Scorluzzo

MONTE SCORLUZZO (m 3095)

Posto immediatamente a sudovest del Passo dello Stelvio, a breve distanza dal confine con la Svizzera, lo Scorluzzo è una montagna che appartiene, amministrativamente, alla provincia di Sondrio e quindi alla Lombardia. Del tutto priva di ghiacciai, fu salita per la prima volta da Ludwig Purtscheller, pioniere dell’alpinismo che ne raggiunse la vetta nel 1883. Durante la prima guerra mondiale fu occupato stabilmente dagli austriaci per via della sua posizione strategica contrapposta alle vicine postazioni italiane delle Rese di Scorluzzo e del Filon del Mot, quest’ultima una cittadella militare in posizione strapiombante sulla Val Braulio. Oggi la salita allo Scorluzzo è quanto mai semplice grazie alla possibilità di salire con l’auto ad alta quota parcheggiandola in coincidenza del Passo dello Stelvio. Il Monte Scorluzzo appare in effetti come uno dei “3000” più facili di tutto il circondario, adatto anche a non esperti a dispetto dell’altitudine e grazie alla possibilità di eseguire l’andata e il ritorno in meno di due ore. Chi desidera riempire al meglio la giornata potrà aggiungere allo Scorluzzo la scalata della vicina Punta Rosa. Inutile dire che l’escursione può essere eseguita solo tra luglio e settembre per evitare eventuali resti di neve o la presenza di frazioni ghiacciate.

L’escursione in breve:

Passo dello Stelvio (Stilfser Joch – m 2758) – Passo delle Platigliole (m 2908) – Monte Scorluzzo (m 3095)

Dati tecnici:

Partenza dal Passo dello Stelvio (m 2758): Difficoltà: E (T sino al Passo delle Platigliole; E nel tratto successivo). (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 337. Acqua sul percorso: assente.

Accesso alla partenza:

L’escursione ha inizio in coincidenza del Passo dello Stelvio (m 2758), uno dei più importanti passi rotabili dell’intero arco alpino, nonché uno dei più alti d’Europa. Il valico è attraversato dalla SS 38; si sale dal versante dell’Alto Adige attraverso i paesi di Prato allo Stelvio, Gomagoi e Trafoi. Chi proviene dalla Lombardia risale, partendo da Bormio, la lunga e profonda Val Braulio. Ignoriamo il bivio a sinistra per il Giogo di S.Maria (Pass Umbrail) che permetterebbe di passare in territorio svizzero mantenendo invece la statale e accedendo senza difficoltà al valico, sul confine tra Lombardia e Alto Adige. Naturalmente, trattandosi di un passo d’alta quota, la strada è aperta solamente nella bella stagione, indicativamente tra giugno e ottobre. E’ comunque buona norma informarsi sul periodo di apertura essendo variabile da un anno all’altro.

Descrizione del percorso:

Appena sotto il passo, calando per pochi metri nel versante lombardo, si incontra sulla sinistra una serie di parcheggi e il cartello in legno indicante la cima dello Scorluzzo. Si segue l’ampia sterrata chiusa al traffico guadagnando subito quota e passando davanti al rifugio Compagnoni che, al nostro passaggio, appariva in stato di abbandono (estate 2018). Il paesaggio alle spalle diviene più ampio osservando, al di là del Passo dello Stelvio, il Rifugio Garibaldi sovrastato dal Piz Cotschen (Punta Rosa). Verso occidente osserviamo invece la testata dalla Val Braulio.

Si sale tra sfasciumi detritici notando, alla nostra sinistra, la funivia che raggiunge il Rifugio Pirovano e, con un secondo salto, il Monte Livrio mentre sulla destra abbiamo le propaggini dello Scorluzzo. L’ambiente sembra quasi lunare, caratterizzato da sedimento e detrito mobile. Dispiace riscontrare come l’arretramento dei ghiacciai sia in questo settore estremamente pronunciato: tutto il pendio alla sinistra era, all’inizio del XIX secolo, occupato da una grande vedretta oggi completamente scomparsa. Proseguiamo lungo l’ampia strada bianca cominciando ad osservare verso oriente la grande calotta ghiacciata che caratterizza l’Ortles mentre, appena a destra del non distante Rifugio Pirovano, si eleva il crinale roccioso culminante nella slanciata Punta del Naso. Un ultimo sforzo e raggiungiamo l’ampio Passo delle Platigliole (m 2908 – ore 0,30 dalla partenza – cartelli indicatori).

