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BRIC CASTEA (m 1801) MONTE VECCHIO (m 1923)
Immediatamente a ovest di Limone Piemonte, a dominare dall’alto l’abitato, ecco il Monte Vecchio, una montagna prativa non troppo nota ma con un sensazionale panorama di vetta che raggiunge la vicina displuviale al confine tra Italia e Francia. La salita è alla portata d’ogni buon escursionista e si sviluppa in ambiente tranquillo ed appartato. Ne consigliamo l’ascensione soprattutto nel mese di maggio, non prima, per la probabile presenza di neve. Sconsigliamo invece i mesi estivi in quanto il lungo sentiero che da Tetti Ziton sale al Colle Arpiola è per lo più rivolto a meridione. Le splendide fioriture di maggio e giugno lasciano successivamente spazio ad un ambiente arido decisamente poco attraente che ridurrebbe di molto la gioia legata all’impresa. Il clima torna ad essere favorevole in ottobre quando il caldo si è ormai attenuato, mentre da novembre la salita diviene spesso impraticabile per neve. Da rilevare la possibilità, con una breve digressione, di salire, oltre al Monte Vecchio, la modesta sommità rocciosa del Bric Castea osservando altri scorci di notevole valore paesaggistico. L’escursione appare rilevante anche per gli amanti della botanica grazie alla presenza di numerose specie, alcune delle quali endemiche, meritevoli di protezione. Rimandiamo al relativo paragrafo, subito dopo la descrizione della salita, per saperne di più. L’escursione in breve: Tetti Gianet (m 1187) - Tetti Ziton (m 1300) – Maira Volpigera (m 1468) – Colle Arpiola (m 1716) – Bric Castea (m 1801) – Colle Arpiola (m 1716) – Monte Vecchio (m 1923) Dati tecnici: Partenza da Tetti Gianet (m 1187): Difficoltà: E (Breve tratto EE nella salita, per altro evitabile, al Bric Castea). (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale tranne nella brevissima digressione al Bric Castea. Dislivello assoluto: m 736. Acqua sul percorso: una fonte in uno stretto solco a valle del Colle Arpiola. Accesso alla partenza: Seguendo la SS 20 muoviamo in direzione del Col di Tenda superando il paese di Limone Piemonte. Circa un km dopo il centro abitato, troviamo un grande pannello segnaletico luminoso dell’ANAS. Subito oltre il cartello abbandoniamo la statale volgendo a destra su stretta stradina asfaltata con cartelli indicanti la borgata S.Anna. Dopo appena 500 metri lasciamo il proseguo per S.Anna volgendo ancora una volta a destra. Oltrepassiamo la località Tetti Gianet per arrivare, su percorso a tratti strettissimo, al termine del tratto transitabile in automobile in coincidenza di Tetti Ziton (m 1300). Le possibilità di parcheggio sono limitate è quindi possibile parcheggiare presso Tetti Gianet per proseguire a piedi lungo la stradina asfaltata sino al suo termine presso Tetti Ziton aggiungendo 15 minuti di cammino. Descrizione del percorso: Procediamo nel folto del bosco oltre la località Tetti Ziton sfruttando il proseguo della strada che diviene un’ampia sterrata. Schiarite nell’alberatura permettono ottimi scorci panoramici sul sottostante paese di Limone Piemonte e sulle cime poste sulla destra orografica della Val Vermenagna mentre alle spalle notiamo il crinale principale al confine tra Italia e Francia. Raggiungiamo un bivio caratterizzato da cartelli in legno: tralasciamo il percorso che volge a destra verso Limone Piemonte passando a sinistra con indicazioni per Bec Baral, Arpiola e Monte Vecchio. Il sentiero prosegue articolandosi nella rada alberatura sino ad una nuova biforcazione, anche questa volta indicata da pannelli in legno. Volgiamo a destra in ambiente progressivamente più arido, tra alberatura che diviene rada e vegetazione in parte cespugliosa. Il sentiero appare nel proseguo ben delineato: saliamo in moderata pendenza lungo la sinistra orografica del Vallone Arpiola in ambiente che diviene arido nella stagione calda. La vista del roccioso Bec Baral è il motivo dominante del paesaggio oltre ad essere osservabile la sommità poco pronunciata del Bric Castea. Raggiungiamo un ultimo