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MONTE DELLA GUARDIA (m 1654) MONTE ARMETTA (m 1739)
Posto sul crinale principale delle Alpi Liguri, il Monte Armetta sovrasta il paese di Ormea e si trova in provincia di Cuneo non distante dal confine con la Liguria. E’ una montagna dalle due facce. Dirupato e roccioso il versante rivolto verso la Val Tanaro, dolce e prativo nella fascia sommitale il versante rivolto in direzione del Mar Ligure. E’ proprio quest’ultimo ad essere teatro dalla via normale alla quale è possibile aggiungere l’ascensione al prospiciente Monte della Guardia. La posizione esposta in direzione delle maggiori cime delle Alpi Liguri dona un panorama splendido soprattutto nell’ultima parte della primavera quando la neve si attarda sulle vette più alte. L’escursione non è troppo lunga e può essere eseguita anche in mezza giornata essendo sufficienti meno di 4 ore complessive tra andata e ritorno. L’escursione in breve: Colle Caprauna (m 1375) – Monte della Guardia (m 1654) – Colla Bassa (m 1570) – Monte Armetta (m 1739) Dati tecnici: Partenza dal Colle Caprauna (m 1375): Difficoltà: E. Attenzione al breve crinale esposto presso la sommità del Monte della Guardia (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale tranne nella breve deviazione per il Monte della Guardia non segnata ma breve ed intuitiva. Dislivello assoluto: m 364. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: Utilizzando l’autostrada dei Fiori Genova – Ventimiglia (A10) si esce ad Albenga. Seguiamo la SP 582 superando il paese di Cisano sul Neva. Al bivio tralasciamo il proseguo per Zuccarello ed Erli passando a sinistra lungo la provinciale che segue il Torrente Pennavaira. Guadagnato il paese di Nasino si procede in salita entrando in provincia di Cuneo sino a raggiungere l’abitato di Caprauna. Subito oltre affrontiamo la salita che conduce infine al valico del Colle Caprauna (m 1375). Tralasciamo il proseguo in discesa verso Ormea lasciando la macchina in coincidenza della sella nello spiazzo a sinistra della carreggiata. Descrizione del percorso: Caliamo per pochi metri lungo la provinciale in direzione di Ormea trovando subito, sulla destra, il sentiero che sale agevolmente nel bosco rado. Da notare che non vi è alcun cartello indicante il Monte Armetta; è comunque presente il segnavia e il sentiero appare ben marcato. La salita lascia subito spazio ad una frazione quasi piana e tra le conifere intravediamo uno splendido scorcio sul Pizzo d’Ormea. Troviamo finalmente un cartello indicante la nostra meta a confermare che il percorso è quello giusto. Nella frazione che segue sembra di trovarsi in un magnifico viale alberato: il sentiero si sviluppa lineare tra ordinate file di abeti. Poco oltre siamo ad un nuovo bivio: tralasciamo il percorso che cala a destra in direzione del Rifugio Pian dell’Arma mantenendo la nostra mulattiera con cartello indicante ancora una volta il Monte Armetta segnalato ad ore 1,50 di marcia. La pendenza si fa significativa con il bosco che diviene progressivamente più rado permettendo scorci verso il settore centrale delle Alpi Liguri. Alle spalle appare ben visibile un breve tratto di mare e il lontano crinale compreso tra il Monte Saccarello e il Monte Bertrand al confine tra Italia e Francia. Passiamo immediatamente a destra di una profonda spaccatura, nella quale è bene non esporsi, quindi il sentiero prosegue salendo alla base di una pronunciata rupe calcarea. Si tratta di una propaggine invalicabile del Monte della Guardia; il sentiero traversa a destra aggirando l’ostacolo e debordando nel versante rivolto verso il Mar Ligure. Poco oltre troviamo la deviazione a sinistra, segnalata da un cartello metallico, per la cima del Monte della Guardia. E’ una digressione di una decina di minuti, vivamente consigliata, ad una cima elegante e molto panoramica con un singolare crinale roccioso. La breve traccia per il Monte della Guardia non è segnata sono tuttavia visibili tratte di passaggio che guidano in salita attraverso il facile pendio erboso delimitato a sinistra da una densa abetaia. In breve raggiungiamo il soprastante crinale con grande panorama a destra verso il Monte Armetta e a sinistra, nuovamente, verso le Alpi Liguri di confine. Verso nord appare imponente la dorsale Pizzo d’Ormea – Monte Antoroto. Da rilevare l’impressionante salto che precipita nel versante opposto alla salita. Per guadagnare la vetta dobbiamo ora traversare verso sinistra, al limite dello strapiombo, restando