Sasso Tondo (Ringelstein)

SASSO TONDO (RINGELSTEIN - m 2551)

Posto in prossimità della Forcella di Lappago, il Sasso Tondo è una montagna non facile da raggiungere per via dell’itinerario esposto su terreno privo di segnalazioni. Nonostante ciò anche i meno esperti potranno ugualmente apprezzare un itinerario ricco di ambienti incontaminati in uno spettacolare contesto d’alta montagna infatti, anche limitandosi al più facile raggiungimento della Forcella di Lappago, non mancano le sorprese. Si parte dal bellissimo Lago di Neves per salire al Rifugio Porro in ambiente grandioso dominato dalle vette poste sul crinale principale delle Alpi Aurine. Si prosegue oltre il rifugio raggiungendo un gioiello, il bellissimo lago “Tristensee” per poi procedere lungo un tratto del Sentiero Kellerbauer con vista che raggiunge le principali cime delle Vedrette di Ries e del Gruppo Venediger. Sono aspetti che giustificano più che ampiamente l’itinerario. Inutile dire che ne consigliamo la percorrenza nel pieno della stagione estiva quando l’innevamento è ormai scomparso e le giornate sono lunghe permettendo di trascorrere alcune ore in un bucolico ambiente di grandiosa bellezza.

L’escursione in breve:

Malga di Neves (Növesalm - m 1860) – Malga di Neves di Sopra (Obere Növesalm– m 2134) – Passo di Neves (Növesjoch – m 2405) – Rifugio G.Porro (Chemitzer Hütte – m 2419) – Lago dei Covoni (Tristensee - m 2344) – Forcella di Lappago (Lappacher Jöchl – m 2371) – Sasso Tondo (Ringelstein – m 2551)

Dati tecnici:

Partenza dal parcheggio presso la Malga di Neves (m 1860): Difficoltà: EE (T sino al Rifugio Porro; E dal Rifugio Porro alla Forcella di Lappago sebbene con qualche tratto esposto tra il Rifugio Porro e il Tristensee; EE dalla Forcella di Lappago alla cima con tratti molto esposti e assenza di segnaletica) (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale sino alla Forcella di Lappago quindi assente con rare tracce di passaggio nel tratto che dal valico conduce in cima. Dislivello assoluto: m 691 (valore poco significativo essendovi parecchi saliscendi in tutta la frazione compresa tra il Rifugio Porro e la vetta). Acqua sul percorso: torrenti nella parte iniziale sino al Rifugio Porro.

Accesso alla partenza:

Si accede alla partenza dalla Val Pusteria. In coincidenza della città di Brunico troviamo le indicazioni per la statale della Valle Aurina (Ahrntal). La percorriamo per una decina di km sino a raggiungere il paese di Molini di Tures. Abbandoniamo il proseguo della statale volgendo a sinistra per risalire la Valle di Selva dei Molini; attraversiamo l’omonimo paese proseguendo sino a Lappago, ultimo centro abitato oltre il quale la strada diviene strettissima e molto ripida. La carrozzabile (a pedaggio negli ultimi km) si inerpica guadagnando la diga artificiale di Neves che trattiene l’omonimo lago (Neves Stausee). La strada prosegue brevemente lungo la sponda orientale del bacino sino al divieto l’ulteriore transito in auto. Sono presenti numerose possibilità di parcheggio ai lati della carreggiata (m 1860).

Descrizione dell’itinerario:

Il tracciato della nostra escursione si articola inizialmente sul proseguo chiuso al traffico della strada a fondo naturale che si sviluppa sulla sponda orientale del Lago di Neves. Troviamo sulla destra un punto di ristoro (Malga di Neves - Növesalm - m 1860) oltre il quale si stacca sulla destra la larga carrareccia chiusa al traffico che sale, con una lunga sequenza di tornanti, alla Malga di Neves di Sopra (Obere Növesalm – m 2134). In alternativa si può seguire lo stretto sentiero (segnavia 24) che taglia i tornanti della carrareccia salendo alla malga con via assai ripida ma più diretta e veloce. Lungo la salita possiamo godere di alcuni scorci sul sottostante Lago di Neves nonché in direzione del crinale delle Alpi Aurine caratterizzato da alcune piccole vedrette. Dalla malga procediamo su facile sentiero (grande panorama sulla cresta di confine con in evidenza la Punta Bianca e il Mesule) sormontando dapprima un ripido costone per poi proseguire in un’ampia conca, tra pascoli e vaste pietraie accedendo infine al Passo di Neves (Növesjoch – m 2405 – ore 1,40 dalla partenza). Pochi metri a destra del valico sorge il Rifugio G.Porro (Chemnitzer Hütte – m 2415) sempre aperto nella bella stagione; sulla sinistra siamo invece sovrastati dalla grande e tozza sagoma della Cima dei Camosci (Gamslahnernock). Da rilevare il magnifico paesaggio in direzione del Mesule con i ghiacciai sottostanti.