cartello in legno che indica il Colle Arpiola e Monte Vecchio a destra. Lo ignoriamo mantenendo il sentiero, sempre ben evidente, che procede tra i prati passando poco a monte delle rovine indicate come Maira Volpigera nelle mappe escursionistiche. L’alberatura, in pratica quasi scomparsa, lascia ora spazio, verso meridione, ad un’ampia vista in direzione dello spartiacque. Passiamo alla base di una caratteristica rupe di roccia strapiombante di colore scuro. Procediamo in diagonale ascendente tra magnifiche fioriture di orchidee (nel mese di maggio) portandoci sotto la verticale del Colle Arpiola. In coincidenza di uno stretto solco troviamo l’unica fonte d’acqua dell’intero percorso dopodichè cambia improvvisamente la pendenza del sentiero. In forte salita rimontiamo, con una sequenza di tornanti, il ripido pendio erboso mentre verso nordest possiamo osservare le pendici prative del Monte Vecchio. Un ultimo faticoso strappo permette di guadagnare il soprastante crinale in coincidenza del Colle Arpiola (m 1716 – ore 1,30 dalla partenza). Si tratta di una splendida sella prativa in pieno crinale tra la Val Vermenagna, dalla quale siamo saliti, e la Val Grande di Palanfrè che si dischiude ai nostri occhi in coincidenza del valico stesso. E’ ora consigliabile una digressione, verso sud, per raggiungere la piccola cima rocciosa del Bric Castea. Si tratta di seguire per alcuni minuti il marcato sentiero con cartello in legno indicante il Bec Baral. Manteniamo il percorso segnato per un breve tratto mentre le rocce della soprastante cima incombono sulla nostra verticale. Abbandoniamo il sentiero per rimontare, senza percorso obbligato, i ripidi prati soprastanti. Raggiungiamo in qualche minuto la base del salto terminale caratterizzato da roccette inframezzate da canali erbosi. Con cautela saliamo in forte pendenza questa breve frazione scegliendo sul posto i passaggi meno ripidi ed esposti. Si tratta dell’unica frazione impegnativa dell’intera escursione, per altro molto breve e facilmente superabile, con buona visibilità, da un escursionista di media esperienza. L’esile pianoro di vetta (m 1801 – ore 1,45 dalla partenza) offre un panorama di sorprendente vastità con in primo piano il Bec Baral e alle sue spalle il crinale principale delle Alpi Marittime. Appare ben visibile il Colle di Tenda e le prime cime delle Alpi Liguri nonché la lunga dorsale che domina la destra orografica della Val Vermenagna. Verso nordest appare il tozzo cupolone erboso del Monte Vecchio, obiettivo finale della nostra escursione. Per raggiungere il Monte Vecchio dobbiamo rientrare a ritroso sino al Colle Arpiola. Ribadiamo l’importanza di prestare cautela tra le roccette e i ripidissimi canali erbosi che caratterizzano il cocuzzolo sommitale del Bric Castea. In pochi minuti rientriamo, a termine di ogni difficoltà, sul sentiero che, percorso brevemente verso destra, riporta al Colle Arpiola (m 1716). Procediamo oltre la sella con il sentiero che mantiene nella sostanza la linea di crinale. Con tracciato suggestivo rimontiamo, in moderata pendenza, l’ampio pendio che ascende verso la cima del Monte Vecchio su fondo prevalentemente erboso. Nel momento in cui il crinale si impenna più ripido il sentiero ne abbandona il filo debordando a sinistra, nel versante rivolto verso la Val Grande di Palanfrè. Il percorso sfrutta le facili balze prative evitando i pochi affioramenti di roccia calcarea. Scavalcata la parte più faticosa accediamo al settore sommitale dove si attraversano piccole conche spesso occupate dalla neve sino ad inizio estate. Nel mese di maggio si ammira su queste pendici un’insolita fioritura del raro Meleagride di Burnat, specialmente nel pendio rivolto verso occidente. Compare poco oltre la caratteristica cupola sommitale. Muoviamo in sua direzione camminando, ora in debole pendenza, nella prateria d’altitudine riportandoci sul filo dell’ampia cresta sommitale. Gli ultimi passi lungo la displuviale e siamo finalmente sul punto più alto del Monte Vecchio caratterizzato da un ripetitore (m 1923 – ore 