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GRANDE APOSTOLO (GROSSER APOSTEL - m 1947) SASSO DEL SIGNORE (HERRSTEIN - m 2447)
Le montagne che sovrastano la sponda orientale del lago di Braies vivono una loro dimensione appartata e sono in genere trascurate essendo poste in un’area dove in pratica non vi sono rifugi come punti d’appoggio. Le quote contenute e la vicinanza di vette ben più famose come ad esempio la Croda di Becco fanno sì che queste cime siano fin troppo trascurate. Tuttavia la solitudine diviene, in questi casi, uno dei doni più belli: si sale dal lago di Braies pazzescamente congestionato, in estate, dal turismo di massa per scoprire splendide montagne dimenticate in un ambiente davvero intatto dal punto di vista della natura. Il Sasso del Signore vi riserverà la bella sorpresa di una montagna che, a dispetto delle apparenze, gode invece di una spiccata individualità. Ammirerete colpiti le ripide pareti occidentali per nulla inferiori a quelle di montagne del circondario ben più note; godrete inoltre di un vasto panorama di vetta. Senza dubbio rivaluterete un settore molto più meritevole di quanto potreste immaginare. Il Grande Apostolo viene toccato salendo al Sasso del Signore: sebbene si tratti di un’elevazione secondaria ha la caratteristica d’essere posto sulla verticale del lago di Braies permettendo uno straordinario paesaggio sulle sottostanti acque. Nel complesso è quindi un’escursione raccomandabilissima da eseguirsi tra luglio e ottobre per evitare eventuali residui di neve nelle zone più riparate. Dati tecnici: Partenza dal Lago di Braies (m 1495): Difficoltà: EEA (Vai alla scala delle difficoltà). Breve tratto esposto nella salita al Grande Apostolo. Un tratto attrezzato presso la cima del Sasso del Signore. Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 952. Acqua: assente. Accesso: Si accede facilmente al Lago di Braies deviando dalla statale della Val Pusteria tra i paesi di Monguelfo e Villabassa per risalire la Val di Braies su comoda provinciale. Si tralascia il bivio a sinistra per Prato Piazza proseguendo attraverso i piccoli paesini della parte superiore della valle (Ferrara e S.Vito). La strada ha termine proprio in coincidenza del lago con numerose possibilità di parcheggio (a pagamento oppure gratuitamente lasciando il mezzo ad almeno 1 km dal lago e raggiungendo così lo specchio d’acqua a piedi). Non possiamo non ricordare che il Lago di Braies è uno dei più belli delle Dolomiti e merita una visita se possibile percorrendone, in un’ora circa, il sentiero che ne segue la sponda. Descrizione del percorso: Il nostro percorso ha inizio, come anticipato, presso il lago di Braies. Dal parcheggio ci portiamo sul sentiero che ne segue la sponda percorrendolo verso sinistra. Aggirate alcune insenature del lago troviamo, dopo nemmeno dieci minuti, il bivio a sinistra ben segnalato da un cartello in legno (indicazioni per “Herrstein”): passiamo sul segnavia n° 58 abbandonando il percorso lungo lo specchio d’acqua. Seguiamo la sterrata e in pochi minuti troviamo quella solitudine e quel silenzio che invece è assai improbabile trovare, in piena estate, lungo la sponda del lago. Saliamo moderatamente nel bosco di conifere e poco oltre abbandoniamo la strada bianca per seguire a destra il segnavia. Intersechiamo nuovamente, poco più in alto, la carrareccia ma è bene mantenere il sentiero segnato; raggiungiamo infine un grande canalone detritico originato con tutta probabilità da frane e valanghe che si staccano in inverno dalla parete dolomitica posta di fronte a noi. In questo tratto la segnaletica non è chiarissima in quanto è stata in parte rimossa dal movimento dei detriti, manteniamo tuttavia il centro del ghiaione seguendo alcuni ometti di pietre per poi obliquare verso destra. Lasciamo il canalone detritico e saliamo ripidamente, con numerosi tornanti, verso la base dell’immenso paretone dolomitico; guadagniamo in questo modo la caratteristica cengia che circonda la struttura strapiombante della bastionata. Appare già bello e interessante il panorama sulla testata della Val di Braies e sulla non distante Cima dei Colli Alti posta sulla sinistra orografica della valle. Il percorso prosegue ascendendo spettacolarmente, stretto tra la parete rocciosa a sinistra e lo strapiombante salto a