|
|
MONTE MANOS (m 1517) MONTE CARZEN (m 1507)
In una limpida giornata d’inizio aprile, con la neve che ancora ricopriva buona parte delle cime più alte dei 1500 metri, decidemmo di salire queste due elevazioni, così poco note e assai trascurate dagli escursionisti. Il monte Manos, con il suo profilo conico così regolare, lo avevamo osservato poche settimane prima dal Dosso Sassello e dal Paghera, montagne subito ad occidente del Lago di Idro. L’intuito e l’improvvisazione ci portarono così alla scoperta di un ambiente sconosciuto ai più, molto attraente proprio nel periodo del disgelo quando i prati si rivestono dei mille colori della primavera. Curiosamente la zona è servita da una fitta rette di strade bianche, in parte transitabili, che permettono di portarsi molto in quota senza alcuna fatica. E’ curioso infatti, trovare lungo questo itinerario, diverse seconde case poste poco sotto le cime. Nonostante ciò non ne risente il paesaggio che resta del tutto appartato e soprattutto ampio ed attraente, sino ad osservare verso nord buona parte del Gruppo dell’Adamello. Si tratta di un percorso piuttosto breve, tuttavia può essere associato senza difficoltà ad altre facili ascensioni nella zona del Lago di Idro. A termine della descrizione di salita trovate qualche indicazione in merito. Dati tecnici: Da Cocca Veglie (m 1319): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: per lo più assente ma lungo evidenti mulattiere senza difficoltà d’orientamento con buona visibilità. Dislivello assoluto: m 198. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: Si accede alla partenza dalla Val Sabbia: la risaliamo sino a Pieve Vecchia, paese posto all’estremità meridionale del Lago di Idro. Abbandoniamo il proseguo per Tione di Trento volgendo a destra con indicazioni per Capovalle. Entriamo nella piccola frazione di Lemprato per poi volgere ancora una volta a destra seguendo i cartelli per Treviso Bresciano. La strada si innalza con alcuni tornanti permettendo magnifiche viste panoramiche sul sottostante lago. Raggiunto il paesino di Treviso Bresciano confluiamo nella strada che sale da Vestone. Volgiamo a sinistra con indicazioni per il Passo Cavallino della Fobbia che raggiungiamo con alcuni km di stretta stradina comunque praticabile. Al passo abbandoniamo il proseguo per Capovalle volgendo a destra per Cocca Veglie; si può decidere se abbandonare l’automobile presso il valico altrimenti si sale a Cocca Veglie seguendo la strettissima e ripida strada a fondo naturale. Si tratta di un percorso che presenta tornanti così stretti che devono essere effettuati con più manovre anche da semplici utilitarie. Seri problemi si incontrano inoltre se si incrocia qualche automobile in discesa. Per queste ragioni è meglio percorrerla alla mattina abbastanza presto altrimenti è meglio percorrere il tratto a piedi con un aggiunta di tempo non eccessiva. Da notare che si può accedere alla partenza anche salendo direttamente da Capovalle al Passo Cavallino della Fobbia per poi proseguire sino a Cocca Veglie come appena spiegato. Descrizione dell’itinerario: Lasciata l’auto presso la Colonia estiva ricavata nello stabile della vecchia casermetta della Finanza (Cocca Veglie), procediamo lungo il proseguo della gipponabile arrampicandoci sulle pendici meridionali del Manos. Affrontiamo un secco tornante oltre il quale si obliqua in diagonale ascendente verso destra con il panorama che si allarga a cogliere una piccola frazione del Lago di Idro e soprattutto alcune importanti elevazioni nell’ambito dell’Adamello fra le quali ricordiamo il Frerone e il Cornone di Blumone. In breve raggiungiamo l’evidente spalla che discende dalla cima. Abbandoniamo il proseguo dell’ampia strada bianca che traverserebbe verso Case Ingorello, per passare a sinistra, senza segnalazioni, su marcato ed evidente sentiero in moderata salita. Rimontiamo facili prati con il paesaggio che si allarga sempre più cogliendo alle spalle i Monti Pizzocolo e Spino presso il Lago di Garda. In coincidenza d’alcuni ruderi il sentiero cambia direzione volgendo deciso a destra affrontando il tratto finale dell’ascensione. L’ultima parte dell’ascesa è su stretto crinale, erboso a destra, boscato alla nostra sinistra sino ad accedere al piccolo pianoro di vetta (m 1517 – ore 0,40 da Cocca Veglie – un’ora abbondante partendo dal Passo Cavallino della Fobbia). La veduta, nelle giornate limpide, è entusiasmante. Ad occidente il Lago di Idro appare sovrastato dalla marcata sagoma della Corna Blacca mentre più a sinistra appare, tozzo ed imponente, il Monte Guglielmo. Volgendo con lo sguardo verso settentrione si ripete il panorama verso Frerone e Cornone di Blumone; soprattutto osserviamo per la prima volta l’inconfondibile profilo del Carè Alto a breve distanza dall’Adamello. Verso sud-est un occhio attento scorgerà un piccolo tratto del Lago di Garda con, a destra dello specchio d’acqua la sagoma del Pizzocolo e a sinistra la lunga catena di Monte Baldo in parte occultata dal vicino Monte Carzen. Dopo una sosta per godere del magnifico paesaggio, il percorso procede oltre la vetta del Manos calando sull’evidente sentierino non segnato che ne taglia le praterie rivolte a meridione. A sinistra, qualche