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MONTE AQUILA (m 2495) MONTE PORTELLA (m 2385)
Dove camminare nell’ambito del massiccio del Gran Sasso d’Italia avendo a disposizione solamente una mezza giornata di tempo? Un’eccellente soluzione è la salita dei monti Aquila e Portella, due elevazioni d’assoluto rispetto sia per la quota che, soprattutto, per la loro posizione davvero fortunata a mezza via tra il grandioso Corno Grande e l’estremità occidentale di Campo Imperatore, il più grande altopiano d’alta quota dell’Italia peninsulare. Il percorso che vi consigliamo è quindi un magnifico anello con alcune brevi digressioni che impegna per circa 3 ore, molto comodo per sfruttare il bel tempo mattutino. La zona è infatti bersagliata, soprattutto nella stagione estiva, da nebbie e temporali pomeridiani; il percorso, non troppo lungo, permette di minimizzare il problema godendo nel contempo di un contesto d’alta quota davvero suggestivo e ricchissimo di magnifici scorci panoramici. L’escursione è del tutto priva di passaggi impegnativi rivelandosi adatta tra fine giugno ed ottobre ad ogni escursionista, anche i più giovani. L’unica difficoltà può essere legata alla presenza di residui nevai, specie in giugno, nel traverso che precede la salita alla Sella di Monte Aquila. Nel dubbio è sempre consigliabile telefonare al Rifugio Duca degli Abruzzi per avere informazioni aggiornate sulla percorrenza del sentiero. In presenza di resti nevosi è possibile seguire il percorso in senso inverso alla descrizione in quanto l’ascensione al Monte Portella si libera dalla neve molto presto per via della favorevole esposizione verso sud della salita. Successivamente si tenta la conquista del Monte Aquila con le cautele del caso ed eventualmente rinunciando al proseguo in presenza di ghiaccio o neve in posizioni esposte. Ad inizio estate, tra giugno e luglio, l’esplosione della natura con i suoi meravigliosi fiori d’alta quota aggiunge un elemento di grande interesse alla già splendida camminata: siamo certi che ne resterete entusiasti serbando nel vostro cuore il magnifico ricordo di una giornata in quell’universo meraviglioso che il Gran Sasso d’Italia sa donare agli escursionisti. L’escursione in breve: Albergo Campo Imperatore (m 2130) – bivio sentieri 2 e 3 (m 2210) – Sella di Monte Aquila (m 2335) – Monte Aquila (m 2495) – Sella di Corno Grande (m 2421) – Sella di Monte Aquila (m 2335) - Rifugio Duca degli Abruzzi (m 2388) – Monte Portella (m 2385) - Rifugio Duca degli Abruzzi (m 2388) - Albergo Campo Imperatore (m 2130) Dati tecnici: Partenza dall’Albergo Campo Imperatore (m 2130): Difficoltà: E. (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 365 (il dislivello reale è superiore trattandosi in gran parte di un percorso in cresta e quindi caratterizzato da alcuni saliscendi). Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: Usando l’autostrada A24 Roma – L’Aquila si consiglia l’uscita di Assergi per poi seguire la segnaletica per Campo Imperatore. Si attraversa la bella località di Fonte Cerreto quindi si prosegue lungo la SS 17 bis guadagnando in salita la grande distesa di Campo Imperatore. Al bivio nell’altipiano, segnalato dai cartelli segnaletici, volgiamo a sinistra salendo verso i 2130 metri dell’Albergo Campo Imperatore. Il percorso stradale sfiora il laghetto Pietranzoni dal quale godiamo di un primo paesaggio mozzafiato sul Corno Grande. In coincidenza dell’Albergo Campo Imperatore il tratto transitabile ha termine (25 km da Assergi). Troviamo un comodo ed ampio parcheggio, un ristorante e l’arrivo della funivia che sale da Fonte Cerreto. Quest’ultima può essere utilizzata, come alternativa, per non salire in auto sino alla partenza. Descrizione