Andiamo ora ad affrontare la parte più bella ed interessante dell’escursione: abbandoniamo il Rifugio Porro per seguire un tratto dell’Alta Via Kellerbauer (Kellerbauer Höhenweg), un sentiero che traversa lungamente in quota in ambiente vasto e selvaggio. La prima frazione affronta un ampio pendio di massi e detriti instabili. Sfasciumi in continuo movimento caratterizzano questo tratto che più volte è stato ridisegnato per sopperire alle frane e alle valanghe invernali. In lontananza si comincia a scorgere il Picco dei Tre Signori e il ghiacciaio “Umbalkees”. Superato il tratto instabile il sentiero procede più comodo e a tratti visibilmente artefatto. Una breve frazione erbosa permette di traversare il pendio in pratica senza alcun dislivello; poco oltre affrontiamo una nuova frazione che si sviluppa tra grandi massi accatastati in modo caotico. Magnifico il panorama in direzione della cresta di confine con in evidenza la Cima di Campo che appare immediatamente alle spalle della Cima dei Camosci.

In breve raggiungiamo un’evidente spalla che si prolunga verso nordest in una cresta rocciosa indicata nelle mappe topografiche come “Kranner Schneid”. In coincidenza della spalla il sentiero cambia completamente direzione volgendo bruscamente verso destra. Procediamo traversando subito al di sopra di un modesto valloncello con torrente che si sviluppa alla nostra sinistra. Di fronte a noi osserviamo la cima trifida della Croda Bianca (Weiße Wand) caratterizzata da affioramenti di roccia calcarea chiara. Scendiamo a guadare il ruscello quindi procediamo su evidente striscia scavata nel manto erboso. Guadagniamo in pochi minuti il bordo della conca occupata dal Lago dei Covoni (Tristensee) che crea, con la prima citata Croda Bianca, un binomio inscindibile. Sulla sinistra una brevissima digressione conduce, per chi lo desidera, alla vicina e già ben visibile malga Oberhütte che permette un ottimo scorcio sul sottostante specchio d’acqua. Scendendo sulla destra caliamo invece, in pochi metri, sino al bordo del lago dove è stata aggiunta una panchina in legno (m 2344 – ore 1 dal Rifugio Porro – ore 2,40 dalla partenza). Vale la pena sostare lungo le limpide acque di questo magnifico laghetto di montagna godendo la meraviglia di un ambiente appartato e silenzioso.

Il nostro cammino procede lungo il Sentiero Kellerbauer andando a perdere bruscamente quota lungo una scarpata prevalentemente prativa. Davanti a noi osserviamo le principali cime delle Vedrette di Ries fra cui spiccano il Collalto e il Monte Nevoso. Guadiamo il torrente emissario del Lago dei Covoni quindi cominciamo a descrivere un ampio semicerchio lungo il vasto pendio raggiungendo il punto più basso di questa frazione di sentiero (m 2285). Da notare l’eccellente scorcio sulla sottostante Valle di Rio Bianco. L’esteso semicerchio procede riprendendo moderatamente quota con la vista alle spalle che abbraccia un tratto del crinale principale delle Alpi Aurine. L’ambiente appare molto vasto e solitario su tracciato in ogni caso facile e ben marcato con magnifici tratti a mo’ di cengia. Il paesaggio si allarga ulteriormente dominando un’ampia frazione della Valle Aurina. La vegetazione resta caratterizzata da prati e cespugli d’altitudine mentre i boschi appaiono confinati almeno 100 – 200 metri più in basso. Il sentiero comincia a volgere verso destra aggirando le pendici della Cima dei Covoni. Compare per la prima volta, davanti a noi, il ripido profilo del Sasso Tondo. Passiamo presso una panchina in legno quindi procediamo verso sudovest, tra grandi massi rocciosi, con il tracciato a tratti artefatto sfruttando grandi lastre disposte ad arte per agevolare il cammino. La vista della Valle di Rio Bianco e della Valle Aurina appare più che mai imponente. In facile traversata tra i prati ci portiamo sotto la verticale della Forcella di Lappago. Abbandoniamo il sentiero Kellerbauer per salire in direzione della sella seguendo il segnavia 22 (cartello segnalatore). In ripida ma facile salita camminiamo tra i pascoli ricchi in estate di fioriture sino al culmine della Forcella di Lappago (Lappacher Jochl – m 2371 – ore 0,40 dal Lago dei Covoni – ore 1,40 dal Rifugio Porro - ore 3,20 dalla partenza).

