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MONTE ACUTO (m 1668) MONTE CATRIA (m 1701)
Il piccolo gruppo del Monte Catria ha una sua rilevanza in quanto la cima principale costituisce la massima elevazione della provincia di Pesaro Urbino. E’ un settore dell’Appennino Umbro-marchigiano caratterizzato da forme dolci e cime per lo più boscate. La coppia Acuto – Catria costituisce in questo ambito un’interessante eccezione presentando vette prative che concedono un grandissimo panorama a perdita d’occhio. Il Catria, in particolare, raggiunge la massima quota del lunghissimo tratto appenninico compreso tra i Monti Gennaio e Corno alle Scale a nord, in provincia di Bologna, e i Monti Sibillini a sud, al confine tra Marche e Umbria. Strade, sentieri e mulattiere si inerpicano sulle sue pendici permettendo agli escursionisti di guadagnarne la vetta senza difficoltà. Meno conosciuto e più faticoso è il prospiciente Monte Acuto. L’escursione che andiamo a descrivervi contempla la salita ad entrambe le vette permettendo una conoscenza approfondita del settore. All’interesse panoramico si aggiunge quello botanico grazie alla presenza di numerose specie floreali, alcune delle quali rare o endemiche. In coda alla descrizione trovate ulteriori indicazioni in merito. Consigliamo per la salita nella tarda primavera potendo godere di un clima non eccessivamente caldo e di un ambiente lussureggiante grazie alla ripresa vegetativa. L’escursione in breve: Bocca della Valle (m 1163) – Monte Acuto (m 1668) – stazione a monte della sciovia delle Cotaline (m 1457) – Sella del Catria (m 1370) – Rifugio della Vernosa (m 1490) – Monte Catria (m 1701) Dati tecnici: Partenza dalla Bocca di Valle (m 1163): Difficoltà: E (Alcune guide indicano come EE la salita dalla Bocca di Valle alla vetta del Monte Acuto. Il tratto è ripidissimo e quasi senza segnaletica tuttavia non presenta difficoltà tecniche ragion per cui lo indichiamo come E). (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: per lo più assente con rare tracce nella salita al Monte Acuto, di nuovo assente nella discesa alla Sella dell’Infilatoio; alcune indicazioni nella salita al Catria su mulattiera ampia che esclude ogni errore. Dislivello assoluto: m 538 (dislivello realmente coperto intorno agli 840 metri). Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: Si può usare l’autostrada A14 uscendo a Fano, quindi si imbocca la SS 3 Flaminia passando in prossimità di una serie di paesi tra i quali sono da ricordare Fossombrone e Cagli. Superata la biforcazione per Cagli si procede ancora per pochi km sino al bivio per Cantiano. Abbandoniamo pertanto la statale raggiungendo e superando il paese. Procediamo sino a Chiaserna dove troviamo la biforcazione, a sinistra, per il Monte Catria (cartello indicatore). La strada sale con parecchi tornanti sino a raggiungere la Sella del Catria. Ignoriamo la sterrata che si separa a destra in direzione del Monte Catria indicato dal cartello marrone a 2 km; scegliamo di procedere verso sinistra con la strada asfaltata che lascia spazio nel proseguo a parecchi tratti a fondo naturale. Prestando attenzione alle sconnessioni della carreggiata caliamo lungo il fianco nordoccidentale del Monte Acuto. Ignoriamo il bivio a destra passando presso il rifugio Casetta dei Mochi posto sul pendio a sinistra del piano stradale. Appena oltre la sterrata esegue un pronunciato tornante verso destra: siamo alla Bocca della Valle e possiamo abbandonare l’automobile negli spiazzi a lato della strada. Descrizione del percorso: La Bocca di Valle (m 1163) è un luogo suggestivo caratterizzato da ampi appezzamenti prativi dove sono spesso presenti branchi di cavalli al pascolo. Osserviamo le ripidissime pendici del Monte Acuto, boscate nella parte inferiore, prative nella fascia sommitale. Manca purtroppo la segnaletica indicante la vetta. Si tratta, intuitivamente, di muovere in direzione del lungo crinale che ascende verso la cima. Alcuni tratti più impegnativi, soprattutto nella fase iniziale della salita, sono aggirati intuitivamente a sinistra. Non vi sono reali difficoltà tecniche, il pendio è tuttavia ripidissimo e quindi molto faticoso per un’ascensione assai inusuale per la zona. Lambiti alcuni frammenti di bosco la salita appare del tutto scoperta su prato arido e affioramenti detritici. Una scorta d’acqua sarà senz’altro apprezzata per gestire la forte esposizione al sole e le temperature spesso elevate che ne derivano. A sorprendere è la vastità del paesaggio aperto verso occidente sino ad osservare i primi rilievi in territorio umbro. Accostiamo ed aggiriamo alcuni affioramenti rocciosi di natura calcarea portandoci progressivamente