destra. Ricorda questa frazione le tante cenge presenti nel lontano gruppo delle Dolomiti di Brenta; il percorso è, nell’insieme, abbastanza ampio tuttavia la presenza d’esili ballatoi esposti sconsiglia senz’altro la percorrenza di questo sentiero a chi soffre di vertigini. Gli amanti della flora noteranno, sulle verticali pareti di sinistra, alcuni esemplari del raro e bellissimo Raponzolo chiomoso (Physoplexis comosa (L.) Schur), endemismo sudest alpico che spicca sulla nuda dolomia grazie alle sue particolarissime corolle rosate. Proseguendo la salita si fa molto ripida con il panorama che si apre alle spalle in direzione della Val Pusteria; decresce tuttavia l’esposizione e il percorso si porta nel bosco rado di conifere. Poco oltre un breve traverso di sentiero (non più di una decina di metri) è stato recentemente cancellato dal crollo del costone: il percorso è stato ritracciato nel ripido pendio originato dal distaccamento della frana. E’ questo un altro brevissimo tratto nel quale occorre piede fermo prestando la massima attenzione all’esposizione; subito oltre raggiungiamo un bel culmine panoramico e notiamo alla sinistra l’imponente e slanciata sagoma della soprastante Torre del Signore. Una breve digressione ci porterà ora sulla cima del Grande Apostolo: abbandoniamo il segnavia che cala di fronte a noi per passare sul sentierino a destra. Risaliamo tra i mughi raggiungendo in qualche minuto il punto più elevato (m 1947 - panchina - ore 1,20 dalla partenza). Si tratta di un bellissimo culmine, grazie alla posizione in pratica strapiombante sul lago di Braies che appare nei giorni sereni come una meravigliosa gemma turchese incastonata tra le abetaie. La testata del lago è chiusa a sud dalle imponenti pareti dolomitiche della Croda di Becco a fare da quinte a questa spettacolare conca. Dopo una meritata sosta arretriamo sino a riportarci in breve sul sentiero segnato. Riprende il nostro cammino calando verso sinistra e perdendo leggermente quota. Il tracciato procede poi traversando a mezza costa sul profondo Vallone dei Camosci. Il sentiero, stretto ma ben marcato, ripropone, sul fondo della forra, alcuni scorci sul lembo meridionale del Lago di Braies. Un breve passaggio su roccette in salita è ben attrezzato con scale in legno e un corrimano in fune metallica; poco oltre altre due brevi frazioni lievemente esposte sono state ottimamente messe in sicurezza rinforzando il fondo con l’ausilio di travi in legno. Un ultimo sguardo al sottostante lago e alla Croda di Becco quindi il percorso volge con decisione verso oriente; risaliamo in moderata pendenza il valloncello su tracciato che abbandona le precedenti verticalità sviluppandosi ora, facile e comodo, nella rada vegetazione boschiva. Guadagniamo progressivamente quota sino all’uscita dalla boscaglia a pino mugo, alla testata della valle, che propone ora un vasto ghiaione detritico. Lo risaliamo senza difficoltà ma faticosamente per via del fondo instabile in continuo movimento con i detriti spostati, anno dopo anno, dall’inclemenza degli inverni alpini. Riusciamo ad evitare alcune frazioni del ghiaione trovando a sinistra qualche tratto su sentiero un po’ più comodo. Raggiungiamo infine l’ampia e marcata sella prativa a monte del vasto canale detritico: siamo alla Forcella di Lavina Bianca (Weisslahnsattel – m 2194 – ore 2 dalla partenza). Si apre il panorama sull’altro versante e in particolare sul vicino Sasso Rosso di Braies. Siamo inoltre ad un importante crocevia di sentieri: davanti a noi il sentiero procede calando in direzione di Ferrara di Braies, a destra una traccia taglia il ghiaione e sale alla marcata Forcella del Camoscio, a sinistra prosegue invece la nostra escursione (indicazione su un masso per “Herrstein”). La prima parte di salita appare particolarmente erta e faticosa: si ascende su fondo in prevalenza terroso con l’affioramento di alcune roccette; camminiamo tra i pini mughi, progressivamente più radi mentre si guadagna quota. Si allarga il paesaggio sulle montagne circostanti quindi raggiungiamo il roccioso e sottile filo di cresta. L’alberatura è del tutto scomparsa e possiamo osservare, per la prima volta, un’ampia veduta sul versante della Val Pusteria. Il sentiero procede abbassandosi brevemente ad una piccola selletta per poi rimontare, molto