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MONTE NUDA (m 1827)
Il Monte Nuda è una bellissima cima dotata di forte individualità che trae nome dalla sommità del tutto priva di alberatura. Il confine tra bosco e prati è, nel suo versante orientale, così netto da lasciare stupiti e dare la sensazione che il bosco sia stato tagliato volutamente dall’uomo secondo una linea definita. E’ senz’altro un privilegiato belvedere sui Balzi dell’Ora e sulla sommità del Corno alle Scale oltre che su parte del crinale principale in direzione del Monte Cimone. La vetta è, amministrativamente parlando, posta per intero in provincia di Bologna. Il confine tra Bologna e Pistoia segue infatti, in questo settore, la linea dello spartiacque appenninico. Il Monte Nuda non è tuttavia posizionato lungo la displuviale. Dalla cresta principale si dirama infatti un crinale secondario che si sviluppa verso settentrione, e quindi in territorio emiliano, culminando dapprima nel Corno alle Scale quindi nel Monte Nuda e nel Monte Grande per poi perdersi in direzione della pianura. La salita lungo la via normale dal Lago Cavone è relativamente rapida permettendo in un’ora e mezza il raggiungimento del bellissimo culmine. L’ascensione si sviluppa attraverso la bellissima conca d’origine glaciale detta Cavone o anche “Conca di Rio Piano” che si apre nel versante settentrionale del Corno alle Scale subito sotto la verticale di Punta Sofia e dell’Alpe di Rocca Corneta. Nel valutare quando salire in vetta al Monte Nuda occorre considerare l’innevamento spesso consistente sino a tutto aprile sebbene la neve tenda a scomparire prima rispetto al prospicente Corno alle Scale e ai cosiddetti “Balzi dell’Ora”. Il tratto sommitale compreso tra il Passo del Vallone e la vetta del Monte Nuda è infatti rivolto verso meridione garantendo una scomparsa non troppo tardiva della neve. Di seguito andiamo a descrivervi la salita per la via più breve nonché una seconda possibilità più lunga per chi desidera impegnare maggiore tempo al cammino. L’escursione in breve: Rifugio Cavone (m 1420) – Conca di Rio Piano (m 1563) – Passo del Vallone (m 1698) – Monte Nuda (m 1827) Possibili vie di salita: PRIMA POSSIBILITA’ Dati tecnici: Partenza dal Rifugio Cavone (m 1420): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 407. Acqua sul percorso: alla partenza con un paio di fonti presso il Lago Cavone e nella Conca di Rio Piano (torrente). Accesso alla partenza: Provenendo da Bologna si risale la statale Porrettana passando per Sasso Marconi, Marzabotto, Vergato e Riola. Presso Silla la deviazione segnalata indica a destra la provinciale per Lizzano in Belvedere. Provenendo da Pistoia si segue la Porrettana passando per Porretta Terme sino a raggiungere Silla e volgendo infine a sinistra per Lizzano. Tre km oltre Lizzano in Belvedere, nella piccola frazione di Villaggio Europa, troviamo l’ulteriore bivio a sinistra che conduce a Vidiciatico, La Cà e infine a Madonna dell’Acero, in pratica l’ultimo paese prima di portarci nel settore dell’alto Appennino subito sotto il crinale tosco emiliano. Oltre il paese procediamo per gli ultimi due chilometri sino all’ampio parcheggio presso il lago del Cavone (m 1415) dove troviamo un bel rifugio e un paio di fonti. Abbandoniamo l’auto per procedere a piedi. Descrizione del percorso: Dal parcheggio bordeggiamo il laghetto del Cavone portandoci sulla sponda opposta dove il sentiero 337 ha inizio nella ripida faggeta. In salita ben tracciata risaliamo la sinistra orografica del valloncello di Rio Piano mentendoci di poco alti rispetto al torrente. In breve il bosco comincia ad aprirsi