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MONTE RONDINARA (m 1639) SCAFFA DELLE ROSE (m 1708) CIMA TAUFFI (m 1799)
Cima Tauffi è una delle principali elevazioni del crinale appenninico Tosco Emiliano. Siamo nella frazione a cavallo tra le province di Modena e Pistoia compresa tra il Passo Croce Arcana e il Monte Libro Aperto. L’escursione classica alla Cima Tauffi segue la linea di cresta partendo proprio dal Passo Croce Arcana. Il trekking che andiamo a descrivervi costituisce tuttavia un’interessante alternativa, decisamente meno nota, per guadagnare la vetta eseguendo nel complesso un bell’anello con inizio dell’avventura in coincidenza del Rifugio Capanno Tassoni. La camminata si articola in tre frazioni ben distinte: quella iniziale nel folto di un’ombrosa e lussureggiante faggeta. Segue una fase mediana che si svolge su crinali liberi da alberatura con panorami estesissimi calando infine alla partenza riportandosi nel fresco e ombroso bosco. Siamo in una zona di elevato valore naturalistico inclusa nel Parco Regionale Alto Appennino Modenese. Consigliamo di scoprire il settore nel mese di giugno a neve ormai scomparsa potendo ammirare la rinascita della vegetazione. Inutile dire che il settore è comunque ben percorribile e libero dalla neve per tutto il periodo compreso tra giugno e ottobre prestando attenzione alle nebbie che spesso si addensano nella fascia di crinale e al vento forte che talvolta batte le cime più elevate dell’Appennino Settentrionale. L’escursione in breve: Rifugio Capanno Tassoni (m 1311) – sentiero 445 – Rifugio Villa Rosella (m 1415) – Passo del Colombino (m 1518) – Monte Rondinara (m 1639) – Scaffa delle Rose (m 1708) – Cima Tauffi (m 1799) – Costiera dei Tauffi – Colle Acquamarcia (m 1631) – sentiero 417 – sentiero 445 – Rifugio Capanno Tassoni (m 1311) Dati tecnici: Partenza dal Rifugio Capanno Tassoni (m 1311): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 488. Acqua sul percorso: alla partenza. Accesso alla partenza: Partendo da Fanano si seguono le indicazioni per il Passo Croce Arcana e il Rifugio Capanno Tassoni. Chi proviene da Lizzano in Belvedere trova l’incrocio a sinistra, poco prima di entrare nel paese di Fanano. Per strada asfaltata si raggiunge e si supera la frazione di Ospitale procedendo più stretta sino al Rifugio Capanno Tassoni presso il quale lasciamo l’automobile. Descrizione del percorso: Parcheggiata l’auto presso il rifugio si torna a ritroso lungo la strada asfaltata trovando dopo qualche decina di metri la bella forestale che si separa a sinistra (a destra per chi sale da Ospitale verso il Rifugio Capanno Tassoni). Superata la sbarra che chiude il traffico alle automobili, camminiamo lungamente in un fitto bosco di faggi che di fatto impedisce, in questa prima parte, di godere della visione delle montagne circostanti. E’ una frazione che affronta deboli dislivelli; senza fatica si assecondano i deboli saliscendi dell’ampia mulattiera in ambiente piuttosto fresco anche nella stagione estiva grazie alla densa alberatura. Andiamo ad incrociare il sentiero 417; da notare che ha inizio, in coincidenza di questo bivio, un ampio anello torneremo infatti dal sentiero di sinistra. Per il momento manteniamo la mulattiera senza effettuare alcuna deviazione. Il tracciato forestale si stringe, nel proseguo, lasciando spazio ad un buon sentiero che volge nel folto verso settentrione sino a guadagnare il Rifugio Villa Rosella (m 1415 – ore 0,50 dalla partenza). Si tratta in effetti di una costruzione non gestita ma sempre aperta che invita alla sosta grazie alla presenza di tavoli e sedie in una bella radura nel bosco. Il sentiero procede affrontando una bella frazione in salita. Abbiamo un primo scorcio, tra le frasche, in direzione del Corno alle Scale. Poco oltre siamo all’aperto con un breve tratto prativo che immette all’importante Passo del Colombino (m 1518 – ore 1,10 dalla partenza), selletta posta sulla dorsale che unisce il Monte Rondinara al Monte Lancio. La vista in direzione del crinale principale è ancora più vasta e completa permettendo di scorgere il Monte Spigolino, il Passo della Croce Arcana e la tozza sommità dei Balzoni. Il Passo del Colombino è un importante crocevia di parecchi sentieri. Nel nostro caso scegliamo di volgere a sinistra sul segnavia 425 che in pratica segue la lunga dorsale culminante nell’ancora lontana Cima Tauffi. Superata una breve frazione su terreno prativo