schiarita del bosco permette di scorgere, a breve distanza, i monti Tombea e Caplone, ben noti ai botanici per l’abbondanza di piante rare ed endemiche che ne colonizzano le pendici. Appare evidente che il percorso divalla verso la sottostante sella denominata Cocca di Manos; oltre l’ampio valico osserviamo l’evidente sagoma del Monte Carzen, secondo obiettivo della nostra escursione. A pochi minuti dal passo scorgiamo alla nostra sinistra, il paese di Capovalle. Siamo infine alla Cocca di Manos dove riprendiamo l’ampia gipponabile a fondo naturale momentaneamente abbandonata per risalire il Manos. La seguiamo tra i prati, praticamente in piano, verso sinistra, per poi abbandonare la strada che perderebbe lievemente quota. Senza indicazioni, ma comunque senza difficoltà, passiamo a sinistra presso le Case Ingorello (m 1360); nel periodo primaverile, l’intera zona è particolarmente suggestiva per i vasti prati punteggiati dai fiori del croco. Subito oltre le case il sentiero non è più così chiaro. Seguiamo un tratturo sterrato in moderata salita evitando di lasciarci sviare da tracce che obliquano troppo a sinistra portandosi nel bosco. Nonostante l’assenza di segnaletica la cima del Carzen è comunque di fronte a noi. Appare evidente che per raggiungere il punto più alto occorre salire tra i prati. Nonostante non vi sia sentiero è impossibile, con buona visibilità, commettere errori. Il tratto sommitale è particolarmente panoramico con il pendio erboso punteggiato da diverse conifere. Un ultimo sforzo e siamo sul pianoro di vetta (m 1507 – ore 1 dal Monte Manos – ore 1,40 complessive). Nonostante la presenza di alcuni abeti, il panorama è particolarmente vasto verso occidente. Osserviamo il Monte Manos, scalato in precedenza con, sullo sfondo, il Monte Guglielmo immediatamente alla sua sinistra e la Corna Blacca a destra. Volgendo verso settentrione notiamo diverse cime nell’ambito del Gruppo dell’Adamello con particolare riferimento al Frerone e soprattutto al Cornone di Blumone che spicca per la sua sagoma rocciosa. L’angolazione non è invece favorevole all’osservazione del Carè Alto che appariva invece molto ben visibile dal Monte Manos. Verso oriente sfila il lungo crinale del Monte Baldo e il Monte Altissimo di Nago a sovrastare il Lago di Garda del quale possiamo osservare solamente un breve tratto. Verso meridione, a breve distanza, notiamo i monti Pizzocolo, Spino e Zingla nell’ambito del Parco regionale dell’Alto Garda Bresciano. Rientro alla partenza: Per il rientro si può calare dalla cima del Carzen, per tracce, sino al Passo di Vesta dove giunge il sentiero in salita da Bollone. Perdiamo ulteriormente quota sino al fienile Vesta di Cima (m 1287), presso il quale è presente una pozza e alcuni bellissimi faggi. Imbocchiamo la strada di accesso al fienile che, verso destra, riporta, traversando con scarsi dislivelli, sino alla Cocca di Manos. Dal valico evitiamo di risalire Monte Manos mantenendo l’ampia gipponabile che riporta a Cocca Veglie. Ovviamente è possibile evitare la discesa che da Monte Carzen cala al Passo di Vesta tornando alla Cocca di Manos a ritroso per poi rientrare a Cocca Veglie lungo la strada bianca. In tutto, per l’intera escursione, sono preventivabili ore 3 di cammino che divengono 4 intraprendendo la salita dal Passo Cavallino della Fobbia. Altre brevi ascensioni in zona: Chi dovesse ritenere questa escursione troppo breve, potrà riempire al meglio la giornata eseguendo altre facili salite nei dintorni del Lago di Idro. Fra le numerose possibilità rammentiamo la salita al Monte Censo, bellissima cima a picco sul lago raggiungibile da Anfo in un paio d’ore tra salita e discesa. Un’altra bella salita è offerta dal Dosso Sassello, sempre a picco sulla sponda occidentale del lago, raggiungibile in ore 1,30 di salita con partenza da Pieve Vecchia. Cenni sulla flora:
Pur avendo percorso la salita ai monti Manos e Carzen in aprile, e quindi a stagione molto anticipata, siamo stati ugualmente in grado di riconoscere un buon numero di piante. Da ricordare in particolar modo due endemismi: la bellissima Primula meravigliosa (Primula spectabilis) dai petali rossi diffusa sulle Prealpi venete e lombarde e il Carice di Monte Baldo (Carex baldensis) dalla curiosa infiorescenza a spiga, diffusa dalle Grigne ai Monti Lessini. Abbiamo inoltre osservato un buon numero di fioriture tipiche del periodo immediatamente successivo al disgelo. Ricordiamo in particolar modo la Genzianella (Gentiana verna), il Croco (Crocus vernus), la Soldanella alpina (Soldanella alpina), l’Uva ursina (Arctostaphylos uva-ursi), la Genziana di Clusius (Gentiana clusii) e l’Erica carnea (Erica carnea). Tra le altre piante presenti ricordiamo la Colombina gialla (Pseudofumaria lutea) osservata negli anfratti rocciosi lungo la strada bianca che cala dalla Cocca di Manos a Cocca Veglie e la Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata). A stagione più avanzata, la zona è conosciuta per le abbondanti fioriture di Botton d’oro (Trollius europaeus) e Asfodelo (Asphodelus albus); entrambe queste piante sono presenti con particolare abbondanza tra la cima del Manos e la Cocca di Manos.
VISUALIZZA QUI SOTTO LA PHOTOGALLERY DEL TREKKING
|