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PIZ DA LAS TRAIS LINGUAS (DREI-SPRACHEN-SPITZE - m 2843) PUNTA ROSA (RÖTLSPITZE / PIZ COTSCHEN – m 3026) COL DI QUAIRA (KORSPITZE – m 2933)
L’escursione alla Punta Rosa permette la salita ad un “3000” senza troppa fatica grazie alla quota molto elevata della partenza. Nello specifico il cammino ha inizio in coincidenza del Passo dello Stelvio, il secondo valico rotabile più alto d’Europa, permettendo un’ascensione ad alta quota coprendo un dislivello nel complesso contenuto. Gran parte della salita si sviluppa presso il confine di stato mentre la vetta della Punta Rosa si trova completamente in territorio svizzero (Grigioni). Sia il nome tedesco (Röt) che quello ladino-romancio della vetta (còcen dal latino coccineus) fanno riferimento alle rocce rossigne che contraddistinguono questa cima. Salendo alla Punta Rosa si tocca un’altra elevazione meno evidente: il Piz da las trais Linguas, questa volta proprio sul confine di stato. Il particolare toponimo della montagna si riferisce al fatto che in quest’area trovano confine tre aree linguistiche del tutto differenti fra loro: il lombardo (Val Braulio), il tedesco (Alto Adige) e il romancio (Cantone dei Grigioni – Svizzera). Si tratta nel complesso di un’escursione veloce, eseguibile in mezza giornata, ragion per cui suggeriamo di prolungarla almeno sino al Col di Quaira, sempre sul confine italo-svizzero, potendo godere dall’alto della visione di un bel laghetto d’alta montagna. Volendo camminare ancora di più consigliamo, sempre nei dintorni del Passo dello Stelvio, l’ascensione al Monte Scorluzzo aggiungendo altre due ore circa di marcia. Inutile sottolineare che l’escursione è consigliabile tra luglio e ottobre in assenza di ghiaccio e neve che possono tuttavia interessare anche il periodo estivo, specie dopo il passaggio di perturbazioni provenienti dal nord Europa. L’escursione in breve: Passo dello Stelvio (m 2758) - Rifugio Garibaldi (m 2838) - Drei-Sprachen-Spitze (Piz da las trais Linguas - m 2843) - Sella da Piz Cotschen (m 2925) - Punta Rosa (Rötlspitze - Piz Cotschen - m 3026) - Sella da Piz Cotschen (m 2925) – Col di Quaira (Korspitze – m 2933) Dati tecnici: Partenza dal Passo dello Stelvio (m 2758): Difficoltà: EE (Brevi tratti instabili un po’ esposti nella salita alla Sella Piz Cotschen, un passaggio esposto vicino ad un profondo spacco presso la vetta di Punta Rosa). (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 268. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: L’escursione ha inizio in coincidenza del Passo dello Stelvio (m 2758), uno dei più importanti passi rotabili dell’intero arco alpino, nonché uno dei più alti d’Europa. Il valico è attraversato dalla SS 38; si sale dal versante dell’Alto Adige attraverso i paesi di Prato allo Stelvio, Gomagoi e Trafoi. Chi proviene dalla Lombardia risale, partendo da Bormio, la lunga e profonda Val Braulio. Ignoriamo il bivio a sinistra per il Giogo di S.Maria (Pass Umbrail) che permetterebbe di passare in territorio svizzero mantenendo invece la statale e accedendo senza difficoltà al valico, sul confine tra Lombardia e Alto Adige. Naturalmente, trattandosi di un passo d’alta quota, la strada è aperta solamente nella bella stagione, indicativamente tra giugno e ottobre. E’ comunque buona norma informarsi sul periodo di apertura essendo variabile da un anno all’altro. Descrizione del percorso: Chi raggiunge il Passo dello Stelvio dalla Val Venosta procede pochi metri oltre il valico, nel versante lombardo, trovando sulla destra l’ampia mulattiera che sale al Rifugio Garibaldi (cartelli segnaletici). Abbandonata l’auto in uno dei tanti parcheggi a sinistra della carreggiata intraprendiamo la salita lasciando sotto di noi la confusione e il traffico del passo. Godiamo dei primi scorci in direzione del vicino Monte Scorluzzo e del più lontano Ortles. Il tratto in ripida salita è piuttosto breve permettendo l’accesso al soprastante Rifugio Garibaldi (m 2838) posizionato proprio sul