Bignone - Punta di Vegliasco

MONTE BIGNONE (m 520)

MONTE CASTELLARO (m 516)

PUNTA DI VEGLIASCO (MONTE PISCIAVINO – m 598)

La Liguria è terra di grandi contrasti, stretta com’è tra il Mar Ligure e le montagne. Lungo la Riviera di Ponente le Alpi Liguri raggiungono, con le loro propaggini, il litorale offrendo a bassa quota la possibilità di camminare in assenza d’innevamento anche in inverno. Il risultato sono una serie d’escursioni che coniugano la vista del Mar Ligure con le grandi montagne osservabili a settentrione. Il continuo oscillare tra questi due ambienti opposti fra loro è tutt’altro che sgradevole e siamo convinti sarà apprezzato dagli amanti dei panorami vasti e senza confini. Nello specifico, l’itinerario che vi raccontiamo si sviluppa sulla cerchia di colli che racchiudono la cosiddetta Baia del Sole, famosa per la presenza dei due rinomati centri rivieraschi di Alassio e Laigueglia. Il percorso segue per un tratto l’ampio crinale che sovrasta la baia, per altro ben percorribile grazie ad una fitta rete di tratturi e sentieri. Assolutamente da evitare è il periodo caldo, tra maggio e settembre, per la forte umidità relativa, le temperature molto elevate e l’esposizione del tracciato al sole di mezzogiorno. L’inverno e l’inizio primavera sono invece il periodo migliore permettendo un originale trekking “mediterraneo” utile per restare in allenamento anche nel periodo freddo.

L’escursione in breve:

Santa Croce (m 100) – Monte Bignone (m 520) – Monte Castellaro (m 516) – Punta di Vegliasco (Monte Pisciavino – m 598)

Dati tecnici:

Partenza da S.Croce - Alassio (m 100): Difficoltà: E. Un brevissimo tratto con difficoltà EE è presente in discesa dal Monte Bignone muovendo verso la sella che lo divide dal Monte Castellaro. (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale anche se in un paio di bivi sarebbe consigliabile l’aggiunta di qualche cartello indicatore un po’ più chiaro. Dislivello assoluto: m 500 circa. Acqua sul percorso: assente.

Accesso alla partenza:

Si accede alla partenza da Alassio, famosa località turistica della Riviera Ligure di Ponente. In paese si trovano le indicazioni per la vicina Chiesa di S.Croce, posta su uno sperone posizionato sulla verticale del Porto di Alassio. La stretta stradina asfaltata transitabile in automobile termina presso la chiesa (numerose possibilità di parcheggio specie nel semestre freddo quando il flusso turistico è ancora contenuto).

Descrizione del percorso:

Pochi metri prima del termine della stradina in località S.Croce troviamo, a sinistra, il cartello indicante il sentiero per il Monte Bignone. Abbandonata l’automobile risaliamo su tracciato nella macchia mediterranea, con comodo fondo terroso, godendo della classica visione del paese di Alassio; poco più distante appare Laigueglia e infine Capo Mele a chiudere l’ampia baia. La breve salita conduce, tra la bassa vegetazione, al crinale in parte roccioso dove la vista si apre ad oriente in direzione di Albenga e dell’Isola di Gallinara. Alle nostre spalle, sotto la nostra verticale, notiamo i moli del porto di Alassio. Il percorso prosegue ora in moderata salita restando immediatamente a sinistra del crinaletto. Grandi alberi di pino marittimo sovrastano il tracciato attribuendogli ancora di più un aspetto mediterraneo. Poco oltre gli alberi lasciano spazio nuovamente ad una bassa macchia mentre curiosi sono i grandi massi di roccia rossastra che segnano il bordo della spalla ricadente verso est. La facile salita conduce ad una selletta (circa m 300) caratterizzata da un quadrivio di sentieri ben segnalato dai cartelli. Nel nostro caso procediamo davanti a noi con indicazione per il “Monte Bignone”. Il panorama diviene alle spalle particolarmente vasto abbracciando un ampio tratto di litorale. Segue un breve tratto in salita a fondo detritico sconnesso fino ad un secondo bivio, questa volta privo di cartelli indicatori. Il nostro segnavia (un pallino rosso) abbandona il tracciato principale per traversare verso destra. La mancanza di una segnaletica chiara richiede in questa biforcazione una certa attenzione sebbene il sentiero che si separa a destra sia nel complesso evidente. Come anticipato si traversa a mezza costa lasciando alle nostre spalle la lontana Baia del Sole e il paese di Alassio. Tra lecci e vegetazione mediterranea molto intricata procediamo senza difficoltà sino ad un pendio dove ricompare improvvisa la pendenza. Molto faticosamente procediamo in salita sino ad accedere al soprastante crinale in coincidenza di una marcata sella. In sua coincidenza il nostro sentiero si immette in quello più ampio che risale da Albenga e che seguiamo verso sinistra. Da notare anche in questo caso l’assenza di cartelli segnaletici tuttavia il chiaro riferimento di un bivio in pieno crinale esclude ogni possibilità d’errore. Procediamo tra densa ma bassa vegetazione con qualche isolato pino marittimo. Da rilevare il panorama aperto ora in direzione della Piana di Albenga con le sue innumerevoli serre. In meno di 15 minuti dalla sella raggiungiamo il punto culminante del Monte Bignone (m 520 – cartello segnalatore in vetta – ore 1,40 di cammino dalla partenza).