e il sentiero scavalca più volte il ruscello sino a guadagnare d’improvviso la vasta conca glaciale di Rio Piano con il bosco che scompare lasciando spazio alla prateria d’altitudine (m 1563 – ore 0,25 dalla partenza). Siamo in un vallone panoramicamente parlando eccezionale, sovrastato com’è dalla cima di Punta Sofia, la vetta più settentrionale del Corno alle Scale. L’esposizione verso nord conserva, in questo versante, accumuli di neve che talvolta resistono fino adinizio estate. Nel bel mezzo della conca ignoriamo il bivio a destra, ben indicato dai cartelli, per il Passo della Porticciola mentre il nostro percorso mantiene la sinistra raggiungendo l’estremità orientale del vasto altipiano prativo. Il tracciato torna per un breve tratto all’ombra della faggeta riprendendo nel contempo a guadagnare quota. La salita diviene ripida e l’alberatura torna a diradarsi concedendo alle spalle un ottimo scorcio verso il Monte Cimone mentre a destra godiamo di una bella visione della Punta Sofia; in ultimo guadagniamo il crinale che divide il Corno alle Scale dal Monte Nuda in coincidenza del Passo del Vallone (m 1698). Sono trascorsi 50 minuti dalla partenza e siamo definitivamente all’aperto con l’alberatura che cede il passo alla prateria d’altitudine. Il panorama è uno dei più avvincenti del circondario con l’impressionante precipizio che si apre sul versante della Valle del Silla. Sulla destra ammiriamo invece l’esile ed affilata cresta dei Balzi dell’Ora che si innalza sino alla vetta del Corno alle Scale. La via di salita per il Monte Nuda appare a questo punto logica ed evidente: ignoriamo il sentiero sulla destra per i Balzi dell’Ora seguendo, verso sinistra, il segnavia 337. E’ un cammino bellissimo che segue grosso modo il filo di cresta aggirando i pochi tratti più impegnativi nel versante rivolto ad occidente. Camminiamo nella prateria sommitale dominati alle spalle dalla Punta Sofia mentre, più distante, compare il Monte Gennaio. La pendenza resta moderata e possiamo cominciare ad osservare il versante orientale del Monte Nuda notando la caratteristica peculiare di questa splendida montagna. L’alberatura si arresta bruscamente poco al di sotto della piramide sommitale che appare invece completamente scoperta, “nuda” per l’appunto, rivestita unicamente dei macereti e dei prati d’altitudine. Il crinale si abbassa brevemente per pochi metri guadagnando una modesta forcella che precede l’ultima frazione di salita. Il sentiero rimonta il pendio erboso con pendenza più accentuata ma sempre su fondo comodo e ben battuto. In ultimo guadagniamo il vasto pianoro sommitale (m 1827 – paletto con toponimo - ore 1,30 dalla partenza). Siamo in posizione ampia e luminosa con un paesaggio d’inattesa ampiezza. Possiamo osservare una lunga frazione del crinale principale con in evidenza parecchie cime fra le quali ricordiamo, oltre ai prima citati Monte Gennaio e Corno alle Scale, i monti Cupolino, Spigolino, Libro Aperto nonché il Monte Cimone, massima elevazione dell’Appennino Settentrionale. Più distanti si notano le cime dell’abetonese. Verso settentrione il crinale prosegue oltre il Monte Nuda abbassandosi e rialzandosi nel Monte Grande per poi calare definitivamente in direzione della lontana pianura. Dominiamo la Valle del Reno e un occhio attento noterà il profilo trapezoidale del Montovolo. Il rientro avviene a ritroso in meno di 3 ore complessive. Chi desidera un itinerario più lungo e completo potrà aggiungere, una volta tornati al Passo del Vallone, la salita al Corno alle Scale attraverso i Balzi dell’Ora, percorso che richiede piede fermo essendo in parte esposto.