del percorso: Abbandonata l’automobile presso l’Albergo Campo Imperatore (m 2130), procediamo lungo la mulattiera che rasenta dopo pochi metri il bel Giardino Botanico Alpino Vincenzo Rivera e l’inconfondibile cupola dell’Osservatorio astronomico (m 2145) all’interno del quale è presente un telescopio con oltre un metro di diametro. Procediamo oltre rimontando in faticosa salita il ripido pendio erboso. In breve siamo ad un importante bivio (m 2210) dove ha inizio il nostro itinerario ad anello: tralasciamo il proseguo in direzione del Rifugio Duca degli Abruzzi, per altro già visibile sul costone che ci sovrasta e che utilizzeremo al rientro, scegliendo invece di volgere sul sentiero che si separa alla destra. In pratica senza dislivello, si traversa il vasto ghiaione per lo più detritico con ampio panorama che permette di dominare il lembo più occidentale dell’altopiano di Campo Imperatore. Il percorso contorna la base di una paretina rocciosa quindi, dopo una breve salita, volge con decisione verso sinistra traversando nell’ampio vallone dominato alla sua testata dalla Sella di Monte Aquila. Godiamo di una bella visione del Corno Grande mentre alla destra osserviamo le pendici detritiche del Monte Aquila, primo obiettivo della nostra avventura. Il percorso procede tagliando quasi in piano un grande ghiaione detritico inclinato; da rilevare come in questo tratto possano persistere sino a metà estate alcuni ripidi nevai da superare con cautela. Segue un tratto a tornanti che permette di scavalcare un ripido costone quindi si traversa una breve frazione lavorata nella roccia sino ad accedere alla Sella di Monte Aquila (m 2335 – ore 0,45 dalla partenza). Il panorama si apre sulla distesa prativa ondulata di Campo Pericoli mentre più ad occidente svettano le cime di Pizzo Cefalone e Pizzo d’Intermesoli. La nostra escursione procede muovendo verso destra lungo il crinale calando per poche decine di metri sino ad un’ulteriore biforcazione con cartello indicatore: tralasciamo l’evidente traccia che si separa a sinistra conducendo al Rifugio Garibaldi e alla via normale al Corno Grande. Restiamo lungo il filo del crinale su fondo per un breve tratto prativo quindi su fine detrito in salita progressivamente più ripida. Il panorama divene ricco di suggestioni: alla sinistra il Corno Grande domina imponente e sornione l’intera zona mentre verso destra scorgiamo l’estremità occidentale di Campo Imperatore. Poco oltre abbandoniamo il proseguo del sentiero che traverserebbe verso sinistra in direzione del Corno Grande per risalirlo con il percorso alpinistico denominato “via direttissima”; restiamo invece lungo la traccia che rimonta ripidamente l’ampio crinale del Monte Aquila. Vinta una breve frazione più faticosa il sentiero prosegue, ben scavato nel manto erboso, traversando in direzione dell’evidente piramide sommitale. I prati lasciano spazio a ghiaie e clasti calcarei nei quali si è insediata una flora d’altitudine d’eccezionale valore naturalistico. Guadagniamo un primo risalto roccioso dal quale notiamo la cima vera e propria, distante ormai pochi minuti di marcia. Proseguiamo lungo il filo del facile crinale detritico sino ad accedere senza alcuna difficoltà al magnifico pianoro sommitale (m 2495 – ore 1,15 dalla partenza). Si tratta di una posizione davvero privilegiata, forse la migliore, per godere di un’impressionante visione d’insieme delle rupi del versante meridionale del Corno Grande. In una giornata di tempo buono godrete di un paesaggio dolomitico di grandiosa imponenza nonostante vi troviate nell’Italia centrale! Il proseguo dell’escursione avviene inizialmente a ritroso con la possibilità di una breve consigliabile variante: si può abbandonare il percorso