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MONTE BRENTO (m 1545)
Il Monte Brento è in generale poco noto nonostante lo straordinario panorama che offre dalla vetta. E’ una montagna dalle due facce: fittamente boscato fin quasi in cima il versante rivolto ad occidente, roccioso e precipite sulla sottostante Valle del Sarca il versante orientale. L’ascensione sfrutta naturalmente il più mite pendio rivolto ad ovest e si sviluppa all’ombra dei faggi e degli abeti. Essendo un tracciato per gran parte immerso nella foresta non offre grandi panorami sino all’uscita sul crinale quando all’improvviso l’orizzonte si apre e si dilata permettendo una vista, nei giorni più limpidi, estesa ai principali massicci del Trentino meridionale. E’ un’escursione consigliabile nelle mezze stagioni quando le temperature non sono troppo alte. Se l’innevamento è scarso o ancora assente è talvolta possibile salire in vetta anche all’inizio dell’inverno, la zona è infatti relativamente mite per via della vicinanza in linea d’aria del Lago di Garda. L’escursione in breve: Rifugio San Giovanni al Monte (m 1055) – Baita Cargoni (m 1182) – innesto sentiero 408B – Monte Brento (m 1545) Dati tecnici: Partenza dal Rifugio San Giovanni al Monte (m 1055): Difficoltà: E. (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 490. Acqua sul percorso: circa 10 minuti prima della cima, appena sotto crinale. Accesso alla partenza: Si accede alla partenza dal paese di Arco. Muovendo verso Riva del Garda si passa presso la frazione di Vigna e si trova l’indicazione, a destra, per San Giovanni al Monte. La strada è a tratti un po’ stretta ma ben asfaltata e permette, superata la località Mandrea, di raggiungere, in ripida salita, la chiesetta di San Giovanni al Monte; parcheggiamo appena oltre nei pressi dell’omonimo rifugio (m 1055). Siamo sovrastati dalle quinte rocciose del Brento e possiamo già osservare un bel paesaggio verso il Monte Bondone. Descrizione del percorso: Partendo dal rifugio posto presso la chiesetta di San Giovanni al Monte si cammina sul proseguo della strada asfaltata seguita per guadagnare la partenza della nostra escursione. Dopo pochi minuti siamo ad un evidente bivio: abbandoniamo l’asfalto per seguire l’ampia sterrata che penetra, a destra, nel fitto bosco. Ad eliminare ogni ambiguità è presente un cartello indicante il segnavia 408. Superiamo la sbarra che impedisce il transito alle auto e proseguiamo in moderata salita raggiungendo in pochi minuti la radura prativa che ospita la Baita Cargoni, struttura in legno aperta nella bella stagione (m 1182 – ore 0,20 dalla partenza). Subito oltre la baita siamo ad un’importante biforcazione. Abbandoniamo il proseguo del sentiero 408 seguendo la mulattiera che si separa a destra con cartello indicante il segnavia 408B, la località Fontane e il Monte Brento. Il tracciato prosegue dapprima in debole salita permanendo nel fitto bosco quindi in falsopiano sino a confluire in un’ampia strada sterrata in coincidenza di un suo tornante (m 1320 – ore 1 dalla partenza). Si tratta in realtà di un quadrivio: ignoriamo infatti la forestale per proseguire sulla mulattiera che si separa alla nostra destra. Il cartello indicante il Monte Brento a mezz’ora di distanza toglie ogni dubbio relativo alla direzione da seguire. Percorriamo l’ampia mulattiera per un breve tratto fino al suo termine in coincidenza di un’ampia radura posta immediatamente ai piedi di un ripidissimo pendio in parte privo di vegetazione. Il tracciato, in occasione del nostro passaggio (inverno 2018), non appariva nel tratto che segue così evidente. Si tratta di risalire, su traccia ora esile, la ripidissima scarpata ritrovando il segnavia poco oltre, negli alberi a destra del solco. Si volge in questa direzione riportandosi nella fitta ombra del bosco. Il percorso, di nuovo ben evidente, sale in forte pendenza e per linea quasi diretta in quello che risulta essere il tratto più faticoso dell’intera ascensione. Alla ripida salita si aggiunge, in autunno e ad inizio inverno, la difficoltà legata allo scivoloso strato di foglie secche presente sul sentiero che nasconde alla vista alcuni spuntoni di roccia. Con attenzione scavalchiamo questa frazione più impegnativa per accedere ad un pianetto che invita alla sosta per riprendere fiato. Guidati dal segnavia possiamo ora procedere verso destra su traccia in falso piano. Con ondulazioni di poco conto raggiungiamo un marcato tornante del percorso in coincidenza del quale è presente una bella sorgente con vasca artificiale in legno. Subito oltre si affronta un breve ma ripido pendio uscendone poche decine di metri al di sopra in pieno crinale. L’uscita dal bosco avviene proprio in coincidenza della cresta e il panorama che si apre alla vista appare di inattesa ampiezza; siamo infatti sulla verticale della Valle del Sarca. Verso meridione scorgiamo la testata del Lago di Garda mentre di fronte a noi svettano le cosiddette “Tre cime del Bondone”: Cornetto, Doss d’Abramo e Cima Verde. Siamo a breve distanza dalla vetta del Monte Brento: per raggiungerla seguiamo il sentiero che ricalca, verso sinistra, lo spartiacque. Si tratta di pochi minuti di salita su fondo erboso al confine tra la faggeta a sinistra e il profondo salto che si apre a destra. Bordeggiamo massi calcarei e cominciamo ad osservare ottimi scorci verso le Alpi di Ledro e verso settentrione. Un ultimo sforzo e siamo sulla vetta erbosa del Brento (m 1545 – ore 1,30 dalla partenza – asse di legno come panchina). Il paesaggio che si gode è davvero splendido. Osserviamo parecchie montagne del Trentino: verso ovest le Alpi di Ledro e il gruppo dell’Adamello con la piramide dal Carè Alto, verso settentrione le non distanti Dolomiti di Brenta e, nelle immediate vicinanze, la lunga dorsale che si estende fino al Monte Casale e la più lontana Paganella. Verso oriente si nota il già citato Monte Bondone con le sue vette mentre volgendo verso sud sfilano il Monte Stivo e la lunga catena del Monte Baldo a dominare dall’alto il Lago di Garda. Sotto la nostra verticale notiamo il Lago di Cavedine mentre poco più lontano vi è il Lago di Toblino. Il rientro avviene a ritroso per un totale di circa ore 2,40 di cammino.
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