Borla

MONTE BORLA (m 1469)

Percorrendo la strada marmifera a fondo naturale che dal Colle dell’Uccelliera conduce alla Foce della Pianza si è sovrastati, sulla sinistra, dalle ripide pendici del Monte Borla. Si tratta di una cima per lo più trascurata grazie alla vicinanza di elevazioni ben più imponenti come il vicino Monte Sagro. Il Borla è in effetti più noto per le meraviglie botaniche osservabili sulle sue pendici che per la via di salita. Raramente il Monte Borla viene considerato come meta fine a sé stessa anche perché la salita alla vetta richiede appena 45 minuti eppure, nonostante ciò, il sentierino che conduce al punto più alto offre ugualmente un magnifico quanto inatteso panorama. Consigliamo di associare la salita ad altre ascensioni nel circondario come quella allo Spallone oppure al Monte Sagro. Scontato il consiglio di effettuare la camminata nelle mezze stagioni evitando le nevi invernali e le elevate temperature estive.

L’escursione in breve:

Acquasparta (m 1268) – Rifugio Carrara (m 1320) – Campocécina – Capanna Martignoni (Capanna del Borla – m 1460) - Monte Borla (m 1469)

Dati tecnici:

Partenza da Acquasparta (m 1268): Difficoltà: E. (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale sino a Campocécina quindi assente ma su evidente traccia lungo la cresta, priva di problemi con buone condizioni di visibilità. Dislivello assoluto: m 201. Acqua sul percorso: alla partenza presso Acquasparta.

Accesso alla partenza:

Dalla città di Carrara la statale 446 bis sale, passando per i paesi di Gragnana e Castelpoggio, sino al bivio verso destra per Campocécina. La stretta strada asfaltata guida per una decina di km sino al bellissimo punto panoramico del Colle dell’Uccelliera (m 1230) dove la vista si apre sul sottostante bacino marmifero di Carrara. In coincidenza del colle volgiamo a sinistra (indicazioni per il Rifugio Carrara) raggiungendo in breve la fine della strada presso Acquasparta (m 1268) dove troviamo un comodo punto d’appoggio nel Rifugio Bar Belvedere e un ampio parcheggio. N.B Cento metri prima del rifugio abbiamo, a destra del piano stradale, una bella fonte con rubinetto per un’eventuale scorta d’acqua.

Descrizione del percorso:

Parcheggiata l’auto seguiamo, a destra della strada, le indicazioni per il Rifugio Carrara. L’ampia mulattiera sale in pochi minuti, transitando nella faggeta, sino alla costruzione (m 1320). Si tratta di un comodo punto d’appoggio aperto nella bella stagione. Il panorama concede verso ovest un magnifico scorcio sul Golfo di La Spezia con il promontorio di Lerici e sulla riviera Apuana. Il sentiero (segnavia n° 173) prosegue quasi piano mantenendosi poco sotto il rifugio e aggirandolo alla destra.

Subito oltre usciamo dal bosco per transitare in una piana erbosa particolarmente suggestiva: siamo nelle praterie di Campocécina, una posizione davvero bella per chi vuole trascorrere qualche ora nel verde godendosi un po’ di tranquillità. Per guadagnare la vetta del Monte Borla è ora necessario abbandonare il sentiero segnato per volgere a destra nel bel mezzo del prato. Come riferimento abbiamo di fronte a noi un bosco di conifere al limite dell’area prativa mentre sulla destra notiamo un isolato pino in mezzo al prato. Muoviamo verso sud, in direzione di quest’albero, che funge in effetti da importante punto di riferimento. Una volta che lo abbiamo raggiunto ci troviamo su un’ampia sella erbosa lungo il crinale occidentale del Borla. Il paesaggio si allarga, ampio ed inatteso, al litorale della Versilia nonché sull’enorme bacino marmifero di Carrara (il più grande al mondo) purtroppo devastato dai tagli di cava.

