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DOSSO DI FUORI (ÄUßERER NOCKENKOPF – m 2770) PIZ RUSSENNA (JOCHBODENKOPF - m 2802)
E’ incredibile quanto dimenticate siano queste elevazioni nonostante la grande vicinanza con un luogo turistico e frequentato come il Lago di Resia. Chi raggiunge il famoso specchio d’acqua noterà senz’altro le montagne che lo sovrastano alla sua estremità nordoccidentale; pochi tuttavia ne sono attratti essendo cime prive di ghiacciai e di forme appariscenti. In realtà si tratta di vette davvero splendide posizionate sul crinale principale al confine tra Italia e Svizzera. Dallo spartiacque il panorama è immenso, esteso ai ghiacciai delle Alpi Venoste e, in direzione opposta, al versante elvetico. Da lassù il Lago di Resia è una gemma turchese che in una giornata tersa lascerà in voi un ricordo indelebile. E’ un’escursione che sarà particolarmente apprezzata da chi ama la montagna fatta di spazi ampi, silenzi e solitudine; anche in pieno agosto troverete infatti pochissime persone impegnate a camminare su queste pendici. L’unica avvertenza è quella comune a tutti gli itinerari in cresta: occorre scegliere una giornata con tempo prevedibilmente stabile in quanto la zona di confine è spesso bersagliata, nella stagione estiva, dai temporali. Il tratto senza segnavia compreso tra il Dosso di Fuori e il Piz Russenna non deve impensierire più di tanto: con buona visibilità il tracciato è intuitivo. Nel caso dovesse sopraggiungere la nebbia nulla impedisce di fermarsi al Dosso di Fuori limitandosi alla frazione segnata. L’escursione in breve: Roia (Rojen – m 1968) – Forcella di Fuori (Äußere Scharte – m 2636) – Dosso di Fuori (Äußerer Nockenkopf - m 2770) – Piz Russenna (Jochbodenkopf – m 2802) Dati tecnici: Partenza da Roja (Rojen – m 1968): Difficoltà: E (EE con scarsa visibilità il tratto compreso tra il Dosso di Fuori e il Piz Russenna). (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale fino al Dosso di Fuori quindi assente nel tratto successivo di cresta sino al Piz Russenna con tracce di sentiero nella prima parte e senza troppe difficoltà d’orientamento con buona visibilità nel tratto successivo. Dislivello assoluto: m 834. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: Seguendo il tracciato della SS 40 si raggiunge, in salita dalla Val Venosta, il Lago di Resia quindi si prosegue lungo la sponda orientale sino a guadagnare il paese di Resia (Reschen). Abbandoniamo il proseguo della statale che altrimenti raggiungerebbe in breve il confine di stato volgendo a sinistra con indicazioni per Val Roia (Rojental) e Belpiano (Schöneben). La comoda stradina asfaltata segue per un tratto la sponda occidentale del lago quindi se ne scosta prendendo quota e infilandosi nell’alpestre e suggestiva Valle Roia (Rojental). Il tratto aperto al traffico sale per alcuni km trovando il suo termine in prossimità degli impianti di sci. Subito prima degli impianti si individua a destra la deviazione che conduce, in appena 200 metri, alla minuscola frazione di Roia (Rojen). Si tratta di un grazioso gruppetto di case con una locanda davanti alla quale è possibile lasciare l’automobile (pochi posti disponibili). Nonostante le dimensioni davvero minime, Roia presenta la caratteristica d’essere uno degli insediamenti permanenti più alti dell’arco alpino. Rimarrete affascinati dall’ambiente idilliaco ed appartato che circonda il villaggio. Descrizione del percorso: Sin dalla partenza possiamo apprezzare un ambiente riposante caratterizzato da prati ben tenuti in un contesto di montagne dalle forme dolci. La segnaletica indica la nostra meta (Äußerer Nockenkopf) a ore 2,20 di distanza. Seguiamo il sentiero che abbandonato il villaggio di Roia risale, bordeggiato da staccionate in legno, il ripido pendio erboso. In pochi minuti raggiungiamo un primo, importante bivio. Ignoriamo il segnavia 13 che si separa a sinistra mantenendo il sentiero n°10 con la vetta segnalata a ore 2,10 di marcia. Seguiamo il tracciato, a tratti in falsopiano, con bella vista alle spalle sulle pendici di Cima Dieci e sugli impianti sciistici di Belpiano. Procediamo guadagnando una modesta casetta in legno (m 2106) dopo la quale il sentiero procede in salita, ben marcato e scavato nel manto erboso, lasciando a destra un modesto boschetto di conifere. Incontriamo poco oltre un ulteriore bivio sempre ben segnalato dai cartelli in legno. Ignoriamo il segnavia 7B che si separa a destra mantenendo il sentiero 10 con la cima del Dosso di Fuori (Äußerer Nockenkopf) indicata a ore 1,40 di cammino. Procediamo in ambiente che si fa