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MOUT PERS (m 3206) SASS QUEDER (m 3065)
L’eccezionalità di questa escursione è data dal paesaggio “artico” che si gode dal punto più alto. La vista sul Piz Bernina, che con i suoi 4049 metri è la cima più alta delle Alpi Orientali, è un sogno per qualsiasi escursionista. E che dire del Piz Palù, del Piz Bellavista e dei ghiacciai di Pers e Morteratsch? Stiamo parlando di toponimi che hanno fatto la storia dell’alpinismo! Il fatto più sorprendente è rilevare come il tutto sia osservabile con un sentiero che possiamo definire facile, privo di tratti esposti o in arrampicata. Se poi vogliamo trasformare l’ascesa in un gioco da ragazzi esiste la funivia della Diavolezza: proietta direttamente ai 2972 metri dell’omonimo rifugio e da lassù si raggiunge il Monte Pers in meno di un’ora e mezza di facile cammino. Vi sembra troppo facile e breve? Nessuno vi impedisce di percorrere a piedi il tratto superato dalla funivia: in questo caso l’ascesa richiede almeno 3 ore e mezza di marcia per la sola salita. Oppure potete optare per una via mediana: usare la funivia unicamente in discesa o solo in salita per ridurre di molto lo sforzo complessivo senza privarvi di una discesa su sentiero che vi offrirà la visione del bellissimo Lago della Diavolezza. Il tracciato è quindi abbreviabile o allungabile a piacimento grazie all’impianto a fune. Resta scontata l’avvertenza di scegliere una giornata dal tempo prevedibilmente stabile per escludere il rischio di un temporale ad alta quota ricordando che a questa altitudine la neve non è affatto rara nemmeno in luglio o in agosto. L’escursione in breve: Stazione a valle della funivia Diavolezza (m 2093) – Lej da Diavolezza (m 2572) – Sass Queder (m 3065) – Rifugio Diavolezza (m 2972) – Mout Pers (m 3206) Dati tecnici: Partenza dalla stazione a valle della funivia Diavolezza (m 2093): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 1113. N.B. Per chi sceglie di partire dal Rifugio Diavolezza il dislivello diminuisce a 327 metri. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: Si accede al Passo Bernina dalla Valtellina. Si raggiunge Tirano quindi si volge in direzione di Poschiavo entrando così in territorio svizzero. Si procede rimontando la Val Poschiavina sino al valico quindi si cala in direzione di S.Moritz raggiungendo rapidamente la stazione a valle della funivia Diavolezza presso la quale lasciamo l’auto (m 2093). Descrizione del percorso: Come anticipato nell’introduzione non volendo usare la funivia è possibile salire al Rifugio Diavolezza a piedi. Il sentiero ha inizio presso la stazione a valle della funicolare: si seguono i cartelli indicatori di colore giallo che guidano senza difficoltà lungo le pendici prative che caratterizzano il settore inferiore. Il tracciato non presenta alcun tipo di difficoltà pur essendo abbastanza lungo per via dei numerosi tornanti che permetteranno in moderata pendenza di guadagnare quota. Ad impreziosire una salita che potrebbe altrimenti apparire un po’ noiosa vi è, dopo un’ora e mezza di ascesa, il magnifico Lej da Diavolezza (m 2572). La colorazione turchese delle acque è piuttosto inusuale è costituisce un magnifico soggetto fotografico. Il sentiero procede aggirando lo specchio d’acqua sulla sinistra per prendere quota lungo una ripida scarpata dalla quale ammiriamo il lago dall’alto. Cominciano a comparire i ghiacciai che saranno la visione dominante del settore superiore del cammino mentre alle spalle osserviamo il Passo Bernina con i laghi posti in sua prossimità. L’ambiente comincia ad assumere caratteristiche d’alta montagna: i pascoli lasciano spazio a grandi pendii detritici con caotici accatastamenti di pietre in perenne movimento per via delle intemperie e delle valanghe. Il