faticosamente, un erto canale terroso. Evitiamo il soprastante crinale volgendo a sinistra e traversando senza difficoltà lungo il pendio. Subito oltre scendiamo per un breve tratto perdendo qualche metro e toccando un’esile forcellina di cresta; in sua coincidenza ci affacciamo a nord osservando, ormai a breve distanza, la nostra cima. La particolare angolazione fa sì che il Sasso del Signore assuma un aspetto piuttosto repulsivo, appare infatti come un pronunciato cupolone roccioso con pareti apparentemente inaccessibili. Cerchiamo d’immaginare dove possa svilupparsi la via di salita senza trovare una risposta. Non ci resta che proseguire aggirando sulla sinistra l’esile crinaletto con nuovi scorci sull’ormai distante Lago di Braies. Volgiamo con decisione a destra sino a portarci alla base della calotta rocciosa terminale. La via di salita si rivela molto meno difficile di quanto potesse sembrare: sfrutta infatti l’evidente punto debole dato da un colatoio roccioso articolato e ben appigliato che scende direttamente dalla cima. Le difficoltà restano attorno al 1° grado e soprattutto possiamo avvalerci della presenza di alcune frazioni attrezzate con catena metallica. E’ una breve frazione che, grazie alla presenza delle funi metalliche fisse, permette l’ascesa a qualunque buon escursionista alpino a patto d’avere piede fermo e passo sicuro. Subito al di sopra di questo breve salto procediamo brevemente tra i prati sommitali sino a raggiungere infine il punto più alto (m 2447 – ore 3 dalla partenza – libro di vetta). Sconfinato il panorama che si gode dalla cima: possiamo notare, a breve distanza, la marcata e affilata Torre del Signore (Herrsteinturm – m 2395), appena più bassa rispetto alla nostra posizione. E’ l’evidente guglia rocciosa che occulta in gran parte il Lago di Braies risultando ben osservabile dalla sponda dello stesso. Verso nord si distende la Val Pusteria con visibile il paese di Dobbiaco e la Val di Casies in direzione del confine con l’Austria. Ad oriente notiamo le Dolomiti di Sesto, a sudest spicca il grande Picco di Vallandro mentre a sudovest è ben visibile l’immensa struttura dolomitica della Croda del Becco. Il rientro avviene a ritroso prestando la necessaria attenzione al breve tratto attrezzato sotto la cima. Nota: Chi ha poco tempo a disposizione può valutare la sola salita al Grande Apostolo che impegna, tra andata e ritorno, per un paio d’ore concedendo una vista eccezionale sul Lago di Braies. Cenni sulla flora:
Come spesso accade, nelle zone poco battute dagli escursionisti si trovano moltissime specie di piante a rallegrarci con i loro magnifici colori. Nella descrizione abbiamo accennato al bellissimo Raponzolo chiomoso (Physoplexis comosa (L.) Schur), un endemismo con areale che interessa in particolare le Dolomiti ma che in ogni caso estende la propria presenza alla fascia prealpina compresa tra la Lombardia e il Friuli Venezia Giulia. E’ presente, come anticipato, nelle rupi verticali che sovrastano il sentiero che sale al Grande Apostolo. Subito oltre il Grande Apostolo, possiamo osservare un’altra pianta caratteristica delle rupi verticali: si tratta della Potentilla caulescente (Potentilla caulescens L.). I suoi piccoli fiori bianchi sono osservabili, da un occhio attento, nelle paretine a sinistra del sentiero subito prima della breve frazione attrezzata che traversa sulla profonda Valle dei Camosci. Proseguendo nella salita verso la Forcella di Lavina Bianca si possono notare nel rado sottobosco diverse interessanti specie. Fra tutte rammentiamo una bellissima orchidea, ovvero l’Elleborina crestata (Epipactis atrorubens), i fiori penduli della splendida Piroletta a foglie rotonde (Pyrola rotundifolia subsp. Rotundifolia), le infiorescenze blu dell’Ormino dei Pirenei (Horminum pyrenaicum L.) e infine il bel Papavero alpino retico (Papaver alpinum L. subsp.rhaeticum) dai petali giallo oro ben visibile nei ghiaioni attorno alla Forcella di Lavina Bianca. La salita dalla forcella alla vetta offre la possibilità d’osservare la piccola Genziana nivale (Gentiana nivalis L.) e infine, proprio presso i prati di vetta, la bella Nigritella comune (Nigritella nigra (L.) Rchb.) orchidea nota anche come Vaniglione d’alpe per il suo intenso odore di vaniglia.
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