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MONTE BIAINA (m 1412)
Una lunga dorsale boscosa ha inizio presso località Marcarie e si estende verso meridione sino alla cima del Monte Biaina. La sommità, libera dall’alberatura, concede un magnifico paesaggio esteso alla testata del Lago di Garda e a molti gruppi montuosi fra i quali spiccano le Dolomiti di Brenta e i ghiacciai dell’Adamello. Si tratta di un’escursione non troppo lunga senz’altro consigliabile nelle mezze stagioni. E’ comunque necessario non anticipare troppo la percorrenza del sentiero: una parte del percorso si sviluppa infatti nel fitto bosco con esposizione verso nordovest. Negli anfratti neve e ghiaccio tendono a resistere a lungo rivelandosi un ostacolo pericoloso nelle frazioni più strette ed esposte sui salti sottostanti. Nessun problema invece con l’asciutto. Chi dovesse trovare troppo breve questa proposta può prendere in considerazione la salita al vicino Monte Brento riempiendo al meglio una giornata di cammino. L’escursione in breve: Marcarie (m 1104) – Prai da Gom (m 1125) – bivio (m 1390) – Monte Biaina (m 1412) Dati tecnici: Partenza da Marcarie (m 1104): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 308. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: Si accede alla partenza dal paese di Arco. Muovendo verso Riva del Garda si passa presso la frazione di Vigna e si trova l’indicazione, a destra, per San Giovanni al Monte. La strada è a tratti un po’ stretta ma ben asfaltata e permette, superata la località Mandrea, di raggiungere, in ripida salita, la chiesetta di San Giovanni al Monte; parcheggiamo appena oltre, nei pressi dell’omonimo rifugio (m 1055). Siamo sovrastati dalle quinte rocciose del Brento e possiamo osservare un bel paesaggio verso il Monte Bondone. La strada procede ancora per un breve tratto in salita sino a raggiungere la biforcazione in località Marcarie (pannello in legno e cartello con il toponimo). Lasciamo l’auto a lato della strada (scarse possibilità di parcheggio). In assenza di parcheggio conviene lasciare l’automobile più a valle, ad esempio presso il rifugio presso San Giovanni al Monte salendo a Marcarie in 20 minuti circa di cammino. Descrizione del percorso: Alla biforcazione in località Marcarie seguiamo il percorso verso sinistra con cartello indicante il Monte Biaina ad ore 1,40 di cammino (segnavia 407). Passiamo tra le case sparse nel bosco ignorando, dopo pochi metri, la strada senza uscita che si separa a destra. Manteniamo la forestale guadagnando con deboli dislivelli la località Prai da Gom (m 1125 – ore 0,15 dalla località Marcarie). Si tratta di uno splendido piano prativo in coincidenza del quale troviamo il bivio a sinistra con cartello indicante la cima ad ore 1,20 di distanza. Consigliamo in ogni caso, prima di intraprendere il sentiero di salita, di camminare liberamente nella distesa prativa ammirando per la prima volta il Carè Alto e, tra le conifere, le Dolomiti di Brenta. Alle spalle notiamo l’evidente cocuzzolo del Monte Brento. Torniamo al sentiero di salita. Abbandoniamo l’ampia distesa dei Prai de Gom per seguire, in salita nel bosco, un’ampia forestale a fondo naturale chiusa al traffico. In questo tratto si ha, nel mese di marzo, una bella fioritura di Campanellino (Leucojum vernum). Saliamo sino a guadagnare una spalla; a sinistra della forestale notiamo come l’alberatura cede il passo ad un bel prato inclinato. Il panorama che si gode dallo spazio erboso sorprende per ampiezza: si estende sotto la nostra verticale l’ampia valle del Sarca sovrastata, sulla sinistra orografica, dalle pendici del Monte Bondone mentre nelle immediate vicinanze osserviamo nuovamente il Monte Brento. La forestale prosegue ampia nel bosco sino a trovare il suo termine presto l’ampio