siamo nuovamente, in salita, nel folto della pineta quindi aggiriamo a destra il profilo poco marcato del Monte Rondinara. Subito dopo aver aggirato il culmine della vetta il sentiero si torna ad avvicinare al filo di cresta. Chi vuole può guadagnare liberamente il crinaletto salendo a sinistra e affacciandosi sul grande salto roccioso rivolto verso oriente. La cima del Monte Rondinara (m 1639) è alla nostra sinistra e può essere raggiunta con cautela su terreno privo di tracce e indicazioni. Riprendiamo il sentiero segnato su tracciato che permette ottimi scorci verso occidente sulla grande piramide del Monte Cimone, la vetta più alta dell’Emilia Romagna e dell’Appennino Settentrionale. Procediamo sino a trovare, di fronte a noi, il caratteristico risalto, in parte roccioso, denominato Scaffa delle Rose (m 1708). Nonostante sia una cima secondaria ha ugualmente una sua spiccata individualità accentuata dalle rupi arenacee che ne caratterizzano il versante rivolto ad occidente. Il sentiero, ridotto ad una stretta striscia scavata nel manto erboso, ne aggira il punto più alto traversando alla sua sinistra. L’alberatura è ormai del tutto scomparsa; siamo nel regno della prateria d’altitudine spesso flagellata dai venti che spazzano con frequenza il crinale appenninico Tosco Emiliano. Il sentiero riprende l’ampia dorsale erbosa puntando in modo evidente verso lo spartiacque principale. A colpire è la vastità del paesaggio aperto alle spalle in direzione della Pianura Padana sino a raggiungere, nelle giornate più limpide, l’arco alpino. In salita che resta moderata arriviamo a scorgere il punto più alto di Cima Tauffi. Da questo versante appare come una piccola piramide erbosa che appare poco rilevata rispetto alle dorsali che ne fanno da quinte. In realtà, avvicinandosi alla vetta, notiamo come il culmine sia invece piuttosto marcato con rupi d’arenaria che precipitano verso destra. In breve guadagniamo, senza alcuna difficoltà, il culmine della Cima Tauffi che rappresenta la massima altitudine toccata in questa escursione (m 1799 – ore 2,15 dalla partenza). Essendo sullo spartiacque principale lo sguardo si estende vastissimo al versante toscano (provincia di Pistoia). Verso destra osserviamo il crinale che dalla Cima Tauffi procede, piuttosto dirupato, in direzione del Monte Libro Aperto passando per la vetta del Monte Lancino. Ancora più a destra la presenza del Monte Cimone, massima vetta del circondario, resta un riferimento inconfondibile per tutti gli amanti del settore mentre a nord le montagne digradano progressivamente sino a spegnersi nella lontana pianura emiliana. Possiamo ora proseguire con il nostro itinerario ad anello seguendo verso oriente il cosiddetto segnavia di crinale (sentiero 00). Il tracciato, ben visibile e scavato nell’erba, perde quota in moderata pendenza sino ad inquadrare un’evidente anticima senza nome. Il percorso scende dapprima alla modesta selletta sottostante per poi risalire lungo il filo del crinale sino al culmine dell’anticima. Notevole il paesaggio alle spalle verso Cima Tauffi che abbiamo appena disceso. Tra modeste ondulazioni di cresta andiamo ad aggirare alcune caratteristiche roccette affioranti mentre notiamo precipitare, nel versante pistoiese, un notevole strapiombo. Subito oltre il percorso perde quota precipitosamente in direzione del sottostante, ampio Colle dell’Acquamarcia. La discesa è rapida e senza difficoltà con panorama aperto su entrambi i versanti sino a raggiungere la sella caratterizzata dalla presenza di un cartello in legno e da un antico cippo in pietra serena che fu posto nel medioevo come confine di stato tra il Ducato di Modena e il Granducato di Toscana (m 1631 – ore 2,35 dalla partenza). Il Colle dell’Acquamarcia è addirittura il punto più basso del lungo settore della linea spartiacque compreso tra Porta Franca e il Passo dell’Abetone. Curiosa l’etimologia del toponimo, legato alla presenza di alcuni modesti specchi d’acqua stagnante posti in coincidenza del valico che tendono a prosciugarsi nella stagione calda. L’escursione prosegue abbandonando il sentiero di crinale che procederebbe altrimenti verso la sommità dei Balzoni. Nel versante emiliano si separa infatti il segnavia 417 che si sviluppa inizialmente in piano tra i verdeggianti prati circostanti la sella. Cominciamo a perdere quota moderatamente con la vista, davanti a noi, del Corno alle Scale e del Monte Nuda. In discesa più