Isola di Palmaria

ISOLA DI PALMARIA – vetta dell’isola (m 186)

L’escursione all’Isola di Palmaria costituisce un record “capovolto” in questo sito internet dedicato prevalentemente alle montagne. La quota massima raggiunta lungo l’escursione è infatti la più bassa fra tutti i percorsi descritti: nemmeno 200 metri. Siamo comunque certi che saprete vedere ben oltre. Il periplo della Palmaria offre infatti un’avventura di straordinaria bellezza in un ambiente per gran parte allo stato naturale. Sull’isola, di forma grosso modo triangolare e con un’estensione di 1,89 Kmq, non vi sono strade ma solo sentieri e mulattiere a contrastare con il prospiciente paese di Portovenere, letteralmente preso d’assalto dai turisti in quasi tutte le stagioni. La Palmaria resta terreno per l’escursionista alla ricerca del silenzio e dei profumi della macchia; resterà nei vostri migliori ricordi la magnifica falesia che l’isola presenta lungo la sua sponda sudoccidentale. Vi chiediamo a questo punto se siete pronti a lasciarvi ammaliare da questo straordinario fazzoletto di terra. Se la vostra risposta è positiva non mancate di percorrere il periplo della Palmaria così come lo trovate descritto di seguito. Eseguite questo magnifico anello nelle mezze stagioni o addirittura in inverno e vi meraviglierete per la sfolgorante bellezza di cui godrete.

L’escursione in breve:

Periplo dell’Isola di Palmaria: Terrizzo (m 2) – Bivio per Forte Umberto – Cala del Pozzale – Il Semaforo (vetta dell’isola – m 186) – Punta Secca - Terrizzo

Dati tecnici:

Partenza da Terrizzo (m 2): Difficoltà: EE (In prevalenza E; breve tratto EE attrezzato con funi nella discesa a Cala Pozzale; altro tratto EE nella discesa dalla cima dell’isola sino a Punta Secca). (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale anche se non sempre chiara. Dislivello assoluto: m 186. Acqua sul percorso: assente.

Accesso alla partenza:

Si raggiunge La Spezia con l’autostrada A15. Si attraversa la città seguendo le indicazioni per Portovenere. Superiamo il capoluogo e procediamo su provinciale tralasciando il bivio a destra per le Cinque Terre. Accediamo direttamente al borgo di Portovenere. Si consiglia di arrivare al mattino non troppo tardi in quanto si tratta di un borgo turistico molto noto e quindi i parcheggi tendono ad esaurirsi presto. Con il traghetto di linea si approda in pochi minuti sull’Isola di Palmaria presso Punta Secca oppure poco più ad oriente in località Terrizzo.

Descrizione del percorso:

L’itinerario ad anello si sviluppa in senso orario. Il percorso ha inizio sul lungomare che unisce Punta Secca a Terrizzo procedendo in direzione della Fortezza Umberto I°. Ammiriamo di fronte a noi il paese di Portovenere dove ci siamo imbarcati, sovrastato dal rilievo del Muzzerone che appare rivestito di macchia sino alla sommità. Procediamo pressoché in piano lasciando la deviazione per la fortezza prima citata sulla sinistra. Passiamo sul lato orientale dell’Isola di Palmaria e la vista si allarga in direzione del promontorio sul quale sorge il paese di Montemarcello. Alle nostre spalle scorgiamo la Punta della Scuola, estremità orientale dell’Isola di Palmaria nonché il tratto di costa sottostante che appare caratterizzata da scarpate rocciose quasi a picco.

All’evidente bivio tralasciamo la strada che si separa sulla destra portando all’interno dell’isola mantenendo la bella mulattiera di sinistra che si sviluppa tra lussureggiante macchia mediterranea. Incontriamo un’ulteriore biforcazione: le due alternative possono essere seguite indifferentemente in quanto dopo pochi minuti si ricongiungono. Il sentiero di destra sale subito, con pendenza costante, lungo il fianco boscato dell’isola mentre il sentiero dì sinistra resta più basso e vicino al mare riunendosi al sentiero superiore dopo una frazione breve ma molto ripida. Da rilevare gli scorci alle spalle, tra le frasche, scorgendo un buon tratto del Golfo di La Spezia. Subito oltre cessa la salita con il sentiero che volge verso sudovest inquadrando per la prima volta l’Isola di Tino (ore 0,45 dalla partenza). Camminiamo tra gli olivi bordeggiando un alto muro artificiale. Notiamo la sottostante costa che appare rocciosa e rivolta al sole di mezzogiorno. Poco oltre siamo ad un bivio indicato dal cartello: a sinistra si cala verso Cala Pozzale mentre a destra si punta direttamente verso il punto più alto dell’isola. Scegliamo la prima opportunità calando verso il litorale.  

