra verso destra, il Pizzo d’Ormea, Monte Antoroto e Monte Grosso. Più lontane notiamo le cime del Mongioie, del Marguareis e della Rocca dell’Abisso. Volgendo verso nord spicca l’ampia piramide del Bric Mindino e nel fondo valle la cittadina di Garessio. Abbiamo già accennato all’orizzonte occupato dalle Alpi Centrali: nel dettaglio è senz’altro da ricordare la possibilità di scorgere il Monte Rosa al confine tra Valle d’Aosta, Piemonte e Svizzera. Verso oriente notiamo il Colle San Bernardo dove ha avuto inizio la nostra avventura quindi, spostando lo sguardo verso sudest, osserviamo le ultime elevazioni delle Alpi Liguri tra cui spiccano il Monte Carmo, la Rocca Barbena, Monte Ravinet e Monte Varatella. La nostra visione a 360° si conclude a meridione con il paesaggio occupato per un ampio settore dal Mar Ligure scorgendo all’orizzonte le più alte vette della Corsica.

In relazione al rientro ricordiamo la possibilità d’evitare il transito per il Passo delle Caranche rendendo il ritorno più rapido. In questo caso si torna a ritroso sino alla modesta selletta che precede di pochi minuti la sommità del Monte Fuetto. Troviamo a sinistra il rapido raccordo (cartello segnalatore) che, ripidissimo, permette di raggiungere il tratto di sentiero grosso modo a mezza strada tra il Passo delle Caranche e il Bocchino delle Meraviglie. A questo punto volgiamo a sinistra seguendo a ritroso il percorso d’andata. Il guadagno in termini di tempo è da valutarsi in una buona mezz’ora in meno rispetto al percorso seguito per salire.

Cenni sulla flora:

E’ ben noto come l’intera area delle Alpi Liguri e delle Alpi Marittime presenti una notevole concentrazione di rare piante endemiche. Il Monte Galero non fa eccezione. Nella lista che segue riportiamo alcune delle principali entità rilevate in occasione della nostra salita, avvenuta alla fine del mese di aprile.

Piante endemiche: 

1)      Primula impolverata (Primula marginata). Magnifico endemismo delle Alpi Occidentali che presenta stazioni disgiunte nelle Alpi Liguri nella zona del Monte Carmo e nell’Appennino Ligure (monti Ciapa Liscia e Roncalla) tra le province di Genova e Piacenza. Sono inconfondibili sia le infiorescenze violette che le foglie caratterizzate da secrezioni calcaree così come suggerito dal nome comune della pianta. Sono presenti parecchi esemplari sia nel costone roccioso che precede l’arrivo al Passo delle Caranche sia nelle numerose roccette presenti lungo la spalla sommitale che unisce il Monte Fuetto al Monte Galero.

2)      Meleagride piemontese (Fritillaria involucrata). Un altro raro endemismo delle Alpi Cozie, Marittime e Liguri con areale che trova il suo limite orientale nel Monte Carmo di Loano. Inconfondibile il portamento pendulo e la livrea a scacchi dei tepali. E’ presente in esemplari quasi sempre isolati e predilige le ombrose zone boschive. Lungo il percorso descritto è presente nel sottobosco presso il Passo delle Caranche.

3)      Meleagride di Moggridgei (Fritillaria moggridgei). Raro endemismo delle Alpi Occidentali presente unicamente nella Liguria occidentale e nel Piemonte meridionale con areale esteso dal Monte Galero (provincia di Savona) alla Valle Stura di Demonte (provincia di Cuneo). Le stazioni presenti lungo il percorso, tra la cima del Galero e il Galerotto, sono pertanto le più orientali ad essere note. La fioritura sul Galero è piuttosto anticipata (di solito tra fine aprile ed inizio maggio) essendo immediatamente successiva alla scomparsa della neve.

4)      Scilla della riviera (Hyacinthoides italica). Splendido endemismo ligure-provenzale dai magnifici fiori azzurro – violetti presente con numerosi esemplari in tutta la frazione boschiva iniziale dell’escursione compresa tra il Colle San Bernardo e il Bocchino delle Meraviglie.

5)   Eliantemo ligure (Helianthemum lunulatum). Raro endemismo con areale compreso tra il Colle di Tenda e il Monte Carmo riconoscibile per i fusti legnosi e striscianti e per i petali con la caratteristica macchia a forma di mezzaluna rossastra. Lungo il percorso descritto è presente in prossimità del Passo delle Caranche.

Altre specie osservate: 

1)      Sassifraga meridionale (Saxifraga lingulata) dalle bellissime infiorescenze bianche.

2)      Asfodelo montano (Asphodelus albus)

3) Erba trinità (Hepatica nobilis)

4)      Scilla bifoglia (Scilla bifolia)

5) Cicerchia primaticcia (Lathyrus vernus)

6)      Elleboro verde (Helleborus viridis)

7)      Anemone bianca (Anemone nemorosa)

8)      Anemone gialla (Anemone ranuncoloides)

9)      Colombina cava (Corydalis cava)

10)   Pepe di monte (Daphne mezereum)

11) Fragolina di bosco (Fragaria vesca)

12)   Nontiscordardime (Myosotis alpestris)

13)   Primula odorosa (Primula veris)

14)   Farfaro (Tussilago farfara)

15)   Mirtillo (Vaccinium myrtillus)

16)   Polmonaria maggiore (Pulmonaria officinalis)

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