2,30 dalla partenza). La cima si eleva sulla verticale di Limone Piemonte: il paese è ben osservabile sporgendosi nel pendio rivolto verso oriente. Il resto del panorama è di impressionante vastità soprattutto in rapporto alla quota non così elevata. Nelle giornate più terse si osservano verso nord addirittura le cime della Valle d’Aosta che si elevano al di là della pianura piemontese. Nelle immediate vicinanze si ripete la visione di un tratto delle Alpi Marittime con la cima della Rocca dell’Abisso. Non sono da meno le vette delle Alpi Liguri divise dalle precedenti dal marcato valico del Colle di Tenda. Verso oriente si osservano elevazioni notevoli come il Bric Costa Rossa (m 2404) e la Cima di Fascia (m 2495). Il rientro avviene a ritroso evitando naturalmente la digressione al Bric Castea per un totale di circa 4 ore di cammino. Cenni sulla flora:
Tutta l’area interessata dall’escursione risulta di grande interesse per gli amanti della flora. Sono presenti alcune specie endemiche o comunque rare che trovano rifugio nelle pendici delle Alpi Marittime. Segue una lista delle principali specie riconosciute nella nostra salita, avvenuta alla fine del mese di maggio. Specie endemiche: 1) Primula impolverata (Primula marginata). Magnifico endemismo delle Alpi Occidentali che presenta stazioni disgiunte nelle Alpi Liguri nella zona del Monte Carmo e nell’Appennino Ligure (monti Ciapa Liscia e Roncalla) tra le province di Genova e Piacenza. Sono inconfondibili sia le infiorescenze violette che le foglie caratterizzate da secrezioni calcaree così come suggerito dal nome comune della pianta. E’ presente sulle rocce sommitali del Bric Castea nonché sugli affioramenti calcarei del Monte Vecchio. 2) Zafferano della riviera (Crocus versicolor), inconfondibile per le striature violacee che ne caratterizzano i petali. E’ una pianta endemica con areale centrato essenzialmente tra il finalese e le montagne ad oriente di Nizza. E’ presente nel tratto compreso tra il Colle Arpiola e la cima del Monte Vecchio. 3) Violaciocca di Burnat (Erysimum burnatii), endemica delle Alpi Occidentali, segnalata in Italia solo in Piemonte e in Liguria. E’ presente, con notevole abbondanza, nel Vallone Arpiola, salendo verso l’omonimo colle. 4) Meleagride di Burnat (Fritillaria meleagris subsp. burnatii). Rara pianta endemica delle Alpi Meridonali dalla fioritura spettacolare. In Italia è segnalata per poche stazioni in Valle d’Aosta ed è recente la sua scoperta in alcune aree molto limitate delle Alpi Marittime. E’ presente nei prati aridi compresi tra il Colle Arpiola e la vetta del Monte Vecchio; l’antesi è anticipata interessando solitamente la seconda metà di maggio e l’inizio del mese di giugno. Altre specie osservate: 1) Orchide pallida (Orchis pallens) dalle bellissime infiorescenze gialle. E’ presente nel tratto inferiore della salita, tra Tetti Ziton e Colle Arpiola. 2) Orchidea maschia (Orchis mascula) 3) Orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina) 4) Genzianella (Gentiana verna) 5) Primula maggiore (Primula elatior) 6) Primula odorosa (Primula veris) 7) Scilla bifoglia (Scilla bifolia) 8) Anemone narcissino (Anemone narcissiflora) 9) Anemone gialla (Anemone ranuncoloides) 10) Vulneraria (Anthyllis vulneraria) 11) Vulneraria montana (Anthyllis montana) 12) Cicerchia primaticcia (Lathyrus vernus) 13) Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata) 14) Saponaria rossa (Saponaria ocymoides) nei dintorni della partenza. 15) Uva ursina (Arctostaphylos uva-ursi) 16) Erba trinità (Hepatica nobilis) 17) Asfodelo montano (Asphodelus albus) 18) Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum) 19) Soldanella alpina (Soldanella alpina) 20) Fragolina di bosco (Fragaria vesca) 21) Biscutella montanina (Biscutella leavigata) 22) Mirtillo nero (Vaccinium myrtillus) 23) Ranuncolo di Kuepfer (Ranunculus kuepferi) 24) Alliaria comune (Alliaria petiolata) 25) Finocchio montano (Meum athamanticum) 26) Citiso irsuto (Chamaecytisus hirsutus)
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