Si tratta di un belvedere di favolosa bellezza: ammiriamo agevolmente un buon tratto della Riviera di Ponente con particolare riferimento, come anticipato, alla città di Albenga; torniamo inoltre ad osservare l’Isola di Gallinara. Volgendo con lo sguardo verso nordovest si stagliano all’orizzonte le grandiose cime delle Alpi Liguri spesso innevate sino a primavera avanzata, mentre ad oriente possiamo notare, a minore distanza, il profilo del Monte Carmo di Loano. La nostra escursione prosegue ora per un buon tratto di crinale. Muoviamo verso nord in direzione del già visibile Monte Castellaro: osserviamo il comodo sentiero che conduce sulla sua cima mentre più a sinistra e più distanti notiamo gli antiestetici ripetitori posizionati sulla Punta di Vegliasco.

Per raggiungere il Monte Castellaro superiamo la cima del Monte Bignone per poi scendere in una fastidiosa scarpata rocciosa (segnavia due pallini rossi). Occorre una certa attenzione per calare tra le roccette: non mancano appoggi e appigli tuttavia il fondo sconnesso in lieve esposizione consiglia cautela. Si tratta dell’unica frazione del percorso a richiedere impegno; sono comunque pochi metri dopo i quali il sentiero torna ad essere semplice e ben tracciato raggiungendo in breve la marcata sella che divide il Bignone dal M.Castellaro, contraddistinta da due appariscenti pali della luce. Dalla selletta, crocevia di parecchi itinerari, una traccia appariscente sebbene non segnalata, conduce in pochi minuti fin sul punto più alto del Monte Castellaro (m 516 – ore 2,05 dalla partenza). Da rilevare, lungo il breve sentierino sommitale, la presenza di alcuni esemplari dell’appariscente Himanthoglossum robertianum, splendida orchidea spontanea in precoce fioritura sin da marzo o addirittura dalla fine di febbraio negli anni più miti. Anche dalla vetta del Castellaro osserviamo un ottimo panorama in direzione di Albenga e della sua piana, oltre a notare come il Bignone, raggiunto in precedenza, sia in pratica una piramide boscata molto regolare.

Per completare la nostra bella avventura resta da conquistare l’ultima elevazione, la più alta: la Punta di Vegliasco, nota anche come Monte Pisciavino. Dalla vetta del Castellaro la cima appare ormai prossima. Sebbene non particolarmente elegante in quanto la sommità è ampia e pianeggiante si riconosce come anticipato in precedenza per le antistetiche antenne poste sull’ampia sommità. Per raggiungere la Punta di Vegliasco caliamo dalla cima del Castellaro in sua direzione attraverso un’altra appariscente traccia di sentiero che serpeggia agevolmente tra la macchia. In pochi minuti siamo alla sella che divide le due elevazioni. Seguiamo quindi la comoda e larga mulattiera sterrata verso destra, quasi in falso piano, accostando le pendici della Punta di Vegliasco. Siamo infine al bivio ben segnalato dai cartelli: tralasciamo il sentiero che procede verso destra in direzione di Poggio Brea (segnavia due pallini rossi) procedendo invece per il Monte Pisciavino indicato ad appena 20 minuti. L’ultimo breve tratto è nuovamente ripido permettendo di rimontare le pendici della montagna tra la bassa vegetazione mediterranea accedendo infine all’ampia sommità (m 598 – ore 2,30 dalla partenza).

Chiudete gli occhi di fronte ai deturpanti ripetitori: nonostante tutto, il panorama in direzione delle Alpi Liguri appare ampio ed avvincente. Le nevi presenti ad inizio stagione creeranno uno splendido contrasto con le acque blu del Mar Ligure. Vale inoltre la pena di soffermarsi sul paesaggio in direzione di Albenga potendo osservare le due elevazioni raggiunte in precedenza, ovvero i monti Castellaro e Bignone. Infine torniamo ad immortalare dall’alto il paese di Alassio con il pronunciato Capo Mele. Il rientro avviene a ritroso in minor tempo potendo evitare di risalire il Monte Castellaro con la larga mulattiera che ne aggira da destra le pendici portando in breve alla sella che lo divide dal Monte Bignone. Il resto del tracciato è coincidente con l’andata (ore 4,30 complessive). 

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