Sella di Fanes

PIZ DE SANT ANTONE (ANTONIUSSPITZE - SELLA DI FANES - m 2655)

L’altopiano di Fanes è circondato da vette rinomate per la loro imponenza quali il Piz de Lavarela e il Monte Cavallo. Altre cime sono meno conosciute: è il caso del Piz de Sant Antone che vive un’esistenza appartata per via della sua altitudine non elevatissima. Nonostante il relativo isolamento si tratta di un’elevazione che permette di scoprire un angolo selvaggio e suggestivo delle Dolomiti. Non troverete molti impegnati nel risalirne le pendici ma lungi dall’essere un difetto avrete invece la possibilità di scoprire un angolo remoto dove la natura riesce ancora a dettare i suoi ritmi. La salita è ulteriormente arricchita dalla presenza del bellissimo Lago Verde, una gemma d’inestimabile bellezza a quattro passi dal Rifugio Lavarella. Un’escursione raccomandabile tra giugno ed ottobre che richiede un buon allenamento per via del lungo percorso di salita.

Dati tecnici:

Partenza presso il Rifugio Pederù (Ücia Pederü - m 1548): Difficoltà: EE (E sino al Jü de Sant Antone, EE nel breve tratto che segue fino al punto più alto comunque senza esposizione) (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale sino al Jü de Sant Antone, assente nel breve tratto successivo sino alla vetta su tracciato comunque evidente. Dislivello assoluto: m 1107. Acqua: assente ma con possibilità d’approvvigionamento al Rifugio Lavarella grosso modo a metà percorso.

Accesso:

Si accede alla partenza da Brunico, risalendo la Val Badia sino al paese di Longega (Zwischenwasser). Ignoriamo il proseguo della statale volgendo a sinistra e raggiungendo in quattro chilometri San Vigilio di Marebbe. Proseguiamo oltre il paese, sempre su comoda strada asfaltata, attraverso la selvaggia Val Tamersc (a pedaggio l’ultima frazione) sino a raggiungere il Rifugio Pederù (m 1548) dove ha termine il tratto aperto al traffico. Abbandonata l’automobile in uno dei tanti parcheggi a disposizione proseguiamo a piedi con indicazioni per i rifugi Fanes e Lavarella entrando così nel territorio del Parco Naturale Fanes – Sennes – Braies.

Descrizione del percorso:

Per la prima parte del percorso si aprono due differenti alternative. E’ possibile seguire l’ampia gipponabile chiusa al traffico superando con alcuni tornanti il ripido salto che sovrasta il Rifugio Pederù. L’altra alternativa consiste nel seguire il segnavia n° 7 che supera il salto salendo più a destra rispetto alla strada bianca; da notare, con entrambe le possibilità, il bel panorama alle spalle sulla Val Tamersc. In ogni caso, per abbreviare il percorso è preferibile la scelta del sentiero in quanto più diretta; raggiunto il soprastante piano è tuttavia consigliabile abbandonarlo evitandone il proseguo caratterizzato da saliscendi, per seguire la più comoda strada chiusa al traffico. Si tratta di una frazione pianeggiante che transita presso il piccolo Lago Pisciodel (Lé Piciodel - m 1819) circondato da una fitta selva di mughi e sovrastato dalle pendici del Col Becchei di Sopra. Le acque presentano una particolare colorazione lattiginosa dovuta ai sedimenti di colore chiaro presenti sul fondale derivati in modo evidente dall’erosione della dolomia.

Attraversato il Valun de Fanes riprende la salita che si articola a destra del solco in cui scorre il Rü d’Al Plan. Superata una baita gestita siamo infine, praticamente in piano, ad un importante bivio. Abbandoniamo il proseguo per il Rifugio Fanes, distante pochi minuti, per volgere a destra solcando una suggestiva zona caratterizzata dalla presenza di numerosi piccoli specchi d’acqua (Alpe di Fanes Piccola). In breve siamo, tra splendidi prati, al Rifugio Lavarella (Ücia Lavarela - m 2042 – ore 2 dalla partenza) con l’omonima cima subito a sudovest. Una breve digressione di pochi minuti permette, partendo proprio dal rifugio, di raggiungere una perla di rara bellezza. Si tratta del bellissimo Lago Verde (Lé Vërt / Grünsee). Le limpidissime acque riflettono, nei giorni tersi, le spettacolari cime che fanno da quinte all’altopiano di Fanes. Da notare le stratificazioni calcaree che caratterizzano le ondulazioni attorno al lago. Verso settentrione notiamo il culmine del Monte Furcia dai Fers e le pendici rossastre del Piz de Sant Antone, obiettivo della nostra salita. Ancora più a sinistra notiamo la tozza sagoma di Cima Nove. Una sosta al lago non deve essere omessa dall’escursione per non privare la salita di un monumento naturale di grandiosa bellezza.