di crinale in direzione della Sella di Monte Aquila per obliquare a destra tra i prati su percorso privo di sentiero e segnavia, ma ovvio ed evidente con buona visibilità. Scavalchiamo un primo arrotondato dorso prativo quindi, in meno di 15 minuti dalla cima di Monte Aquila, caliamo sino alla marcata Sella di Corno Grande (m 2421), in coincidenza della quale siamo proprio sotto la verticale del Corno Grande in una visione indimenticabile per imponenza. Dalla sella seguiamo l’evidente sentiero verso sinistra (tratto iniziale della “via direttissima”) traversando senza dislivello nei prati all’estremità superiore di Campo Pericoli rientrando in breve alla Sella di Monte Aquila (m 2335 – ore 1,40 complessive). Seguiamo ora lo splendido percorso di crinale lasciando alla nostra sinistra il sentiero utilizzato in precedenza per salire da Campo Imperatore alla Sella di Monte Aquila. Per un breve tratto ricalchiamo il filo di cresta tra splendide fioriture e scorci verso il settore centrale di Campo Imperatore. Nel proseguo il crinale diviene impervio e non percorribile: il percorso ne abbandona il filo aggirando sulla destra il tratto più impegnativo. Tagliamo un vasto ghiaione di clasti instabili senza difficoltà grazie al sentiero ampio e ben marcato; da rilevare l’ottima vista in direzione del Pizzo d’Intermesoli. Un breve tratto erboso è seguìto da una faticosa ma brevissima risalita su affioramenti rocciosi sino a toccare nuovamente il crinale. Il sentiero cambia ora versante: passiamo a sinistra dello spartiacque affacciandoci sull’assolato pendio rivolto a meridione. In pratica senza dislivello traversiamo alternando frazioni scavate nel manto erboso con affioramenti di rocce calcaree. Compare ormai prossimo il Rifugio Duca degli Abruzzi; l’ultimissima frazione prima della struttura richiede qualche cautela in più in quanto affrontiamo in brevissima discesa un tratto roccioso in lieve esposizione che non creerà problemi in una bella giornata e con fondo asciutto. Siamo infine al rifugio (m 2388 – ore 2 complessive), ottimo punto d’appoggio sempre gestito nella bella stagione, posto in posizione molto panoramica lungo il crinale che unisce il Monte Portella al Monte Aquila. Andiamo ora a raggiungere il Monte Portella, ritenuto il più facile e frequentato “2000” dell’Appennino. Per raggiungerne la cima seguiamo il proseguo del crinale calando in pochi minuti dal Rifugio Duca degli Abruzzi alla sottostante forcellina su fondo detritico facile e ben percorribile. Da notare il vastissimo panorama in direzione di Assergi e L’Aquila mentre alle spalle spicca la lunga dorsale occidentale del Corno Grande. Superata l’esile selletta aggiriamo a sinistra un modesto risalto di crinale quindi rimontiamo l’ampia cresta che conduce in breve al pianoro sommitale di Monte Portella (m 2385 – ore 0,15 dal Rifugio Duca degli Abruzzi – ore 2,15 complessive). Da rilevare la visione del roccioso Pizzo Cefalone e della sottostante Sella La Portella mentre più a destra notiamo il grandioso Pizzo d’Intermesoli, parzialmente occultato da alcune roccette di crinale. Alla nostra destra osserviamo ancora una volta il vasto altopiano prativo di Campo Pericoli. Rientriamo a ritroso sino al Rifugio Duca degli Abruzzi e possiamo già intuire il proseguo dell’escursione, notiamo infatti, alla destra, l’Albergo Campo Imperatore inizio e fine della nostra avventura. Dal rifugio un frequentatissimo ed ampio sentiero cala infatti in direzione della partenza scendendo il pendio con innumerevoli tornanti. In breve chiudiamo il nostro anello ritornando al parcheggio (m 2130) dopo circa 3 ore di cammino. Cenni sulla flora:
