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PICCO DELLA CROCE DI MONTE SCALE (m 2497)
Il Monte delle Scale si presenta bifido. La cima più elevata raggiunge i 2520 metri mentre la gemella è posta a sudest rispetto alla principale ed è di poco inferiore (m 2497). Quest’ultima, nonostante l’altitudine leggermente minore, si presenta assai prominente verso la conca di Bormio concedendo un panorama eccezionale che include fra l’altro Cima Piazzi e la Valfurva. Un bel sentiero segnato ne guadagna la sommità di recente ribattezzata, in parecchie mappe ufficiali, come Picco della Croce di Monte Scale. Il tracciato di salita si presenta in prevalenza escursionistico con un breve tratto che impegna per pochi minuti leggermente più impegnativo. È necessario piede fermo nello scavalcare un costone roccioso ben appigliato con difficoltà intorno al 1° grado; per il resto si tratta di un’escursione non molto lunga e piuttosto facile talvolta possibile sin da giugno grazie alla quota non molto elevata e alla conseguente scomparsa anticipata della neve. L’escursione in breve: Lago delle Scale (m 1928) – panchine (m 2420) – Monte Scale (Picco della Croce di Monte Scale – m 2497) Partenza dal Lago delle Scale (m 1928): Difficoltà: EE (in gran parte E; breve tratto EE che richiede il superamento di un tratto roccioso con difficoltà di 1° grado). (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 569. Acqua sul percorso: assente. Accesso: Da Bormio seguiamo la SS 301 in direzione del Passo del Foscagno e di Livigno. In località Fior d’Alpe Turripiano si abbandona la statale per volgere a destra con indicazioni per le Torri di Fraele e i laghi di Cancano. La strada, a pedaggio nel tratto sommitale, sale con numerosi tornanti transitando presso le torri prima citate. Si procede quasi in piano raggiungendo il Lago delle Scale. Passiamo a sinistra dello specchio d’acqua raggiungendone l’estremità settentrionale dove, sulla destra, si separa il nostro sentiero con indicazioni per Caserma Monte Scale e Croce Monte Scale. Da notare che una mulattiera militare sale alla vetta anche dalle Torri di Fraele; si tratta tuttavia di un itinerario su fondo instabile a tratti assai esposto che non consigliamo. Descrizione del percorso: L’escursione che andiamo a descrivervi non è troppo lunga, vale pertanto la pena di soffermarsi presso il Lago delle Scale (m 1928) in grado di offrire paesaggi idilliaci. Guardando verso meridione l’orizzonte è dominato dalla bellissima sagoma della Cima Piazzi con i suoi ghiacciai. I canali erbosi posti sulla sponda occidentale del lago offrono alcune rarità botaniche fra cui spicca la presenza dell’Androsace prostrata a cui faremo riferimento in coda alla descrizione. Come anticipato troviamo l’inizio della nostra escursione in coincidenza dell’estremità settentrionale del lago. I cartelli segnalano la Croce Monte Scale a ore 1,50 di marcia. Muoviamo in questa direzione tra i prati restando subito a sinistra dell’evidente staccionata in legno. Poco oltre, un secondo cartello in legno indica il punto in cui il sentiero volge deciso verso sinistra cominciando a prendere quota nella mugheta. Non mancano ulteriori scorci alle spalle sullo specchio d’acqua dominato dalla più orientale delle Cime di Plator. Caratteristiche appaiono le stratificazioni rocciose inclinate della montagna. Il sentiero prosegue in moderata salita articolandosi in prevalenza tra la densa selva a pino mugo. Non mancano in ogni caso ulteriori scorci arrivando ad osservare, oltre al Lago delle Scale, il Lago di Cancano e il più lontano Lago di San Giacomo di Fraele, divisi fra loro dall’evidente diga artificiale. Il tracciato prosegue arrampicandosi sul versante nordoccidentale della montagna. La salita resta costante, senza eccessive pendenze, con la mugheta che va rarefacendosi permettendo così un paesaggio progressivamente libero da ostacoli. Si cominciano ad intravedere i ghiacciai che caratterizzano i dintorni del Passo dello Stelvio. Più in quota incontriamo un magnifico pianoro erboso con panchina in legno che invita ad una sosta. La posizione appare estremamente panoramica con in evidenza ancora una volta il Lago di Cancano. Spostandosi pochi metri verso oriente possiamo notare, a distanza, il profondo solco della Val Braulio. Nel proseguo la pendenza del sentiero diviene più marcata muovendo in direzione del soprastante costone roccioso. Un secco tornante verso destra è seguìto da una cengia inclinata a contornare la base della parete. Subito oltre affrontiamo le uniche difficoltà dell’ascensione. Rimontiamo, guidati dai segnavia, il ripido salto roccioso, un po’ esposto ma ricco di appigli e appoggi con la difficoltà che non supera mai il 1° grado. Si tratta di poche decine di metri dopo le quali riprende il normale sentiero e tale resterà sino in vetta. Il percorso torna a volgere deciso verso sinistra tagliando in moderata pendenza