Rientriamo in una decina di minuti al Rifugio Lavarella per affrontare la seconda parte dell’ascensione. Seguiamo il segnavia 13 rimontando il costone prativo alle spalle del rifugio. L’ambiente diviene immediatamente solitario e silenzioso: lo scomposto turismo domenicale si ferma quasi sempre al sottostante rifugio; abbiamo così modo di calarci nella dimensione più bella delle Dolomiti, caratterizzata da angoli ancora poco noti a quattro passi da rifugi e percorsi alla moda. Saliamo subito a destra di una caratteristica rupe stratificata raggiungendo in pochi minuti un nuovo bivio ben segnalato da cartelli. Ignoriamo il sentiero 7 che si separa a sinistra in direzione del Ju dla Crusc mantenendo il segnavia 13. Possiamo ora solcare i vasti tavolati prativi del Plan dles Sarenes. Il panorama diviene vasto ed avvincente: alle spalle occhieggia il Lago Verde e il Piz de Lavarela mentre a sudest siamo attratti dalla grande sagoma rocciosa del Col Becchei. Superiamo una caratteristica zona carsica con i pascoli che lasciano spazio ad affioramenti rocciosi. L’erosione ha reso porosa la roccia ed è quindi bene prestare attenzione a solchi e buchi. Subito oltre il paesaggio è dominato, davanti a noi, dal caratteristico spigolo roccioso che il Piz de Sant Antone rivolge verso meridione. Guadagniamo quota in moderata pendenza sino a guadagnare una prominenza erbosa protesa verso sudest in direzione del ripido salto precipite sul sottostante Valun de Fanes. Un occhio attento scorgerà un’estremità del Lago Pisciodel dominato dalla grandiosa sagoma del Col Becchei. Immediatamente al nostro fianco si ergono, bizzarre e slanciate, alcune curiose guglie rocciose come tanti immobili gendarmi modellati dalle intemperie. Il percorso volge ora con decisione nello stretto solco vallivo racchiuso tra il Monte Sella di Fanes sulla destra e Cima Nove a sinistra. Curiosa è l’assenza quasi totale di vegetazione che caratterizza lo stretto canalone: le ghiaie prendono il posto della copertura erbosa attribuendo un aspetto rude e selvaggio al percorso. Vinto un breve tratto più ripido il sentierino sale diagonalmente in moderata pendenza restando sul fianco destro del solco. Nonostante il fondo detritico instabile il sentiero è ben marcato e con un ultimo sforzo permette di accedere al Jü de Sant Antone (m 2466 – ore 1,10 dal Rifugio Lavarella – ore 3,10 complessive). Si tratta di una pronunciata sella al di là della quale cala la marcata Val de Fanes. A sinistra siamo dominati dalle imponenti bancate calcaree che caratterizzano le pendici di Cima Nove mentre a destra si innalza la cresta che conduce al culmine del Monte Sella di Fanes, obiettivo della nostra fatica. Osserviamo come il crinale che sale al punto più alto precipiti sulla Val de Fanes con un salto strapiombante mentre il versante destro, sfruttato dalla via normale, è caratterizzato da un pendio inclinato vasto ed uniforme.

L’ultimo tratto di salita sfrutta pertanto l’esile traccia che sale, appena a destra della cresta, sul versante che guarda a meridione. Il percorso non è segnato ma la traccia in condizioni di buona visibilità appare evidente. Il tratto inferiore presenta le uniche difficoltà dell’intera escursione. Nulla di insormontabile tuttavia, il fondo molto friabile e franoso, richiede piede fermo ed una certa attenzione nonostante non vi sia particolare esposizione né tanto più passaggi d’arrampicata. Superato in qualche minuto il tratto più instabile, si supera in pendenza ora moderata una breve frazione prativa. Il panorama si estende verso sudest sino ad osservare i profili delle Tofane mentre alle spalle Cima Nove appare grandiosa nelle sue immense quinte di roccia dolomitica. La pendenza torna ad essere accentuata e l’erba cede definitivamente il passo al detrito fine e franoso che caratterizza il settore sommitale. Un breve passaggio presso una forcella della cresta sormontata da un caratteristico picco permette di affacciarsi brevemente a nord sulla Val de Fanes. Subito oltre restano gli ultimi minuti d’ascensione accedendo infine all’ampio pianoro erboso di vetta (m 2655 – ore 0,20 dal Jü de Sant Antone – ore 1,30 dal Rifugio Lavarella – ore 3,30 complessive).

