Malpasso - Canuti - Pitturina

MONTE MALPASSO (m 1716)  

CIMA CANUTI EST (m 1744)

CIMA CANUTI OVEST (m 1737)

CIMA PITTURINA (m 1740)

MONTE BOCCO (m 1791)

Al confine tra le province di Parma e Massa, spostandosi verso oriente lungo il crinale appenninico principale, si raggiunge, superata la Foce Banciola, un tratto nel quale lo spartiacque abbandona la classica direzione nordovest sudest. Per una breve frazione la displuviale si dispone da ovest verso est elevandosi in una serie ravvicinata di quattro cime piuttosto impervie. Stiamo parlando della Cima Pitturina, delle due cime Canuti e del Monte Malpasso. Sono cime spesso trascurate dagli escursionisti in quanto leggermente meno alte della frazione precedente. Si tratta in realtà di un settore spettacolare in quanto la linea di cresta diviene a tratti esile e rocciosa con il sentiero che ne asseconda con eleganza le forme irte ed affilate. L’escursione come descritta di seguito comprende inoltre l’ascesa al Monte Bocco a completamento di un’esperienza insolita nell’ambito dell’Appennino Parmense. Inutile dire che ci troviamo all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, un’area ricca di emergenze faunistiche e botaniche. Lungo il tracciato descritto si incontra fra l’altro la rara ed endemica Primula appenninica, la pianta simbolo del parco, in grado di abbellire con le sue corolle rosso – violette i nudi affioramenti arenacei. Consigliamo di eseguire il cammino tra maggio e giugno oppure in autunno evitando sia l’innevamento invernale che le più calde giornate estive.

L’escursione in breve:

Prato Spilla (m 1351) – Lago Palo (m 1511) – sella senza nome sulla cresta nord di Cima Canuti (m 1648) – Sella Canuti (m 1698) – Monte Malpasso (m 1716) – Sella Canuti (m 1698) – Cima Canuti Est (m 1744) – Cima Canuti Ovest (m 1737) – Cima Pitturina (m 1740) – Foce Banciola (m 1684) – Monte Bocco (m 1791) – Foce Banciola (m 1684) – Prato Spilla (m 1351)

 Dati tecnici:

Partenza da Prato Spilla (m 1351): Difficoltà: EE  (Vai alla scala delle difficoltà). Gran parte del percorso presenta difficoltà E; le difficoltà maggiori si hanno nel tratto compreso tra Cima Canuti Ovest e Foce Banciola con difficoltà EE in quanto si affrontano tratti in cresta affilati ed esposti. Segnaletica: poco evidente l’inizio del cammino, quindi segnaletica totale sino alla Foce Banciola e alla cima del Monte Bocco. Segnaletica del tutto assente nella discesa dalla Foce Banciola a Prato Spilla calando lungo le piste da sci su percorso comunque intuitivo con buona visibilità. Dislivello assoluto: m 440. Il dislivello realmente coperto è senz’altro maggiore per via dei numerosi saliscendi lungo la cresta principale. Acqua sul percorso: assente

Accesso:

Chi proviene dalla Toscana raggiunge con la SP 74 Massese il Passo del Lagastrello e il Lago Paduli. Si procede oltre il valico entrando in territorio emiliano (provincia di Parma). In breve si guadagna la piccola frazione di Rigoso incontrando, subito oltre, il bivio a sinistra per Monchio (SP 665). Un breve tratto e abbandoniamo anche questa provinciale per volgere a sinistra sulla Via per Pratospilla. Sono appena 4 km di strada asfaltata cieca che conducono sino agli impianti sciistici presso i quali lasciamo l’automobile.

Chi arriva dalla provincia di Reggio Emilia raggiunge e supera con la SS 63 Castelnuovo né Monti e le frazioni di Terminaccio e Monteduro. Poco oltre abbandoniamo la statale per volgere a destra sulla SP 15 con cartelli indicanti Succiso e Ramiseto. Seguiamo lungamente la provinciale raggiungendo, in poco meno di 30 km, il Passo del Lagastrello. Volgiamo a destra scendendo verso Rigoso quindi procediamo come indicato sopra.

