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CIMA BIANCA (m 3012) MONTE VALLECETTA (m 3148)
Il Monte Vallecetta deve senz’altro essere annoverato come uno dei “3000” più facili da conquistare nella zona di Bormio. La funivia che sale alla Cima Bianca (denominata Bormio 3000) riduce infatti l’ascesa ad un cammino di un’ora abbondante tra andata e ritorno sfruttando il sentiero che fu costruito per scopi militari durante la Prima Guerra Mondiale. All’epoca la cima fu infatti utilizzata come osservatorio voluto dal generale Cadorna per arginare un eventuale sfondamento da parte dell’esercito austro-ungarico attestato sulla linea Ortles – Cevedale – Adamello. La vetta, ergendosi isolata, garantisce nei giorni tersi un panorama di straordinaria ampiezza esteso alle montagne del Livignasco e della Valfurva. Considerata la brevità dell’impresa consigliamo di prolungare il cammino raggiungendo i cosiddetti “Bei Laghetti”. Il nome di questi specchi d’acqua è emblematico; il più grande di essi impressiona per il suo incredibile colore. Raggiungendone la sponda abbiamo avuto la sensazione di trovarci ai Caraibi a dispetto della quota superiore ai 2700 metri. In una limpida giornata estiva la colorazione dell’acqua appare bella quanto improbabile e siamo sicuri che resterete increduli sulle sue sponde ad ammirare uno strano connubio tra i ghiacciai del vicino Sobretta e uno specchio d’acqua che ricorda una lontana laguna tropicale. Inutile sottolineare l’importanza d’eseguire la salita in estate inoltrata per evitare nevai residui. La presenza della funivia riduce in modo considerevole il rischio di nebbie e maltempo in quota con la possibilità di rientrare con relativa rapidità alla partenza. L’escursione in breve: Cima Bianca (stazione a monte funivia Bormio 3000 – m 3012) – punto basso (m 2982) – Monte Vallecetta (m 3148) – Bei Laghetti (m 2728 – quota del lago più grande) – Bocca di Profa (m 2663) Dati tecnici: Partenza da Cima Bianca (m 3012): Difficoltà: E (EE per un breve tratto in salita verso il Monte Vallecetta). (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 485 – dislivello reale: m 565 Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: Il percorso ha inizio in coincidenza della vetta denominata Cima Bianca, raggiungibile senza alcuna difficoltà con la funivia “Bormio 3000” che ha inizio naturalmente presso la città di Bormio. Si tratta di un impianto a fune che si articola in tre distinte frazioni. E’ possibile limitare il tratto in funivia all’ultimo salto salendo in auto sino a Bormio 2000 con la stretta strada asfaltata che sale da Bormio. Descrizione del percorso: Poche escursioni offrono un paesaggio tanto spettacolare sin dalla partenza. Non potrebbe essere altrimenti per un itinerario che ha il suo inizio in coincidenza della Cima Bianca (m 3012). Da lassù Bormio appare, quasi 1800 metri più in basso, come un presepe di minuscole case. Verso sudest appare maestosa la sagoma del Monte Sobretta mentre verso meridione possiamo osservare distintamente quelle che saranno le due mete principali del nostro cammino: il Monte Vallecetta e i cosiddetti “Bei Laghetti”. La segnaletica, puntuale ed efficiente, indica la giusta direzione. Aggiriamo la stazione a monte della funivia passando sotto i cavi dell’impianto a fune quindi proseguiamo in piena cresta su tracciato ampio e facile con la cima del Vallecetta proprio di fronte a noi. Aggiriamo uno spuntone più impervio aggirandolo comodamente a destra sino alla selletta (m 2982) dove troviamo l’importante bivio ben evidenziato dai cartelli in legno. Per il momento abbandoniamo il proseguo in discesa per la Bocca di Profa e i Bei Laghetti volgendo sulla traccia a destra con indicazioni per il Monte Vallecetta. Il percorso si articola presso la cresta discendente dalla cima su fondo detritico tutto sommato meno impegnativo di quanto potrebbe apparire. Le pendici del Vallecetta sono infatti un po’ franose ma i segnavia permettono d’evitare i punti instabili o esposti. Come tutti gli itinerari di crinale il paesaggio è aperto ad entrambi i versanti permettendo di osservare a destra il fondovalle con la città di Bormio e a sinistra il Monte Sobretta e il più