La discesa è breve ma molto ripida. Il sentiero si sviluppa nel bosco con i tratti di discesa più erti attrezzati con fune metallica come corrimano. Accediamo direttamente agli impianti balneari di Cala Pozzale, raggiungibili oltre che su sentiero anche con i traghetti che partono da Portovenere (ore 1,15 dalla partenza). Nella stagione fredda e nelle mezze stagioni gli impianti appaiono chiusi con la cala che offre il suo aspetto più bello e selvaggio. La spiaggia appare pietrosa con il paesaggio esteso verso sudest alle lontane cime delle Alpi Apuane poste al di là del promontorio di Lerici, Tellaro e Montemarcello.

Camminiamo lungo il litorale in direzione dell’estremità meridionale dell’isola marciando al limite di una splendida pineta e di alcuni affioramenti rocciosi. Sfioriamo alcune vecchie costruzioni in vista dell’Isola di Tino che appare ora vicinissima. Il sentiero riprende quota ripidamente affacciandosi per la prima volta sul lato occidentale dell’isola. Il paesaggio è uno dei più suggestivi offerti dall’escursione. Dominiamo dall’alto la marcata Cala Grande che appare sovrastata dalle cave abbandonate del marmo Portoro. La falesia che precipita in mare appare strapiombante ed è caratterizzata da stratificazioni rocciose sovrapposte mentre compare di fronte a noi il punto più elevato dell’isola, facilmente riconoscibile per la presenza, proprio in cima, di un’inconfondibile costruzione in pietra bianca (Il Semaforo). Il sentiero procede in salita sfiorando dapprima un muretto quindi puntiamo alla cima seguendo il tracciato scavato diagonalmente come un evidente taglio nella vegetazione mediterranea. Ad interferire con il panorama sono i tralicci della corrente elettrica posti lungo il sentiero e che ci accompagnano sino al punto più alto (m 186 – ore 0,30 da Cala Pozzale – ore 1,45 dalla partenza). Da rilevare la vista alle spalle osservando, per l’ultima volta, l’Isola del Tino.

Dopo una sosta sulle panchine poste presso la sommità tralasciamo il sentiero che cala a destra passando presso il Forte Cavour. Volgiamo invece a sinistra passando davanti alla cosiddetta “Batteria del Semaforo”. Da notare lo scorcio verso oriente in direzione del Golfo di La Spezia. Affrontiamo ora il tratto più impegnativo della nostra escursione. Caliamo ripidamente nel bosco che caratterizza il versante rivolto verso il mare aperto. La vegetazione appare densa con l’unica eccezione dello stretto taglio operato dall’uomo per far scendere in questo versante i tralicci dell’elettricità. Molto bello appare il paesaggio rivolto in direzione delle Cinque Terre. Il sentiero sfiora inoltre, in più punti, l’altissima falesia che precipita verso sudovest offrendo impressionanti scorci sul sottostante litorale. Il percorso affronta alcune balze rocciose che si discendono aiutandosi con le mani. Altri punti non difficili ma particolarmente ripidi sono stati attrezzati con funi di canapa come corrimano che saranno particolarmente apprezzate se il fondo dovesse risultare bagnato. Perdendo quota ammiriamo una visione davvero magnifica sul prospiciente paese di Portovenere sovrastato dal rilievo del Muzzerone. Torniamo a sfiorare il salto rivolto verso il mare aperto. Gli amanti della flora potranno osservare, nelle rocce che sovrastano il sentiero e in quelle strapiombanti sul mare, una rara specie endemica dell’isola di Palmaria e del vicino promontorio di Portovenere; si tratta del Fiordaliso di Portovenere (Centaurea veneris), in fioritura nei mesi di maggio e giugno. L’ultima frazione di discesa offre scorci di disarmante bellezza sullo stretto canale che divide l’isola dalla terra ferma. E’ il degno finale di un’escursione in grado di regalare paesaggi straordinari immersi in una lussureggiante vegetazione mediterranea. Discesi sino alla sponda volgiamo verso destra rientrando all’approdo di Punta Secca dove attendiamo il traghetto che ci riporterà nel paese di Portovenere a conclusione del nostro percorso (ore 2,40 complessive).

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