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PIZ UMBRAIL (m 3033) PUNTA DI RIMS (m 2946)
Sia risalendo da Bormio la lunga Val Braulio che calando dal Passo dello Stelvio nel versante lombardo non si può non notare il poderoso contrafforte, al confine tra Svizzera e Italia, che culmina nelle poco marcate vette del Piz Umbrail e della Punta di Rims. La roccia grigiastra che ne caratterizza il settore sommitale può risultare non molto attraente specialmente in contrasto con le vette, in parte ricoperte dai ghiacciai, del prospiciente Gruppo dell’Ortles. E’ bene tuttavia non farsi ingannare dalle apparenze: la salita a questa coppia di vette rivela un paesaggio d’alta quota di rara suggestione, esteso nei giorni più limpidi a grande distanza, fino ad inquadrare lontane catene montuose quali le Alpi Venoste con la Palla Bianca oppure il Bernina con le sue grandiose vedrette. Si tratta di un percorso ad anello di insospettabile bellezza che richiede, come unico requisito, d’avere piede fermo per superare qualche tratto su ghiaione un po’ esposto e qualche breve frazione attrezzata con funi fisse. Consigliamo la percorrenza di quest’itinerario nei mesi centrali dell’estate, tra luglio e settembre, con buone condizioni di visibilità. Nonostante si possa salire agevolmente sino al Pass Umbrail, il tracciato si sviluppa comunque, per un lungo tratto, intorno ai 3000 metri di quota richiedendo condizioni meteorologiche prevedibilmente stabili. L’escursione in breve: Giogo di S.Maria (Pass Umbrail – m 2501) – Piz Umbrail (m 3033) – Punta di Rims (m 2946) – Bocchetta di Forcola (Forcola di Rims – m 2760) – Giogo di S.Maria (Pass Umbrail – m 2501) Dati tecnici: Partenza dal Giogo di S.Maria (Pass Umbrail - m 2501): Difficoltà: EE per la presenza di alcuni brevi tratti attrezzati soprattutto nella salita al Piz Umbrail. (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 532 (lunghi tratti di crinale rendono questo valore poco significativo: il dislivello realmente coperto è di almeno 700 metri). Acqua sul percorso: numerose possibilità nel tratto finale compreso tra la Bocchetta della Forcola e il Pass Umbrail. Accesso alla partenza: L’accesso alla partenza è facile e comodo seguendo la SS 38. Chi proviene dall’Alto Adige scavalca il Passo dello Stelvio ed entra in territorio lombardo. Si cala in questo versante per pochi tornanti sino al bivio, a destra, per il Pass Umbrail. Appena un centinaio di metri in questa direzione e siamo al valico (m 2501), al confine tra Svizzera e Italia. Lasciamo l’automobile in uno degli spiazzi presso il confine di stato. Chi proviene dalla Lombardia risale, partendo da Bormio, la lunga e profonda Val Braulio trovando, poco prima di raggiungere il Passo dello Stelvio, il bivio alla sinistra per il Pass Umbrail (km 18,8 da Bormio). Descrizione del percorso: Il sentiero ha inizio in coincidenza del valico noto come Pass Umbrail (noto anche come Giogo di Santa Maria – m 2501). Subito dietro la dogana svizzera si inerpica, identificato dal segnavia bianco-rosso-verde, il nostro percorso che rimonta un ampio dosso prativo chiamato dagli svizzeri “Astras”. Lungo il sentiero incontreremo parecchi pannelli storici multilingue che informano in relazione a ciò che avvenne durante la prima guerra mondiale quando tutta l’area fu teatro di scontri tra l’Impero Austro Ungarico e l’allora Regno d’Italia. Il sentiero guadagna immediatamente quota permettendo di osservare il Pass Umbrail da posizione privilegiata. Poco oltre siamo ad un bivio: a destra prosegue il tracciato principale mentre a sinistra sale ripido il sentiero storico-militare 1914-1918. Scegliamo quest’ultima possibilità, più diretta e leggermente più impegnativa della via normale, ma senz’altro più interessante dal punto di vista storico e panoramico in virtù di uno sviluppo del percorso tra guglie e