L’ascensione sui monti Aquila e Portella è molto rimunerativa sotto tutti i punti di vista. All’interesse paesaggistico deve essere aggiunto quello legato ad una flora straordinaria che comprende alcune piante endemiche molto rare e meritevoli di rispetto. Segue una lista delle specie più appariscenti osservate in occasione della nostra salita avvenuta nell’ultima parte del mese di giugno. Piante endemiche: 1) Erba storna appennina (Thlaspi stylosum); raro endemismo dell’Appennino Centrale presente nei pascoli e nelle pietraie d’altitudine. Molto bella la fioritura violetta osservabile nella prima parte dell’estate (giugno – luglio). 2) Viola di Eugenia (Viola eugeniae); endemica dell’Italia penisulare dalla Romagna sino al Molise e alla Campania. E’ assai frequente lungo l’intero percorso. 3) Vedovella appenninica (Globularia meridionalis); endemismo dell’Italia penisulare, presente dalle Marche alla Calabria osservabile nella prima frazione di percorso sino a Campo Pericoli. 4) Violaciocca appenninica (Erysimum pseudorhaeticum); endemica dell’Appennino Centro Settentrionale colora, con le sue infiorescenze gialle, i prati aridi presso la partenza. 5) Lingua di cane della Majella (Cynoglossum magellensis). Pianta endemica dell’Appennino Centrale e Meridionale presente dalla Marche alla Calabria. E’ osservabile nei prati e nei ghiaioni presso la partenza e nella discesa dal Rifugio Duca degli Abruzzi all’Albergo Campo Imperatore. 6) Sassifraga porosa (Saxifraga porophylla). E’ uno splendido endemismo delle rocce calcaree presente dai Monti Sibillini alla Calabria. Diversi esemplari sono osservabili presso la partenza nei ghiaioni poco a monte dell’Albergo Campo Imperatore e nel pendio che conduce al Rifugio Duca degli Abruzzi. 7) Pedicolare appenninica (Pedicularis elegans); bella pianta endemica dell’Appennino Centro – Meridionale dai caratteristici fiori rosa – violetto. 8) Glasto di Allioni (Isatis allioni); splendido endemismo dei ghiaioni e delle pietraie dell’Appennino Centrale con un curioso areale disgiunto sulle Alpi Occidentali. Le belle fioriture gialle della pianta in questione caratterizzano in particolar modo i ghiaioni della prima parte dell’escursione nel tratto compreso tra la partenza e la Sella di Monte Aquila. 9) Campanula di Tanfani (Campanula tanfanii); endemismo dell’Appennino Centrale tipico di luoghi rupestri e pareti ombrose. Alcuni esemplari sono osservabili presso un affioramento roccioso lungo il sentiero che dalla partenza sale alla Sella di Monte Aquila. 10) Caglio della Majella (Galium magellense); endemismo dell’Appennino Centrale presente in grande quantità subito a monte dell’Albergo Campo Imperatore inconfondibile per il suo aspetto prostrato. 11) Peverina tomentosa (Cerastium tomentosum); endemismo italiano presente allo stato spontaneo soltanto nell’Appennino Centro Meridionale presente nella prima parte dell’escursione nel tratto compreso tra la partenza e la Sella di Monte Aquila. 12) Genepì appenninico (Artemisia eriantha); raro endemismo concentrato essenzialmente sui Monti Sibillini, sul Gran Sasso d’Italia e sulla Majella con areale disgiunto sulle Alpi Marittime. Le splendide foglie vellutate della pianta in questione sono inconfondibili. 13) Papavero delle Alpi Giulie (Papaver julicum); splendido endemismo dai grandi fiori bianchi con areale diviso in due parti. E’ presente principalmente su Alpi e Prealpi Giulie mentre un secondo areale interessa proprio l’Appennino Centrale. E’ osservabile nei ghiaioni fin dalla partenza in prossimità dell’Albergo Campo Imperatore. 14) Androsace abruzzese (Androsace mathildae). Forse la pianta più pregevole tra quelle osservabili sul Gran Sasso d’Italia. E’ un endemismo in senso stretto della montagna abruzzese e limita la sua presenza alle cime più alte. Non abbiamo osservato la pianta in oggetto lungo questo percorso tuttavia in internet abbiamo reperito alcune segnalazioni relative alla cima di Monte Aquila e quindi non è escluso che ne possiate osservare la sua fioritura. 