confine di stato tra Italia e Svizzera. Proseguiamo quasi in piano, tra macereti d’altitudine, in una zona dove sono ancora presenti parecchi resti della prima guerra mondiale, raggiungendo in qualche minuto la poco pronunciata sommità del Piz da las trais Linguas (Drei-Sprachen-Spitze - m 2843 – ore 0,20 dalla partenza – cartello riportante il toponimo). Il panorama è grandioso, aperto alle nostre spalle sui ghiacciai che caratterizzano l’Ortles e le cime circostanti il Passo dello Stelvio. Verso occidente notiamo il lungo costone di roccia grigia culminante nel Piz Umbrail e nella Punta di Rims mentre proprio di fronte a noi si staglia Punta Rosa. Raggiungiamo in breve un marcato bivio con cartelli in legno. Abbandoniamo il proseguo della mulattiera per Malga Tarces e Rifugio Forcola volgendo a sinistra con indicazioni per Punta Rosa. Il sentiero guadagna quota su facile terreno detritico con scarsa vegetazione, complice l’altitudine particolarmente elevata. La vista si allarga ulteriormente osservando il vicino Giogo di Santa Maria mentre all’orizzonte si scorgono i ghiacciai del Gruppo del Bernina. Procediamo in piena cresta tra ampi tavolati detritici dove gli esperti di botanica potranno rilevare la presenza della rara Androsace alpina. La grandiosa sagoma della Punta Rosa si staglia imponente di fronte a noi con le sue rocce dall’inconfondibile colore rossigno. Nel proseguo, dopo un breve tratto in falso piano, perdiamo brevemente quota per guadagnare, in pieno confine di stato, l’esile giogo posizionato proprio sotto la verticale di Punta Rosa. Non ci facciamo sviare dal sentiero che appena sotto la nostra posizione traversa, ampio e facile, nel versante italiano affrontando dislivelli minimi. La nostra traccia sale, ben più ripida, al di sopra della mulattiera, tagliando diagonalmente il fianco meridionale della Punta Rosa. Il percorso non è in sé difficile specie se il tempo è stabile e il tracciato non è coperto di neve, si procede tuttavia su fondo a tratti molto friabile ed in parte esposto sul pendio a destra da affrontarsi con piede fermo. In breve raggiungiamo, a termine di ogni difficoltà, la marcata Sella da Piz Cotschen (m 2925), in pieno spartiacque e quindi sul confine di stato. Verso destra procede il crinale sotto il quale si osserva, nel versante francese, il piccolo lago denominato “Lai da Costainas”. Rilevante appare il paesaggio, chiuso all’orizzonte settentrionale dalle Alpi Venoste. Alla nostra sinistra osserviamo il sentiero che rimonta le pendici detritiche della Punta Rosa e che andiamo a seguire su fondo nel complesso evidente e battuto. La striscia di sentiero si articola tra vaste ed instabili pietraie ma in ogni caso senza alcuna esposizione guadagnando velocemente quota. In ultimo la pendenza decresce permettendo di raggiungere una marcata anticima. La vetta vera e propria è a pochi metri di distanza ma appare divisa dall’anticima da un profondissimo ed esposto spacco. Per raggiungerla non è pertanto possibile un accesso diretto: occorre aggirare lo strapiombo con la traccia che lo evita passando alla sua destra. In un grandioso contesto d’alta montagna accediamo infine al punto più alto, riconoscibile per l’ometto di pietre posto presso la vetta e con il nome della cima riportato su un grande masso di roccia rossa (m 3026 – ore 1,20 dalla partenza). Il panorama è vasto ed esteso in tutte le direzioni: dominiamo, nel versante rivolto a nord, un grande solco vallivo che diviene erboso nel settore inferiore, racchiuso tra la “nostra” cima e un lungo tratto di displuviale. All’orizzonte settentrionale sono sempre i ghiacciai delle Alpi Venoste ad attirare lo sguardo. Verso occidente osserviamo la testata della Val Braulio mentre ancora più lontana spicca Cima Piazzi e le vedrette che caratterizzano il Bernina. Torniamo a ritroso, in veloce discesa, sino alla Sella da Piz Cotschen (m 2925). E’ naturalmente possibile rientrare direttamente alla partenza consigliamo tuttavia di prolungare l’avventura procedendo lungo il