comunque in sicurezza in quanto camminiamo ad almeno un paio di metri dal salto. In breve siamo sull’esilissimo pulpito di vetta (m 1654). Desta sensazione la vista alle spalle sull’elegante crinale appena percorso. Oltre alle già citate vette alpine di confine osserviamo verso meridione, nelle immediate vicinanze, il Colle di Caprauna dove la nostra avventura ha avuto inizio. Dopo una doverosa sosta l’escursione prosegue andando ad affrontare la salita al Monte Armetta. Rientriamo a ritroso, con le cautele del caso nel tratto di cresta, andando a riprendere il sentiero segnato; si prosegue seguendolo verso sinistra alternando frazioni nel bosco di conifere con altre in ambiente più aperto. In debole discesa procediamo sino ad uscire definitivamente dal settore alberato. Tra prati d’altitudine traversiamo sino a raggiungere l’ampia sella denominata Colla Bassa (m 1570 – ore 1,10 dalla partenza – ore 0,50 senza la deviazione al Monte della Guardia – cartello segnalatore in legno). Da notare lo scorcio verso meridione in direzione del Mar Ligure e ad oriente arrivando a scorgere le ripide pendici del Monte Galero. L’escursione può ora procedere rimontando il vasto tavolato prativo con pendenza leggera o al più moderata. Da rilevare il particolarissimo ambiente erboso intramezzato da affioramenti calcarei di modesta entità. L’uniformità della frazione e del pendio trasmettono un’illusoria sensazione di bassa quota, complice l’ambiente nel complesso arido. In realtà siamo in un settore d’altitudine battuto da forti venti a rendere la vegetazione unicamente erbosa. Notevole la visione alle spalle in direzione del Monte della Guardia, salito precedentemente e comunque inconfondibile per via delle verticali pareti rocciose che rivolge a settentrione. In marcia lunga ma semplice e non faticosa saliamo senza difficoltà sino al breve balzo finale; si tratta di un modesto cocuzzolo solo in parte roccioso che rimontiamo in pochi minuti accedendo comodamente al punto più alto (m 1739 – libro di vetta - ore 2 dalla partenza – ore 1,40 senza salire al Monte della Guardia). Da rilevare, analogamente al Monte della Guardia, l’impressionante strapiombo che la montagna presenta verso nord a contrastare con i prati e le dolci pendenze affrontate seguendo la via normale. In fondo al salto rivolto a settentrione scorgiamo, proprio ai piedi della montagna, il paese di Ormea e un lungo settore della Val Tanaro. Al di là del solco vallivo si eleva imponente Il Pizzo d’Ormea e il Monte Antoroto con il crinale che li unisce. La vista, ampia ed estesa, raggiunge, quando il cielo è terso, un tratto del Mar Ligure e del litorale savonese mentre ad occidente l’orizzonte è chiuso dalle cime alpine di confine. Il rientro avviene a ritroso con l’escursione che impegna per meno di 4 ore complessive (km 8,8 di percorso tra andata e ritorno senza considerare la digressione al Monte della Guardia). Cenni sulla flora:
Abbiamo salito il Monte Armetta nel mese di aprile, un periodo eccellente per i paesaggi grazie alla neve ancora presente sulle cime più alte delle Alpi Liguri, ma non eccezionale per la ricerca botanica. Nonostante ciò abbiamo potuto ugualmente identificare un buon numero di specie tra le quali ricordiamo quelle che seguono. 1) Scilla della riviera (Hyacinthoides italica). Splendido endemismo ligure-provenzale dai magnifici fiori azzurro – violetti presente con numerosi esemplari in tutta la frazione boschiva iniziale dell’escursione tra la partenza e il Monte della Guardia. 2) Genziana ligure (Gentiana ligustica). Tipica specie delle praterie montane endemica delle Alpi Sud-occidentali dal Moncenisio al Monte Carmo di Loano. Troviamo parecchi esemplari nei prati presso la Colla Bassa. 3) Colchico di Spagna (Bulbocodium vernum). Spesso confuso con il più comune Crocus albiflorus se ne distingue in quanto presenta foglie più larghe e carnose, non percorse da una nervatura centrale bianca. 4) Genzianella (Gentiana verna) 5) Erba trinità (Hepatica nobilis) 6) Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata) 7) Sassifraga meridionale (Saxifraga lingulata) 8) Draba gialla (Draba aizioides) 9) Orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina) 10) Elleboro verde (Helleborus viridis) 11) Primula odorosa (Primula veris) 12) Colombina cava (Corydalis cava) 13) Anemone gialla (Anemone ranuncoloides) 14) Asfodelo montano (Asphodelus albus) 15) Nontiscordardime (Myosotis alpestris)
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