Il paesaggio si allarga verso occidente tornando a scorgere il profilo della Punta Bianca mentre alla nostra destra siamo sormontati dal marcato cocuzzolo roccioso della Cima dei Covoni. Si ripete la vista sulle Vedrette di Ries e verso nordest, a scorgere il Großvenediger e il Picco dei Tre Signori in una visione alpestre di grandiosa bellezza. Siamo al termine della frazione escursionistica della gita. Il proseguo è ora consigliato solo ad escursionisti esperti. Abbandoniamo il segnavia 22 che procede divallando in direzione della Rinsbacher Alm. Volgiamo a sinistra, senza alcuna traccia di segnaletica, rimontando intuitivamente il ripidissimo filo di cresta su fondo che resta prevalentemente erboso. Il crinale si assottiglia sempre più divenendo in parte esposto nel settore superiore a guadagnare infine una marcata anticima. Si tratta di una posizione panoramica davvero bella, aperta in particolar modo verso la testata della Valle Aurina. Nel proseguo si perde quota lungo una scarpata assai esposta e dirupata che richiede piede fermo ed assenza di vertigini su fondo in parte roccioso ed instabile. Raggiunta la selletta sottostante si riprende quota dapprima tra roccette su esile traccia non segnata per poi proseguire nei prati sommitali che infine permettono l’accesso alla vetta del Sasso Tondo (Ringelstein – m 2551 – ore 0,40 dalla Forcella di Lappago – ore 4 dalla partenza).

Il rientro avviene a ritroso prestando ancora una volta la massima attenzione al tratto esposto compreso tra la vetta e la Forcella di Lappago. Consigliamo a chi non ha piede fermo di terminare l’escursione alla forcella rinunciando alla salita in vetta.

Cenni sulla flora:

Il settore in cui si sviluppa l’escursione appare per gran parte allo stato naturale e non deve meravigliare la ricchezza botanica che lo caratterizza. Indichiamo di seguito alcune tra le principali specie botaniche osservate in occasione della nostra salita, avvenuta nella prima metà del mese di agosto.

1)    Primula vischiosa (Primula glutinosa); bellissimo endemismo del nordest dai fiori violetti raccolti in piccoli grappoli. Colonizza i macereti d’altitudine e le rupi.

2) Primula nana (Primula minima); magnifico endemismo delle Alpi Orientali dai petali rosati con fioritura ritardata al mese di agosto.

3)     Androsace dei ghiacciai (Androsace alpina); un’altra tra le piante più rare e pregevoli osservabili lungo questo percorso. Endemica delle Alpi, colonizza i macereti alle quote superiori. Lungo il percorso descritto è osservabile tra il Rifugio Porro e il Tristensee.

4)    Sassifraga gialla (Saxifraga aizoides)

5)     Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata)

6)     Sassifraga zolfina (Saxifraga bryoides)

7)     Sassifraga stellata (Saxifraga stellaris)

8)     Sassifraga a foglie opposte (Saxifraga oppositifolia)

9)     Margherita alpina (Leucanthemopsis alpina)

10)  Linaiola d’alpe (Linaria alpina)

11)  Graminia di Parnasso (Parnassia palustris)

12)  Mirtillo nero (Vaccinium myrtillus)

13) Genziana punteggiata (Gentiana punctata)

14)  Azalea alpina (Loiseleuria procumbens)

15) Campanula barbata (Campanula barbata)

16)  Campanula di monte (Campanula scheuchzeri)

17)  Piede di gatto (Antennaria dioica)

18)  Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum)

19)  Verga d’oro (Solidago virgaurea)

20)  Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum)

21) Sparviere vischioso (Schlagintweitia intybacea)

22)  Brugo (Calluna vulgaris)

23)  Arabetta alpina (Arabis alpina)

24)  Camedrio alpino (Dryas octopetala) presente nelle rocce presso la vetta.

25)  Acetosella soldanella (Oxyria digina)

26)  Garofanino maggiore (Epilobium angustifolium) presso il Lago di Neves.

27)  Senecio biancheggiante (Senecio incanus)

28)  Napello (Aconitum napellus)

29)  Cariofillata montana (Geum montanum)

30)  Astro alpino (Aster alpinus)

31)  Achillea moscata (Achillea moschata)

32)  Silene a cuscinetto (Silene acaulis)

33)  Nigritella comune (Nigritella nigra)

34)  Botrichio (Botrychium lunaria)

35)  Minuartia primaverile (Minuartia verna)

36)  Piumino rotondo (Eriophorum scheuchzeri)

37)  Doronico dei graniti (Doronicum clusii)

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