nella fascia sommitale della montagna. Cominciamo ad osservare quella che potrebbe apparire come la vetta; si tratta invece di un’anticima con la traccia che ne evita la sommità spostandosi questa volta a destra della linea di crinale e tenendosi a distanza dal salto che precipita verso settentrione. Sebbene in assenza di segnaletica diviene comunque più visibile la traccia di sentiero. Aggirata l’anticima ci portiamo sulla sella erbosa che la divide dalla cima vera e propria. Nell’ultima ripida frazione detriti ed affioramenti rocciosi lasciano spazio ad un ampio pendio erboso che permette, senza ulteriori difficoltà, l’accesso al pianoro di vetta (m 1665 – ometto di pietre - ore 1,30 dalla partenza). La sommità del Monte Acuto regala una vista di insospettabile vastità aperta in tutte le direzioni. Solo verso meridione il paesaggio è interrotto parzialmente dal vicino Monte Catria, massima elevazione del pesarese che costituirà la meta finale della nostra escursione. Verso nord il paesaggio raggiunge le colline romagnole mentre nei giorni limpidi si osserva ad oriente un ampio tratto della riviera adriatica. La nostra escursione può ora proseguire calando lungo il magnifico crinale che scende verso est. La cresta è sottile ma ben percorribile offrendo uno dei tratti più belli del nostro cammino. Alla nostra destra osserviamo non solo la cima del Monte Catria; notiamo anche, a distanza, lo sviluppo della strada che da Chiaserna ne rimonta le pendici. Nel proseguo della discesa il crinale diviene più ampio e il sentiero ne abbandona il filo divallando con una serie di tornantini ben evidenti. Notiamo sotto di noi, al limite del bosco, la stazione a monte della sciovia delle Cotaline. Il versante orientale del Monte Acuto è stato infatti, purtroppo, parzialmente rovinato dagli impianti per gli sport invernali. Ad ogni modo guadagniamo l’ampio prato in fondo al quale è presente l’arrivo della funicolare (m 1457). Non raggiungiamo la struttura infatti volgiamo, poco prima, verso destra seguendo l’ampio ed evidente tratturo erboso che penetra, per un breve tratto, nella faggeta. Ne usciamo poco oltre in prossimità della Sella dell’Infilatoio con splendida visione sia del Monte Catria davanti a noi che del Monte Acuto alle nostre spalle. E’ possibile calare a sinistra scavalcando la recinzione fino alla già visibile strada asfaltata che unisce la Sella del Catria alla Bocca della Valle. Seguendo la strada verso destra siamo in breve alla Sella del Catria. In alternativa si può mantenere il sentiero che resta più alto, a destra della strada, tra ondulazioni prative sfiorando la Chiesetta di San Pier Damiani per poi calare anche in questo caso alla Sella del Catria (m 1370 – ore 0,40 dalla cima di Monte Acuto – ore 2,10 dalla partenza). Siamo ora pronti a risalire le pendici del Monte Catria per guadagnare il culmine della provincia di Pesaro – Urbino. Notiamo sulla sinistra la strada bianca aperta al traffico con cartello indicante il Monte Catria. In realtà, nonostante il cartello indicatore, la forestale raggiunge solo il Rifugio della Vernosa dopodiché per salire in vetta bisogna necessariamente procedere a piedi. Sconsigliamo di salire seguendo a piedi la strada bianca: è molto meglio seguire la traccia di sentiero che si separa alla sua destra rimontando i prati con tracciato più diretto che evita le curve della gipponabile. Il sentiero è ben evidente, dominato dalle ripide pendici del Catria. Più in alto incrociamo nuovamente la forestale e ne raggiungiamo il termine in coincidenza del piccolo Rifugio della Vernosa (m 1490), posto tra lembi di bosco e splendidi pascoli. Il proseguo si articola in salita nella fitta faggeta aggirando la montagna per risalirla nel versante orientale. L’uscita dal bosco è improvvisa e lascia spazio ad una mulattiera che taglia il pendio in lunga e faticosa diagonale ascendente. Il fondo pietroso sconnesso e la pendenza rende l’ascesa faticosa ma del tutto priva di difficoltà. Il tracciato è sempre molto frequentato anche dai meno esperti grazie alla possibilità di evitare l’ascensione al Monte Acuto partendo direttamente dalla Sella del Catria o addirittura dal Rifugio della Vernosa. Nel settore superiore la mulattiera volge verso destra perdendosi nel prato. La cima è in ogni caso ormai ben visibile e vicina. Si può salire al punto più alto attraverso il valloncello erboso posto subito a destra della sommità per poi guadagnare il culmine con un ultimo tratto su facile crinale. In alternativa si lascia il valloncello alla nostra destra risalendo direttamente il pendio erboso che conduce in vetta. All’inizio di giugno si ammira un’incredibile fioritura di ranuncoli in