Chi proviene da Parma segue la SS 665 superando Pastorello, Ranzano e Selvanizza. Si procede sulla SP 68 sino alle porte del paese di Rigoso. Volgiamo a destra con cartelli indicanti Monchio e Prato Spilla. Un breve tratto e abbandoniamo anche questa provinciale per volgere a sinistra sulla Via per Pratospilla. Sono appena 4 km di strada asfaltata cieca che conducono sino agli impianti sciistici presso i quali lasciamo l’automobile.

Descrizione del percorso:

In coincidenza del parcheggio dove lasciamo l’automobile (Prato Spilla – m 1351) non si incontrano cartelli indicatori né segnavia. Si tratta, senza difficoltà, di rimontare liberamente la parte inferiore dell’ampia pista di sci che si trasforma nella bella stagione in un pendio erboso. Restando sul lato sinistro della pista si incontra, dopo appena 10 minuti di ripida salita, il cartello indicante il sentiero 703A e la giusta direzione per il Lago Palo e la Sella Canuti. Da questo momento non avremo più difficoltà d’orientamento. Un esile sentiero segnato si separa infatti sulla sinistra abbandonando il pendio erboso per penetrare nel fitto bosco di faggi. L’ascesa è moderata e conduce sino alla bella conca dove il bosco lascia spazio al magnifico invaso del Lago Palo (m 1511 – ore 0,40 dalla partenza).

Con un’estensione di 8700 mq e una profondità massima di 5,60 metri, è uno dei tanti laghetti d’origine glaciale che caratterizzano l’alto Appennino Parmense. Nonostante le dimensioni contenute il livello delle acque è abbastanza costante grazie alla presenza di alcune sorgenti sotterranee. Le acque limpide e calme riflettono perfettamente la fitta faggeta circostante. Il sentiero segnato ne segue per un breve tratto la sponda articolandosi verso destra con il cartello che segnala Sella Canuti a mezz’ora di marcia. Il sentiero prende quota nell’ampio circo soprastante superando rapidamente l’ultima frazione boschiva per procedere in lunga diagonale ascendente nella prateria sommitale. Con splendidi scorci sul sottostante laghetto puntiamo in direzione dello stretto canale che incide l’ampio costone per lo più roccioso che ci sovrasta. Con un ultimo tratto particolarmente erto siamo infine alla forcellina (m 1648) che permette di uscire dall’ampia conca d’origine glaciale del Lago Palo. Ignoriamo il sentiero 703B con indicazioni per località “La Scaliccia” scegliendo invece di volgere a destra mantenendo il 703A. La salita procede moderata con il tracciato ridotto ad una sottile striscia tra la prateria a mirtillo. Godiamo alle nostre spalle degli ultimi scorci sul sottostante Lago Palo. Il tracciato procede volgendo verso sinistra con eccellente colpo d’occhio in direzione del Monte Malpasso. Il sentiero si assottiglia affrontando un lieve passaggio in esposizione. Poco oltre si guadagna il crinale principale in coincidenza della Sella Canuti (m 1698 – ore 1,10 dalla partenza).