torrioni rocciosi. Il bivio non è purtroppo segnalato da cartelli tuttavia, ad escludere l’errore, è ancora una volta la presenza dei segnavia di colore bianco-rosso-verde lungo in nostro sentiero. Saliamo tra i prati fino ad una zona erbosa ondulata dove troviamo i resti di alcune trincee di guerra. Procediamo in direzione dei ghiaioni e delle rocce che caratterizzano il settore sommitale del Piz Umbrail. Alle spalle cominciamo ad ammirare la grandiosa sagoma in parte ghiacciata dell’Ortles mentre molto lontane appaiono verso nordest le Alpi Venoste con la grande cima della Palla Bianca. In breve saliamo sino ad abbandonare definitivamente i prati. La vegetazione lascia ora spazio, complice la quota elevata, ad un fondo detritico ghiaioso con affioramenti di roccia calcarea chiara piuttosto inusuali per la zona. Prestando attenzione al fondo, ora più faticoso ed instabile, prendiamo quota su sfaticcio calcareo andando ad osservare dall’alto un piccolo specchio d’acqua senza toponimo, posto nel versante italiano. Cominciamo a scorgere verso occidente il distante Gruppo del Bernina con i ghiacciai che ne rivestono le pendici. Il proseguo diviene ancora più spettacolare: il tracciato si sviluppa per lo più nel versante italiano sfiorando incombenti rupi rocciose. Guglie, torrioni ed anguste forcellette sono assecondate dal percorso con scorci imponenti sulle vette del circondario. In qualche punto è necessario piede fermo per via del fondo mobile rinforzato in un tratto con l’aggiunta di sostegni in legno per frenarne l’erosione. Poco oltre, una bella cengia inclinata un po’ esposta è stata resa più sicura con l’aggiunta di un corrimano in canapa. Ancora un passaggio su detrito e il sentiero volge ad aggirare uno sperone roccioso. Segue un canalino estremamente ripido e faticoso dove la progressione è possibile grazie alla lunga catena di ferro che è stata aggiunta per agevolare il passaggio. Poco oltre si tocca il filo del crinale con la vista che si allarga a nuovi orizzonti; osserviamo soprattutto i monti che fanno da quinte all’Ortles oltre a dominare dall’alto un ampio settore dell’Alta Val Braulio. Verso nord cominciamo ad osservare, in territorio svizzero, un tratto della Val Monastero mentre ad occidente sono sempre visibili i ghiacciai delle Alpi Centrali. La cima ormai non è lontana: con minore pendenza rimontiamo gli ultimi pendii detritici sino a confluire nella via normale abbandonata ad inizio cammino. L’ultimo tratto è comune alle due alternative: passiamo a destra della linea di cresta (versante svizzero) superando come ultima difficoltà una breve diagonale rocciosa ascendente attrezzata, anche in questo caso, con catena metallica. In ultimo siamo sulla bella radura ghiaiosa che caratterizza la cima del Piz Umbrail (m 3033 – ore 1,45 dalla partenza). Quando la foschia non turba la visuale si gode di una vista di straordinaria bellezza estesa a grande distanza fino alle Alpi di Livigno e al Bernina verso occidente mentre a nord osserviamo la Val Monastero e, a perdita d’occhio, file e file di montagne in territorio elvetico. Si ripete, verso nordest, la visione di un tratto della Val Venosta e delle sue cime, mentre verso sudest è sempre l’Ortles a dominare il paesaggio con i suoi ghiacci eterni. Dopo un’irrinunciabile sosta il nostro percorso procede affrontando una frazione che si sviluppa in pratica lungo la cresta sommitale. I dislivelli appaiono, nel proseguo, davvero minimi: lo stesso Piz Umbrail non spicca in modo deciso sul resto della dorsale. Si tocca subito oltre un’anticima di soli 3 metri più bassa (m 3030) quindi si prosegue perdendo poche decine di metri d’altitudine con il sentiero che resta appena a destra della linea spartiacque toccandone il filo in coincidenza di alcune esili forcelline. La cresta, esposta al vento e alle intemperie, si sviluppa lungamente