Abbandoniamo il proseguo della sterrata passando a destra sul sentiero 506 con la cima dello Scorluzzo segnalata a mezz’ora di distanza. Il tracciato, sempre su fondo detritico piuttosto compatto, sale ripidamente con il panorama che si estende ampio verso meridione. La cima dello Scorluzzo è ora di fronte a noi: una piramide regolare di rocce scure che appare nel complesso mansueta, soprattutto tenendo conto del contesto d’alta montagna in cui ci troviamo. Raggiungiamo un’evidente biforcazione: chi lo desidera può raggiungere in pochi minuti, con una digressione a destra, il cosiddetto Scorluzzino caratterizzato da resti di trincee e postazioni di guerra. Il tracciato per la cima prosegue, dopo un breve falso piano, in salita regolare affrontando la parte superiore del percorso. Cominciamo a scorgere, alle spalle, la Vedretta Piana nonché la parte superiore della Vedretta del Madriccio ma è sempre l’Ortles il re incontrastato che catalizza maggiormente lo sguardo degli escursionisti. Una sequenza di regolari tornantini su sfaticcio e detrito mobile permette, senza ulteriori difficoltà, l’accesso all’ampio pianoro che caratterizza il punto più alto (m 3093 – ore 1 dalla partenza – ometto di pietre – cartello con il toponimo della vetta).

La posizione relativamente isolata della vetta permette una visione molto istruttiva delle cime circostanti. La vista si estende verso nordovest includendo la dorsale culminante nel Piz Umbrail e nella Punta di Rims con il sottostante Giogo di S.Maria. Verso sudovest si estende una dorsale che, dalla cima dello Scorluzzo, guadagna il Filone del Mot. Un’altra dorsale molto articolata scende in direzione della Val Braulio e non mancano, sulla cresta, reperti della grande guerra, in una sorta di museo a cielo aperto rimasto immutato per oltre un secolo. Un occhio attento noterà, all’orizzonte occidentale, il Bernina con i suoi grandi ghiacciai. Si ripete, ovviamente, la vista del sottostante Passo dello Stelvio con in evidenza le montagne che lo sovrastano a settentrione, grosso modo lungo il confine tra Italia e Svizzera, mentre ancora più lontane sfilano le cime delle Alpi Venoste. Il rientro avviene a ritroso per un totale di ore 1,40 di cammino.

Cenni sulla flora:

Camminare nei dintorni del Passo dello Stelvio significa poter ammirare, senza troppa fatica, la flora alpina d’alta quota. Segue una lista delle principali specie osservate in occasione della nostra salita, avvenuta nel mese di agosto.

1)     Sassifraga zolfina (Saxifraga bryoides)

2)     Sassifraga solcata (Saxifraga exarata)

3)     Margherita alpina (Leucanthemopsis alpina)

4)     Sassifraga rossa (Saxifraga oppositifolia)

5)     Silene a cuscinetto (Silene acaulis)

6)     Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum)

7)     Ambretta strisciante (Geum reptans)

8)     Genziana punteggiata (Gentiana punctata)

9)     Genziana bavarese (Gentiana bavarica)

10)  Linaiola d’alpe (Linaria alpina)

11)  Arabetta alpina (Arabis alpina)

12)  Billeri pennato (Cardamine resedifolia)

13)  Peverina dei ghiaioni (Cerastium uniflorum), endemica dell’intero arco alpino.

14)  Achillea moscata (Achillea moschata)

15)  Campanula dei ghiaioni (Campanula cochleariifolia)

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