progressivamente vasto e uniforme. Superiamo una recinzione con cancelletto in legno quindi prendiamo quota con la vista che si allarga permettendo di osservare davanti a noi un tratto del Lago di Resia e addirittura i ghiacciai della Palla Bianca mentre alle spalle osserviamo la piccola Valle Roia, dove la nostra avventura ha avuto inizio. Siamo ormai al di sopra del limite dei boschi. Nulla turba la visuale mentre il cammino si articola tra prati d’altitudine punteggiati da migliaia di fiori nella breve stagione estiva d’alta quota. Il Dosso di Fuori è ora ben visibile: una piramide irregolare con alcuni ghiaioni detritici che ne incidono il tratto sommitale andando ad interrompere l’uniformità della distesa erbosa. Guadagniamo una sorta di terrazzo panoramico dopo il quale la salita lascia spazio ad un breve traverso in un esile valloncello dove incontriamo l’ultimo bivio segnalato dai pannelli in legno. Abbandoniamo il proseguo con indicazioni per il “Rescher Höhenweg” volgendo invece a sinistra sul segnavia 7. Riprende la salita sui dolci dossi prativi soprastanti con il tracciato del sentiero che punta in modo evidente verso il punto più basso del crinale ovvero l’ampia forcella posta a sinistra del Dosso di Fuori. Potrebbe risultare un po’ noiosa questa frazione per l’uniformità del percorso che mantiene lungamente immutate le sue caratteristiche. Di certo saremo ripagati della fatica quando godremo dall’immenso panorama osservabile dallo spartiacque. Ad interrompere l’uniformità della salita è un modesto ripiano occupato da un piccolo laghetto temporaneo che tende a prosciugarsi verso il termine della stagione estiva. Il sentiero lo bordeggia passando alla sua sinistra per poi riprendere quota lungo i desolati macereti sommitali. Da rilevare il paesaggio esteso alle spalle ad un buon tratto delle Alpi Venoste mentre per ora scompare alla vista il lago di Resia che torniamo tuttavia a scorgere poco oltre mentre saliamo d’altitudine. Senza apprezzabili difficoltà seguiamo i segnavia raggiungendo, in moderata pendenza, la marcata Forcella di Fuori (Äußere Scharte – m 2636). Siamo in pieno crinale principale delle Alpi, al confine tra Italia e Svizzera, con la vista che si estende al versante elvetico (Cantone dei Grigioni). La nostra ascensione procede verso destra articolandosi grosso modo lungo il filo di cresta. Il sentiero appare ben tracciato, subito a ridosso di una trincea costruita con tutta probabilità nel periodo della seconda guerra mondiale con lo scopo di difendere il confine di stato. La vista, soprattutto nel versante svizzero, appare ampia ed estesa alle catene montuose circostanti mentre all’orizzonte meridionale compare la cima dell’Ortles. Un breve tratto appena più impervio è aggirato comodamente nel versante italiano con il sentiero che resta in ogni caso a ridosso dello spartiacque per riprenderlo subito oltre. Al di sopra roccette e detriti lasciano spazio ad una dolce distesa prativa. In breve guadagniamo il culmine erboso del Dosso di Fuori senza lasciarci ingannare dalla croce in legno posizionata più a destra della cima (Äußerer Nockenkopf - m 2770 – ore 2,20 dalla partenza – ometto di pietre e paletto in legno). Grandioso il paesaggio in tutte le direzioni con specifico riferimento ai ghiacciai della Palla Bianca. Accennavamo al marcato dosso con croce in legno posto poco al di sotto della vetta. Vale senz’altro la pena di raggiungere questo pulpito in quanto, sebbene più basso della cima, è tuttavia in posizione prominente verso il lago. Un evidente sentierino senza alcuna difficoltà cala lungo la cresta raggiungendo in pochi minuti questa spettacolare posizione. Il paesaggio appare mozzafiato abbracciando gran parte del sottostante Lago di Resia con l’omonimo paese mentre all’orizzonte meridionale si stagliano le cime e i ghiacciai del gruppo Ortles – Cevedale. In primo piano abbiamo la testata della Valle Roia mentre più a destra lo sguardo deborda in territorio svizzero. Rientriamo a ritroso, sempre in qualche minuto, sino alla cima del Dosso di Fuori e cominciamo, se la giornata è limpida, ad osservare il crinale che si sviluppa verso nord. E’ infatti possibile proseguire su sentiero, questa volta non segnato ma per lo più evidente, che permette di raggiungere la successiva elevazione, per altro già visibile: il Piz Russenna. Chi vorrà proseguire procederà pertanto camminando a ridosso del crinale di confine andando a prendere la bella traccia che si sviluppa appena a sinistra del filo di cresta. Si cammina senza alcuna difficoltà tra modesti affioramenti rocciosi e chiazze erbose senza