15) Stellina abruzzese (Asperula cynanchica subsp. neglecta) 16) Costolina appenninica (Robertia taraxacoides). Endemismo della penisola italiana presente, lungo il percorso descritto, tra l'Albergo Campo Imperatore e la Sella di Monte Aquila. 17) Sassifraga del Gran Sasso (Saxifraga exarata subsp. ampullacea). A livello di sottospecie è un endemismo presente in prevalenza sulle cime dell’Appennino Centrale. 18) Cinquefoglia dell'Appennino (Potentilla apennina). Rara specie delle rupi calcaree dell'Appennino Centrale. 19) Nontiscordardimé di Grau (Myosotis graui). Endemico dell’Appennino Centro Meridionale è presente nei pascoli montani e su pendii rupestri. Specie rare con areale non endemico: 1) Androsace appenninica (Androsace villosa); sebbene diffusa in diverse regioni resta ugualmente una pianta rara. Caratteristico è il suo aspetto a cuscinetto e la presenza, nei mesi di giugno – luglio, di moltissimi fiorellini con fauci di diverso colore sulla stessa pianta. Lungo questo percorso è presente in grande abbondanza ad esempio presso la Sella di Monte Aquila. 2) Genziana appenninica (Gentiana dinarica), dagli splendidi fiori di colore blu intenso. 3) Androsace vitaliana (Androsace vitaliana subsp. praetutiana); bellissima pianta a portamento strisciante caratterizzata da fiori di colore giallo intenso. Sul Gran Sasso d’Italia è presente nella sottospecie “praetutiana”, endemica dell’Appennino Centrale. Lungo il percorso descritto è osservabile con notevole abbondanza in prossimità della Sella di Monte Aquila e nella fascia detritica sommitale del Monte Aquila. 4) Radicchiella dei ghiaioni (Crepis pygmaea). Presente in Italia sulle Alpi e nell’Appennino Centrale è inconfondibile per l’habitat e per le foglie grigio ragnatelose. E’ facilmente osservabile nei ghiaioni compresi tra la partenza e la Sella di Monte Aquila. Altre specie osservate: 1) Astro alpino (Aster alpinus) 2) Genzianella (Gentiana verna) 3) Soldanella alpina (Soldanella alpina) 4) Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata) 5) Sassifraga meridionale (Saxifraga lingulata) 6) Genzianella a foglie corte (Gentiana brachyphylla) 7) Sassifraga ascendente (Saxifraga adscendens) 8) Sassifraga granulosa (Saxifraga granulata) presso il Rifugio Duca degli Abruzzi. 9) Draba gialla (Draba aizoides) 10) Anemone alpino (Pulsatilla alpina) 11) Acino alpino (Acinos alpinus) 12) Linaiola d’alpe (Linaria alpina) negli sfasciumi tra il Rifugio Duca degli Abruzzi e il Monte Portella. 13) Semprevivo ragnateloso (Sempervivum arachnoideum) 14) Sassifraga a foglie opposte (Saxifraga oppositifolia subsp. latina) 15) Pedicolare a foglie verticillate (Pedicularis verticillata) 16) Pedicolare chiomosa (Pedicularis comosa) 17) Anemone narcissino (Anemone narcissiflora) 18) Arabetta alpina (Arabis alpina) 19) Coclearia delle rupi (Kernera saxatilis) 20) Valeriana tuberosa (Valeriana tuberosa) 21) Silene a cuscinetto (Silene acaulis) 22) Doronico di colonna (Doronicum columnae) 23) Millefoglio dei macereti (Achillea barrelieri Ten. subsp.oxyloba) 24) Salice retuso (Salix retusa) 25) Borracina verde scura (Sedum atratum) 26) Orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina) ad esempio nella cresta tra il Rifugio Duca degli Abruzzi e la Sella di Monte Aquila. 27) Croco (Crocus vernus) 28) Falsa ortica meridionale (Lamium garganicum) nella prima parte tra la partenza e la Sella di Monte Aquila. 29) Minuartia primaverile (Minuartia verna)
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