Siamo sullo spartiacque appenninico con la vista che si allarga in direzione del Mar Ligure scorgendo il Golfo di La Spezia con le isole di Palmaria e Tino. Si stagliano davanti a noi le Alpi Apuane mentre verso oriente osserviamo a breve distanza il Lago Paduli presso il Passo Lagastrello sovrastato dalla grande mole dell’Alpe di Succiso. L’escursione procede con la breve digressione verso sinistra per raggiungere il Monte Malpasso. Seguiamo il sentiero 00 di displuviale camminando comodamente lungo la cresta erbosa sino ad accedere al punto più alto (m 1716 – ore 0,05 da Sella Canuti – ore 1,15 dalla partenza – cartello con toponimo). Si rinnova l’eccellente panorama in direzione del Lago Paduli. Rientriamo a ritroso sino alla Sella Canuti quindi l’escursione prosegue verso occidente mantenendo il sentiero di crinale. In moderata pendenza rimontiamo l’ampio crinale prativo sino ad accedere in pochi minuti al pianoro sommitale che caratterizza la Cima Canuti Est (m 1744 – paletto metallico in vetta). Ottimo il paesaggio con ben visibile, nel versante emiliano, la conca che accoglie il Lago Palo. Il sentiero procede perdendo pochi metri di dislivello quindi si risale brevemente sino alla sommità del prospiciente ampio dorso senza toponimo; si tratta in effetti di un’elevazione secondaria che dista appena qualche minuto dalla Cima Canuti Est. Il sentiero di crinale procede ora perdendo quota in direzione della sottostante, marcata selletta erbosa. Il tracciato ricalca in questo tratto pressoché fedelmente la linea di cresta guadagnando la stretta insellatura sottostante. Da notare l’esile traccia non segnata che dalla selletta cala nel versante emiliano in direzione del Lago Palo fungendo da eventuale via di fuga nel caso di un improvviso peggioramento del tempo. Con tempo buono si procede invece sul segnavia 00 mantenendo la traccia scavata nel manto erboso. Risaliamo ripidamente, ma in breve, sino alla sommità della Cima Canuti Ovest (m 1737).

Il proseguo del sentiero di crinale richiede piede fermo ed è consigliabile solo ad escursionisti esperti, possibilmente con fondo asciutto e tempo stabile. La linea di displuviale diviene infatti impervia con alcuni tratti affilati ed esposti. Nello specifico, dopo un breve tratto quasi piano caliamo lungo l’esile e sottile tracciato sino ad un grande roccione strapiombante. Non è possibile varcarlo direttamente; la traccia, in questo tratto non molto visibile, scende nel versante toscano aggirando l’ostacolo con un breve traverso esposto. Riprendiamo il sottile filo di cresta quindi ci spostiamo questa volta sul versante emiliano per evitare alcune scomode roccette esposte. Perdiamo quota raggiungendo in breve un inconfondibile gendarme roccioso verticale. Il sentiero lo aggira con eleganza sulla destra (versante emiliano) contornandolo alla sua base. Un occhio attento noterà, tra le fasce d’arenaria, la presenza tra maggio e giugno delle corolle rosso-violette della bellissima ed endemica Primula appenninica a cui faremo riferimento in coda alla descrizione. Varcato il gendarme strapiombante si riprende il filo del crinale quindi la difficoltà decresce lasciando spazio ad un innocuo sentierino nel manto erboso. Riprendiamo quota sfiorando un primo dorso erboso andando poi a raggiungere l’ampia sommità della Cima Pitturina (m 1740 – ore 0,50 da Sella Canuti – ore 2,10 dalla partenza). Il paesaggio di vetta permette di apprezzare l’eleganza del crinale che unisce le cime Canuti: appare davvero sorprendente l’esistenza del sentiero che ci ha permesso di toccarne le sommità. Magnifico il colpo d’occhio sui Groppi di Camporaghena e sulla struttura dell’Alpe di Succiso. Il cammino può ora proseguire verso sudovest perdendo quota in direzione della sottostante Foce Banciola. Il sentiero resta esile ed impervio andando a scartare sulla sinistra un marcato spuntone caratterizzato da alcune roccette arenacee strapiombanti. L’aggiramento non presenta particolari difficoltà sebbene il passaggio sia in parte esposto verso sinistra. È in pratica l’ultima vera difficoltà del nostro percorso; subito oltre il crinale diviene ampio e rassicurante con il sentiero che tra i prati guadagna la Foce Banciola (m 1684 – cartello con toponimo - ore 0,10 da Cima Pitturina – ore 2,20 dalla partenza).