ripida penetriamo in breve nel folto della fitta faggeta. Il tracciato non offre alcuna difficoltà se non l’accentuata pendenza e in breve andiamo ad intercettare la mulattiera nel bosco percorsa nella prima parte dell’escursione. Chiudiamo pertanto la frazione ad anello con l’ultima parte dell’itinerario che andrà a ricalcare, a ritroso, il percorso di andata. Seguiamo pertanto verso destra la forestale in debole saliscendi restando nel fresco ed ombroso bosco di faggi. In ultimo torniamo a confluire nella provinciale che proviene da Ospitale. Volgiamo a destra raggiungendo in un paio di minuti il Rifugio Capanno Tassoni a termine della nostra avventura (m 1311 - ore 3,45 complessive). Cenni sulla flora:
Come anticipato nel paragrafo introduttivo, l’intero settore è incluso nel Parco Regionale Alto Appennino Modenese, un’area ricca di biodiversità dove si può osservare una magnifica flora tipica delle montagne più alte dell’Emilia Romagna. Segue una selezione delle più importanti specie osservate in occasione della nostra salita, eseguita all’inizio del mese di giugno. 1) Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum). Questo arbusto sempreverde, così comune sulle Alpi, è invece molto raro nell’Appennino Tosco Emiliano dove con tutta probabilità giunse all’epoca delle glaciazioni. Oggi è un “relitto glaciale” che sopravvive in pochissime stazioni della fascia culminale del reggiano e del modenese sempre a quote comprese tra i 1700 e i 2000 metri. Tra i più importanti areali di presenza ricordiamo quelli di Bocca di Scala, Alpe di Mommio, Monte Vecchio, Monte Prado, Alpe delle Tre Potenze e Libro Aperto. Sino ad un secolo fa era noto un ulteriore piccolo areale presso il Monte Spigolino, non distante dal Corno alle Scale. La scoperta nel 2004 di un ulteriore minuscolo areale nelle Alpi Apuane presso Fornovolasco (ad una quota insolitamente bassa) ha ulteriormente spostato verso sud il limite di presenza della specie. Questo nulla toglie all’importanza e alla rarità della specie in Emilia Romagna. Il percorso descritto permette di osservarne un isolato cespuglio nel tratto in salita verso la vetta della Scaffa delle Rose. 2) Erba cornacchia di Zanoni (Murbeckiella zanonii). E' una specie endemica molto importante con centro di distribuzione nell'Appennino Tosco Romagnolo; l'areale di presenza della specie si estende comunque verso occidente sino al modenese e al reggiano. Lungo l'itinerario descritto è presente con sorprendente abbondanza presso il Colle Acquamarcia. In questa stazione la fioritura avviene normalmente nella prima parte del mese di giugno. Altri esemplari sono nel bosco tra la partenza e il Passo Colombino. 3) Orchidea corallina (Corallhoriza trifida); questa orchidea rara e poco appariscente è osservabile nel sottobosco della frazione compresa tra il bivio con il sentiero 417 e il Rifugio Villa Rossella. 4) Valeriana trifogliata (Valeriana tripteris) 5) Sassifraga a foglie rotonde (Saxifraga rotundifolia) 6) Viola con sperone (Viola calcarata) 7) Mirtillo nero (Vaccinium myrtillus) 8) Anemone bianca (Anemone nemorosa) 9) Cariofillata montana (Geum montanum) 10) Bugola (Ajuga reptans) 11) Genziana di Koch (Gentiana acaulis) 12) Genzianella (Gentiana verna) 13) Doronico di colonna (Doronicum columnae) presente con una bella fioritura sulle rocce del tratto di crinale compreso tra Cima Tauffi e il Colle Acquamarcia. 14) Trifoglio alpino (Trifolium alpinum) presente tra la Scaffa delle Rose e Cima Tauffi nonché lungo il crinale che cala al Colle dell’Acquamarcia. 15) Piede di gatto (Antennaria dioica) 16) Orchide macchiata (Dactylorhiza maculata) 17) Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata) 18) Tossillaggine alpina (Homogyne alpina) 19) Carlina segnatempo (Carlina acaulis) 20) Croco (Crocus vernus) 21) Anemone narcissino (Anemone narcissiflora) osservato nei prati tra la Scaffa delle Rose e Cima Tauffi. 22) Orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina) 23) Caglio odoroso (Galium odoratum) 24) Dafne laurella (Daphne laureola) 25) Erba roberta (Geranium robertianum) 26) Orchidea maschia (Orchis mascula) 27) Nido d’uccello (Neottia nidus-avis) 28) Uva di volpe (Paris quadrifolia) presente nel bosco nella primissima parte di percorso. 29) Listera maggiore (Listera ovata) presente nel bosco nella primissima parte di percorso. 30) Maggiociondolo (Laburnum anagyroides)
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