il pendio detritico. Complice la quota e l’esposizione verso i freddi venti settentrionali, appare del tutto scomparsa la vegetazione a pino mugo. Restano piccoli lembi erbosi ad interrompere i ghiaioni d’altitudine. Decresce progressivamente la pendenza mentre osserviamo alla nostra destra la vetta principale del Monte delle Scale. In breve accediamo ad uno splendido terrazzo prevalentemente erboso dove sono state poste alcune panchine in legno. La sosta è inevitabile per godere dell’eccellente paesaggio esteso ai ghiacciai presenti nella zona del Passo dello Stelvio. Più a destra si intravede in parte la sagoma del Cevedale. Un cartello in legno segnala la Croce di Monte Scale ad appena 10 minuti di cammino. Si segue il bel sentierino che sale diagonalmente lasciando la cima principale del Monte delle Scale alle spalle. Andiamo a sfiorare il soprastante crinaletto che può essere raggiunto in pochi passi spostandosi a destra della traccia. Godiamo così di un primo scorcio in direzione della Cima Piazzi e della Val Viola. Il sentierino detritico prosegue semplice ed uniforme sino a guadagnare il bel pianoro di vetta (m 2497 – ore 1,45 dalla partenza). Il panorama appare d’insospettabile vastità grazie al relativo isolamento della cima. Dominiamo l’intera conca di Bormio sovrastata dal Monte Vallecetta e un tratto della Valfurva osservando in lontananza il Cevedale, Pizzo Tresero e il Ghiacciaio dei Forni. Volgendo a destra la vetta più evidente è la grandiosa Cima Piazzi con le sue vedrette mentre più ad oriente spuntano le cime del Gruppo Bernina. Volgendo ulteriormente verso ovest notiamo in primo piano la cima più alta del Monte delle Scale e alle sue spalle le Cime di Plator mentre, ancora più a destra, si osservano il Lago di Cancano e il Lago di San Giacomo di Fraele. Terminiamo il nostro giro d’orizzonte con le montagne verso nord al confine tra Svizzera e Italia e con la Val Braulio a nordest. Un occhio attento osserverà, a destra del Passo dello Stelvio, la cima dell’Ortles, massima elevazione delle Alpi Orientali. Il rientro dalla cima avviene a ritroso per un totale di 3 ore di cammino. Cenni sulla flora:
La zona si presenta piuttosto interessante per la presenza di specie floreali d’altitudine in alcuni casi piuttosto rare. A seguire indichiamo le principali osservate in occasione della nostra salita. 1) Androsace prostrata (Androsace chamaejasme). Osservabile soprattutto in Svizzera, è specie spesso indicata come del tutto assente in Italia. In realtà è osservabile in alcune stazioni in provincia di Sondrio, ad esempio nella zona dello Spluga e in Alta Valtellina tra la Valle del Gallo, i laghi di Cancano e le Torri di Fraele. Nello specifico potrete osservarne alcuni esemplari nei prati circostanti il Lago delle Scale. La fioritura è molto anticipata (maggio, giugno), rendendo estremamente difficile identificarla nel pieno della stagione estiva, dopo l’antesi, per via delle sue dimensioni contenute. 2) Sassifraga del Vandelli (Saxifraga vandellii). Bellissimo endemismo insubrico con areale compreso tra il Lago di Como e le Valli Giudicarie. Da rilevare l’esistenza di un piccolo areale disgiunto che gravita nel bormiese rendendone possibile l’osservazione lungo questo percorso. Nello specifico troverete alcuni pulvini proprio in prossimità della cima. Al pari della precedente, la foritura è piuttosto anticipata (giugno). 3) Valeriana strisciante (Valeriana supina): endemica dell’arco alpino, predilige i ghiaioni rocciosi su substrato calcareo. Lungo questo itinerario è osservabile presso la vetta. 4) Biscutella montanina (Biscutella leavigata) 5) Sassifraga gialla (Saxifraga aizoides) 6) Sassifraga verde azzurro (Saxifraga caesia) 7) Tajola comune (Tofieldia calyculata) 8) Salice reticolato (Salix reticulata) 9) Linaiola d’Alpe (Linaria alpina) 10) Trifoglio bruno (Trifolium badium) 11) Coclearia delle rupi (Kernera saxatilis) 12) Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum) 13) Canapicchia glaciale (Omalotheca supina) 14) Ranuncolo dei ghiacciai (Ranunculus glacialis) 15) Gipsofila strisciante (Gypsophila repens) 16) Rododendro irsuto (Rhododendron hirsutum). Pianta endemica delle Alpi centro orientali molto simile al più diffuso Rododendro ferrugineo dal quale si distingue per l’evidente pelosità delle foglie. Cresce unicamente su substrato calcareo. 17) Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum) 18) Carlina segnatempo (Carlina acaulis) 19) Camedrio alpino (Dryas octopetala) 20) Millefoglio del calcare (Achillea atrata) 21) Piroletta a foglie rotonde (Pyrola rotundifolia) 22) Orchidea odorosa (Gymnadenia odoratissima) 23) Campanula dei ghiaioni (Campanula cochleariifolia) 24) Vedovella celeste (Globularia cordifolia) 25) Silene a cuscinetto (Silene acaulis) 26) Vulneraria (Anthyllis vulneraria) 27) Crepide dorata (Crepis aurea)
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