e possiamo osservare senza ostacoli quello che sarà il proseguo del nostro sentiero. Sulla destra e quindi nel versante svizzero si estende un vasto altipiano ondulato di roccia calcarea chiara quasi privo di vegetazione a fare da contrasto con la verdeggiante Val Braulio che si distende in suolo italiano. Se il sedimento grigiastro che caratterizza il filo del crinale potrebbe non essere molto attraente, bisogna tuttavia osservare che la vista delle montagne circostanti sopperisce completamente ai colori malinconici del Piz Umbrail; d’altra parte non sono numerose le vette escursionistiche che permettono in una sola volta d’ammirare Bernina, Ortles e Palla Bianca. Proseguendo lungo l’uniforme crinale detritico abbiamo poi una gradita sorpresa: compare, a spezzare positivamente il panorama, un grande lago posto nel versante elvetico: si tratta del Lago di Rims (Lai da Rims) che colpisce per l’intensa colorazione bluastra delle acque. Il sentiero seguita ad aggirare a destra diversi gendarmi di roccia toccando il crinale in coincidenza di alcune forcellette che permettono di affacciarsi sulla profonda Val Braulio. Siamo quindi ad un tratto articolato del percorso: affrontiamo alcuni spuntoni rocciosi. In questa frazione superiamo le ultime vere difficoltà del tracciato: una fune metallica fissa guida per alcuni metri più esposti rivelandosi un efficace corrimano. Con tempo stabile e fondo asciutto la difficoltà resta molto contenuta e comunque all’altezza di un medio escursionista. Nel proseguo non vi saranno ulteriori frazioni impegnative ma solo un innocuo sentiero alla portata di qualsiasi camminatore. La Punta di Rims, nuda e grigia, è ora di fronte a noi mentre a destra è sempre il Lago di Rims ad accompagnare il nostro cammino. Passiamo immediatamente a fianco di un bizzarro monolito roccioso che sembra reggersi in equilibrio miracolosamente vista la base particolarmente ristretta ed eccoci all’ultima salita dell’escursione. Le compatte sabbie grigie della Punta di Rims vengono rimontate seguendo integralmente il filo del crinale e quindi percorrendo il confine tra Italia e Svizzera. L’ampio pianoro sommitale (m 2946 – ore 1,15 dal Piz Umbrail – circa ore 3 dalla partenza) offre, al pari del Piz Umbrail, una grandiosa vista sui ghiacciai dell’Ortles e del Bernina. Procediamo passando definitivamente nel versante italiano per intraprendere la discesa che ci riporterà alla partenza. Osserviamo per l’ultima volta il Lago di Rims e l’ormai distante sommità del Piz Umbrail quindi caliamo diagonalmente subito a sinistra del crinale nordoccidentale della Punta di Rims. Persi circa 50 metri di dislivello il tracciato volge con un marcato tornante verso sinistra per scendere con un lungo traverso inclinato sino ad un pianoro erboso aperto verso l’Ortles mentre a destra, nelle immediate vicinanze, notiamo il Monte Braulio. Su sfaticcio roccioso instabile perdiamo ulteriore quota passando a fianco di alcuni manufatti che risalgono alla prima guerra mondiale. In ultimo siamo alla Bocchetta di Forcola (Forcola di Rims – m 2760 – ore 0,20 dalla Punta di Rims – ore 3,15 complessive) caratterizzata da alcune trincee in stato fatiscente. Ci aspetta ora il lungo rientro tra i prati. Abbandoniamo lo sfaticcio roccioso e il detrito che ha accompagnato gran parte dell’avventura per scendere con qualche tornante alla sottostante distesa erbosa. Procediamo con un lungo traverso caratterizzato da dislivelli minimi: gran parte del percorso è pressoché piano e si sviluppa immediatamente ai piedi della cresta culminante nelle cime toccate in precedenza. L’ambiente pastorale contrasta fortemente con il nudo sedimento che abbiamo osservato nella lunga frazione di vetta. In fondo ai verdissimi prati vi è sempre lui: il colosso indiscusso della zona, l’Ortles con i suoi ghiacciai. Scavalchiamo alcuni torrenti