SECONDA POSSIBILITA’ Dati tecnici: Dal Rifugio Segavecchia per il Sentiero degli Amici. Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica totale. Dislivello complessivo: 915 m. Acqua: alla partenza. Accesso alla partenza: Salendo da Bologna si segue la statale Porrettana passando per Sasso Marconi, Marzabotto, Vergato e Riola. Presso Silla la deviazione segnalata indica a destra la provinciale per Lizzano in Belvedere. Provenendo da Pistoia si segue la Porrettana passando per Porretta Terme sino a raggiungere Silla e volgendo infine a sinistra per Lizzano. Appena un chilometro prima di Lizzano in Belvedere troviamo il bivio a sinistra per la piccola frazione di Pianaccio: la strada raggiunge il borgo per poi procedere, stretta e pericolosa ma comunque asfaltata per altri 4 km sino al suo termine in coincidenza del Rifugio Segavecchia (m 912 - parcheggio e fonte) dove una sbarra proibisce l'ulteriore transito. Descrizione dell’itinerario: Dal rifugio Segavecchia (m 912) procediamo oltre la sbarra di ferro raggiungendo in pochi istanti il ponte sul torrente Silla. Qui troviamo, presso la sinistra orografica del torrente, l’indicazione per M.Nuda (segnavia 117). Seguiamo la carrareccia per pochi minuti: trascurato a sinistra il bivio per la via G.Ruffo che conduce al Corno alle Scale, procediamo nella faggeta con sentiero che sale per mezzo di tornanti. Sempre nel folto guadiamo un torrente, procediamo quindi con un poderoso fosso che ci accompagna sulla sinistra. A ore 0,50 raggiungiamo una splendida cascata in prossimità dei ruderi di un’antica costruzione in pietra. Da qui il tracciato diviene assai erto ma sempre ben tracciato finché la faggeta lascia spazio a una densissima abetaia. La contorniamo fino a trovarci improvvisamente all’aperto. Alcune ripide roccette (un po’ d’attenzione) ci premettono di accedere all’erto dorso erboso rivolto a oriente che conduce in cima. Lo risaliamo ripidamente fino a guadagnare l’ampia spalla che, rimontata verso sinistra, ci permette in breve di guadagnare la cima (ore 2,45 dalla partenza) con grandioso panorama verso il Corno alle Scale. Possibile differente via di discesa: (Difficoltà: EE – Segnaletica: totale. Acqua: presso la Sboccata dei Bagnadori) Seguiamo la cresta nord orientale di M.Nuda scendendo a zigzag tra le scomode roccette dei Balzi del Fabuino (segnavia 129). Più in basso siamo nel bosco con abeti prima, quindi nel folto della faggeta. Ad ore 1,30 dalla sommità raggiungiamo, in sensibile discesa, la larga carrareccia forestale. La seguiamo verso destra sino alla Sboccata dei Bagnadori (m 1274), importante crocevia di numerosi sentieri. Procediamo a destra sul segnavia 123 passando presso il piccolo rifugio omonimo (abbondante fonte). Proseguendo, la strada chiusa al traffico ci riporta con un ultimo tratto a tornanti in ripida discesa nel bosco di conifere, sino alla partenza presso il Rifugio Segavecchia (ore 3,15 dalla sommità di M.Nuda).
Cenni sulla flora:
La salita, per quanto breve, si sviluppa in un’area molto interessante dal punto di vista botanico, permettendo l’osservazione, nella prima parte della stagione estiva, di parecchie fioriture. Tra le principali specie osservate ricordiamo: 1) Sassifraga a foglie rotonde (Saxifraga rotundifolia) nella prima frazione boschiva. 2) Calta (Caltha palustris) lungo il torrente nella conca di Rio Piano. 3) Orchidea macchiata (Dactylorhiza maculata) nella conca di Rio Piano. 4) Orchide maggiore (Orchis purpurea) nella conca di Rio Piano. 5) Giglio martagone (Lilium martagon), particolarmente abbondante nella conca di Rio Piano. 6) Pepe di monte (Daphne mezereum) 7) Dafne spatolata (Daphne oleoides), presente ad esempio presso il Passo del Vallone. 8) Semprevivo maggiore (Sempervivum tectorum) presente con diversi esemplari presso il Passo del Vallone. 9) Betonica densiflora (Stachys pradica) presso il Passo del Vallone. 10) Genziana di Koch (Gentiana acaulis) presente nelle praterie sommitali, con particolare abbondanza proprio in vetta al Monte Nuda. 11) Genzianella (Gentiana verna) 12) Draba gialla (Draba aizoides) presente nelle roccette tra il Passo del Vallone e il Monte Nuda. 13) Viola con sperone (Viola calcarata) 14) Mirtillo nero (Vaccinium myrtillus) VISUALIZZA QUI SOTTO LA PHOTOGALLERY DEL TREKKING
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