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MONTE SPECIE (STRUDELKOPF - m 2307)
Mezza giornata di tempo a disposizione in Val Pusteria e dintorni: dove andare per soddisfare il desiderio di salire una vetta senza troppa fatica ma con un grandioso panorama? Non mancano le possibilità ma alcune meritano particolare attenzione per il meraviglioso contesto in cui sono poste. La salita al Monte Specie appartiene a questa categoria ed è in grado di regalare visioni di sorprendente ed inaspettata bellezza sui circostanti gruppi dolomitici e, più in lontananza, addirittura sugli Alti Tauri già in territorio austriaco. Siamo in un settore che fu interessato dalla linea del fronte nella prima guerra mondiale: numerose testimonianze di questo assurdo conflitto sono osservabili lungo il percorso. Oltre all’interesse storico e paesaggistico sarà un’escursione apprezzata dagli amanti della flora grazie ai bellissimi prati caratterizzati da numerose piante alpine in piena fioritura ad inizio estate. Inutile dire che trattandosi di un percorso che si sviluppa su ampie strade bianche e mulattiere, è davvero per tutta la famiglia ed è percorribile per tutto il periodo compreso tra maggio e ottobre sebbene sia ad inizio estate che il percorso dona i paesaggi più suggestivi. Dati tecnici: Dal parcheggio presso il Rifugio Prato Piazza (Plätzwiese – m 1991): Difficoltà: E (Sino al Rifugio Vallandro: T) (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 316. Acqua sul percorso: assente ma con numerosi rifugi e malghe gestite nella prima parte come punti d’appoggio. Accesso alla partenza: Si accede facilmente alla partenza deviando dalla statale della Val Pusteria tra i paesi di Monguelfo e Villabassa per risalire la Val di Braies su comoda provinciale. Superato Braies di Fuori, a breve distanza dalla piccola frazione di Ferrara (Schmiden), tralasciamo il bivio a destra per il lago procedendo attraverso la Val di Braies Vecchia sino a raggiungere Ponticella. Il proseguo su rotabile asfaltata sino al Plätzwiese Hütte (Rif.Prato Piazza - m 1993) è possibile fino alle ore 9,30 (servizio di pulmino-taxi oltre quest’orario). Descrizione dell’itinerario: L’escursione ha inizio in coincidenza del parcheggio posto a breve distanza dal Plätzwiese Hütte (Rif. Prato Piazza - m 1991). Proseguiamo a piedi lungo la strada bianca, da qui in poi interdetta al traffico turistico. Nonostante il tracciato nel complesso breve, il percorso si rivela, sin dai primi passi, eccezionalmente panoramico con spettacolare visione ad occidente della Croda Rossa d’Ampezzo; un occhio attento noterà, a sinistra della cima, un piccolo arco naturale. Verso meridione scorgiamo immediatamente il Gruppo del Cristallo. Poche decine di metri e siamo, come già detto, al Rifugio Prato Piazza, che offre un eccellente servizio di ristorante. La comoda strada bianca procede oltre la struttura traversando pressoché in piano. A sinistra notiamo gli ultimi boschi radi di conifere mentre a destra si distendono vastissimi prati in quello che in effetti è un dolce altopiano ondulato. Non possiamo non rimanere ammirati osservando come i verdeggianti prati da sfalcio siano mantenuti ordinati dai contadini che con dedizione li lavorano e li mantengono in essere stagione dopo stagione. Mentre, come anticipato, abbiamo a destra l’imponente struttura dolomitica della Croda Rossa d’Ampezzo, sulla sinistra siamo invece sovrastati dalla grande mole del Picco di Vallandro, meta di un bellissimo sentiero segnato alla portata del normale escursionista. Il proseguo lungo l’ampia strada bianca conduce in breve all’estremità meridionale dell’altopiano prativo: lo sfondo è ora dominato dal Monte Cristallo e possiamo osservare il piccolo ghiacciaio omonimo che la montagna cela nel versante rivolto a settentrione. Subito oltre siamo al bel Rifugio Vallandro (Dürrensteinhütte - m 2040 – ore 0,25 dalla partenza) costruito a fianco di un importante costruzione storica: una caserma austriaca a ricordo del primo conflitto mondiale. L’ampia carrareccia prosegue volgendo con decisione a sinistra: per un breve tratto volgiamo verso nordest su fondo ora in debole salita. Seguiamo le curve della gipponabile con la possibilità d’evitare alcuni tornanti tagliando liberamente il percorso tra i facili prati. Bordeggiamo alcuni costoni rocciosi quindi il panorama si apre nuovamente offrendo alle spalle una visione più ampia del Picco di Vallandro. La pendenza, in ogni caso mai sostenuta, decresce nuovamente con il tracciato stradale che obliqua verso est sino ad osservare davanti a noi le dolci e verdeggianti pendici del Monte Specie. Appare evidente che per salire in cima dovremo calare alla selletta posta alla sua base procedendo poi sul facile sentiero che conduce alla sommità. Il raggiungimento della Sella di Monte Specie Strudelkopfsattel - m 2200) impegna per pochi minuti e schiude ai nostri occhi nuovi orizzonti; abbiamo infatti aggirato a sud le ampie pendici del Picco di Vallandro e ora il paesaggio verso nordest è libero da ostacoli potendo così raggiungere gli Alti Tauri. Nelle giornate più terse non faticherete nel riconoscere l’inconfondibile profilo del Großvenediger con i suoi ampi ghiacciai circostanti. Da rilevare la presenza, in coincidenza della sella, di una vecchia casermetta