crinale soprastante dove il percorso diviene un buon sentiero, ben tracciato e segnato. Godiamo di una nuova schiarita verso la Valle del Sarca e le cime circostanti. Verso meridione il proseguo del sentiero sembra apparentemente ostacolato da un alto e dirupato rilievo con affioramenti rocciosi. Il sentiero cala alla sottostante selletta, proprio ai piedi dell’ostacolo, con scorcio verso il Monte Misone, il lontano Carè Alto e alle spalle verso le Dolomiti di Brenta. Proseguendo, la parte più precipite del rilievo è aggirata sulla destra affrontando in ogni caso una ripidissima rampa inclinata con il percorso che permane nel fitto bosco. La pendenza resta sostenuta ma con l’asciutto non si affronta nessuna rilevante difficoltà. Una balza rocciosa di qualche metro è l’unico ostacolo ma non mancano appigli ed appoggi in un contesto comunque non particolarmente esposto. Maggiori difficoltà possono emergere nella stagione fredda e ad inizio primavera; il tratto è infatti molto ombroso e la neve tende a ghiacciarsi coprendosi talvolta di foglie secche che celano placche pericolosamente scivolose. In questi casi possono servire i ramponi; ad ogni modo la neve tende a scomparire già da aprile lasciando spazio ad un’innocua salita nel bosco. Il sentiero obliqua verso sinistra sino a rimontare il costone accedendo nuovamente alla cresta soprastante con il bosco che lascia spazio ad un’ampia distesa prativa circondata da boschi di conifere. Sulla destra notiamo, indicato dai cartelli, un importante bivio (m 1390). Abbandoniamo il segnavia 407 per Mandrea e Bocca di Tovo volgendo sulla destra per seguire il sentiero 407A in direzione del Monte Biaina. Andiamo ora ad affrontare la frazione più interessante, dal punto di vista paesaggistico, dell’intera escursione. Rimontiamo il pendio boscato riprendendo il filo di cresta che nella sostanza manterremo sino in cima. I primi scorci tra le frasche sul monte Misone e verso il Brenta e l’Adamello sono un antipasto della vista che seguirà. Il tracciato procede ricalcando il filo di cresta, dirupato ed esposto alla destra, mite e boschivo sul lato sinistro. Di fronte a noi osserviamo il sinuoso crinale sino all’evidente vetta mentre sullo sfondo, a destra del Biaina, notiamo le cime delle Alpi di Ledro. Guadagniamo un risalto di crinale dal quale il Monte Biaina appare ormai prossimo. Per raggiungere il punto più alto occorre scendere alla sottostante sella per poi rimontare sino alla vetta. Perdiamo pertanto quota su fondo erboso sino al punto più basso presso la succitata forcella. Prestiamo particolare attenzione all’angusto salto che precipita strapiombante verso destra. Siamo così agli ultimi minuti di ascensione: lasciamo la selletta rimontando ripidamente il pendio che segue tra bosco rado raggiungendo infine la sommità dove l’alberatura si dirada lasciando spazio ad un panorama di insospettabile bellezza e vastità (m 1412 – cartello con toponimo - ore 1,40 da Marcarie). Verso meridione si osserva, nei giorni tersi, la testata del Lago di Garda con, alla sua sinistra, le pendici del Monte Baldo mentre sulla destra spicca la dorsale delle Alpi di Ledro con l’evidente depressione della Bocca di Trat. Verso oriente notiamo la lunga catena culminante nel Monte Stivo e nelle cime che caratterizzano il Bondone tra le quali spicca il Cornetto e il Palon. Volgendo a nord l’orizzonte è occupato dalla quinte rocciose delle Dolomiti di Brenta quindi, volgendo ulteriormente verso ovest, spiccano le pendici dell’Adamello e della Presanella. A breve distanza da noi è il Monte Misone ad inserirsi davanti alle cime di Pichea nell’ambito delle Alpi di Ledro. Il rientro avviene a ritroso per un totale complessivo di 3 ore di cammino o poco meno.
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