assai utili per approvvigionarsi d’acqua quindi proseguiamo con un'unica variazione all’uniformità dei prati. Un grande solco franoso è superato grazie ad un tratto rinforzato con pali in legno per arginare l’erosione del sentiero e del pendio. In sua coincidenza godiamo di un eccellente scorcio sulla parte superiore della Val Braulio. Siamo ormai in vista del Pass Umbrail a termine del nostro anello. Resta una breve, ripida discesa su sentiero sempre ben scavato nel manto erboso sino ad accedere al parcheggio dove avevamo lasciato l’automobile (m 2501 – ore 1,20 dalla Bocchetta della Forcola – ore 4,35 complessive). Cenni sulla flora:
La presenza di rocce e sfasciumi calcarei determina la presenza di una flora che differisce in modo significativo da quella del vicino Gruppo dell’Ortles. Segue una lista parziale delle principali specie osservate in occasione della nostra salita avvenuta nella prima parte del mese di agosto. Endemismi: 1) Androsace emisferica (Androsace helvetica). Endemica delle Alpi, è una delle piante più preziose osservabili lungo questo itinerario. Il portamento pulvinante, la sua spettacolare fioritura e l’habitat particolarmente selettivo rendono questa pianta estremamente spettacolare. Sono presenti alcuni pulvini sui pinnacoli rocciosi calcarei che il sentiero affronta salendo alla cima del Piz Umbrail. La fioritura è piuttosto precoce essendo immediatamente successiva alla fusione delle nevi. 2) Sassifraga nordalpina (Saxifraga aphylla). E’ un endemismo del lato settentrionale delle Alpi che interessa molto raramente il versante italiano. Sono presenti diversi pulvini nei macereti calcarei risaliti dal sentiero di guerra che sale al Piz Umbrail. Altri esemplari sono osservabili sulla lunga cresta detritica che conduce al Piz Rims. La fioritura è relativamente tardiva prolungandosi al mese di agosto. 3) Primula vischiosa (Primula glutinosa); bellissimo endemismo del nordest dai fiori violetti raccolti in piccoli grappoli. Colonizza i macereti d’altitudine e le rupi. 4) Peverina dei ghiaioni (Cerastium uniflorum); è una pianta endemica dell’arco alpino dai magnifici fiori bianchi. 5) Valeriana strisciante (Valeriana supina): endemica dell’arco alpino, predilige i ghiaioni rocciosi su substrato calcareo. 6) Senecio della Carnia (Senecio incanus sbsp. carniolicum). Endemico, a livello di sottospecie, delle Alpi Orientali Altre piante osservate: 1) Genziana nivale (Gentiana nivalis) 2) Genziana punteggiata (Gentiana punctata) 3) Saussurea delle Alpi (Saussurea alpina) nei prati tra la Bocchetta di Forcola e il Pass Umbrail. 4) Sassifraga solcata (Saxifraga exarata) 5) Sassifraga zolfina (Saxifraga bryoides) 6) Sassifraga gialla (Saxifraga aizoides) 7) Sassifraga rossa (Saxifraga oppositifolia) 8) Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata) 9) Sassifraga verde azzurro (Saxifraga caesia) 10) Iberidella alpina (Hornungia alpina) 11) Napello (Aconitum napellus) 12) Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum) 13) Campanula di monte (Campanula scheuchzeri) 14) Campanula dei ghiaioni (Campanula cochleariifolia) 15) Linaiola d’alpe (Linaria alpina) 16) Papavero alpino retico (Papaver alpinum subsp.rhaeticum) 17) Stella alpina (Leontopodium alpinum) 18) Semprevivo montano (Sempervivum montanum) 19) Margherita alpina (Leucanthemopsis alpina) 20) Camedrio alpino (Dryas octopetala) 21) Raponzolo alpino (Phyteuma hemisphaericum) 22) Silene rupestre (Atocion rupestre) 23) Astro alpino (Aster alpinus) 24) Arabetta alpina (Arabis alpina) 25) Botrichio (Botrychium lunaria) 26) Piede di gatto (Antennaria dioica) 27) Veronica alpina (Veronica alpina) 28) Trifoglio alpino (Trifolium alpinum) 29) Trifoglio bruno (Trifolium badium) 30) Achillea moscata (Achillea moschata) 31) Eufrasia minima (Euphrasia minima)
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