grado di colorare le pendici prative di giallo intenso. Dalla vetta (m 1701 – ore 1 dalla Sella del Catria – ore 3,10 dalla partenza) si gode un panorama di grandiosa vastità. Osserviamo il prospiciente Monte Acuto, boscato alla base, arido e con detriti affioranti nel settore superiore. Verso oriente si osservano colline sempre più basse sino a raggiungere il litorale adriatico. Il rientro avviene a ritroso con la possibilità di evitare la salita al Monte Acuto seguendo dalla Sella del Catria la lunga strada che cala alla Bocca della Valle (ore 5,30 complessive). Un’altra alternativa interessante per ridurre il tracciato di ritorno può essere quella di disporre di due auto. Si abbandona la prima alla Bocca della Valle mentre si porta la seconda alla Sella del Catria. In questo caso si riduce di moltissimo la discesa. Dalla cima del Catria si cala infatti all’omonima sella in meno di un’ora terminando così l’escursione ed evitando completamente la salita o l’aggiramento nel ritorno del Monte Acuto (ore 4 complessive). Inutile dire che avendo pochissimo tempo a disposizione o avendo bambini al seguito con poca resistenza è possibile limitarsi a salire il Monte Acuto o il Monte Catria parcheggiando alla Sella del Catria. In questo caso la salita impegna, per ciascuna vetta, per non più di un’ora raggiungendo un punto elevato senza troppa difficoltà. Cenni sulla flora:
L’area risulta molto interessante per la presenza di parecchie specie alcune delle quali endemiche e quindi specifiche dell’Appennino Centrale e Meridionale. Elenchiamo di seguito alcune delle specie osservate in occasione della nostra salita, avvenuta nella prima parte del mese di giugno. Specie endemiche: 1) Viola di Eugenia (Viola eugeniae); endemica dell’Italia peninsulare dalla Romagna sino al Molise e alla Campania. E’ assai frequente lungo l’intero percorso, compresa la fascia sommitale. 2) Cavolo di Gravina (Brassica gravinae); endemico dell’Italia Centro Meridionale è osservabile lungo la mulattiera che dal Rifugio della Vernosa sale alla vetta del Monte Catria. 3) Genzianella di colonna (Gentianella columnae). Endemismo dell’Appennino Centro Meridionale segnalato dalle Marche alla Calabria nei pascoli d’altitudine dai 1500 ai 2300 metri. 4) Lingua di cane appenninica (Cynoglossum appenninum); endemico dell’Italia peninsulare è osservabile lungo le strade e nei prati presso la Sella dell’Infilatoio, nonché nel tratto che dalla Sella del Catria si articola verso la vetta del Catria. Le notevoli dimensioni della pianta la rendono inconfondibile e molto appariscente. 5) Veronica di Orsini (Veronica orsiniana), endemica dell’Italia peninsulare dalla Liguria e dall’Emilia Romagna sino alla Calabria. Ne abbiamo trovati diversi esemplari nei prati sommitali del Monte Acuto. 6) Violaciocca appenninica (Erysimum pseudorhaeticum); endemica dell’Appennino Centro Settentrionale colora, con le sue infiorescenze gialle, i prati aridi sommitali. Altre specie: 1) Sassifraga granulosa (Saxifraga granulata) abbondantissima lungo gran parte del percorso. 2) Orchide bruciacchiata (Neotinea ustulata). Sebbene diffusa in gran parte delle regioni italiane, resta per ampi tratti un’orchidea assai rara e di grande effetto dal punto di vista estetico. E’ presente con parecchi esemplari nel tratto compreso tra la vetta del Monte Acuto e la stazione a monte della sciovia delle Cotaline. 3) Narciso selvatico (Narcissus poeticus) presente sulle pendici del Monte Catria. 4) Alisso diffuso (Alyssum diffusum subsp. diffusum), osservabile con particolare frequenza nel settore sommitale del Monte Acuto. Le foglie ingrandite mostrano la presenza di numerosissimi peli stellari. 5) Pedicolare chiomosa (Pedicularis comosa) 6) Caglio odoroso (Galium odoratum) nel bosco presso il Rifugio della Vernosa. 7) Sassifraga a foglie rotonde (Saxifraga rotundifolia) 8) Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata) 9) Vulneraria montana (Anthyllis montana) presente in grande quantità sulle pendici sommitali del Monte Acuto. 10) Fiordaliso di Trionfetti (Cyanus triumfettii) 11) Orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina) 12) Orchide maschia (Orchis mascula) 13) Semprevivo maggiore (Sempervivum tectorum) 14) Croco (Crocus vernus) 15) Primula odorosa (Primula veris) 16) Bugola (Ajuga reptans) 17) Genzianella (Gentiana verna) 18) Carlina segnatempo (Carlina acaulis) 19) Vulneraria (Anthyllis vulneraria) 20) Fragolina di bosco (Fragaria vesca) 21) Arabetta alpina (Arabis alpina) 22) Rosa di Natale (Helleborus niger) 23) Nontiscordardimè (Myosotis alpestris) 24) Eliantemo maggiore (Helianthemum nummularium)
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