A dispetto della quota non eccelsa possiamo apprezzare come la cima sia un punto panoramico di sorprendente vastità interrotto in minima parte, ad occidente, dalla struttura di Cima Nove. A meridione il paesaggio è dominato dall’Alpe di Fanes Piccola nella quale occhieggia il piccolo Lago Verde. Subito a destra siamo attratti dalla mastodontica struttura del Piz de Lavarela mentre a sinistra dell’Alpe spuntano, all’orizzonte, le cime delle Tofane. Verso oriente il paesaggio è occupato dall’Alpe di Sennes con le cime che circondano l’altipiano; non fatichiamo a distinguere il Monte Sella di Sennes, il Monte Quaira di Sennes e l’inconfondibile profilo della Croda del Becco. Più distante appare la Croda Rossa d’Ampezzo il cui nome fa riferimento alla colorazione delle rocce sommitali. Verso settentrione sprofonda la Val Tamersc e all’orizzonte, nei giorni tersi, scintillano le vette ghiacciate delle Alpi Aurine e degli Alti Tauri. Il rientro avviene a ritroso prestando ancora una volta particolare attenzione all’instabilità del fondo nel tratto compreso tra la cima e il Jü de Sant Antone. In tutto sono da preventivare circa 6,30 ore di cammino al netto delle soste.

Cenni sulla flora:

L’intera escursione si sviluppa all’interno del Parco Naturale Fanes – Sennes – Braies, una zona di protezione di grande valore ambientale. Inutile dire che la flora ha tratto grande beneficio dall’istituzione del parco. Percorrendo l’itinerario avrete modo d’identificare numerose specie. Segue una lista parziale dei fiori osservabili.

Endemismi:

1)       Millefoglio di Clavena (Achillea clavenae). Endemismo alpino – dinarico piuttosto diffuso nell’area dolomitica, inconfondibile per le foglie di colore grigio argentato.

2)       Aquilegia di Einsele (Aquilegia einseleana). Endemica del nordest, è osservabile nel tratto iniziale, subito a monte del Rifugio Pederù.

3)       Semprevivo delle Dolomiti (Sempervivum dolomiticum). Il più prezioso e raro tra gli endemismi osservabili lungo questo percorso. La sua distribuzione è puntiforme con la sue maggiori stazioni proprio nella zona dell’Alpe di Fanes e di Sennes. Sono presenti parecchie piante nella zona carsica subito a monte del Plan dles Sarenes. Nonostante l’abbondanza delle piante, la fioritura resta nel complesso infrequente. Caratteristica è la colorazione rossa sia dei fiori che delle foglie che rivestono lo stelo fiorale.

4)      Sassifraga delle Dolomiti (Saxifraga squarrosa)

Altre piante osservate:

1)      Elleborina crestata (Epipactis atrorubens) presente poco a monte del Rifugio Pederù lungo la strada che sale al Lago Pisciodel.

2)       Piroletta a foglie rotonde (Pyrola rotundifolia) presente poco a monte del Rifugio Pederù lungo la strada che sale al Lago Pisciodel.

3)       Stella alpina (Leontopodium alpinum), nei prati del Plan dles Sarenes.

4)        Luparia (Aconitum lycoctonum)

5)       Sassifraga a foglie opposte (Saxifraga oppositifolia)

6)      Napello (Aconitum napellus)

7)       Papavero alpino (Papaver alpinum subsp.rhaeticum)

8)       Prunella delle Alpi (Prunella grandiflora)

9)       Crepide dorata (Crepis aurea)

10)   Campanula dei ghiaioni (Campanula cochlearifolia)

11)   Iberidella grassa (Thlaspi rotundifolia) nel ghiaione sottostante il valico Jü de Sant Antone.

12)   Potentilla lucida (Potentilla nitida) nel ghiaione sottostante il valico Jü de Sant Antone.

13)   Linaiola d'Alpe (Linaria alpina) nel ghiaione sottostante il valico Jü de Sant Antone.

14)   Millefoglio dei macereti (Achillea barrelieri subsp.oxyloba) nelle rocce in coincidenza del valico Jü de Sant Antone

15)   Sassifraga incrostata (Saxifraga crustata) nelle rocce attorno al Lago Verde

16)   Sassifraga stellata (Saxifraga stellaris) presso Lago Verde.

17)   Sassifraga gialla (Saxifraga aizoides) presso Lago Verde.

18)   Moehringia cigliata (Moehringia ciliata)

19)   Sassifraga setolosa (Saxifraga sedoides)

20)   Genziana germanica (Gentiana germanica)

21)   Carlina segnatempo (Carlina acaulis)

22)   Botton d’oro (Trollius europaeus)

23)   Astro alpino (Aster alpinus)

24)   Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum)

25)   Iberidella alpina (Hornungia alpina)

26)   Sassifraga solcata (Saxifraga exarata)

27)   Trifoglio bruno (Trifolium badium)

28)   Biscutella montanina (Biscutella leavigata)

29)   Camedrio alpino (Dryas octopetala)

30)   Graminia di Parnasso (Parnassia palustris)

31)   Genziana sfrangiata (Gentianopsis ciliata)

32)   Nigritella comune (Nigritella nigra)

33)   Silene a cuscinetto (Silene acaulis)

34)    Ormino dei Pirenei (Horminum pyrenaicum)

35)   Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum)

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