in stato fatiscente ancora una volta a ricordo del primo conflitto mondiale. Il Monte Specie è ora di fronte a noi e appare come un ampio dorso erboso dal profilo dolce e rassicurante. Una comoda carraia a fondo naturale ne risale le deboli pendenze: la seguiamo per un brevissimo tratto innalzandoci rispetto alla sella. Poco oltre prendiamo una qualsiasi delle tante tracce di sentiero che salgono a destra con il punto più alto ormai bene in vista. Senza alcuna difficoltà assecondiamo il tracciato tra i prati sino a guadagnare il punto più elevato (m 2307 – libro di vetta - ore 1,30 dalla partenza). Accennavamo nella presentazione a questa cima al sensazionale panorama di vetta, davvero sorprendente soprattutto in considerazione del facilissimo sentiero d’accesso e della relativa rapidità con cui si conquista il punto più alto. Davvero il Monte Specie è un terrazzo in posizione oltremodo privilegiata. Verso nordovest scorgiamo la Croda del Becco e il Monte Sella di Sennes mentre ad occidente troneggia la Croda Rossa d’Ampezzo; quest’ultima ha dominato e accompagnato per intero la nostra salita: una montagna selvaggia ed isolata, per lo più trascurata anche dagli alpinisti esperti per via degli impegnativi itinerari di salita, tutti su roccia friabile e malsicura. Il paesaggio a meridione è invece interamente occupato dal grande massiccio del Monte Cristallo con il suo piccolo ghiacciaio che faticosamente sta sopravvivendo negli ultimi anni al riscaldamento globale. Ad oriente abbiamo la sorpresa più bella: osserviamo le grandiose e strapiombanti pareti settentrionali delle Tre Cime di Lavaredo, gruppo simbolo delle intere Dolomiti. Volgendo con lo sguardo a nordest entriamo nel mondo dei ghiacciai: abbiamo già accennato alla visione del Großvenediger; più a sinistra un binocolo vi aiuterà a distinguere il ghiacciaio di Umbal e il Picco dei Tre Signori, grandiosa montagna posta sul confine di stato italo austriaco, posizionata alla testata della bellissima Valle Aurina. Il panorama è ostacolato solo verso settentrione dalle ampie pendici del Picco di Vallandro, erbose a sinistra, rocciose nel versante che la montagna rivolge ad oriente verso la Val di Landro. Il rientro avviene a ritroso (ore 3 scarse complessive) Cenni sulla flora:
Nonostante si tratti di un itinerario assai frequentato, complice la presenza di numerosi rifugi e di un percorso nel complesso breve, sono osservabili lungo il tracciato diverse interessanti piante alpine che rallegrano il cammino con i loro variopinti fiori. Riportiamo i principali riconoscibili anche dal profano: 1) Giglio martagone (Lilium martagon) osservabile ad inizio percorso, a sinistra dell’ampia strada bianca che unisce il Rifugio Prato Piazza al Rifugio Vallandro. Fioritura in giugno – luglio. 2) Genziana d’Esculapio (Gentiana asclepiadea) osservabile nei vasti prati a destra dell’ampia strada bianca che unisce il Rifugio Prato Piazza al Rifugio Vallandro. Presente in considerevole quantità, fiorisce normalmente in agosto. 3) Bonarota comune (Paederota bonarota); endemica dell’Italia nord-orientale, è pianta rupicola per eccellenza e predilige le rupi strapiombanti. Lungo il nostro percorso è presente negli spacchi di alcune paretine calcaree che delimitano a sinistra la mulattiera che dal Rifugio Vallandro sale alla Sella di Monte Specie. L’infiorescenza è di un bel colore blu ed è osservabile solitamente in luglio. 4) Ormino dei Pirenei (Horminum pyrenaicum). 5) Vulneraria (Anthyllis vulneraria). 6) Orchidea delle zanzare (Gymnadenia conopsea), osservabile ad inizio percorso, a sinistra dell’ampia strada bianca che unisce il Rifugio Prato Piazza al Rifugio Vallandro. 7) Luparia (Aconitum lycoctonum). 8) Crepide dorata (Crepis aurea) dalle belle infiorescenze di colore arancio. 9) Sassifraga verde azzurra (Saxifraga caesia) nelle rocce a lato della mulattiera in salita dal Rifugio Vallandro alla Sella di Monte Specie. 10) Stella alpina (Leontopodium alpinum), per molti il fiore simbolo delle Alpi, è presente in buona quantità proprio nei prati presso la cima del Monte Specie. 11) Potentilla lucida (Potentilla nitida); bellissima pianta a portamento prostrato trapuntata da grandi fiori rosati: è senza dubbio una delle specie simbolo delle Dolomiti sebbene presente in un areale ben più ampio. 12) Cariofillata montana (Geum montanum). 13) Pepe di monte (Daphne mezereum); curiosamente questo arbusto produce i fiori prima ancora delle foglie. A fine primavera sono inconfondibili i “manicotti” rosa dei fiori che appaiono addensati sui rametti alle estremità dei cespugli. 14) Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum); altro arbusto simbolo delle Alpi dalle meravigliose infiorescenze porporine. 15) Carlina segnatempo (Carlina acaulis). 16) Erigero unifloro (Erigeron uniflorus). 17) Prunella (Prunella grandiflora). 18) Garofano selvatico (Dianthus silvestris). 19) Genziana sfrangiata (Gentianopsis ciliata); nell’ambito della famiglia delle Gentianaceae è una delle ultime a fiorire, di solito in estate inoltrata o ad inizio autunno con i primi esemplari in agosto. 20) Garofanino maggiore (Epilobium angustifolium). 21) Silene delle fonti (Silene pusilla). VISUALIZZA QUI SOTTO LA PHOTOGALLERY DEL TREKKING
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