Spino

MONTE SPINO (m 1513)

Una bella montagna calcarea non molto frequentata sebbene alle sue pendici sia presente come ottimo punto d’appoggio il Rifugio Pirlo allo Spino, aperto e gestito nella bella stagione. Nonostante la facilità d’accesso è una montagna spesso dimenticata in quanto il vicino Pizzocolo, più alto e proteso verso le acque del Lago di Garda, è spesso preferito dagli escursionisti. Si tratta in ogni caso di un’elevazione di tutto rispetto con grande panorama verso le circostanti Prealpi Bresciane e soprattutto verso il Gruppo dell’Adamello. Ne consigliamo la salita nelle stagioni di transizione, quando il caldo non è eccessivo evitando l’inverno per non subire l’ostacolo del ghiaccio e della neve.

Dati tecnici:

Da S.Urbano (m 872): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 641. Acqua sul percorso: assente ma con buon punto d’appoggio nel Rifugio Pirlo.

Accesso alla partenza:

Si accede alla partenza dalla statale Gardesana Occidentale. Provenendo da Salò si superano i paesi di Gardone Riviera e Maderno quindi, immediatamente prima del ponte sul torrente Toscolano, si volge a sinistra con cartelli indicanti Monte Maderno. Superiamo le piccole frazioni di Maclino e Vigole per raggiungere Sanico. Procediamo su stretta stradina asfaltata in direzione della Croce di Ortello. Il fondo, subito prima della croce, diviene sterrato con i tratti più ripidi e difficoltosi cementati. Procediamo insinuandoci nel folto, verso occidente. All’unico bivio ignoriamo la strada che sale a destra procedendo su sterrata che, in ultimo, diviene un po’ difficoltosa per il fondo estremamente sconnesso. Accediamo così alla Chiesa di S.Urbano (m 872) dove il divieto di transito impedisce il proseguo. Attenzione alle limitate possibilità di parcheggio (appena 3 – 4 posti auto): è bene arrivare abbastanza presto per usufruirne altrimenti si lascia la macchina lungo la strada precedentemente descritta raggiungendo S.Urbano a piedi.

Descrizione dell’itinerario:

Presso la Chiesa di S.Urbano troviamo le chiare indicazioni per la località “Il Pirello” seguendo il segnavia n° 6. La mulattiera, in questa prima parte ampia e con scarsi dislivelli, traversa nel bosco mantenendosi alta sulla profonda Valle di Poiano. Il panorama resta per lo più impedito dagli alberi con pochi scorci verso sud che lasciano intravedere il settore meridionale del Lago di Garda. Cominciamo a prendere quota; la mulattiera diviene uno stretto sentiero: superiamo alcuni torrenti per poi raggiungere località Il Pirello (m 1030 – ore 0,45 dalla partenza) dove ha termine la strada che sale da S.Michele. E’ possibile abbreviare ulteriormente l’escursione portandosi in auto sino qui, tuttavia è bene tener conto che la salita da S.Michele al Pirello è ancora più lunga e sconnessa dell’accesso a S.Urbano.

Proseguiamo con la segnaletica indicante il Passo di Spino (segnavia n°1). Siamo nuovamente su larga mulattiera e in breve guadagniamo un’apertura che permette di scorgere davanti a noi le pendici meridionali del Pizzocolo oltre ad osservare, alle spalle, il settore sudoccidentale del Garda. Poco oltre notiamo verso nordovest il Rifugio Pirlo sovrastato dal Monte Spino. Nel proseguo il percorso si riporta nel folto del bosco di faggi attraversando una zona in ombra al mattino. In ultimo, con deboli pendenze, guadagniamo l’ampio Passo di Spino (m 1160 – ore 1,15 dalla partenza) presso il quale è presente l’Osservatorio Ornitologico Regionale Antonio Duse. Siamo ad un importante crocevia di sentieri: scegliamo di volgere a sinistra in direzione del vicino Rifugio Pirlo. Ignoriamo una variante bassa segnata che conduce al rifugio mantenendo invece la soprastante mulattiera. Passiamo alla base di una caratteristica parete calcarea sulla quale è stata attrezzata la brevissima ma molto impegnativa via ferrata Ernesto Franco, chiaramente segnalata dai cartelli. Il nostro percorso procede comodo sino ad un poggio erboso che offre uno splendido panorama: a sinistra abbiamo il Rifugio Pirlo mentre di fronte a noi svetta la struttura piramidale del Monte Spino. Verso settentrione notiamo le più alte vette del Parco Alto Garda Bresciano: nello specifico spiccano i monti Tombea e Caplone mentre a minore distanza notiamo la dorsale Manos - Carzen. Più ad oriente l’orizzonte è delimitato dalla lunga catena del Monte Baldo a sovrastare il Lago di Garda. Procediamo passando in prossimità del Casel dell’Uselì (Casello dell’Uccellino); ignoriamo il “Sentiero dei Ladroni” che si stacca a destra di un dosso erboso quindi abbandoniamo poco oltre la mulattiera per volgere a destra sul sentierino segnato che rimonta la dorsale sudorientale del Monte Spino. Nonostante l’assenza di cartelli segnalatori è evidente il punto in cui si stacca il tracciato segnato. Rimontiamo su facile sentiero il ripido pendio che sovrasta il Rifugio Pirlo; compare alle spalle la grande struttura del Pizzocolo mentre verso nord, a grande distanza, cominciamo a scorgere la piramide ghiacciata del Carè Alto. Tralasciamo la variante segnata che sale in vetta dalla destra mantenendo il bel percorso che rimonta fedelmente la dorsale. Non vi sono rilevanti difficoltà sebbene il sentiero superi qualche salto in parte roccioso comunque mai esposto. Da notare come il panorama divenga progressivamente più ampio a meridione scorgendo un settore sempre più vasto del Lago di Garda: un occhio attento noterà il sottile istmo di Sirmione; verso occidente compare distante l’ampia cupola del Monte Guglielmo. Il percorso affronta ora, con pendenza leggermente inferiore, un vasto settore prativo; l’alberatura appare infatti meno densa concedendo più che mai splendidi panorami sulle altre cime circostanti. Risaliamo l’erboso pendio puntando verso la soprastante sommità, la quale tuttavia non è ancora la nostra meta. Osserviamo l’orizzonte nord-occidentale aprirsi alla nostra vista con ben visibili le principali cime del Gruppo Adamello e Presanella, mentre più ravvicinate appaiono le cime del Caplone e del Tombea. Raggiunta la sommità della piramide erbosa appare evidente che non si tratta ancora del culmine vero e proprio; il sentiero procede traversando con scarsi dislivelli appena a sinistra del crinaletto con panorama aperto verso meridione. Sullo sfondo del Lago di Garda assecondiamo le dolci ondulazioni sommitali del percorso sino ad accedere infine al punto più alto (m 1513 – ore 2,30 dalla partenza).