grande dei Bei Laghetti. Nel proseguo il sentiero si fa più ardito: si alternano tratti di ghiaione con brevi roccette che potrebbero impensierire i meno esperti. Con fondo asciutto la difficoltà resta contenuta, maggiore prudenza si rivela necessaria in presenza di fondo umido e quindi sdrucciolevole. Con piede fermo si superano alcuni tratti lievemente esposti. Da notare il bel colpo d’occhio alle spalle sulla Cima Bianca con l’arrivo della funivia. Il sentiero si sviluppa in questo tratto lievemente sotto crinale sviluppandosi alla sua sinistra per evitare una frazione più impervia. Poco oltre siamo di nuovo sul filo di cresta. L’ultima frazione è particolarmente ardita per via del crinale esile ed elegante. Senza ulteriori difficoltà guadagniamo la magnifica sommità del Monte Vallecetta (m 3148 – libro di vetta – ometto sul punto più alto - ore 0,40 dalla partenza). Il panorama di vetta è giustamente celebrato. Il relativo isolamento della montagna permette infatti un panorama fantastico esteso in tutte le direzioni. Abbiamo già accennato alla visione del Sobretta; alle sue spalle scorgiamo il Ghiacciaio dei Forni e le montagne che fanno da quinte al Passo Gavia. Possiamo inoltre scorgere dall’alto alcuni dei piccoli laghetti alpini del circondario fra i quali ricordiamo il Lago di Lisa e il più grande dei Bei Laghetti la cui colorazione lascia straniti ricordando quella di una laguna caraibica. Al di là della Cima Bianca spiccano alcuni tra i “giganti” della zona; è il caso ad esempio dell’Ortles e del Gran Zebrù. Dopo una meritata sosta per ammirare il panorama più vasto dell’escursione passiamo alla seconda parte del nostro cammino. Andremo alla scoperta dei “Bei Laghetti” andando ad arricchire la gita con un ambiente splendido quanto inusuale. Si tratta di rientrare, con le cautele del caso, dalla cima del Monte Vallecetta sino alla selletta che precede di poco la risalita alla Cima Bianca (m 2982 – ore 0,30 da Cima Vallecetta – ore 1,10 dalla partenza). Come già accennato in precedenza troviamo le indicazioni per la Bocca di Profa indicata ad un’ora di distanza. Procediamo in questa direzione godendo a sinistra di un magnifico panorama in direzione della Valfurva sino a scorgere la vetta del Monte Cevedale. Il sentiero si sviluppa, ampio e in moderata discesa, tra detrito e pietrisco mobile. Il più grande dei Bei Laghetti occhieggia a distanza fungendo da riferimento per la nostra marcia. Nei giorni tersi non è certo un cammino noioso: siamo circondati da grandiose cime rivestite di ghiacciai in un contesto d’alta quota d’assoluta bellezza. Oltre al già citato Cevedale osserviamo la triade Ortles, Zebrù, Gran Zebrù. In primo piano la tozza sagoma del Monte Sobretta domina il paesaggio e sarà il motivo costante di tutto il cammino. Il tracciato resta sempre elementare a dispetto della quota notevole e incontrerete senz’altro parecchi turisti che, scesi dalla funivia, si limitano a calare sino ai laghi. Un primo specchio d’acqua che nulla ha a che vedere con i Bei Laghetti lo troviamo sulla sinistra, molto al di sotto del piano del sentiero. Si tratta del piccolo Lago di Lisa che occupa un piccolo ripiano in parte erboso a 2611 metri di quota. Curiosa appare, nei giorni limpidi, la sua colorazione cerulea. Nel proseguo si avvicina il maggiore dei Bei Laghetti e osservandolo a distanza ci rendiamo conto di avere a che fare con qualcosa di fuori dal comune nel contesto alpino: la colorazione ricorda i lontani mari tropicali e non uno specchio d’acqua d’origine glaciale. Il sentiero prosegue sino ad una grande frana che di recente ha interessato il pendio. Il sentiero è stato ripristinato aggirando dall’alto lo smottamento. Riprendiamo pertanto quota salendo da 2880 a 2942 metri. Subito oltre torniamo a calare di quota riprendendo il vecchio sentiero. Sempre in moderata discesa traversiamo tra grandi pietraie quindi cominciamo a trovare i primi lembi di prato magro ad interrompere i nudi pendii d’altitudine. Poco oltre abbiamo un’ulteriore sorpresa: mentre resta ben visibile il più grande dei Bei Laghetti, compare più a destra un ulteriore specchio d’acqua che resta nascosto fin quasi all’ultimo. Presenta acque