Il nostro cammino prevede a questo punto l’ascensione dell’ultima cima. Si tratta del Monte Bocco che raggiungiamo con una facile digressione procedendo verso sudovest lungo il sentiero 00 (cartello indicante la cima a 15 minuti di distanza). L’ascesa risulta facile e comoda sviluppandosi tra prateria a mirtillo (vaccinieto). L’ambiente aperto garantisce un ottimo panorama sia alle spalle osservando le elevazioni appena superate di Cima Pitturina, Canuti Ovest e Canuti Est, sia verso occidente scorgendo i monti Bragalata e Losanna. Verso oriente notiamo ancora una volta l’Alpe di Succiso e, fuori dalla linea del crinale, il Monte Ventasso mentre proseguendo nella salita scorgiamo nuovamente il Lago Paduli. Bordeggiamo un modesto avvallamento spesso occupato dall’acqua di fusione ad inizio stagione. L’ultimo breve tratto di salita vede la prateria lasciare spazio ad alcune roccette quindi raggiungiamo l’ampissima sommità del Monte Bocco (m 1791 – ore 0,15 dalla Sella Banciola - ore 2,35 dalla partenza). Essendo nuovamente sullo spartiacque torniamo ad osservare, nei giorni più limpidi, il Golfo di La Spezia e un ampio settore della Lunigiana.

Il ritorno alla partenza prevede il rientro a ritroso, in una decina di minuti, sino alla Foce Banciola (m 1684 – ore 0,10 dalla cima di Monte Bocco – ore 2,45 dalla partenza). Si abbandona il sentiero di crinale seguendo la traccia che cala verso settentrione in direzione di Prato Spilla (cartello indicatore in legno). L’esile tracciato confluisce nell’ampia pista di sci che scende lungamente sino alla partenza. Non è presente segnaletica ma il percorso è ovvio riportando infine alla stazione a valle degli impianti a chiusura del percorso ad anello (m 1351 – ore 1 dalla Foce Banciola – ore 3,45 complessive).

Cenni sulla flora:

Segue una rassegna delle principali specie osservate in occasione della nostra salita avvenuta nella prima parte del mese di giugno.

1)    Primula appenninica (Primula apennina); si tratta dell’unica primula di colore rosso presente nell’Appennino Tosco Emiliano. È un raro endemismo segnalato sul crinale reggiano e parmense osservabile per lo più sulle rupi d’arenaria ad esposizione settentrionale. Si tratta giustamente della pianta simbolo del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. Lungo l’escursione appena descritta la specie è presente in diverse posizioni. Alcuni esemplari sono lungo il sentiero 703A nel tratto che precede la Sella Canuti. Parecchie piante sono posizionate negli strati di arenaria che caratterizzano le cime Canuti. Abbiamo infine osservato alcuni esemplari nel tratto compreso tra la Foce Banciola e il Monte Bocco.

2)    Anemone alpino (Pulsatilla alpina)

3)    Tossillaggine alpina (Homogyne alpina)

4)    Orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina)

5)    Genziana di Koch (Gentiana acaulis)

6)    Genzianella (Gentiana verna)

7)    Pepe di monte (Daphne mezereum)

8)    Draba gialla (Draba aizoides)

9)    Sassifraga a foglie rotonde (Saxifraga rotundifolia)

10)  Viola con sperone (Viola calcarata)

11)  Mirtillo nero (Vaccinium myrtillus)

12)  Anemone bianca (Anemone nemorosa)

13)  Bugola (Ajuga reptans)

14)  Acetosella (Oxalis acetosella)

15)  Cariofillata montana (Geum montanum)

16)  Viola gialla (Viola biflora)

17)  Piede di gatto (Antennaria dioica)

18)  Fragolina di bosco (Fragaria vesca)

19)  Borracina alpestre (Sedum alpestre)

20)  Farinello buon-enrico (Chenopodium bonus-henricus)

21)  Senape violaciocca (Coincya monensis subsp. cheiranthos)

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