affrontare dislivelli rilevanti. E’ una frazione ancora una volta estremamente panoramica con il Lago di Resia che resta il motivo dominante del paesaggio. Si avvicina rapidamente la sagoma del Piz Russenna che appare caratterizzata da due sommità: la più alta è quella di sinistra mentre sulla cima a destra è posta la già visibile croce di legno. Per guadagnare i due culmini dobbiamo abbandonare la traccia di sentiero che altrimenti ne aggira le pendici traversando sul versante italiano. Intuitivamente passiamo più a sinistra su terreno libero e un po’ ripido rimontando il facile pendio in parte detritico sino al punto più alto (m 2802 – ore 0,25 dal Dosso di Fuori – ore 2,45 dalla partenza). Il paesaggio presenta affinità con il vicino Dosso di Fuori,si ripete infatti vista sul Lago di Resia e le Alpi Venoste; non mancano tuttavia alcune sorprese con specifico riferimento al versante elvetico. Osserviamo infatti, a breve distanza, un ardito picco calcareo denominato Piz Ajüz caratterizzato da rocce dall’inusuale colore chiaro a sovrastare una grande conca in parte occupata da un magnifico laghetto d’alta quota. Verso nord si osserva il proseguo del crinale spartiacque con in evidenza la cima del Piz Lad da molti considerato il punto di convergenza tra Austria, Svizzera e Italia. In realtà il punto d’unione fra le tre nazioni è posto poco più a nord ed è il cosiddetto Dreiländereck, sulle pendici settentrionali del Piz Lad ma comunque a breve distanza dalla vetta. Ricordiamo che dalla cima del Piz Russenna non vi è alcuna difficoltà nel raggiungere, tra dossi prativi, il culmine su cui è posta la grande croce in legno. Il rientro avviene a ritroso e impegna per circa 2 ore per un totale di ore 4,45 complessive di marcia. Cenni sulla flora:
L’ambiente poco conosciuto e appartato ha salvaguardato una zona dove la natura detta ancora i suoi ritmi. La flora ne risente positivamente mostrandosi ricca e lussureggiante nella breve stagione estiva d’alta quota. Segue una rassegna delle principali specie osservate in occasione della nostra salita avvenuta nella prima parte del mese di agosto. 1) Primula vischiosa (Primula glutinosa); bellissimo endemismo del nordest dai fiori violetti raccolti in piccoli grappoli. Colonizza i macereti d’altitudine e le rupi. 2) Raponzolo minore (Phyteuma globulariifolium subsp. pedemontanum) endemico dell’arco alpino. E’ una pianta nel complesso rara presente nel tratto sommitale dell’escursione. 3) Senecio della Carnia (Senecio incanus sbsp. carniolicum). Endemico delle Alpi Orientali. 4) Eritrichio nano (Eritrichium nanum); bellissima pianta endemica delle Alpi che predilige gli sfasciumi e le rupi ad alta quota. Appare inconfondibile per le sue foglie ricoperte da una fitta peluria e per i fiori azzurri che ricordano quello del più comune Nontiscordardime. Lungo il percorso descritto è presente con pochi esemplari presso la sommità del Dosso di Fuori. 5) Margherita alpina (Leucanthemopsis alpina) 6) Azalea alpina (Loiseleuria procumbens); caratterizzata da intricati e compatti pulvini trapuntati da numerosi, piccoli fiori rosa. 7) Canapicchia glaciale (Omalotheca supina) 8) Genziana bavarese (Gentiana bavarica) 9) Genziana nivale (Gentiana nivalis) 10) Silene a cuscinetto (Silene acaulis) 11) Pedicolare di Kerner (Pedicularis kerneri) 12) Sassifraga zolfina (Saxifraga bryoides) 13) Sassifraga stellata (Saxifraga stellaris) 14) Sassifraga solcata (Saxifraga exarata) 15) Nigritella comune (Nigritella nigra) 16) Semprevivo montano (Sempervivum montanum) 17) Poligono bistorta (Polygonum bistorta) 18) Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum) 19) Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum) 20) Minuartia sedoide (Minuartia sedoides) 21) Minuartia ricurva (Minuartia recurva) 22) Ranuncolo dei ghiacciai (Ranunculus glacialis) 23) Spillone alpino (Armeria alpina) 24) Trifoglio alpino (Trifolium alpinum) 25) Veronica alpina (Veronica alpina) 26) Campanula di monte (Campanula scheuchzeri) 27) Piumino rotondo (Eriophorum scheuchzeri) 28) Billeri pennato (Cardamine resedifolia) 29) Graminia di Parnasso (Parnassia palustris) 30) Brugo (Calluna vulgaris) 31) Piede di gatto (Antennaria dioica) 32) Ambretta strisciante (Geum reptans) 33) Garofanino maggiore (Epilobium angustifolium) 34) Eufrasia minima (Euphrasia minima) 35) Pedicolare fronzuta (Pedicularis foliosa). Per larghi settori delle Alpi è specie piuttosto rara. L’abbiamo osservata nei prati circostanti il paese di Roia e addirittura lungo la strada che scende verso Resia.
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