nel complesso più cupe ma con il fondale caratterizzato da una particolare macchia turchese a circa metà lunghezza. Il sentiero cala sino a guadarne il torrente emissario e da qui, uscendo dal sentiero segnato, se ne raggiunge in qualche minuto la sponda volgendo verso destra su terreno comodo e facile. Ripreso il sentiero ufficiale muoviamo in direzione del più grande dei Bei Laghetti. Sono pochi minuti d’ulteriore cammino tra macereti e detriti. Curiosi sono gli affioramenti di roccia chiara solcati da modesti ruscelli che assumono una colorazione lattiginosa quasi irreale. Come anticipato il massimo dello stupore lo proviamo tuttavia sulla sponda del lago (m 2728 – ore 0,40 dalla selletta quotata m 2982 – ore 1,50 complessive). Non è soltanto la limpidezza delle acque a stupire, per certi versi prevedibile trattandosi di uno specchio d’acqua in alta quota. In realtà è il colore del lago quando è illuminato dal sole a lasciare stupefatti. Sembra assurdo ma nelle sue tinte l’acqua ricorda qualche atollo corallino caraibico o qualche lontana laguna della Polinesia. Il contrasto è ancora più marcato osservando contemporaneamente il prospiciente Monte Sobretta con i suoi nevai residui che tendono a persistere per gran parte dell’estate. Inevitabile sarà percorrere l’intera sponda del lago cercando di immortalare quei colori che tuttavia nessuna fotografia al mondo potrà mai catturare a pieno. Terminata l’esplorazione del laghetto conviene riprendere il sentiero segnato percorrendo l’ultima breve frazione tra i prati d’altitudine che precede l’arrivo alla Bocchetta di Profa (m 2662 – ore 0,15 dal più grande dei Bei Laghetti – ore 2,05 complessive). La nostra escursione prevede ora il ritorno alla partenza ripercorrendo all’inverso il sentiero che dai Bei Laghetti risale alla Cima Bianca (Bormio 3000) in circa ore 1,30 di marcia (ore 3,35 complessive). Cenni sulla flora:
L’escursione si sviluppa per intero ad alta quota in un’area che presenta di conseguenza una stagione vegetativa molto breve concentrata essenzialmente nei mesi di luglio e agosto. Segue un breve estratto delle specie osservate in occasione della nostra salita avvenuta nella prima decade di agosto. 1) Primula di Val Daone (Primula daonensis); splendido endemismo dei terreni silicei con areale centrato prevalentemente nei gruppi dell’Adamello e dell’Ortles – Cevedale con sconfinamenti nei gruppi circostanti. Lungo il percorso descritto è presente presso i Bei Laghetti. 2) Raponzolo minore (Phyteuma globulariifolium subsp. pedemontanum) endemico dell’arco alpino. 3) Peverina dei ghiaioni (Cerastium uniflorum); è una pianta endemica dell’arco alpino dai magnifici fiori bianchi. 4) Senecio della Carnia (Senecio incanus subsp. carniolicus), endemico delle Alpi Orientali. 5) Achillea nana (Achillea nana); specie endemica delle Alpi Occidentali e Centrali presente in quest’area al margine orientale di distribuzione. E’ osservabile presso i Bei Laghetti. 6) Ranuncolo dei ghiacciai (Ranunculus glacialis) 7) Silene a cuscinetto (Silene acaulis) 8) Spillone alpino (Armeria alpina) presso Cima Bianca 9) Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum) 10) Campanula di monte (Campanula scheuchzeri) 11) Canapicchia glaciale (Omalotheca supina) 12) Genziana bavarese (Gentiana bavarica) 13) Genziana di Koch (Gentiana acaulis) 14) Azalea alpina (Loiseleuria procumbens); caratterizzata da intricati e compatti pulvini trapuntati da numerosi, piccoli fiori rosa. 15) Semprevivo montano (Sempervivum montanum) 16) Poligono viviparo (Polygonum viviparum) 17) Margherita alpina (Leucanthemopsis alpina) 18) Astro alpino (Aster alpinus) 19) Minuartia sedoide (Minuartia sedoides) 20) Linaiola d’alpe (Linaria alpina) 21) Ambretta strisciante (Geum reptans) 22) Sassifraga zolfina (Saxifraga bryoides) 23) Sassifraga stellata (Saxifraga stellaris) 24) Sassifraga solcata (Saxifraga exarata) 25) Salice erbaceo (Salix herbacea) 26) Minuartia ricurva (Minuartia recurva) 27) Billeri pennato (Cardamine resedifolia) 28) Pedicolare di Kerner (Pedicularis kerneri) 29) Eufrasia minima (Euphrasia minima) 30) Veronica alpina (Veronica alpina)
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