Per salire in vetta dobbiamo ora seguire la traccia verso sinistra, inizialmente non così chiara, che rimonta l’ampio crinale per lo più prativo discendente dalla vetta. Cominciamo a scorgere la notevole sagoma del Monte Sagro lasciando sotto di noi, alla destra, lo scempio determinato dall’estrazione del marmo. Identifichiamo una striscia di sentiero ora ben evidente, sebbene non segnata, che si sviluppa poco a sinistra del salto ricadente sulla sottostante strada che conduce dal Colle dell’Uccelliera alla Foce della Pianza. E’ una frazione oltremodo panoramica essendo aperta in direzione del Mar Ligure permettendo di scorgere, alle nostre spalle, il promontorio di Lerici. La traccia bordeggia alcuni alberi isolati quindi, sempre in moderata salita, raggiunge una frazione caratterizzata da una maggiore alberatura. Per un breve tratto, la traccia sembra perdersi nell’erba. Ritroviamo il sentiero poco sopra riportandoci sull’orlo del pendio che cala alla nostra destra. A mo’ di cengia procediamo in prossimità del salto mentre la visione alle spalle del Golfo di La Spezia si allarga includendo le isole di Palmaria e di Tino. In breve accediamo ad una modesta costruzione nota come Capanna Martignoni o Capanna del Borla (m 1460), posizionata pochi metri sotto la vetta. Si tratta di un rifugio privato la cui costruzione risale addirittura al 1923 per opera di Cesare Martignoni, pioniere delle Alpi Apuane e in particolar modo della zona di Campocécina. Seguono alla costruzione gli ultimi metri di salita che permettono di accedere al modesto pianoro sommitale (m 1469 – ore 0,45 dalla partenza).

Il panorama di vetta svela una visione molto ampia non solo verso il Monte Sagro e lo Spallone ma anche verso il più distante Pizzo d’Uccello. La vista del litorale versiliese appare ampia ed appagante arrivando nei giorni più tersi a cogliere le principali isole dell’arcipelago toscano oltre ad osservare, come già indicato, il Golfo di La Spezia. Il rientro avviene a ritroso per un totale di ore 1,20 di cammino.

Cenni sulla flora:

Nonostante la breve via normale è possibile, lungo il percorso, osservare alcune specie botaniche interessanti. Da notare come il Monte Borla presenti, sulle sue pendici, un elevato numero di piante, parecchie delle quali endemiche dell’area apuana. La via normale di salita non tocca tuttavia la zona più ricca di specie botaniche che risulta essere la Foce di Pianza, importante sella toccata al contrario dalla via di salita al Monte Sagro o allo Spallone. Vi rimandiamo alle due relative descrizioni per scoprire i tanti endemismi della zona fra cui la famosa Centureamontis-borlae, pianta simbolo delle Alpi Apuane. Di seguito indichiamo alcune delle fioriture osservate in occasione della nostra salita lungo la via normale, avvenuta alla fine del mese di maggio.

1)     Tulipano montano (Tulipa australis), inconfondibile per i tepali esterni gialli con evidenti striature rosse. E’ presente con sorprendente abbondanza nei prati di Campocécina e nella prima frazione di salita lungo la cresta occidentale.

2)     Peonia selvatica (Paeonia officinalis). E’ uno dei fiori più spettacolari osservabili sul Monte Borla per via dei grandi ed appariscenti fiori fucsia. La ricerca del fiore non è certo difficile: le piante più appariscenti sono posizionate proprio sulla vetta del Borla.

3)  Dafne alpina (Daphne alpina). E' una specie infrequente sulle Alpi, molto rara nelle Alpi Apuane e nella catena appenninica. Può essere facilmente confusa con Daphne oleoides sebbene quest'ultima si distingua per le foglie lucide e coriacee con nervi secondari evidenti. Lungo l'Appennino e nelle Alpi Apuane le due specie sono spesso presenti negli stessi areali rendendo il riconoscimento impegnativo. Lungo il percorso descritto è osservabile, al pari della Peonia selvatica, proprio sulle roccette di vetta del Monte Borla.

4)     Orchidea maschia (Orchis mascula)

5)     Orchidea gialla (Orchis pauciflora); bella orchidea dai fiori di colore giallo presente al limitare del bosco tra Acquasparta e il Rifugio Carrara. Può essere confusa con Orchis provincialis; quest’ultima presenta tuttavia foglie maculate mentre in Orchis pauciflora le foglie non hanno macchie permettendo una facile distinzione fra le due specie.

6)     Asfodelo montano (Asphodelus albus); le appariscenti e spettacolari fioriture della pianta in questione adornano la cresta prativa del Monte Borla.

7)     Trifoglio alpino (Trifolium alpinum)

8)     Genzianella (Gentiana verna)

9) Iberide sempreverde (Iberis semprevirens)

10)  Primula odorosa (Primula veris)

11) Bugola piramidale (Ajuga pyramidalis)

12)  Sassifraga a foglie rotonde (Saxifraga rotundifolia)

13) Orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina)

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