sentiero, sempre facile e ben tracciato, ripropone la vista del Lej da Diavolezza mentre alle sue spalle, in lontananza, spicca la grande sagoma piramidale di roccia chiara del Piz Alv e, appena più a destra, il Piz Lagalb con l’arrivo dell’omonima funivia quasi alla sua sommità. Camminiamo presso un ripiano che ospita, alla nostra sinistra, un altro laghetto decisamente più piccolo del precedente spesso ancora coperto di ghiaccio e neve nella prima parte della stagione estiva. Tra grandi pietraie siamo ora in vista del Rifugio Diavolezza: osserviamo la funivia che ne raggiunge la struttura e, poco più in basso, un terzo piccolo specchio d’acqua. Il nostro percorso resta sul lato sinistro del vallone (destra orografica) e in ultimo affronta un ripido colatoio spesso innevato o ghiacciato sino a stagione inoltrata. Sino a luglio è consigliabile avere con sé i ramponi per non trovarsi nella sgradita situazione di dover rinunciare al proseguo dopo quasi due ore e mezza di faticosa salita. Superato l’ostacolo si accede al pianetto posto al margine orientale dell’altopiano di Diavolezza immediatamente ai piedi del roccioso Piz Trovat. Chi lo desidera può ora eseguire una breve digressione: una traccia sassosa sale infatti sulla sinistra permettendo in pochi minuti di raggiungere la sommità ampia e rotondeggiante del Sass Queder (m 3065) con grandioso panorama sulle cime del Bernina. Si rientra a ritroso riportandosi sul sentiero che guadagna, in breve, il Rifugio Diavolezza in coincidenza della stazione a monte della funivia (m 2973 – ore 2,30 dalla partenza). Per chi sceglie d’utilizzare la funicolare l’escursione ha inizio qui e il panorama che si gode dal grande terrazzo prospiciente al rifugio è già, di per sé, di rara e spettacolare bellezza. Siamo in vista della cima del Bernina, l’unica vetta a varcare i 4000 metri nell’ambito delle Alpi Orientali. Tuttavia è forse il Piz Palù, sebbene appena più basso, ad offrire la visione più spettacolare per via della sua sagoma tozza ed appariscente rivestita da ghiacci eterni solo in parte nascosta dal vicino Piz Trovat. A destra del Bernina notiamo invece il Piz Morteratsch con il lungo ghiacciaio che scende dalle sue pendici mentre sotto di noi si distende la grande Vedretta di Pers caratterizzata da una marcata morena mediana e da profondi crepacci trasversali. Verso nordovest osserviamo la grande piramide rocciosa del Mout Pers, obiettivo della nostra salita, ed è già evidente che l’ascensione si svilupperà, a dispetto della quota, su terreno libero da neve e ghiaccio. Partendo dal terrazzo del Rifugio Diavolezza muoviamo in questa direzione grazie al sentiero ben tracciato che si sviluppa, inizialmente, lungo il bel crinale roccioso. In breve il tracciato abbandona il filo di cresta spostandosi alla sua sinistra e affacciandosi sul ghiacciaio di Pers. Non mancano gli scorci alle spalle, verso la stazione a monte della funivia, in un paesaggio d’alta quota che ricorda le grandi cime della Valle d’Aosta e del Piemonte. Il tracciato resta del tutto elementare anche quando, poco oltre, affronta una vasta pietraia sconnessa; i massi appaiono infatti collocati ad arte per agevolare il cammino. Possiamo osservare sotto di noi la confluenza tra le vedrette di Pers e Morteratsch nonché l’enorme serraccata che presenta, appena più a monte, il secondo ghiacciaio dominato alla sua sommità dall’elegante guglia denominata Cresta Aguzza. Tra rocce rotte e sfasciumi il tracciato, finora in debole saliscendi, comincia a prendere quota. I segnavia bianco rossi guidano nell’ascesa, mai troppo ripida e faticosa. Dopo una serie di tornanti arriviamo a toccare il crinale affacciandoci in direzione del Passo Bernina. Nemmeno l’ultimo breve tratto di salita offre difficoltà di sorta: tra grandi