Splendido il panorama di vetta; la posizione piuttosto isolata della montagna concede infatti una vista ad ampio respiro interrotta in minima parte dal vicino Pizzocolo. Ad oriente sfila il lungo crinale del Monte Baldo a sovrastare il Lago di Garda; quest’ultimo ricompare più a sud, superata l’interferenza del Pizzocolo, con ben visibile il promontorio di Sirmione. Ad occidente il panorama è in parte impedito dall’alberatura che raggiunge la vetta dello Spino; tuttavia è sufficiente spostarsi verso sudovest rispetto al punto più alto per trovare in qualche minuto un pulpito in posizione libera dalla vegetazione dal quale ammirare senza ostacoli lo splendido paesaggio. Spicca l’ampio e tozzo dorso del Monte Guglielmo mentre spostandosi verso destra risalta la caratteristica sagoma rocciosa della Corna Blacca oltre ad intravedere l’enorme mole quasi dolomitica della Presolana; volgendo con lo sguardo più a settentrione appaiono le grandi vette del Gruppo dell’Adamello; nello specifico notiamo i profili del Monte Frerone e della Cima Terre Fredde quindi l’elegante profilo roccioso del Cornone di Blumone. Ancora più a nord raggiungiamo la parte centrale del Gruppo Adamello – Presanella caratterizzato dalla presenza dei ghiacciai. Volgendo a nordest osserviamo senza ostacoli le cime delle Alpi di Ledro e le montagne poste all’estremità settentrionale del lago di Garda tra cui ricordiamo il Bondone, Monte Stivo e Monte Altissimo di Nago. Il rientro avviene a ritroso con la possibilità di una breve digressione per raggiungere il Rifugio Pirlo utile per l’approvvigionamento di cibo e acqua (ore 4,30 complessive tra andata e ritorno).

Cenni sulla flora:

Abbiamo eseguito questa salita alla fine del mese di aprile rilevando comunque un interessante numero di specie floreali. Fra le più interessanti ricordiamo:

1) Peonia selvatica (Paeonia officinalis) dagli appariscenti fiori fucsia. Questa pianta, piuttosto rara per ampi tratti delle Alpi e degli Appennini, è presente su questo itinerario con qualche esemplare nella zona di Passo Spino.

2) Primula orecchia d’orso (Primula auricula), dalle caratteristiche foglie farinose. Alcuni esemplari sono presenti lungo le roccette affioranti a lato del sentiero che sale dal Passo Spino alla cima.

3) Carice del Monte Baldo (Carex baldensis); splendida pianta endemica dell’Insubria con areale esteso dalle Grigne ai Monti Lessini, inconfondibile per le sue spighe di colore bianco.

4) Viola pennata (Viola pinnata); sebbene presente sull’intero arco alpino è una pianta molto rara, a fioritura precoce, piuttosto difficile da notare per via delle sue ridotte dimensioni. Un occhio attento potrà scorgerla nei prati a poca distanza dalla vetta intorno a 1300 – 1400 metri di quota.

Elenchiamo di seguito altre specie floreali più comuni facilmente osservabili lungo il percorso:

1) Bosso strisciante (Polygala chamaebuxus)

2) Cicerchia primaticcia (Lathyrus vernus)

3) Vedovella alpina (Globularia nudicaulis)

4) Erica carnea (Erica carnea)

5) Anemone gialla (Anemone ranucoloides)

6) Sigillo di Salomone (Polygonatum odoratum)

7) Primula comune (Primula vulgaris)

8) Pero corvino (Amelanchier ovalis)

9) Erba trinità (Hepatica nobilis)

10) Narciso selvatico (Narcissus poeticus)

11)  Polmonaria maggiore (Pulmonaria officinalis)

12) Carice minore (Carex humilis)

13)  Genziana di Clusius (Gentiana clusii)

14) Bugola (Ajuga reptans)

15) Vulneraria (Anthyllis vulneraria)

16) Saponaria rossa (Saponaria ocymoides)

17) Dente di cane (Erythronium dens-canis)

18) Ciclamino (Cyclamen purpurascens)

19) Consolida maggiore (Symphytum officinale)

20) Biscutella montanina (Biscutella leavigata)

21) Acetosella (Oxalis acetosella)

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