crinale in direzione della poco nota vetta del Col di Quaira (Korspitze). La cresta che conduce alla cima appare per altro segnalata, evidente e priva di grossi dislivelli. Nel primo tratto camminiamo in falso piano con i segnavia che guidano attraverso un fondo detritico sorprendentemente comodo. Scorgiamo sotto la nostra verticale, nel versante italiano, il piccolo Lago d’Oro posto in una caratteristica conca quasi perfettamente circolare mentre nel versante svizzero è sempre visibile il Lai da Costainas. La cima del Col di Quaira, riconoscibile per l’ometto di pietre in vetta, appare raggiungibile passando per un’evidente sella di crinale. Perdiamo pertanto quota su sedimento rossiccio battuto sino ad accedere alla forcella con ottimo colpo d’occhio verso l’Ortles. Possiamo ora risalire in direzione della cima restando appena a sinistra del filo di crinale ricadente nel versante italiano con un pericoloso salto roccioso. Meno ripido appare il pendio che scivola nel versante svizzero in un ambiente che appare selvaggio ed appartato, soprattutto se paragonato alla confusione del vicino Passo dello Stelvio. Il segnavia evita qualunque difficoltà e senza esposizione tocca una poco pronunciata anticima. Si procede ancora brevemente, in moderata salita, guadagnando tra rocce e facili gradoni il grande ometto di pietre che caratterizza la sommità (m 2933 – ore 2 dalla partenza). Il paesaggio, nonostante la quota inferiore alla precedente Punta Rosa, non è meno interessante per bellezza e vastità. Verso nordest arriviamo a scorgere un breve tratto della Val Venosta mentre in direzione nord osserviamo la prosecuzione della linea di displuviale che diviene più articolata raggiungendo la Cima Piccola di Tarres. Quasi sotto la verticale della vetta osserviamo un ottimo scorcio sul Lai da Costainas, le cui acque blu impreziosiscono i circostanti macereti d’altitudine. Verso sudovest l’orizzonte è parzialmente occupato dalla Punta Rosa mentre alla sua sinistra si eleva la struttura grigiastra dello Scorluzzo; tra le due cime, sullo sfondo, occhieggiano, ancora una volta, i ghiacciai del Bernina. La palma della montagna più bella resta comunque, di diritto, al prospiciente Ortles e alle cime circostanti caratterizzate da grandi ghiacciai in fase di ritiro, così come avviene un po’ nell’intero arco alpino, ma ancora presenti grazie alle quote notevoli, comprese fra i 3000 e i 4000 metri. Il rientro avviene a ritroso passando per la Sella da Piz Cotschen ed evitando, ovviamente, di ripetere la digressione per Punta Rosa. Nel complesso si tratta di un’escursione che impegna per circa 3 ore. Cenni sulla flora:
Camminare nei dintorni del Passo dello Stelvio significa poter ammirare, senza troppa fatica, la flora alpina d’alta quota. Segue una lista delle principali specie osservate in occasione della nostra salita, avvenuta nel mese di luglio. 1) Sassifraga zolfina (Saxifraga bryoides) 2) Sassifraga solcata (Saxifraga exarata) 3) Margherita alpina (Leucanthemopsis alpina) 4) Silene a cuscinetto (Silene acaulis) 5) Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum) 6) Ambretta strisciante (Geum reptans) 7) Linaiola d’alpe (Linaria alpina) 8) Billeri pennato (Cardamine resedifolia) 9) Androsace dei ghiacciai (Androsace alpina); una delle piante più rare e pregevoli osservabili lungo questo percorso. Endemica delle Alpi, colonizza i macereti alle quote superiori. E’ presente lungo questo itierario subito oltre il Piz da las trais Linguas 10) Raponzolo minore (Phyteuma globulariifolium subsp. pedemontanum) endemico dell’arco alpino. 11) Primula di Val Daone (Primula daonensis); splendido endemismo dei terreni silicei con areale centrato prevalentemente nei gruppi dell’Adamello e dell’Ortles – Cevedale ma con sconfinamenti nei gruppi circostanti. 12) Ranuncolo dei ghiacciai (Ranunculus glacialis) 13) Genziana di Koch (Gentiana acaulis) 14) Fragola d’oro (Potentilla aurea) 15) Billeri alpina (Cardamine bellidifolia L.)
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