macigni granitici procediamo sino ad accedere direttamente al punto più alto (m 3205 – ore 1,15 dal Rifugio Diavolezza – ore 3,45 per chi sale a piedi dalla stazione a valle della funivia). Del tutto indimenticabile appare il paesaggio di vetta. Non solo osserviamo verso nordest il Passo Bernina. E’ ben visibile anche il Lej da Diavolezza e il laghetto posto più in alto toccato lungo il sentiero di salita per chi non ha usufruito della funivia. Ovviamente la vista più spettacolare resta quella in direzione del crinale che divide la Svizzera dall’Italia. Ripetiamo le principali cime osservabili da sinistra a destra: Piz Palù (m 3901), Cima Bellavista (m 3922), Cresta Agusta (m 3872), Piz Bernina (m 4048), Piz Previus (m 3583) e Piz Morteratsch (m 3751). Cenni sulla flora:
Abbiamo percorso questo itinerario alla fine del mese di luglio trovandolo particolarmente ricco di specie d’alta quota in virtù delle alte quote raggiunte. Ricordiamo di seguito alcune tra le principali entità osservate. Nella parte sommitale compresa tra il Rifugio Diavolezza e il Mout Pers abbiamo osservato: 1) Raponzolo minore (Phyteuma globulariifolium subsp. pedemontanum) endemico dell’arco alpino. 2) Androsace dei ghiacciai (Androsace alpina); un’altra tra le piante più rare e pregevoli osservabili lungo questo percorso. Endemica delle Alpi, colonizza i macereti alle quote superiori. 3) Eritrichio nano (Eritrichium nanum); bellissima pianta endemica delle Alpi che predilige gli sfasciumi e le rupi ad alta quota. Appare inconfondibile per le sue foglie ricoperte da una fitta peluria e per i fiori azzurri che ricordano quello del più comune Nontiscordardime 4) Peverina dei ghiaioni (Cerastium uniflorum), endemica dell’intero arco alpino. 5) Ranuncolo dei ghiacciai (Ranunculus glacialis) 6) Senecio della Carnia (Senecio incanus sbsp. carniolicum), endemico delle Alpi Orientali. 7) Ambretta strisciante (Geum reptans) 8) Arabetta alpina (Arabis alpina) 9) Sassifraga solcata (Saxifraga exarata) 10) Sassifraga rossa (Saxifraga oppositifolia) 11) Sassifraga zolfina (Saxifraga bryoides) 12) Margherita alpina (Leucanthemopsis alpina) 13) Linaiola d’alpe (Linaria alpina) 14) Genepì femmina (Artemisia umbelliformis subsp. umbelliformis) Nella parte inferiore compresa tra la stazione a valle della funivia e il Rifugio Diavolezza abbiamo osservato: 1) Achillea nana (Achillea nana). E’ una specie endemica delle Alpi Occidentali e Centrali ricoperta da un inconfondibile tomento lanoso bianco argenteo. 2) Piumino rotondo (Eriophorum scheuchzeri), presente con particolare abbondanza lungo le sponde del Lej da Diavolezza. 3) Silene rupestre (Atocion rupestre) 4) Astro alpino (Aster alpinus) 5) Genziana punteggiata (Gentiana punctata) 6) Genziana purpurea (Gentiana purpurea) 7) Azalea alpina (Loiseleuria procumbens) 8) Campanula barbata (Campanula barbata) 9) Campanula di monte (Campanula scheuchzeri) 10) Silene a cuscinetto (Silene acaulis) 11) Silene rigonfia (Silene vulgaris) 12) Sassifraga stellata (Saxifraga stellaris) 13) Acetosella soldanella (Oxyria digyna) 14) Fragola d’oro (Potentilla aurea) 15) Cavolaccio alpino (Adenostyles allariae) 16) Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum) 17) Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum) 18) Piede di gatto (Antennaria dioica) 19) Trifoglio alpino (Trifolium alpinum) 20) Trifoglio bruno (Trifolium badium) 21) Orchide macchiata (Dactylorhiza maculata) 22) Verga d’oro (Solidago virgaurea) 23) Veronica alpina (Veronica alpina) 24) Salvastrella maggiore (Sanguisorba officinalis) 25) Erba cipollina (Allium schoenoprasum) 26) Garofano superbo (Dianthus superbus) 27) Primula irsuta (Primula hirsuta) 28) Primula a foglie larghe (Primula latifolia)
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